Logo ASEE

ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI


Pecchio Giuseppe




Nessun documento disponibile per questa tipologia



Nessun documento disponibile per questa tipologia


Documento Lettera di Andrea De Angelis a Francesco Saverio Salfi

Lettera spedita da Andrea De Angelis, datata "Napoli, 15 maggio 1830, Vico Tre Re a Toledo n. 4", a Francesco Saverio Salfi, a Parigi. Si parla, tra l'altro, della "Storia dell'economia pubblica d'Italia, ossia epilogo critico degli economisti italiani", scritta da G. Pecchio nel 1829 durante il soggiorno a Londra, città in cui riparò in seguito alla condanna inflittagli per la partecipazione ai moti del 1821 (1). Nello stesso anno l'abate recensì l'opera sulla "Rèvue" (2) mettendo in risalto i benefici effetti sull'industria, sul commercio e sulla pubblica amministrazione che la conquista napoleonica aveva prodotto nelle province italiane. (1) Per approfondimenti vedi P. Bernardelli, vedi nota bibliografica. (2) Vedi nota bibliografica.

Scheda del documento  

Documento Influenze scientifiche

Cossa conosce e apprezza le pubblicazioni economiche di Messedaglia. Descrive come è organizzato il proprio corso biennale di economia e finanza dove presta un'attenzione costante verso i principali risultati teorici di Inghilterra, Francia e Germania. Per la parte metodologica riconosce l'influenza di autori inglesi come Mill, Lewis, Cairnes, tuttavia Roscher vanta sul suo indirizzo scientifico un grande predominio: "non già convertendomi al metodo storico nell'esposizione dogmatica della scienza, ma facendomi curioso delle indagini sulla storia delle scienze dell'economia politica". Si sta quindi occupando della storia delle scienze, specialmente in Italia, ed ha raccolto molto materiale che forse col tempo pubblicherà. Spiega che la sua storia sarà diversa da quella di Pecchio, Bianchini ecc., incomplete e rovinate da pregiudizi i quali "fanno velo alla imparziale disanima dei testi" e riconosce a Ferrara il merito di aver risolto la questione del primato italiano. Infine chiede copia del corso di lezioni economia politica tenute a Padova, da cui poter trarre utili suggerimenti, così come avvenne con le lezioni di Ferrara del 1856-57.

Scheda del documento  


Nessun documento disponibile per questa tipologia