Documento Sulla raccolta di saggi di Salandra curata da G.Fortunato
Mario Pensuti ringrazia l'editore Laterza per l'invio del volume su Salandra curato da Giustino Fortunato e lancia l'idea di preparare un volume simile per l'onorevole Sonnino. A tal proposito sostiene di avere già pronto "molto materiale che dovrebbe servire per una serie di 'profili' molto seri e di uomini politici contemporanei". In particolare il profilo di Sonnino potrebbe essere curato personalmente da lui in 4 o 5 capitoli. Pensuti non ha dubbi sulla riuscita della pubblicazione e precisa che "se domani poi l'onorevole Sonnino dovesse condurre l'Italia ad una vittoria diplomatica o guerresca, il libro (...) andrebbe a ruba". Come argomentazione persuasiva a sostegno dell'iniziativa Pensuti sottolinea come Sonnino sia "uno dei più grandi studiosi della questione meridionale".
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Documento Riflessioni contro la censura di Roma e di Bari
Maffeo Pantaleoni informa l'editore Giovanni Laterza che il suo "trattatello di Economia" è stato tradotto a Buenos Aires e si augura che si vendano copie del terzo volume che raccoglie suoi articoli ["Politica: criteri ed eventi"]. In particolare spera che la Censura di Bari non sopprima le parti degli articoli in passato soppressi dalla Censura di Roma. Avvisa Laterza che nel caso in cui la censura barese avesse posto problemi alla pubblicazione, egli avrebbe fatto intervenire direttamente l'onorevole Sonnino. Conclude precisando come "nessun libro produce l'effetto esplosivo ed immediato di un articolo di rivista e di giornale".
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Documento Aggiunta del prof. Musco eliminata
Fortunato informa Laterza sulle sue condizioni di salute e sullo stato dei lavori di correzione dei discorsi e degli scritti scelti per l'ultimo volume sulla sua pluriennale attività politica. In particolare comunica a Laterza di aver eliminato un'aggiunta fatta al suo manoscritto dal professor Adolfo Musco. L'aggiunta in questione riguardava la risposta di Fortunato ad una lettera di Sidney Sonnino, cui Croce aveva dato il titolo di "Piccolo contributo alla storia". Fortunato ribadisce come tale aggiunta non debba apparire nel suo volume, senza, tuttavia, darne chiaramente le motivazioni. Non sono neanche indicati gli estremi cronologici delle due lettere spedite a Sonnino cui si fa riferimento che avrebbero permesso di chiarire meglio la posizione di Fortunato.
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Documento A. de Viti de Marco. Uomo civile. Problemi meridionali - Problemi nazionali - Problemi internazionali
Dopo una breve nota biografica (pp. 5- 6), in cui si punta soprattutto l'accento sulla scelta politica antifascista dell'economista leccese, attestata dalla lettera di dimissioni presentate all'Università di Roma il 5 novembre 1931, integralmente citata, segue il "Discorso tenuto da Ernesto Rossi, alla Fiera del Levante, il 12 settembre 1948, alla presenza del Presidente della Repubblica, e pubblicato a cura dell'Amministrazione della Provincia di Bari" (pp. 9-42). Nel suo discorso commemorativo, Ernesto Rossi dichiara subito il suo debito di gratitudine verso De Viti de Marco, sia per gli insegnamenti ricevuti attraverso i suoi scritti di economia finanziaria e politica, sia per l'amicizia che questi gli offrì durante il periodo della sua prigionia politica. Rossi ricorda di aver conosciuto De Viti De Marco nel 1925, per il tramite di Gaetano Salvemini, e di esserne subito rimasto affascinato per l'atteggiamento "democratico" con cui anteponeva ad ogni altra preoccupazione gli interessi generali del popolo e l'elevazione del loro tenore di vita e della loro educazione. Insieme con Ferrara, Pareto, Pantaleoni, De Viti de Marco rientrava in quel "piccolo gruppo di economisti che hanno veramente onorato la scienza italiana a cavallo tra i due secoli". Come loro, egli aveva disdegnato le teorie astratte derivanti dalla filosofia hegeliana. Rossi ricorda le lunghe disquizioni con De Viti de Marco, avute nelle due settimane in cui fu ospite di quest'ultimo nel 1928, per aiutarlo nella raccolta dei suoi scritti poi pubblicati nel volume "Un trentennio di lotte politiche". La più grande prova di solidarietà De Viti de Marco l'aveva data a Rossi in quelle poche righe che aveva premesso nel giugno 1931 all'edizione tedesca del suo trattato. Poche, ma significative parole di ringraziamento verso Ernesto Rossi, per averlo aiutato nella revisione critica dei suoi scritti. Oltre a citarne nome e cognome e ad indicare l'Istituto Tecnico di Bergamo in cui aveva insegnato, faceva esplicito riferimento alla condanna a venti anni infertagli dal Tribunale Speciale come capo dell'organizzazione politica "Giustizia e Libertà". Fu un vero e proprio atto di aperta accusa contro il fascismo. Quando il 31 luglio 1943 Rossi uscì dal carcere, lo andò a trovare ancor prima di far rientro a casa, perché, gravemente malato, aveva espresso il desiderio di vederlo un'ultima volta. La grandezza di De Viti de Marco era, secondo Rossi, nella capacità d'incarnare, accanto a pochissimi altri uomini meridionali, tra cui annovera solo Gaetano Salvemini e Giustino Fortunato, "l'espressione suprema della nostra civiltà". Rossi non si sofferma sul "pensiero scientifico del De Viti economista", non sembrandogli quella l'occasione più opportuna, ma sul suo pensiero politico e sul modo in cui si pose davanti ai problemi del Mezzogiorno, dell'Italia, del mondo. In relazione ai "problemi meridionali", Rossi attribuisce al De Viti il merito di essere stato "uno dei primi fieri avversari della tariffa doganale del 1887" che danneggiava in due modi gli agricoltori meridionali, sia perchè li costringeva a vendere a più basso prezzo le derrate agricole per la contrazione delle esportazioni, sia perché la riduzione delle importazioni costringeva ad acquistare a prezzi più alti i manufatti industriali. In contrasto con Luzzatti, sostenitore dei vantaggi della politica protezionista, De Viti de Marco sostenne l'antagonismo d'interessi "naturale e necessario" esistente tra