Logo ASEE

ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI





Marco Fanno nacque da una agiata famiglia ebraica di Conegliano Veneto (TV) l'8 Agosto 1878. Il padre Giacomo era commerciante e la madre, Emma Diena, apparteneva ad una ragguardevole famiglia ebraica veneziana. Il fratello di lei e zio di Marco Fanno, era Giulio Diena, il noto studioso di diritto internazionale. Il 24 Aprile 1909 Marco Fanno sposò Matilde Sernagiotto, figlia del Conte Raffaello e di Maria Fuchs. Matilde fu una donna di grande sensibilità umana e di non comune cultura letteraria e fu per il marito "compagna affettuosa nella vita, consigliera intelligente negli studi", come Marco ebbe a scrivere nella dedica ad un suo volume. L'unione fra i coniugi Fanno fu molto lunga e intensa e si interruppe solo con la morte di lui, il 14 Gennaio 1965.
Marco Fanno compì i propri studi economici presso la Scuola Superiore di Commercio di Venezia, che era stata istituita nel 1868 da Luigi Luzzatti ed era stata diretta per un trentennio da Francesco Ferrara, il caposcuola degli economisti italiani della seconda metà dell'800. Si trattava all'epoca di un'istituzione unica, che aveval'intento principale di offrire una formazione di livello internazionale ai quadri dirigenti delle attività mercantili, oltre a quello di essere ufficialmente la Scuola normale atta a formare i professori per le scienze commerciali negli Istituti secondari. Con questa scelta la famiglia si aspettava forse che Marco avrebbe intrapreso la carriera paterna, come testimonia anche un soggiorno di Marco a Londra presso un corrispondente del padre. Tuttavia gli insegnamenti acquisiti a Venezia ebbero l'effetto di orientare il giovane Fanno verso gli studi. Conseguito dapprima il diploma di abilitazione all'insegnamento delle discipline economiche negli Istituti secondari, egli ottenne, nel 1904, la libera docenza in Economia Politica presso l'Università di Padova. I suoi studi di economia coloniale, ed in particolare un volume sulla concessione delle terre nelle colonie moderne e due articoli apparsi nel prestigioso Giornale degli economisti sull'espansione coloniale del Giappone e della Germania gli valsero l'attribuzione, per concorso, di un posto di professore di ruolo di Economia Commerciale presso la Scuola Superiore di Commercio di Genova, che ricoprì dal 1905 al 1909. Gli studi di economia coloniale lasciarono gradualmente il posto, in questo periodo, ad una serie di studi -che ancora oggi conservano una propria validità- sulla storia e le funzioni delle banche di emissione (le attuali banche centrali), in relazione agli altri istituti di credito ed al mercato monetario. Egli ottenne poi nell'anno accademico 1909-10 l'insegnamento dell'Economia Politica vincendo un concorso a professore presso l'Università di Sassari; di lì si trasferì all'Università di Cagliari, città dove risiedeva la famiglia della moglie Matilde. A Cagliari rimase fino al 1913. Fu chiamato poi a ricoprire la cattedra di Economia Politica presso l'Università di Messina. In questo periodo Fanno si addentrò nelle complesse tematiche dell'economia pura. Traendo ispirazione dalla cosiddetta teoria italiana dei prezzi connessi, abbozzata da Ferrara e poi sviluppata da Maffeo Pantaleoni, Fanno scrisse un'importante monografia sulla teoria dell'offerta a costi congiunti. Tale tema gli era stato in un certo senso "affidato" dallo stesso Pantaleoni, come parte di un ambizioso comune progetto di gettare solide basi analitiche in tutti i campi in cui le dirette interrelazioni fra mercati assumono rilievo empirico. Il lavoro di Fanno non passò inosservato sul piano internazionale e fu assai favorevolmente recensito da Edgeworth nell'Economic Journal (1915). Nel 1999 L. Punzo e M. Morishima hanno curato la traduzione inglese postuma. Nel 1915 Fanno vinse un concorso di professore di Economia Politica presso l'Università di Parma. Appena riconosciuta l'inevitabilità dell'intervento dell'Italia nella guerra mondiale, Marco Fanno, che aveva già svolto il servizio militare nel 1898-9 ed era animato da sincero spirito patriottico, fece domanda di nomina ad ufficiale e fu