Documento Costituzione dei gruppi di lavoro entro la Commissione
Lettera di Papi a Saraceno in cui comunica costituzione di sei gruppi di lavoro e dei rispettivi direttori, assieme ad una lista di altri nominativi che potrebbero entrare a far parte dei singoli gruppi. Lettera dattiloscritta.
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Documento Richiesta di esonero dalla presidenza del Sottocomitato Industria
Sulla base di esigenze personali, Saraceno chiede a Papi di essere dispensato dalla presidenza del Sottocomitato Industria, proponendo la nomina di Gasparini in sua sostituzione.
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Documento Lettera di accompagnamento alla nota sui lavori della Commissione Papi
La lettera introduce, presumibilmente, la nota dal titolo "Osservazioni e commenti del Prof. Pasquale Saraceno sui documenti sottoposti alla 'Commissione Papi' fino all'8-11-1961". A tale nota fa riferimento anche Papi in una successiva lettera a Saraceno, spedita in data 8 gennaio 1962. Nella lettera a Pella, Ministro del Bilancio, sono contenute alcune precisazioni non presenti nella nota. In particolare, si fa presente di aver suggerito a Papi di trasmettere il materiale fin qui prodotto dalla Commissione solo qualora fosse assolutamente necessario inoltrare una qualche documentazione e solo come "contributo dato dai singoli autori". Questo per il carattere non definitivo dei dati e per non sottoporre al Governo analisi e proposte che potrebbero essere "molto controverse". Lettera dattiloscritta.
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Documento Replica alle critiche circa il metodo adottato dalla Commissione
La lettera di Papi è una replica alle critiche mosse da Saraceno nella nota inviata in data 25 novembre 1961, dal titolo "Osservazioni e commenti del Prof. Saraceno sui documenti sottoposti alla 'Commissione Papi' fino all'8-11-1961". Quest'ultimo documento risulta tra le carte del fascicolo e, assieme alla lettera di accompagnamento del 25 novembre, in un altro fascicolo contenente "Corrispondenza con il Prof. Papi". Papi difende il lavoro svolto dalla Commissione, conferma che questo risponde alle richieste del governo e ribatte alla tesi di Saraceno secondo cui si sarebbe dovuto seguire un altro metodo, basato su una più precisa definizione preliminare degli obiettivi di politica economica da perseguire. Papi giudica semplicistico il nesso tra formazione del capitale e sviluppo stabilito da Saraceno nella sua nota. Tale impostazione sarebbe in contraddizione con l'esperienza accumulata e con le più recenti ricerche, che hanno dimostrato la particolare rilevanza del "fattore umano" come motore o freno dello sviluppo. Inoltre, Papi nega che la Commissione abbia mai deciso, come sostenuto da Saraceno, di trascurare il problema del Mezzogiorno. In proposito, si esprime anche la convinzione che tale problema non possa essere risolto con "incentivi" e "industrializzazioni più o meno forzate". In generale, si sostiene l'utilità del materiale prodotto e presentato in Commissione, ribadendone lo scopo conoscitivo, preliminare all'attività di programmazione vera e propria. Lettera dattiloscritta.
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Documento Polemica sui lavori della Commissione Papi
Papi scrive in risposta ad una precedente corrispondenza con la quale Saraceno, in data 7 agosto, annunciava la nomina della Commissione nazionale per la programmazione economica. Assieme agli auguri di rito, Papi formula l'auspicio che nella nuova commissione possano affermarsi quella "concordia di propositi" e "correttezza di comportamento" che avrebbero fatto difetto al precedente organismo da lui presieduto. Lettera dattiloscritta.
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Documento Polemica sui lavori della Commissione Papi
La lettera ritorna su una polemica riguardante il metodo di lavoro seguito dalla Commissione Papi, con particolare riferimento al modello econometrico da adottare in sede di previsioni macroeconomiche. Questioni e documenti collegati sono: il documento presentato da Saraceno in sede Svimez il 28 giugno 1961 "Sulla elaborazione di proiezioni macroeconomiche per l'Italia", la mancata osservanza dei criteri esposti in questo documento e la conseguente presa di distanza di Saraceno dai risultati dei lavori della Commissione Papi espressa nella nota "Osservazioni e commenti del Prof. Saraceno sui documenti sottoposti alla 'Commissione Papi' fino all'8-11-1961", inviata a Papi in data 25 novembre 1961. Saraceno scrive in risposta alle parole contenute nella precedente lettera di Papi del 18 agosto, nella quale si faceva riferimento a presunte scorrettezze avvenute durante i lavori della Commissione Papi. Saraceno ricostruisce la vicenda, facendo presente che, a suo avviso, il documento presentato in sede Svimez, dopo essere stato accettato durante la riunione del 28 giugno 1961, sarebbe stato disatteso nel corso dei lavori successivi. Di qui la sua nota del 25 novembre 1961.