industria ed agricoltura italiana. Non era possibile superare tale antagonismo con un appello alla solidarietà nazionale contro lo straniero, perché "non esiste un interesse italiano comune ed omogeneo a tutti i produttori italiani [...], esistono invece, in ognuna [nazione] interessi antagonistici, alcuni dei quali sono favoriti, altri offesi dalla rispettiva tariffa doganale". Nonostante negli anni l'intervento di burocrati e politici nella regolamentazione degli scambi commerciali interni ed esteri si fosse sempre più complicato a confronto con la politica doganale della fine dell'Ottocento, Rossi constatava come "la sperequazione derivante dalla politica commerciale non è stata ridotta, anzi è stata enormemente aggravata, negli ultimi due decenni sicché le parole del De Viti de Marco conservano tutto il loro valore". Accanto alla lotta contro la politica protezionista, Rossi ricorda la "battaglia" condotta dal De Viti de Marco contro tutti i privilegi tributari, che si rivelavano a svantaggio delle regioni meridionali. Da qui scaturiva secondo Rossi il più grande insegnamento lasciato dall'economista: "ci ha insegnato a distinguere, dietro le apparenti uniformità della nostra legislazione, le iniquità sostanziali verso il Mezzogiorno". Con De Viti de Marco Rossi concordava nell'imputare ai meridionali la mancata risoluzione dei problemi del Mezzogiorno: "il problema del Mezzogiorno è essenzialmente un problema di uomini: è il problema della formazione di una classe dirigente, veramente degna di questo nome, nell'Italia meridionale". Quanto ai problemi nazionali, Rossi ricorda come De Viti de Marco abbia lottato contro quella che egli stesso definiva la "quadruplice interna" , ossia l'oligarchia burocratica, l'oligarchia militare, l'oligarchia industriale, l'oligarchia proletaria. Quanto, infine, ai problemi internazionali, De Viti de Marco fu, nella collaborazione alla redazione del giornale "L'Unità" con Salvemini, uno dei più agguerriti avversari della politica nazionalista di Sonnino e sostenitore della politica wilsoniana. Ricorda il dissenso politico che divise De Viti de Marco da Pantaleoni, pur nell'ambito di un rapporto di stima ed amicizia ininterrotta durata 45 anni, le loro discussioni sulla politica estera dell'Italia nel periodo bellico e postbellico, i loro ragionamenti intorno alla Società delle Nazioni. La fiducia che De Viti de Marco aveva riposto in quest'organo internazionale era stata delusa dagli eventi. Nella conclusione Rossi esorta i contemporanei a mantenere vivo il pensiero dell'economista, in quanto "è solo il pensiero che ha valore nel mondo".
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Documento Scambio di pareri sull'entrata in guerra dell'Italia
Sidney Sonnino esprime tutte le sue perplessità sull'eventuale entrata in guerra dell'Italia. A suo avviso è troppo debole sia militarmente sia economicamente per far fronte ad un impegno così oneroso. Pertanto insiste a più riprese nel corpo della lettera sulla necessità che l'Italia conservi la sua neutralità.
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Documento Scambio d'opinioni politiche
Si tratta della minuta di una lettera indirizzata da Antonio Salandra a Sidney Sonnino sulla critica situazione in Medio Oriente. Si tratta di considerazioni di natura politica.
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Documento Scambio d'opinioni
Nella lettera Sonnino scambia opinioni sulla guerra con Salandra, con particolare riferimento alle capacità dell'Italia d'intessere relazioni con l'estero.
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Documento Appunti di Sonnino
Appunti dell'onorevole Sonnino circa una comunicazione di Rodd, ambasciatore dell'Inghilterra a Roma su navi tedesche e austriache presenti nei porti italiani.
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Documento Offerte austriache
Sonnino comunica a Salandra alcune "offerte austriache" di cui ha avuto a sua volta notizia tramite lettera indirizzatagli dal senatore Frassati(1). L'importanza della lettera è da rinviare al momento storico in cui è scritta, ovvero la vigilia dell'entrata in guerra dell'Italia al fianco dell'Inghilterra e della Francia e contro Germania ed Austria. (1) La lettera del senatore Frassati, datata Trieste, 5 maggio 1915, è allegata alla presente lettera di Sonnino.
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Documento Appunti di Salandra
Si tratta di una serie di appunti dell'onorevole Salandra "da servire per l'onorevole Sonnino". Sugli stessi fogli sono riportati a margine appunti dell'onorevole Sonnino. Oggetto degli appunti sono le "offerte austriache" di cui i due avevano già avuto modo di discutere.
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Documento Dichiarazione di guerra alla Turchia
Si tratta della minuta di una lettera indirizzata da Salandra a Sonnino relativa alla dichiarazione di guerra dell'Italia alla Turchia.
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Documento Copia del telegramma indirizzato al ministro dell'Agricoltura, Industria e Commercio
Nella lettera sono riportati in sintesi i termini di una questione in relazione alla quale Sonnino ha prima telegrafato al ministro dell'Agricoltura, Industria e Commercio, e poi ha inviato copia del telegramma a Salandra. Dalle carte emerge come il ministro degli Affari Esteri abbia richiamato l'attenzione del Regio Ambasciatore in Londra circa il decreto emanato dal Governo britannico il 24 giugno. Nell'art. 5 del decreto era prevista l'eccezione al divieto d'esportazione per alcune merci in favore soltanto di Francia, Russia, Spagna e Portogallo. Il regio ambasciatore aveva risposto che secondo il governo non trovandosi l'Italia in stato di guerra colla Germania e con la Turchia non poteva in un documento ufficiale essere considerata alla stregua della Francia e della Russia in guerra con tutti i nemici dell'Inghilterra. La disposizione presa non aveva però alcuna pratica conseguenza a danno dell'Italia, in quanto essa avrebbe, ad ogni modo, ottenuto il permesso d'esportazione di tutti gli articoli concessi a Francia e Russia.