arruolato come sottotenente di artiglieria. Gli fu poi affidato il comando di una Compagnia in zona di guerra, comando che tenne per sei mesi. Fu successivamente destinato al Ministero della guerra. Il periodo parmense del magistero di Fanno -coincidendo in parte con il periodo bellico- fu quindi di fatto un periodo di prevalente sospensione dalle attività didattiche e scientifiche. Nel 1920 Fanno approdò infine all'Università di Padova, dove gli fu dapprima offerta la cattedra di Scienza delle Finanze e successivamente, nel 1928, quella di Economia Politica, fino ad allora tenuta da Giulio Alessio. A Padova Fanno rimase per il resto della sua vita.
Iniziò così un periodo ventennale di stabilità nella vicenda umana e accademica di Fanno, durante il quale si consolidarono la sua fama internazionale e la sua posizione di grande prestigio fra gli economisti italiani. Egli entra a pieno titolo nelle principali società ed accademie nazionali ed internazionali e viene accolto nel ristretto numero di economisti chiamato a decidere le sorti accademiche delle nuove generazioni. Fanno è in questo periodo uno studioso interamente dedicato ad insegnare, a tenere conferenze, ad offrire commenti e pareri ai più giovani colleghi; egli legge e scrive instancabilmente. In particolare, Fanno riprese in questo periodo il proprio filone di ricerca sulla teoria dei prezzi connessi, analizzando le implicazioni dei rapporti di sostituibilità fra beni. Le sue ricerche anticiparono alcune idee che J. Hicks avrebbe successivamente affermato come colonne portanti della moderna teoria del consumo; esse furono particolarmente apprezzate dall'economista americano H. Schultz. In questo periodo Fanno sviluppò ulteriormente anche le sue ricerche sulle banche e i mercati monetari: ora gli interessano particolarmente le problematiche legate alle crisi e al ciclo economico in un contesto di apertura agli scambi internazionali. Anche in questo campo, Fanno coniugò il rigore logico della costruzione astratta con la capacità di spiegare l'evidenza empirica, alla quale veniva sempre attribuita una posizione di privilegio. Le principali riviste europee, da Econometrica al Zeitschift für Nationalökonomie, ospitano i suoi lavori, e studiosi di grande prestigio, come F. von Hayek, lo invitano a contribuire ad iniziative editoriali. Questo periodo di stabilità e di intenso lavoro fu interrotto dal suo allontanamento, nel 1939, in seguito alle leggi razziali. Nei sei anni che seguirono, Fanno visse "nel silenzio e nell'ombra", in forma strettamente privata, assistito dalla moglie Matilde, dai pochi amici e dai frati benedettini dell'Abbazia di Praglia (PD) che per un certo periodo gli offrirono protezione ed ospitalità. Egli fu reintegrato nel proprio ruolo alla fine della guerra, nel 1945. Fanno rientrò nella vita pubblica con un'immutata dedizione ai propri obblighi accademici e al proprio studio; tuttavia egli notevolmente accentuò la propria riservatezza e si astenne, ove possibile, dall'assumere cariche e responsabilità. Egli pubblicò subito, nel 1947, il suo noto volume sulla teoria delle fluttuazioni economiche e continuò a pubblicare su riviste nazionali ed internazionali i propri contributi sui temi che l'avevano reso famoso. Il collocamento a riposo, nel 1955, non interruppe il suo consueto lavoro e le sue pubblicazioni continuavano ad interessare la comunità scientifica internazionale . La biografia di Fanno non può tacere su un ultimo aspetto della sua personalità, che è del tutto indipendente dalla formazione culturale e dalla professione esercitata ed è la sua bontà. In questo fu certamente ispirato ed incoraggiato dalla madre, Emma Diena, e dalla moglie, Matilde, entrambe impegnate in opere di carità. Molti documenti attestano le sue numerose elargizioni in denaro, spesso sotto il vincolo dell'anonimato; un antico allievo lo ha ricordato con queste parole: "Uomo vissuto nell'ossequio scrupoloso delle leggi e nella carità incomparabile verso quanti avevano bisogno di conforto e di aiuto: i poveri soprattutto, che furono generosamente accolti in casa sua, francescanamente aperta e larga di carità".