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Documento Elenco dei documenti esaminati dalla Commissione Papi fino al giorno 8.11.1961
La lettera riporta l'elenco dei documenti presentati entro il giorno 8 novembre 1961, fa presente che tutti i rapporti presentati sono destinati a divenire atti della Commissione e sollecita commenti in proposito. Tra i rapporti in elenco compaiono la "Nota di presentazione dei primi lavori della commissione", le "proiezioni economiche fino al 1970" e alcuni lavori su ambiti più specifici. I documenti in elenco saranno oggetto del documento "Osservazioni e commenti del Prof. Pasquale Saraceno sui documenti sottoposti alla 'Commissione Papi' fino all'8-11-1961", inviato da Saraceno a Papi in data 25 novembre. Dattiloscritto su carta del Comitato Interministeriale per la Ricostruzione, recante la dicitura "Copia".
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Documento Lavori della Commissione Papi
Di Fenizio esprime il proprio parere circa la documentazione presentata in Commissione alla fine di dicembre del 1962. Viene rilevata la profonda difformità dei documenti che concernono la stesura di una relazione finale sui lavori della Commissione. Si auspica che sia adottato l'indirizzo proposto da Saraceno, secondo cui si dovrebbero indicare alcune direttrici fondamentali di politica economica miranti alla correzione degli squilibri fondamentali. In proposito, si precisa che ciò non significa una adesione ad ogni singolo punto della linea Saraceno. Scendendo più in dettaglio, Di Fenizio dichiara il proprio dissenso relativamente a qualsiasi impostazione che possa condurre da una economia di mercato ad una economia diretta dal centro. Vengono citate in proposito la proposta avanzata da Fuà e Sylos Labini, secondo cui le imprese private dovrebbero "sottoporre i loro piani d'investimento agli organi centrali della programmazione", e quella per cui lo stato dovrebbe cercare di indirizzare le decisioni di investimento private attraverso "opportune negoziazioni". Al contrario, si esprime la convinzione che le imprese pubbliche dovrebbero essere sottoposte al controllo degli organi della programmazione. Lettera dattiloscritta.
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Documento Corrispondenza: Ugo Papi a Luigi Einaudi (16-06-1952)
Lettera inviata da Papi ad Einaudi il 16.06.1952. Alla lettera è allegato il testo del discorso pronunciato da Papi a Perugia per l'inaugurazione della Società per il progresso delle scienze, alla presenza di Einaudi. Nel discorso Papi individua nella sottonutrizione tipica dei Paesi ad alta densità di popolazione un pericoloso stimolo per le popolazioni locali ad aderire a ideologie totalitarie ed una istigazione all'odio tra i popoli. Questa situazione, lacuna imperdonabile della civiltà occidentale, può trovare una soluzione nell'incremento della capacità produttiva, possibile a sua volta solo mediante la collaborazione internazionale. Papi loda il ruolo della FAO come motore di studio e consultazione ma soprattutto come promotore di convenzioni e di piani di assistenza tecnica. Papi ritiene che non vi sia alcuna contraddizione tra il liberismo e la pianificazione, in quanto la pianificazione serve ad guidare la libera iniziativa in modo che vengano utilizzate al meglio sia le energie umane sia i mezzi di produzione.