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Documento Richiesta di parere a Salandra e Sonnino
Luzzatti invia a Salandra ed a Sonnino la bozza della sua risposta ad una questione non ben precisata nella lettera, affinché entrambi gli comunichino tempestivamente il loro parere. Se necessario accetterà qualunque censura 'in silenzio'.
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Documento Giudizio di Sonnino e Salandra sulla risposta di Luzzatti
Sonnino commenta con Salandra la bozza della risposta che Luzzatti ha inviato ad entrambi. Non ha obiezioni da muovere, sebbene come Salandra abbia la stessa "grave preoccupazione delle conseguenze di uno sforzo riuscito vano". Fa riferimento ad alcune comunicazioni del Luzzatti sulla Corte dei Conti.
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Documento Complotto contro il ministero Salandra-Sonnino
Il prof. Bossi informa Sonnino sui complotti interni al Parlamento per far cadere il ministero Salandra-Sonnino, puntando soprattutto sul disagio economico e sull'entità delle tasse come causa del malumore serpeggiante negli ambienti politici italiani: "Le tasse e le economie sugli impiegati costituiranno un terribile pericolo se subito non siano seguiti da tasse sui fornitori e industriali anche retroattive". In sintesi il consiglio che il prof. Bossi rivolgeva a Sonnino e che questi avrebbe comunicato a Salandra era di colpire finanziariamente i fornitori dello Stato.
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Documento Questioni politiche
Biglietto dell'onorevole Sonnino all'onorevole Salandra con omessi appunti dattiloscritti sulla questione di Salonicco, dell'Albania e dell'Adriatico.
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Documento Dimissioni di Sonnino
Pantaleoni si confronta con Salandra sulla crisi ministeriale del 1916, aggravata dagli insuccessi bellici. Secondo Pantaleoni Sonnino non dovrebbe dimettersi, per non aggravare la situazione già critica.
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Documento Risposta di Salandra sulle dimissioni di Sonnino
Salandra risponde a Pantaleoni di essere perfettamente d'accordo con lui sulla necessità che Sonnino rimanga ad occupare il ministero.
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Documento Rapporto del Regio Console di Melbourne
Nella lettera Sonnino si confronta con Salandra su un rapporto del Regio Console di Melbourne, A.B. Piddington, presidente dell'InterState Commision, che allega alla stessa lettera. Il rapporto riguarda questioni d'interesse politico.
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Documento Incontro con il barone Sakatani
Nella lettera si parla del barone Sakatani, delegato alla conferenza di Parigi e già suo collega nell'Istituto Carnegie, il quale vorrebbe conoscere Salandra prima di lasciare l'Italia. Pantaleoni sperava che Sonnino glielo presentasse. Il barone è, secondo Pantaleoni, un personaggio molto importante per le numerose relazioni che intesse col mondo universitario europeo e americano. Se Salandra, dunque, interrompesse il suo riposo per conferire qualche ora con il barone renderebbe un nuovo servizio alla causa patria.
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Documento Richiesta di sostegno morale
Minuta della lettera in cui Salandra si apre con l'amico Sonnino sulle "miserie" che pubblicano contro di lui "Il Mattino" e "l'Avanti!". Chiede il sostegno di Sonnino per rispondere a tante calunnie.
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Documento Pubblicazione della nota di risposta di Salandra alle critiche dei quotidiani
Lettera dell'onorevole Sonnino concernente una nota scritta da Salandra in risposta alle critiche pubblicate contro di lui da quotidiani del tempo. Nella lettera sono allegati dei ritagli di giornale. Sonnino conferma a Salandra di non avere alcuna obiezione a pubblicare la nota suddetta. Coglie l'occasione per rivolgere a Salandra qualche consiglio: "potresti anche dire (in risposta al Secolo) che la denuncia del trattato di commercio era già stata approvata anche da te come di fatto fu. Ma forse è meglio non entrare nei dettagli". Allegati: 1) da Il Secolo, 28 agosto. Sono sottolineati in rosso i punti cruciali dell'articolo: "soltanto in questi ultimi due mesi la politica italiana è diventata apertamente antigermanica" e "Ma rimanevano inalterati i nostri vincoli economici con la Germania ed i nostri alleati che li conoscevano non si fidavano di noi" e "Infatti il trattato di commercio italo-tedesco fu denunciato dal Ministero Nazionale nella prima quindicina di luglio" e "La dichiarazione di guerra fatta ora è la conseguenza logica della denuncia del trattato di commercio". 2) L'Idea Nazionale: trafiletto.
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Documento Scambi d'informazioni politiche
Lettera in cui Pantaleoni presenta a Salandra il caso di un articolo di Preziosi sul Tittoni censurato: "L'articolo mi sembra assai modesto è vero, modesto nella forma, vero nella sostanza. Mi sembrava anche opportuno. Il Tittoni è pericolosissimo. I dissensi del Tittoni in politica sono della stessa natura dei dissensi scientifici o di questioni di belle arti. Sono analoghi ai dissensi in affari. Si è avversari scientifici, si è nemici politici. Un nemico politico io lo voglio e debbo volerlo morto, così un avversario in affari lo voglio fallito, se non lo volessi, vorrei la mia morte, il mio fallimento - e allora è impensato fare della politica, fare degli affari, è ragionevole smetterla di fare il Pitagora. La censura che protegge Tittoni lo crede un amico politico. Allora c'è un errore di giudizio, di diagnosi, basato su inadeguate informazioni. Ma questo è grave. Innanzitutto occorre vedere giusto per agire opportunamente. Ma possibile che Sonnino si illude su Tittoni?". Pantaleoni fa poi riferimento ad un giornalista francese che avrebbe avuto la "sfacciataggine" di indicare "quali siano i nostri giusti uomini". Scrive a proposito Pantaleoni: "è un colmo che perfino un Luzzatti ha il tatto di non commettere nei riguardi dei francesi!!".
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Documento Lettera del signor Piddington
Sonnino scrive a Salandra per inviargli una lettera del signor Piddington consegnata al console in Melbourne perché fossero rimesse a Salandra.
