Francesco Vito nasce il 21 ottobre 1902 a Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta.
Si laurea presso l'Università di Napoli, nel 1925 in Giurisprudenza, nel 1926 in Scienze economiche, politiche e sociali, nel 1928 in Filosofia.
Utilizza la Borsa L. Ellero per perfezionarsi nel 1929 presso l'Università Cattolica di Milano, nell'Istituto di Scienze economiche diretto da Angelo Mauri. Da qui si sposta grazie al contributo di una borsa della Humboldt Stiftung per periodi di studio a Monaco e a Berlino.
Nel 1932 ottiene la libera docenza in Economia politica. Nel 1933-1934 trascorre periodi di studio alla London School of Economics e, con un finanziamento della Rockefeller Foundation, alla Columbia University di New York e alla Chicago University.
Nel 1935 vince il concorso per la cattedra di Economia politica che coprirà in Università Cattolica, presso la facoltà di Scienze politiche, ininterrottamente fino alla morte.
In questa stessa università dirige l'Istituto di Scienze economiche, è direttore di due riviste scientifiche - la «Rivista internazionale di Scienze sociali» dal 1945 e «Studi di sociologia» dal 1963 - e della collana di pubblicazioni «Problemi economici d'oggi»; ricopre la funzione di prorettore nel biennio 1943-1945 e di rettore dal 1959 al 1965, anni durante i quali porta a compimento l'istituzione a Roma della nuova facoltà di Medicina.
Svolge attività continuativa di docente di Economia anche nella facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano dal 1940 e tiene corsi universitari in Francia, Germania, Svizzera, Belgio, Spagna, Canada e Stati Uniti.
La sua attività accademica è arricchita, oltre che dalla partecipazione alle attività di numerose accademie e società scientifiche italiane e straniere, dalla presidenza dell'Associazione italiana di Scienze politiche, dalla vicepresidenza dell'International Political Science Association (1958-1964), dalla partecipazione al primo Consiglio di presidenza della Società italiana degli economisti (1951-1954).
Tra gli impegni istituzionali a livello nazionale e internazionale che caratterizzano la sua biografia figurano: la presidenza del Comitato scientifico nel Comitato nazionale della produttività (1951), la partecipazione al Comitato nazionale dell'economia e del lavoro dalla sua fondazione, in rappresentanza del Comitato del Credito e del Risparmio (1957), la presidenza del Comitato delle scienze sociali nella Commissione italiana UNESCO, la funzione di consigliere (1953), di vicepresidente (1954) e di presidente del Credito Italiano (1966).
È investito di funzioni preminenti in diverse realtà del mondo cattolico: nella Federazione internazionale delle Università Cattoliche, di cui è presidente, nel Comitato permanente delle Settimane sociali dei cattolici d'Italia, di cui è vicepresidente, nell'Union Internationale d'Etudes Sociales di Malines. È consultore della Pontificia commissione dei seminari e delle università per la preparazione del Concilio Ecumenico Vaticano II, membro del gruppo degli auditores laici del Concilio, della Commissione pontificia per lo studio dei problemi della popolazione, della famiglia e della natalità e, per soli tre giorni, della Consulta dei laici per lo Stato della Città del Vaticano.
Muore a Milano il 6 aprile 1968, durante una riunione del Consiglio di Amministrazione dell'Università Cattolica.
Biografia a cura di Daniela Parisi
Documento [Minuta di lettera di Ruini a Vito]
Minuta di lettera di Ruini a Francesco Vito, in cui Ruini scrive di aver "letto con grande interesse e profitto il Suo studio...non Le nascondo che mi rendo conto delle difficoltà che troverà il CNEL nel suo cammino...".
Scheda del documento
Documento [Minuta di lettera di Ruini a Vito]
Minuta di lettera di Ruini a Francesco Vito relativa all'"invito al IV Congresso Mondiale di Scienze Politiche...".
Scheda del documento
Documento [Minuta di lettera di Ruini a Vito]
Minuta di lettera di Ruini all'indirizzo di Francesco Vito.
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Documento Corrispondenza: Costantino Bresciani Turroni a Ernesto Rossi (28-08-1950)
Costantino Bresciani Turroni scrive a Ernesto Rossi in merito al progetto da questi formulato di creare una collana con lo scopo di diffondere tra gli uomini di affari le dottrine economiche ed i retti principi di politica economica. Secondo Bresciani Turroni non si possono utilizzare traduzioni di opere già pubblicate in inglese o in tedesco. Ciò avrebbe il merito di contribuire a temperare l'infatuazione per Keynes, mettendo in rilievo alcuni principi fondamentali dell'economia classica. Tuttavia è difficile che uomini di affari siano disposti a seguire sottili disquisizioni. Ad esempio il libro di Haberler è magnifico ma astratto e difficile per chi non ha già una preparazione ad hoc. Bresciani Turroni afferma che sarebbe anche difficile raggiungere lo scopo raccogliendo articoli pubblicati nell'ultimo decennio in riviste internazionali: pur scegliendo gli articoli di più facile comprensione e senza formule matematiche, bisognerebbe che gli articoli non fossero slegati tra loro, ma che fossero raccolti intorno a determinati problemi. La soluzione migliore, afferma Bresciani Turroni, potrebbe consistere nel pubblicare opere originali di economisti italiani e stranieri, redatti tenendo conto della finalità dell'opera. Bresciani consiglia a Rossi di contattare tra gli economisti italiani, Fanno, Papi, Amoroso, De Maria, Jannaccone, Vinci e Vito. C'è però il problema del costo della collana, che Bresciani, in qualità di Presidente del Banco di Roma ritiene eccessivo e non finanziabile dal Banco. Quanto alle onoranze Einaudi, Bresciani ritiene, in base ad una precedente conversazione con Einaudi, che questi tenesse molto alla ristampa di "Ephemerides". In alternativa l'idea di ristampare l'opera di Ferrara gli sembra ottima [Si veda anche la lettera del 14 marzo 1950 di Jannaccone a Einaudi, e la lettera di Rossi del 1° settembre 1950, entrambe sintetizzate in questo fascicolo ASE].
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