Principali opere di Marco Fanno

M. Fanno (1905a), Il regime e la concessione delle terre nelle colonie moderne, Pisa, Direzione dell'Archivio giuridico.
M. Fanno (1905b), L'espansione economica e coloniale del Giappone, Giornale degli Economisti, 30: 99-110.
M. Fanno (1905c), L'espansione economica e coloniale della Germania, Giornale degli Economisti, 31: 45-73.
M. Fanno (1908), La moneta, le correnti monetarie e il riordinamento della circolazione nei paesi a finanze dissestate, Torino, Bocca.
M. Fanno (1912), Le banche e il mercato monetario, Roma, Athenaeum.
M. Fanno (1914), Contributo alla teoria dell'offerta a costi congiunti, Supplemento al Giornale degli Economisti e Rivista di Statistica. Traduzione inglese: M. Fanno, A Contribution to the Theory of Supply at Joint Cost. Forewords by L. Punzo and M. Morishima, London: Macmillan, 1999.
M. Fanno (1926), Contributo alla Teoria Economica dei Beni Succedanei, Annali di Economia, II: 331-471.
M. Fanno (1929), Die Elastizität der Nachfrage nach Ersatzgütern, Zeitschrift für Nationalökonomie, 1: 57-74 .Traduzione inglese: M. Fanno, The elasticity of demand for substitute goods. In L.L. Pasinetti (ed.) (1998) Italian economic papers, III, 99-115, Bologna, Il Mulino/Oxford Economic Press.
M. Fanno (1931), Cicli di produzione, cicli di credito e fluttuazioni industriali, Giornale degli economisti, 71: 329-370.
M. Fanno (1933a), Die reine Theorie des Geldmarktes, in Hayek, F. A. (Ed.), Beiträge zur Geldtheorie, Vienna, Verlag von Julius Springer.
M. Fanno (1933b), Interrelations des Prix et Courbes Statistiques de Demande et d'Offre, Econometrica, 1: 162-71.
M. Fanno (1934), I trasferimenti anormali di capitali e le crisi, Torino, Einaudi.
M. Fanno (1947), La teoria delle fluttuazioni economiche, Torino, Utet.
M. Fanno (1956), Lineamenti di una teoria dell'espansione delle economie progressive, Economia Internazionale, 9: 212-229; 438-458; 609-626.


Fonti bibliografiche sulla vita di Marco Fanno

Magliulo A. (1998), Marco Fanno e la cultura economica italiana del Novecento, Firenze, Edizioni Polistampa.
Manfredini Gasparetto, M. (1992) (a cura di), Marco Fanno. L'uomo e l'economista, Padova, Cedam.
Opocher A. (2002), "Il 'Fondo Marco Fanno'. Frammenti di vita e di pensiero nelle carte di un maestro dell'economia", in R. Camagni, R. Fiorentini, M. Mistri, Scritti in memoria di Eugenio Benedetti, Padova, Cedam.


Notizie bibliografiche redatte da Arrigo Opocher


Opera L'espansione commerciale e coloniale degli Stati moderni  

Torino, Fratelli Bocca (1906)


Articolo FANNO, M. (1905). L'ESPANSIONE ECONOMICA E COLONIALE DEL GIAPPONE. Giornale Degli Economisti, 30 (Anno 16), 99-110.

Link: http://www.jstor.org/stable/23221636

Articolo FANNO, M. (1905). L'ESPANSIONE ECONOMICA E COLONIALE DELLA GERMANIA. Giornale Degli Economisti, 31 (Anno 16), 45-73.

Link: http://www.jstor.org/stable/23221593

Articolo FANNO, M. (1914). CONTRIBUTO ALLA TEORIA DELL'OFFERTA A COSTI CONGIUNTI. Giornale Degli Economisti e Rivista Di Statistica, 49 (Anno 25)(4), 1-142.