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Documento Speculazioni e sopraprofitti di guerra
Pantaleoni si apre con Salandra ad alcune considerazioni e giudizi su personaggi ed eventi politici italiani. Paragona Caillaux in Francia a Giolitti in Italia: entrambi, a suo avviso, avrebbero "fabbricato" la Camera attuale. Caillaux è il capo del partito socialista, ma, appartenendo a famiglia cattolica clericale e legittimista, ha ancora influenza tra i cattolici. A Napoli ha legato con Scarfoglio, a Roma con Modigliani. "La Casa socialista, avanti a lui, si è rifornita a mezzo delle assicurazioni fatte con Agnelli e Della Torre sul ribasso delle azioni della Fiat. La campagna contro i sopraprofitti di guerra ha servito all'uopo. Io temo che anche Sonnino non abbia una veduta giusta in argomento e vada rosso in argomento di sopraprofitti. (...) Spiegarle la speculazione è troppo lungo. L'equivalente di Caillaux in Italia è il senatore Della Torre. Mediante il fiscalismo demagogico nella cui rete cade Sonnino, si fa la politica neutralista, perché si sabotano le industrie belliche". Allegati: 1 c. dattiloscritta, datata Napoli, 21 dicembre 1916; lettera dell'avv. Ettore Sacco contro gli articoli pubblicati sul Mattino che affossano il morale già basso del Sud per Calandra (c. 139 bis).
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Documento Dossier Garroni
Sonnino si accorda con Salandra su giorno ed ora dell'incontro in cui discuteranno del "dossier Garroni". L'appuntamento è fissato per sabato 8 alle 2 e mezza del pomeriggio.
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Documento Sonnino interventista
Sonnino esercita pressioni su Salandra per convicerlo della necessità dell'intervento dell'Italia in guerra.
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Documento Risposta di Salandra
Risposta di Salandra alla lettera di Sonnino. Salandra condivide le argomentazioni addotte da Sonnino a sostegno dell'entrata in guerra dell'Italia.
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Documento Sull'atteggiamento che l'Italia assumerà nel primo conflitto
Salandra sostiene ufficialmente la neutralità dell'Italia, ma avverte la necessità di sentire Giolitti e Sonnino prima di prendere decisioni su quale atteggiamento l'Italia debba assumere rispetto al conflitto mondiale.
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Documento Considerazioni su neutralità ed interventismo
Salandra dichiara la sua tendenza, già espressa nella precedente lettera, che "è in genere di armare"; "in ogni modo è tanta disoccupazione di meno e tanto meno pericolo di disordini e di opposizione rispetto a qualunque provvedimento d'urgenza".
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Documento Sulle scelte politiche di Salandra
Sonnino ribadisce il consiglio di seguitare ad armare il paese quanto più è possibile, ma di attenersi sempre rigorosamente alla neutralità. Il paese si sta eccitando troppo contro l'Austria e i giornali si sono troppo indirizzati verso questa strada.
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Documento Sulla neutralità
Salandra conferma la scelta della neutralità, nonostante le lusinghe da parte di entrambi gli schieramenti in conflitto. La principale preoccupazione avvertita da Salandra è di lasciare il Paese in condizioni peggiori di quelle in cui l'ha trovato. "Adesso il paese è col Governo, specialmente con me. Probabilmente non sarà così tra qualche tempo, perché il paese vorrebbe ottenere grossi risultati con piccoli sforzi, ma al rivolgimento dell'opinione sono preparato".
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Documento Strategie di conquista dell'Albania
Sonnino suggerisce a Salandra di procedere all'impresa militare in Albania, puntando principalmente sull'occupazione del Piccolo Promontorio e dell'isola di Saseno, come modo per "fare qualcosa di discretamente serio come difesa dello sbarco dell'Adriatico, nel caso assai probabile che l'Albania vada in mano ai pezzi grossi". Dalle parole di Sonnino emerge chiaramente la motivazione economica (il controllo dell'Adriatico), oltre che politica e militare che induceva l'Italia a procedere con l'occupazione dell'Albania.
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Documento Invio lettera del direttore della sezione "Politica Estera" del 'Times'
Sonnino spedisce a Salandra copia della lettera di Steed, direttore della sezione "Politica Estera" del giornale "Times", in costante contatto con il Ministero degli Affari Esteri inglese. La lettera è datata 3 settembre, ma ritiene ugualmente opportuno inviarla a Salandra per sua "maggiore notizia". Scrive Sonnino: "Steed, che tu conosci, è uomo di buona fede e convinto di quello che fa". Salandra, sulla base della situazione attuale, potrà valutare da sé se quanto scritto da Steed abbia ancora una qualche validità.
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Documento Informazioni del Ministero di Guerra
Salandra invia a Sonnino informazioni riservatissime del Ministero di Guerra.
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Documento Sulle prossime manovre politiche dell'Italia
Sonnino si mostra convinto che l'occupazione di Saseno e della baia di Valona vada fatta subito, senza chiedere permessi a nessuna autorità, prima che si decida la grande battaglia in Francia e che la Russia abbia potuto sbaragliare l'esercito austriaco.
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Documento Sul miglioramento della circolazione monetaria in Italia
Sonnino dà prima indicazioni di strategia militare sulla conquista di Valona. Nella seconda parte della lettera, invece, si apre ad alcuni suggerimenti sulle misure finanziarie che Salandra, in qualità di presidente del Consiglio, potrebbe prendere per migliorare la circolazione monetaria in Italia: "Mi pare che Rubini avrebbe dovuto (e potrebbe ancora) profittare dell'occasione delle larghe venatorie concesse alle Banche pei conti correnti per abolire quei limiti (se ben ricordo di non più di 1/3 del tasso dello sconto) che furono dal Giolitti imposti agli interessi dei conti correnti degli Istituti di Commissione (per amore della Banca Commerciale, con appoggio di Luzzatti, legato alla Banca di Credito). Si potrebbe elevare quel limite alla metà dello sconto. Credo che sarebbe un provvedimento molto utile all'igiene della nostra circolazione anche in tempi normali".
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Documento Sui conti correnti degli Istituti di emissione
Salandra risponde a Sonnino sulla questione politico-militare della conquista di Valona. Interessante il post scriptum, nel quale Salandra dichiara: "sono in tutto della tua opinione circa i conti correnti degli Istituti di emissione, i quali, in quest'ultimo mese, hanno dato il maggior reflusso che si poteva avere. Ma Stringher ha ridotto l'interesse dal 2 all'1 e mezzo e Rubini risente le influenze milanesi" sulla conquista di Valona.
