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ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI


Orlando Vittorio Emanuele




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Documento Lettera di Vilfredo Pareto a Vittore Pansini

Vilfredo Pareto afferma che "i fatti recenti hanno pienamente confermato le deduzioni storiche sull'opera wilsoniana esposte nel mio articolo nella "Rivista d'Italia" del luglio 1918 (1). Quando esso fu pubblicato, mi gridarono la croce addosso. [...] La "Rivista d'Italia" aveva messo una postilla al mio articolo del luglio 1918 (2) e ne ha messo una peggiore a quello ora pubblicato (3) e che le ho mandato. Ad essa premeva non essere tenuta responsabile dei miei articoli in quella "Rivista" e mi disapprova. Ma ciò segue perchè si dimenticano i principii che mi guidano per le mie pubblicazioni. Io scrivo ciò che parmi descrizioni di fatti e loro conseguenze senza lasciarmi deviare da alcuna considerazione di convenienza e di opportunità". Verso la fine della lettera si cita Bonaldo Stringher, famoso finanziere che diresse la Banca d'Italia per trent'anni (dal 1900), ministro del Tesoro del governo Orlando, dal gennaio al giugno 1919. Lettera di cui si conserva anche la busta indirizzata: "Ill.mo signore Vittore Pansini Sostituto Procuratore del Re. Macerata (Italie)". Verificato per censura. Non è visibile il timbro postale di Céligny, visibile il timbro postale di Macerata del 2-V-919. (1) Vedi nota bibliografica e XXXIII D 17.24. (2) (3) La "Rivista d'Italia" aveva preso le distanze dallo "scetticismo politico" di Pareto. Vedi nota bibliografica.

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Documento Lettera in codice

Lettera in codice con una serie di numeri decodificati di pugno da Salandra relativi ad informazioni ministeriali sulla presunta caduta del ministero vociferata da Orlando in favore di Salandra.

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Documento Considerazioni varie di natura politica ed economica

Pantaleoni si lascia andare ad una critica feroce contro la triade Orlando, Vigliani, Corradini che gli ha censurato una serie di articoli. Parla poi di "titoli di emergenza verso il paese", ovvero: il monopolio delle assicurazioni, che avrebbe circa 40 milioni di deficit, dovuti in gran parte alle ruberie che ebbero luogo nell'acquisto delle attività delle compagnie in liquidazione; la distruzione della scuola di foresteria di Vallombrosa; la costruzione del lago di Muro Lucano; la sua consulenza presso il Banco Sconto. Infine fa riferimento a Nitti, pronto ad accettare solo la presidenza parlamentare, o il ministero degli Interni o gli Esteri, mentre rifiuterebbe il Ministero del Tesoro.

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Documento Consigli politici

Da quanto appreso sull'ultimo Consiglio dei Ministri, Sonnino giudica opportuno che Giulio Rubini lasci il Ministero, affinché Salandra, dando le dimissioni generali del Gabinetto, possa riformarlo con più libertà di scelta e di movimento. Secondo Sonnino "converrebbe fare un ministero che possa non solo prendere al momento opportuno la decisione della guerra o meno, ma anche tradurla in atto, senza nuove modificazioni. Perciò converrebbe allargarsi un poco verso sinistra". Sonnino suggerisce Orlando per il Ministero di Grazia e Giustizia. Offre anche la sua disponibilità in caso di necessità. Per quanto concerne la politica estera, Sonnino è consapevole, anche in base alle informazioni ricevute dallo stesso Salandra, che la situazione è critica e che l'Italia non potrà prendere ancora molto tempo per esprimere pubblicamente la sua decisione definitiva rispetto al conflitto mondiale. "Ma - si domanda Sonnino - possiamo noi entrare in guerra presto, date le nostre deficienze militari? O queste sono ancora così gravi da sconsigliarlo in modo assoluto per il momento, a meno di essere forzati da un'aggressione esterna?" Sonnino si rende disponibile per un incontro diretto con Salandra, qualora quest'ultimo ne abbia bisogno. In questa, come nelle altre lettere, spicca in modo evidente il ruolo importante svolto da Sonnino come sostenitore e consigliere privato di Antonio Salandra negli anni in cui questi esercitò la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri.

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Documento Considerazioni sull'inefficienza della classe dirigente italiana

Nitti, Orlando ed altri si rivelano "incapaci di affrontare e risolvere i nuovi problemi del dopoguerra quasi altrettanto gravi quanto quelli della guerra. Conviene perciò di liquidare questi uomini e di cessare dal sorreggere e salvare l'uno a ciò che non vinca l'altro".

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