Gian Domenico Romagnosi, figlio di Bernardino e Marianna Trompelli, nasce l'11 dicembre 1761 a Salsomaggiore.
Avviato fin da giovane agli studi entra nel 1775 nel Collegio Alberoni di Piacenza e nel 1782 si iscrive nell'Università di Parma, alla facoltà di giurisprudenza, dove si laurea nel 1786.
Inizia per un breve periodo l'attività notarile che interrompe per dedicarsi alle scienze, grazie anche alle migliorate condizioni della famiglia che dal 1788 entra a far parte della nobiltà del Ducato di Parma.
Nel 1789 diviene socio della Società letteraria di Piacenza dove legge i suoi primi lavori scientifici quali: il Discorso sull'amore delle donne considerato come motore precipuo della legislazione; il Discorso sullo stato politico di tutte le nazioni; Sull'opinione pubblica. Nel 1790 è ammesso anche nell'Accademia degli Ortolani.
Nel 1791 è nominato Pretore della città di Trento, carica che ricopre con particolare capacità ed efficienza. Lo stesso anno esce una delle sue opere più note, la Genesi del diritto penale, che gli vale la reputazione di giurista. A breve distanza pubblica lo scritto Cosa è eguaglianza. Del 1793 è un altro opuscolo di successo: Cosa è libertà. Primo avviso al popolo.
Dal 1794 al 1798 esercita l'attività di consulente legale. Nel 1799 è accusato di giacobinismo e tenuto in arresto per 15 mesi fino alla piena e pubblica assoluzione. Durante la prigionia elabora l'opera Delle leggi dell'umana perfettibilità per servire ai progressi delle scienze e delle arti.
Nel 1803 ottiene la nomina a docente di Diritto pubblico nell'Università di Parma, cattedra che terrà fino al 1807, e tra il 1804-05 scrive due tra le sue opere principali: l'Introduzione allo studio del Diritto pubblico universale e il Diritto naturale politico. Per la sua fama di giurista collabora alla stesura del codice penale del Regno Italico e ricopre cariche di consulente per il governo.
Nel 1807 ottiene la cattedra di Diritto civile all'Università di Pavia e pubblica il Discorso Quale sia il governo più adatto a perfezionare la legislazione civile che sollevò un vivace dibattito tra gli intellettuali italiani. In questi anni si impegna nella progettazione della riorganizzazione degli studi universitari e particolarmente di quelli politici e legali. Nel 1809 ottiene la nomina a professore nella Scuola di Alta legislazione e diviene supremo ispettore delle scuole di diritto e due anni dopo, per conto del governo, fonda il "Giornale di giurisprudenza universale".
Nel 1814 pubblica le Istituzioni di Diritto amministrativo e l'anno seguente esce anonima l'opera Della costituzione di una monarchia costituzionale rappresentativa che gli valse la persecuzione della polizia austriaca.
Dal 1817 intraprende l'attività editoriale sui periodici e scrive per la "Biblioteca Italiana" e il "Conciliatore" e nel 1820 pubblica l'Assunto primo della scienza del diritto naturale. Incontra invece difficoltà nel proseguire l'attività di docente.
Nel 1821 è arrestato perché creduto coinvolto nella congiura ordita da Silvio Pellico, Pietro Marroncelli e Federico Confalonieri e successivamente prosciolto. Durante la detenzione prepara lo scritto Dell'insegnamento primitivo delle matematiche che pubblica l'anno seguente.
Nel 1824 termina l'edizione dei tomi della Genesi del diritto penale e successivamente completa l'opera Della Condotta delle acque.
Nel 1825 escono le Istituzioni di civile filosofia ossia di Giurisprudenza Teorica che avrebbero dovuto essere le lezioni da tenere all'Università di Corfù su invito del governo britannico.
Dal 1827 intraprende la sua collaborazione agli "Annali Universali di Statistica" dove prosegue la sua riflessione sull'incivilimento e la filosofia civile dedicando particolare attenzione all'economia politica. Contemporaneamente pubblica su "L'Antologia" di Vieusseux a Firenze.
Muore l'8 giugno 1834 assistito dagli allievi più fedeli tra cui Carlo Cattaneo. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Carate Brianza.
Opere
Opere di G. D. Romagnosi, riordinate ed illustrate da A. De Giorni, voll. I-IV, Palermo, Salvatore Di Marzo, 1859-65, voll. V-VIII, Napoli-Palermo, G. Pedone-G. Marghieri, 1871-1877.
Nota
Per approfondimenti bio-bibliografici si rimanda a E.A. Albertoni (a cura di), I tempi e le opere di Gian Domenico Romagnosi, Milano, A. Giuffrè, 1990, in Studi Romagnosi, vol. II, a cura di Robertino Ghiringhelli.
Biografia a cura di Fabrizio Simon
Documento Lettera di Francesco Saverio Salfi a Pietro Salfi
Lettera di Salfi, spedita da Milano a Cosenza, al fratello Pietro, con cui comunica di "esser stato promosso a una nuova cattedra di Diritto Pubblico" nelle Scuole speciali di Milano (1). I corsi delle Scuole speciali di Milano, frequentati da giovani laureati, prevedevano molte materie d'insegnamento; tra le altre, "Legislazione civile e criminale", allora affidata a G. D. Romagnosi, e un corso di "Eloquenza pratica e legale" tenuto da A. Anelli. Salfi, nel 1811 terrà anche un corso di Diritto Commerciale (vedi ms. XX 41.1). (1) Tra le numerose lezioni lette da Salfi, è stata pubblicata postuma da C. Nardi quella intitolata "Della forza dell'opinione", vedi nota bibliografica.
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Documento "Romagnosi. Opuscoli di Economia Pubblica"
Note di lettura autografe di Minghetti relative ad opuscoli di economia pubblica del Romagnosi.
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Documento Ancora del valore pratico delle dottrine economiche (la tassabilità del sopraprezzo delle azioni), Prolusione al corso di Economia politica letta nella R. Università di Siena, il 18 novembre 1909
Le osservazioni espresse contro la tassazione del sopraprezzo delle azioni, "che tanto preoccupa giuristi ed economisti, magistrati ed uomini di finanza", sono per Ghino Valenti un'occasione per ribadire con forza la necessità che gli studi economici siano associati a quelli giuridici, per evitare i rischi di quel "divorzio tra economia e diritto" che, nonostante i moniti di Gian Domenico Romagnosi, non sembravano aver prodotto alcuno "stretto e felice connubio". Ricorda che, quando ottenne la cattedra di Economia politica all'università di Padova, credeva che in tutte le università d'Italia i corsi di questa disciplina fossero organizzati come tanti laboratori di analisi di problemi economici dell'Italia e di ricerca di risoluzioni pratiche ed immediate agli stessi. Pur avendo nel tempo ridimensionato la sua concezione ambiziosa, si augurava che il corso appena inaugurato, che poteva anche "essere l'ultimo della [sua] vita universitaria", potesse essere fonte di studi utili a supportare risoluzioni legislative a problemi concreti, nel segno di una proficua collaborazione tra economisti e legislatori, tra economisti e giuristi.
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Documento Saggio
Saggio di Angelo Messedaglia sulla filosofia della storia. Comprende il paragone tra la scuola filosofica e la storica (sono citati, fra gli altri, Bentham, Romagnosi, Rosmini, Vico). Sulla scuola storica, osservazioni critiche: "il mondo morale non è come il fisico: vi è tutta la differenza della libertà". Sono presenti anche altri studi di filosofia del diritto.
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