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Documento Sulla conquista di Valona
Sonnino suggerisce a Salandra di conquistare Valona anche senza il consenso degli inglesi.
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Documento Sulla conquista di Valona
Nella lettera si discute della delicata questione politico-militare della conquista italiana di Valona in Albania.
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Documento Sulla guerra in Albania
Salandra informa Sonnino sugli esiti del suo incontro di due ore con Rubini ed altri ministri.
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Documento Consigli di strategie politiche da seguire in Parlamento
"Caro amico, dalla tua lettera rilevo con piacere che per ora Rubini si è acquietato. Sugli altri devi importi. (...) Convieni con me che nel momento attuale conviene che tu vada avanti con l'interim e con il Gabinetto come si trova, perché ogni cambiamento può precipitare gli avvenimenti": il tema centrale intorno a cui ruota questa lettera di Sonnino è l'impresa militare italiana in Albania, con riferimenti più o meno espliciti ai contrasti ed alle divisioni parlamentari che essa implicò.
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Documento Sulla questione di Valona
Salandra informa Sonnino d'aver raggiunto l'accordo con Rubini. Il prossimo passo sarà trattare con il ministro della Guerra. Il giorno dopo ci sarebbe stato un Consiglio, nel quale si sarebbe dovuta concludere una deliberazione. In caso di mancato raggiungimento di un accordo, Salandra sarebbe stato costretto a dare le dimissioni dalla Presidenza del Consiglio. Secondo Salandra nessuno vuole l'occupazione di Valona, tranne il gruppo di amici di Sonnino.
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Documento Consigli politici
Da quanto appreso sull'ultimo Consiglio dei Ministri, Sonnino giudica opportuno che Giulio Rubini lasci il Ministero, affinché Salandra, dando le dimissioni generali del Gabinetto, possa riformarlo con più libertà di scelta e di movimento. Secondo Sonnino "converrebbe fare un ministero che possa non solo prendere al momento opportuno la decisione della guerra o meno, ma anche tradurla in atto, senza nuove modificazioni. Perciò converrebbe allargarsi un poco verso sinistra". Sonnino suggerisce Orlando per il Ministero di Grazia e Giustizia. Offre anche la sua disponibilità in caso di necessità. Per quanto concerne la politica estera, Sonnino è consapevole, anche in base alle informazioni ricevute dallo stesso Salandra, che la situazione è critica e che l'Italia non potrà prendere ancora molto tempo per esprimere pubblicamente la sua decisione definitiva rispetto al conflitto mondiale. "Ma - si domanda Sonnino - possiamo noi entrare in guerra presto, date le nostre deficienze militari? O queste sono ancora così gravi da sconsigliarlo in modo assoluto per il momento, a meno di essere forzati da un'aggressione esterna?" Sonnino si rende disponibile per un incontro diretto con Salandra, qualora quest'ultimo ne abbia bisogno. In questa, come nelle altre lettere, spicca in modo evidente il ruolo importante svolto da Sonnino come sostenitore e consigliere privato di Antonio Salandra negli anni in cui questi esercitò la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri.
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Documento Accordo con Rubini
Salandra informa Sonnino che dopo ore di lunghe discussioni con Rubini ha raggiunto lo sperato accordo. Si recherà dal Re per vedere se sia il caso di dare comunque le dimissioni.
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Documento Notizie inopportune
Salandra giudica inopportuna la notizia in prima pagina pubblicata sul Giornale d'Italia relativa alla consulta tra lui e i due Capi di Stato maggiore.
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Documento Incontro segreto tra Sonnino e Salandra
Sidney Sonnino fissa una riunione con Antonio Salandra presso il luogo della Consulta o, per sfuggire ai giornalisti, in casa sua.
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Documento Amicizia italo-rumena
Sonnino invita Salandra a comunicare ai presidenti del Senato e della Camera dei Deputati l'opportunità di manifestare l'amicizia italo-rumena.
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Documento Consigli burocratici
Sonnino elargisce a Salandra consigli sulla forma delle "Comunicazioni di governo".
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Documento Occupazione militare di Valona
Nella lettera si fa riferimento all'inizio dell'occupazione di Valona. Sonnino cerca di convincere Salandra ad esercitare pressioni sulla Marina perché invii un reggimento e qualche ufficiale del genio.
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Documento Comunicazioni riservatissime
Sonnino comunica a Salandra la lettera ricevuta da Bergamini riguardo ai nominativi dei senatori. Lo invita a bruciare la lettera, spedita al Salandra in allegato, dopo averla letta. Salandra dovette eseguire alla lettera le indicazioni di Sonnino perché di detta carta non v'è traccia nell'archivio.
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Documento Ringraziamenti
Salandra esprime tutta la sua gratitudine per il sostegno morale e politico ricevuto da Sonnino "nell'ardua impresa".
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Documento Invio di viveri all'ospedale militare di Trieste
Sidney Sonnino consiglia Salandra di far inviare dal Comune di Roma un vagone solo di farine per l'ospedale di Trieste, per non accrescere le enormi difficoltà che si dovranno superare a breve anche nella Capitale.
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Documento Consigli politici
Sonnino informa Salandra di aver ricevuto la visita dell'ambasciatore russo, il cavalier Michele Giers. Lo descrive come "uomo intelligente, in fondo duro e di fama insistente ed aggressivo", "evidentemente in sospetto sulla serietà dei nostri propositi". Giers avrebbe chiesto a Sonnino di convincere Salandra a "risolvere la situazione con qualche atto decisivo prima del 20", ovvero prima della riunione parlamentare. Il consiglio che Sonnino rivolge a Salandra è il seguente: "ti consiglio di sollecitare la consultazione degli uomini politici, perché gli avvenimenti precipitano e l'essenziale è che non ne venga un danno alla cosa pubblica".