Link: http://www.jstor.org/stable/23225286

Articolo FANNO, M. (1926). CONTRIBUTO ALLA TEORIA ECONOMICA DEI BENI SUCCEDANEI. Annali Di Economia, 2(2), 329-471.

Link: http://www.jstor.org/stable/23233394

Articolo FANNO, M. (1931). CICLI DI PRODUZIONE CICLI DEL CREDITO E FLUTTUAZIONI INDUSTRIALI. Giornale Degli Economisti e Rivista Di Statistica, 71 (Anno 46)(5), 329-370.

Link: http://www.jstor.org/stable/23227878

Documento Corrispondenza: Giuseppe Bruguier Pacini a Luigi Einaudi (08-10-1945)

Bruguier Pacini invia a Einaudi una bozza del lavoro sullo sviluppo della scienza economica nel cinquantennio 1895-1945. Bruguier Pagini sottolinea che si tratta di una bozza: mentre i paragrafi relativi a Pareto e Pantaleoni sono definitivi, la parte su Loria è "scarsa" (e chiede in proposito a Einaudi l'anno di pubblicazione della bibliografia Loriana), ma gli darà lo spunto per parlare di Croce. Bruguier Pagini avverte Einaudi di non conoscere bene l'argomento e soprattutto di sapere pochissimo dello sviluppo del marxismo in Italia. Anche i paragrafi sugli scrittori monetari (Papi, Fanno, Bresciani Turroni, Supino) è "pasticciato" in quanto egli è un "po' confuso sulle teorie monetarie e sulle teorie dei cicli". [Sull'argomento si vedano anche le lettere del 27 e del 29 agosto 1945, del 4 e del 30 dicembre 1945, tutte sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR].

Scheda del documento  

Documento Corrispondenza: Costantino Bresciani Turroni a Ernesto Rossi (28-08-1950)

Costantino Bresciani Turroni scrive a Ernesto Rossi in merito al progetto da questi formulato di creare una collana con lo scopo di diffondere tra gli uomini di affari le dottrine economiche ed i retti principi di politica economica. Secondo Bresciani Turroni non si possono utilizzare traduzioni di opere già pubblicate in inglese o in tedesco. Ciò avrebbe il merito di contribuire a temperare l'infatuazione per Keynes, mettendo in rilievo alcuni principi fondamentali dell'economia classica. Tuttavia è difficile che uomini di affari siano disposti a seguire sottili disquisizioni. Ad esempio il libro di Haberler è magnifico ma astratto e difficile per chi non ha già una preparazione ad hoc. Bresciani Turroni afferma che sarebbe anche difficile raggiungere lo scopo raccogliendo articoli pubblicati nell'ultimo decennio in riviste internazionali: pur scegliendo gli articoli di più facile comprensione e senza formule matematiche, bisognerebbe che gli articoli non fossero slegati tra loro, ma che fossero raccolti intorno a determinati problemi. La soluzione migliore, afferma Bresciani Turroni, potrebbe consistere nel pubblicare opere originali di economisti italiani e stranieri, redatti tenendo conto della finalità dell'opera. Bresciani consiglia a Rossi di contattare tra gli economisti italiani, Fanno, Papi, Amoroso, De Maria, Jannaccone, Vinci e Vito. C'è però il problema del costo della collana, che Bresciani, in qualità di Presidente del Banco di Roma ritiene eccessivo e non finanziabile dal Banco. Quanto alle onoranze Einaudi, Bresciani ritiene, in base ad una precedente conversazione con Einaudi, che questi tenesse molto alla ristampa di "Ephemerides". In alternativa l'idea di ristampare l'opera di Ferrara gli sembra ottima [Si veda anche la lettera del 14 marzo 1950 di Jannaccone a Einaudi, e la lettera di Rossi del 1° settembre 1950, entrambe sintetizzate in questo fascicolo ASE].

Scheda del documento  


Nessun documento disponibile per questa tipologia