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Documento Corrispondenza: Costantino Bresciani Turroni a Ernesto Rossi (28-08-1950)
Costantino Bresciani Turroni scrive a Ernesto Rossi in merito al progetto da questi formulato di creare una collana con lo scopo di diffondere tra gli uomini di affari le dottrine economiche ed i retti principi di politica economica. Secondo Bresciani Turroni non si possono utilizzare traduzioni di opere già pubblicate in inglese o in tedesco. Ciò avrebbe il merito di contribuire a temperare l'infatuazione per Keynes, mettendo in rilievo alcuni principi fondamentali dell'economia classica. Tuttavia è difficile che uomini di affari siano disposti a seguire sottili disquisizioni. Ad esempio il libro di Haberler è magnifico ma astratto e difficile per chi non ha già una preparazione ad hoc. Bresciani Turroni afferma che sarebbe anche difficile raggiungere lo scopo raccogliendo articoli pubblicati nell'ultimo decennio in riviste internazionali: pur scegliendo gli articoli di più facile comprensione e senza formule matematiche, bisognerebbe che gli articoli non fossero slegati tra loro, ma che fossero raccolti intorno a determinati problemi. La soluzione migliore, afferma Bresciani Turroni, potrebbe consistere nel pubblicare opere originali di economisti italiani e stranieri, redatti tenendo conto della finalità dell'opera. Bresciani consiglia a Rossi di contattare tra gli economisti italiani, Fanno, Papi, Amoroso, De Maria, Jannaccone, Vinci e Vito. C'è però il problema del costo della collana, che Bresciani, in qualità di Presidente del Banco di Roma ritiene eccessivo e non finanziabile dal Banco. Quanto alle onoranze Einaudi, Bresciani ritiene, in base ad una precedente conversazione con Einaudi, che questi tenesse molto alla ristampa di "Ephemerides". In alternativa l'idea di ristampare l'opera di Ferrara gli sembra ottima [Si veda anche la lettera del 14 marzo 1950 di Jannaccone a Einaudi, e la lettera di Rossi del 1° settembre 1950, entrambe sintetizzate in questo fascicolo ASE].
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Documento "Osservazioni e commenti del Prof. Pasquale Saraceno sui documenti sottoposti alla 'Commissione Papi' fino all'8-11-1961"
Documento in cui Saraceno esprime una forte critica al lavoro svolto dalla Commissione. Premettendo al proprio commento alcune considerazioni su ciò che si sarebbe dovuto fare a suo avviso, Saraceno espone, nel primo paragrafo, un ipotetico schema di lavoro in tre passaggi che sarebbe stato necessario seguire: 1. si sarebbe dovuto in primo luogo stabilire, attraverso un'analisi approfondita dello sviluppo economico italiano, quali sono gli aspetti ed i luoghi che richiedono un intervento esterno ai meccanismi di mercato; 2. sulla base dei risultati delle ricerche svolte nella prima fase, si sarebbe potuto stabilire la quantità e la qualità delle necessarie modifiche al meccanismo di mercato, in particolare nella formazione del capitale; 3. si sarebbero poi definiti sia gli incentivi da offrire al mercato, sia gli interventi diretti da effettuare al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati. Sulla base dello schema appena delineato, Saraceno passa poi ad un vero e proprio commento sul lavoro svolto. Vengono presi in esame la "Nota di presentazione", le "previsioni macroeconomiche" ed alcuni documenti su argomenti specifici. In mancanza di una preliminare definizione degli obiettivi da raggiungere, osserva Saraceno, la "Nota di presentazione" altro non poteva essere che una descrizione di ciò che potrà avvenire in futuro. Saraceno lamenta la mancata inclusione del problema del Mezzogiorno tra gli obiettivi della prima fase. Volendo perseguire uno sviluppo basato anche sull'aumento degli investimenti nelle aree meno industrializzate, e non solo sull'aumento dei consumi privati, la questione del Mezzogiorno è infatti definita imprescindibile. D'altra parte, questa non esaurisce il più generale problema individuato da Saraceno in una insoddisfacente formazione di capitale. A proposito delle "previsioni macroeconomiche" prodotte dalla Commissione, Saraceno contesta i criteri del modello econometrico utilizzato, che a suo dire è eccessivamente aggregato. In proposito, il testo rimanda alle osservazioni già svolte in un documento presentato alla riunione della Svimez del 28 giugno 1961 (questo documento risulta conservato in un altro fascicolo contenente "Corrispondenza con il Prof. Papi"). Anche il carattere eccessivamente aggregato del modello econometrico utilizzato viene ricondotto da Saraceno alla mancanza di scelte politiche preliminari. Un modello meno aggregato avrebbe infatti imposto, secondo Saraceno, la scelta delle variabili da considerare più o meno rilevanti. In proposito viene riportato un passo del documento presentato alla Svimez nel quale si definiscono le cosiddette "variabili strumentali", la cui selezione traduce nel modello il tipo di politica economica che si intende perseguire. Infine, anche i documenti a carattere monografico vengono giudicati in modo negativo perché non collegati ad un progetto organico. La conclusione del commento è che i documenti sin qui prodotti non possano essere utilizzati nella formulazione di una politica di programmazione economica. Il dattiloscritto riporta nella sua ultima pagina la data del 25 novembre 1961.
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