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Documento Amministrazione dei territori occupati oltre il confine
Sonnino invia a Salandra la lettera che scrive a Teodoro Mayer, con altra che vi era allegata. Chiede, inoltre, a Salandra di comunicare il contenuto della lettera al prefetto di Udine affinché pubblichi dei manifesti nei luoghi d'occupazione delle truppe oltre confine per rassicurare da un lato le popolazioni civili ed animarle a favore degli italiani dall'altro. Sonnino conclude la lettera affrontando questioni relative all'amministrazione dei territori occupati.
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Documento Un caso di censura violato
Sonnino informa Salandra d'aver appreso che l'Idea Nazionale ha pubblicato un articolo scritto dall'Alberti vietato dalla censura. Sonnino invita Salandra a far rispettare in modo più severo le regole della censura.
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Documento Conversione bellica delle industrie
Sonnino conviene con Salandra sulla necessità di ricorrere a misure radicali per accelerare la trasformazione delle fabbriche e permettere la produzione di munizioni necessarie alla guerra.
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Documento Rapporti diplomatici con l'Inghilterra
Sonnino rende conto a Salandra dell'azione diplomatica svolta presso gli inglesi e, in particolare, presso Rodd, con il quale Sonnino si è soprattutto lamentato della "durezza del prestito, che non era più un prestito, ma solo un'apertura di credito, e del rifiuto delle mitragliatrici".
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Documento Necessità di dichiarare guerra alla Turchia
Sulla necessità di vincere la diffidenza degli alleati scendendo effettivamente in campo, almeno con una dichiarazione di guerra contro la Turchia, laddove si è impossibilitati a partecipare all'impresa dei Dardanelli.
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Documento Rapporti diplomatici dell'Italia con la Triplice Intesa
Secondo Sonnino è la crescente diffidenza degli alleati verso l'Italia, che dall'adesione del patto di Settembre "sembra che si stia movendo solo in ciò che le conviene", che ha determinato una serie di misure restrittive: "E così impediscono il commercio nostro nel Mar Rosso con gli arabi; così trattengono le esportazioni di lana in Italia, ammenocché garantiamo di non mandare nulla del genere in Germania e in Turchia, ecc., ecc. Già essi brontolano per il fatto che non vogliamo limitare l'esportazione in Svizzera della seta".
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Documento Regolamentazione delle esportazioni italiane
Nella lettera Sonnino motiva a Salandra la necessità, da quel momento in poi, di "essere inesorabili nel non permettere alle nostre fabbriche la fabbricazione e l'esportazione di materiali di guerra nemmeno per gli alleati, anche se si tratta di cose di cui noi non facciamo uso; altrimenti le fabbriche confezionano quelle invece di lavorare per il nostro ornamento". Il riferimento era alla produzione italiana di mitragliatrici di un modello migliore rispetto alle dotazioni dell'esercito italiano e destinate al mercato francese.
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Documento Protezione di militari
Sonnino si confronta con Salandra sulla richiesta giuntagli di difendere i tanti soldati irredenti arruolatisi nell'esercito come volontari e fatti prigionieri dagli austriaci.
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Documento Esportazioni di grano nel Dodecanneso
Salandra risponde a lettera precedentemente inviatagli da Sonnino esprimendo tutto il suo appoggio: "Sono completamente d'accordo con te. Per assumersi i guai e i rischi di una esportazione di grano nelle attuali condizioni del mercato si dovrebbe almeno trattare di un alleato fido. Dato l'attuale giuoco doppio che fa la Grecia, l'opinione pubblica non scuserebbe una concessione. Nota che dovremo mandare grano nel Dodecanneso, dove cominciano a star male, dacché la Grecia non ne lascia più passare e gli Inglesi non permettono che ne esca dall'Egitto fuorché per una insufficientissima quota mensile".
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Documento Commercio illecito di metalli in Germania
Sonnino discute con Salandra sull'informazione riservata giuntagli relativa ad un commercio clandestino di metalli tra Germania ed Italia che passerebbe attraverso la Svizzera. Sonnino suggerisce a Salandra di prendere immediati provvedimenti a riguardo.
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Documento Censura violata
Sonnino torna a lamentarsi con Salandra del mancato rispetto della censura su articoli di giornale che vengono ugualmente pubblicati. Fonte delle lamentele è questa volta De Martino.
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Documento Richiesta di parere tecnico
Sonnino chiede il parere di Salandra su alcune delicate questioni militari e politiche in qualità di presidente del Consiglio dei Ministri e di "Reggitore della Marina Militare".
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Documento Considerazioni sulle limitate risorse finanziarie e militari dell'Italia in guerra
Sonnino discute con Salandra dell'impossibilità finanziaria e militare di intraprendere una nuova missione nell'area balcanica, per quanto ciò avrebbe delle ricadute politiche sul piano internazionale positive. Non è possibile, infatti, secondo Sonnino "sparpagliare le non eccessive nostre risorse", tutte concentrate nel Carso e sulla frontiera austriaca.
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Documento Richiesta di un parere tecnico
Sonnino chiede il consenso di A. Salandra in qualità di presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro del Tesoro, se non anche quello del Ministro della Guerra per risolvere una questione onerosa sotto il profilo finanziario e rischioso sotto quello politico: "armare in guerra sette navi con bandiera della Regia Marina, facendole servire al trasporto di truppe francesi in Oriente".
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Documento Spedizione franco-inglese nei Balcani
Sonnino informa Salandra che la mancata partecipazione dell'esercito italiano alla spedizione franco-inglese dei Balcani avrà conseguenze sulle relazioni internazionali dell'Italia con le due potenze europee sul piano politico ed economico in tempo di pace oltre che di guerra.
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Documento Stanchezza per la situazione italiana
Sonnino comunica a Salandra la stanchezza che ormai avverte per "la situazione" politica dell'Italia e per la fatica che implica la conservazione della segretezza dei termini del patto di Londra. Intanto continua ad essere "indaffaratissimo" ed "impegnatissimo" coi diplomatici.
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Documento Notizie dal fronte
Nella lettera Sonnino informa Salandra dello stato delle operazioni militari contro i tedeschi e della situazione bellica internazionale, con particolare riferimento alla Russia.
