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ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI


Albertini Luigi




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Documento Successo della pubblicazione del discorso "La guerra e la pace" e riedizione del libro "Nord e Sud"

Francesco Saverio Nitti appare molto soddisfatto della pubblicità che i giornali hanno riservato alla pubblicazione del suo discorso "La guerra e la pace". In particolare si compiace dello spazio dedicatogli dal "Corriere della Sera" di Luigi Albertini. Quanto al suo libro "Nord e Sud", di cui aveva sollecitato la riedizione per conto della Casa editrice Laterza già in lettere precedenti, Nitti informa Laterza sulla casa editrice che ne aveva curato la prima edizione, ossia la Roux di Torino. Consiglia Laterza di contattarla per avere il lavoro e ripubblicarlo.

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Documento Corrispondenza relativa al Prestito Nazionale tra Salandra e il Direttore del "Corriere della Sera" Luigi Albertini

Il documento comprende un gruppo di nove lettere (a-i) in cui Salandra, Luigi Albertini, Luigi Einaudi e l'editore Ferdinando Bideri si confrontano sul tema scottante del necessario Prestito Nazionale. In particolare le lettere sono: a) Milano, 24 dicembre, lettera di Luigi Alberini con allegate 4 cartelle di una lettera in data 24 dicembre del prof. Luigi Einaudi al senatore Luigi Albertini; b) Milano, 24 dicembre Lettera del senatore Luigi Albertini; c) Napoli, 27 dicembre, Lettera dell'editore Ferdinando Bideri a Luigi Einaudi; d) Milano, 27 dicembre Lettera del senatore Albertini; e) Torino, 28 dicembre Lettera del senatore Einaudi al senatore Albertini; f) Milano, 29 dicembre, Lettera di Luigi Albertini; g) Milano, 30 dicembre Articolo di Luigi Einaudi nelle 2 pagine del Corriere della Sera sul prestito nazionale; h) 31 dicembre, minuta indirizzata al Direttore del Corriere della Sera Albertini; i) Milano, 5 gennaio 1916: lettera di Luigi Albertini.

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Documento Considerazioni sul prestito nazionale ed apologia di Luigi Einaudi

Il direttore del Corriere della Sera torna a riflettere sugli errori del prestito nazionale. Esprime la sua amarezza per la reazione avuta da Salandra alla lettura dell'articolo di Luigi Einaudi sul suo giornale. Egli, infatti, aveva riversato la colpa di aver reso difficile la correzione degli errori strutturali del prestito alla pubblicazione dell'articolo, "quasi che fosse disonorevole per un governo raccogliere una voce dei sottoscrittori di un prestito della quale si è reso interprete in un giornale rispettabile un economista insigne [il prof. Luigi Einaudi]". Alberti sostiene moralmente Einaudi, pronunciatosi sulla questione "non come se si trattasse di un'omissione voluta ma di una concessione sottaciuta, offrendo così il destro al governo d'intervenire a chiarimenti non a correzione delle condizioni del prestito". Einaudi, secondo Alberti, non avrebbe potuto dimostrarsi "più riguardoso". D'altronde non si poteva continuare a tacere dinanzi alle pressanti richieste di chiarimenti e delucidazioni provenienti da più parti su due punti in particolare. Non si poteva non rispondere a quanti "rinfacciavano" le argomentazioni con le quali lo stesso Einaudi e lo stesso giornale avevano promosso la campagna delle sottoscrizioni del prestito nel luglio scorso, argomentazioni svuotate del loro valore o comunque contraddette dalle condizioni della nuova emissione. Alberti rivolge, pertanto, a Salandra l'ennesimo invito ad intervenire per dare ai sottoscrittori le soddisfazioni che essi "legittimamente" reclamano, per evitare così l'insuccesso clamoroso del prestito. Non manca, infine, di sciogliere "un nodo in gola": il potere assoluto assunto dal ministero dall'inizio della guerra, reso necessario dalla peculiare condizione bellica, ma non tale da dover essere esercitato senza consigliarsi "coi suoi amici", senza mai informarli di nulla, se non "a fatto compiuto". "In nessuno dei paesi belligeranti dell'uno e dell'altro campo avviene ciò che si constata in Italia, dove Parlamento, stampa, opinione pubblica, industria, commercio, banca hanno rinunciato ad ogni controllo, ad ogni critica, ad ogni manifestazione anche privata", affidandosi a due soli uomini: il Capo del Governo ed il ministro degli Esteri. Si lamenta del fatto che né banchieri né economisti siano stati interpellati su modalità, tempi e condizioni dell'emissione del nuovo prestito.

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