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Documento Lamentele varie
Sonnino lamenta con Salandra il ritardo con cui gli sarebbe giunta la memoria del Ministero della Guerra sulla questione del grano. Lamenta, inoltre, la scarsità di uomini per la difesa di Valona in Albania, minacciata dagli austro-bulgari.
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Documento Accordo mancato sull'agricoltura
Sonnino informa Salandra di non essere giunto a nessun accordo con gli inglesi sull'agricoltura e, in particolare, sul grano: "Ho mandato - scrive - uno del mio gabinetto all'agricoltura per pregarli di rinunciare a queste condizioni irraggiungibili contentandosi del mantenimento degli acquisti fatti a tutt'oggi".
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Documento Accordo sul grano con l'Inghilterra
Sonnino ha parlato con Mayor des Planches, giunto da Berna, e gli ha prospettato "di che cosa si tratta, abbozzandogli all'ingrosso lo stato della giustizia così dei noli e dei trasporti, come dei grani, dei carboni e dei rottami, come pure l'ultimo stadio a cui sono arrivate le trattative". Egli accetterebbe l'incarico, ma vuole rendersi conto singolarmente dei problemi. Gli inglesi, intanto, sembra stiano facendo proposte positive sia per il grano sia per il carbone. A Sonnino sembrano accettabili.
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Documento Rimpatrio negato agli operai italiani
Sonnino denuncia il mancato rispetto da parte dell'impero tedesco degli accordi internazionali del 1915 sul rimpatrio delle categorie di lavoratori. Nella fattispecie il rimpatrio è stato negato agli operai italiani. Sonnino allega alla lettera la copia dattiloscritta della relazione del Ministero degli Affari Esteri Terza Divisione.
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Documento Violazione degli accordi internazionali da parte della Germania
Nella lettera si torna a discutere della Germania e della violazione degli accordi internazionali sul rimpatrio degli operai italiani.
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Documento Comunicazioni riservate a Salandra
Sonnino fa riferimento all'esecuzione di un compito affidatogli da Salandra circa una "nota tedesca". Non vi sono, però, nella lettera altre indicazioni che permettano di chiarire meglio la questione cui si fa riferimento. Si tratta, a larghe linee, di una questione politico-militare legata alle manovre diplomatiche compiute dall'Italia sul fronte internazionale nel corso del primo conflitto mondiale.
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Documento Corrispondenza: Antonio Salandra a Sidney Sonnino (02-10-1914)
Nella lettera Salandra si dilunga sui dettagli militari della spedizione italiana in Albania. In un secondo momento si sofferma sui riflessi problematici provocati dalla diffusione delle mine in mare sull'economia della costa adriatica, causa di disoccupazione per tutta la "gente minuta" che "vive del mare". Salandra si confronta, inoltre, con Sonnino sulle difficoltà che incontrerebbe nel sostituire Rubini al Ministero del Tesoro, qualora quest'ultimo decidesse di andarsene: "con Luzzatti io non ci sto, a nessun patto". Infine, Salandra risponde alle riflessioni di Sonnino sulla questione dei conti correnti degli Istituti di emissione: "Sono in tutto della tua opinione circa i conti correnti degli Istituti di emissione, i quali in quest'ultimo mese hanno dato il solo riflusso sano alla circolazione, che si sia potuto avere. Ma Stringher [direttore generale della Banca d'Italia] ha paura: infatti ha ridotto l'interesse dal 2 al 1 e mezzo. E Rubini risente le influenze milanesi".
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Documento Dimissioni di Rubini e proposta d'assunzione del Ministero degli Esteri a Sonnino
Salandra discute con Sonnino delle dimissioni di Rubini dal Ministero del Tesoro nel momento in cui egli, contrario all'armamento, si è accorto che le cose procedevano in direzione inversa a quanto voluto. Anche la situazione finanziaria da lui giudicata (secondo Salandra "a ragione") assai grave e difficile da fronteggiare, avrebbe contribuito ad indirizzare Rubini verso la scelta delle dimissioni. Salandra prega Sonnino d'assumere il Ministero degli Esteri.
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Documento Risoluzione della crisi ministeriale
Salandra ha conferito la sera prima per due ore con Rubini e con il ministro della guerra. Sembra si siano poste le basi di un'intesa, completabile in giornata, in virtù della quale Rubini dovrebbe ritirare le dimissioni. "Spero - scrive Salandra - che oggi non ci ripensi e si penta". L'indomani Salandra avrebbe dovuto tenere un consiglio in cui si sarebbe dovuto decidere "se la baracca deve o no saltare. Nel qual caso sarà meglio farla saltare presto".
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Documento Proposta di nomina al Ministero degli Esteri per Sonnino
Salandra si confronta con Sonnino su alcune questioni politiche in corso. In particolare accenna alla questione del ministro Giulio Rubini e alla necessità di nominare un titolare per il Ministero degli Esteri, senza attendere la fine di dicembre, data per la quale era prevista la riunione della Camera. Secondo Salandra il Ministero degli Esteri è il più importante del Gabinetto e necessita di un uomo "che non faccia altro, perché si affollano questioni di ogni genere, molte delle quali hanno riflessi politici molto importanti, oltre alle situazioni politiche". Salandra propone a Sonnino la nomina a ministro: "questo non ti obbliga ad aderire al mio desiderio, condiviso dai colleghi a cui ne ho parlato, ma saresti l'uomo perfetto, dato il momento, con il tuo cuore e il tuo intelletto e nessuno tra gli uomini politici potrebbe sostituirti". Fissa l'incontro con Sonnino per lo stesso pomeriggio alle 15.30, aspettandosi che gli comunichi la sua risposta definitiva.
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Documento Sul caso Rubini
Così scrive Salandra a Sonnino: "Caro Amico con Rubini spero di essere a posto ma non si può dire e temo che non si potrà mai dire che lo sono". In altri termini, la crisi ministeriale sembrava essere scongiurata ma Salandra conservava le sue perplessità e rimostranze a proposito, che alla resa dei fatti non si sarebbero rivelate infondate.
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Documento Pressioni per l'armamento dell'Italia
Salandra informa Sonnino dell'incalzare delle pressioni diplomatiche da parte dell'Inghilterra e della Germania in conseguenza dall'entrata in guerra della Turchia. Entrambe le coalizioni coinvolte nel conflitto premono affinché l'Italia esca dallo stato di neutralità.
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Documento Dimissioni di Rubini
I timori di Salandra sulla crisi ministeriale imminente si rivelano fondati: Rubini si dimette e Salandra comunica a Sonnino la decisione di recarsi dal Re per ricevere direttive sul da farsi. Di questa lettera si conserva anche la minuta autografa (C=1=19.15). Sulla questione delle dimissioni di Rubini, inoltre, Salandra scrive anche un'altra lettera, datata 4 novembre 1914 (C=1=19.16, 1-4 cc.).
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Documento Augurio per il 1915
Salandra condivide con l'amico Sonnino l'augurio e la speranza che il 1915 permetta ad entrambi di "portare un reale incremento alla Patria" in modo da poter intonare con animo lieto il "nunc dimitte".
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Documento Sulla legge per la difesa economica e militare dello Stato italiano del 1915
"(...) è mio intendimento - scrive Salandra a Sonnino, ministro degli Affari Esteri - che, immediatamente dopo la pubblicazione della legge per la difesa economica e militare dello Stato, il cui progetto, com'è noto, trovasi presso il Senato, vengano emanate opportune norme per regolare, secondo la facoltà data, tra le altre, al Governo dall'art. II della legge stessa, il divieto di soggiorno degli stranieri in determinate località interessanti la difesa militare".
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Documento Riflessioni sui disagi della guerra
Secondo Salandra la maggiore depressione della volontà e delle energie di guerra non derivano tanto dalla perdita di vite e dai disagi economici, quanto dalla prospettiva di una guerra ancora lunga, a cui non si possa nemmeno in fondata speranza assegnare un termine, mentre il patto dell'Intesa indica una vittoria completa che nessuno sa quando e se sarà possibile conseguire. Altro limite denunciato è il pacifismo sempre più diffuso tra le masse del ceto medio.
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Documento Ruolo economico dell'America nella prima guerra mondiale
Pantaleoni si rallegra per l'elezione di Salandra all'Accadémie des Sciences Politiques et morales creata dal Guizot (presidente Henri Welschinger). "Purtroppo attualmente la politica del mondo non-germanico è retta dallo scemo della compagnia. E non può essere diversamente se vogliamo mangiare, aver carbone e ferro, ecc. Egli, a sua volta, è ogni dì maggiormente governato dalla plutocrazia trustaiuola dei cari americani. Il partito democratico americano vinse nel programma della guerra ai trustaiuoli. I trustaiuoli si sono mangiati il partito democratico. Se lo mangiavano anche senza la guerra. Ma con la guerra hanno fatto più presto e più integralmente. Il giorno in cui quei trustaiuoli 'War Traders' crederanno di fare più quattrini con la pace che con la guerra ci imporranno la pace. Per ora vogliono la guerra. Anche la liberazione della Polonia con porto al mare! (...) Vogliono l'exploitation della Russia. Benissimo. Pure d'accordo con loro, se ci liberano dall'aggio, se ci danno grano, ferro, carbone. La loro guerra la fanno con molta pelle italiana e negra. Ci aiutino a fare la nostra. Spero che Sonnino abbia parlato brutalmente. Il contadino italiano, forse sì, forse no, capisce che conviene battersi per i nostri confini e per la Venezia Giulia e per la Dalmazia. Ma se gli si dice che si deve battere perché è giusto che i polacchi abbiano Danzica e gli americani le miniere e le ferrovie russe, il contadino, credo, si farà bolscevico. Lei ha un'occasione unica per fare un nuovo discorso del Campidoglio (...). Io credo che il mondo ancora apprezzi il buon senso; soprattutto in Francia, dove una lunga schiera di grandi uomini politici ha coltivato l'opinione pubblica éclairée".
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Documento Informazioni politiche sulle trattative di pace
Pantaleoni organizza un incontro tra Salandra ed il dottor Gustavo Tosti, console diplomatico. Lo presenta come buon conoscitore di più lingue, viaggiatore esperto, autore di vari articoli firmati come "Frost" nel giornale La Vita Italiana e come "grandissimo ammiratore" dello stesso Salandra. Nella seconda parte della lettera informa Salandra che suo fratello gli ha scritto dagli Stati Uniti in data 15 gennaio, confermandogli che la maggioranza dell'opinione pubblica americana sostiene le rivendicazioni italiane, nonostante le agitazioni jugoslave. Quanto a Wilson, Pantaleoni ha saputo che si limiterà ad opposizioni puramente verbali e che cederà se Sonnino si manterrà fermo sulle sue posizioni.
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Documento Corrispondenza: Antonio Salandra a Alberto Bergamini (22-12-1901)
Salandra invia a Bergamini il suo scritto "Il calmiere e gli sgravi sulle farine". Chiede che venga pubblicato "testualmente" anche a nome di Sonnino.
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Documento A proposito di un articolo per la "Nuova Antologia"
Baer rinuncia a scrivere l'articolo sul libro del Franchetti e del Sonnino sulla Sicilia.
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Documento Sui problemi della Sicilia
Baer comunica di non aver potuto ancora leggere il libro di Sonnino (probabilmente "I contadini in Sicilia", vedi nota bibliografica). Inoltre accenna ai problemi della Sicilia e ritiene che le cause più profonde del disagio siano la mancanza di un governo forte e il latifondo.
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Documento A proposito di una rivista
Scrive Ferraris: "So della rivista settimanale inviatami dal Sonnino e dal Franchetti". Dice che Sonnino gli ha chiesto di collaborare. Parla poi delle tirature dalla "Nuova Antologia", che definisce ottimali.
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Documento Biglietto di ringraziamento
Si tratta di un biglietto da visita contenuto in una busta, con il quale Sonnino ringrazia Protonotari e lo informa che con lettera gli ha inviato un suo articolo.
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Documento Presentazione dell'amico Giovanni Stefani Tempia
Sonnino presenta a Messedaglia l'amico Giovanni Stefano Tempia uno dei redattori della Rassegna settimanale e attualmente collaboratore della Rassegna quotidiana, il quale desidera informazioni riguardo alla provincia di Verona.
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