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ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI


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Documento Legge sui boschi

Lettera di Delfico in cui scrive che la legislazione sui boschi è la causa principale degli abusi che hanno determinato la progressiva distruzione dei boschi stessi. Secondo Delfico, la distruzione dei boschi dipende dal fatto che l'attuale legislazione non distingue i differenti diritti dei possessori e dei padroni. Attualmente, la proprietà dei boschi è divisa fra il Sovrano, i Comuni ed i Particolari. Di conseguenza c'è bisogno di una legge sui boschi che merita le più vigili cure e le più energiche determinazioni del Governo. Delfico suggerisce una serie di articoli che vietino di distruggere i boschi o con taglio o con fuoco. Nel caso di distruzione, la parte di bosco distrutta cadrà in beneficio del fisco. Sarà punita come mancanza d'ufficio la trascuratezza degli Amministratori comunali e dei Funzionari di Governo. Sarà permesso ai proprietari dei boschi di tagliare gli alberi che non siano stati bollati per l'uso dello Stato; il taglio permesso si intende per uso proprio e per commercio, tanto per l'uso del combustibile che per lavoro, e mai per dissodare o per mettere a coltura i boschi. Per i boschi appartenenti ai Comuni, i cittadini potranno, secondo particolari regolamenti, far uso liberamente di legna morta, ma per gli altri alberi non potranno effettuarsi tagli se non in certe proporzioni e con Licenza e responsabilità del Sindaco. Nei boschi comunali il Governo potrà far bollare tutti gli alberi che sono necessari per la marina oppure per le opere pubbliche. Le boscaglie ed i luoghi ingombri di cespugli, spine e arboscelli selvaggi potranno essere disboscati previa licenza dell'Intendente dopo un legale riconoscimento. Nei boschi dei Particolari, il Governo potrà far marcare o bollare gli alberi che potranno servire per la marina. Inoltre, se nelle vicinanze non ci sono altri boschi della Corte o dei Comuni, il Governo potrà bollare anche quegli alberi che serviranno per uso pubblico.
Tipologia Corrispondenze


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Melchiorre Delfico Consigliere di Stato

Fascicolo contenente documenti vari (appunti, bozze, lettere, ritagli di articoli) di Melchiorre Delfico, Consigliere di Stato, compresi tra il 1809 e il 1812: pubblica istruzione (progetto di legge, osservazioni) - economia - fondiaria - alienazione dei
Scheda: 325 cc. nn. nr. fascicolo 205
Numero della busta: 18

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Fondo Delfico

Il Fondo Delfico, acquisito dall'Archivio di Stato di Teramo tra il 1940 e il 1941, comprende materiale vario di Melchiorre Delfico: lettere speditegli da numerosi mittenti (1), tra cui Davide Winspeare, Ludovico Bianchini, Giuseppe Ceva Grimaldi, Giuseppe Zurlo; una fitta corrispondenza tra lo stesso Delfico e Luigi Dragonetti; documenti relativi all'attività di Consigliere di Stato e di presidente del Supremo Consiglio delle Finanze. (1) Vedi nota bibliografica.

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Archivio di Stato di Teramo

L'Archivio di Stato di Teramo, istituito in epoca borbonica con legge organica degli archivi 12 novembre 1818, n. 1379, fu posto alle dipendenze della Segreteria dell'Ufficio di Intendenza. Nel 1835 fu nominato il primo archiviario e nel 1838 diede inizio alla sua attività. Il primo archivio versato fu quello dell'Intendenza, mentre tra il 1840 e il 1841 quelli dei registri delle Ricevitorie Generale e Distrettuali. Seguirono poi i ruoli della contribuzione fondiaria (1841-42), la contabilità delle spese di giustizia (1847) e la documentazione del Tribunale Civile e della Gran corte criminale (1852-1856). Nel 1869 furono acquisiti l'Archivio comunale di Mutignano, gli atti degli Uffici del registro e bollo della provincia, una cassa di pergamene rimaste presso gli uffici finanziari e provenienti in massima parte dai monasteri soppressi nel decennio francese. Del 1892 è il primo elenco della biblioteca costituito da 319 volumi che nel 1899 divennero 508. Nel 1935 l'Archivio di Stato disponeva di tre sedi: i locali presso la Prefettura (ex palazzo dell'Intendenza), una palazzina privata (De Petris) e l'ex monastero di S. Matteo, in cui fu posta la sede centrale. Si susseguirono nel tempo ulteriori e pregevoli acquisizioni: l'Archivio notarile (1937), la Biblioteca Paris Mezucelli (1940), il Fondo Delfico (1940-1941), le Biblioteche Mancini e Scarselli (1943), le carte del Comitato di liberazione nazionale (1946), il volume di memorie patriottiche di Antonio Tripoti (1947), gli atti dell'ex Federazione fascista di Teramo ed una piccola parte dell'Archivio comunale di Teramo (1950). E' da segnalare che nel 1927 trenta comuni della provincia di Teramo passarono a costituire la nuova provincia di Pescara, presso il cui Archivio di Stato furono trasferiti nel 1962 gli atti notarili, lo stato civile, documenti dell'ufficio leva e delle preture concernenti i suddetti comuni. La documentazione più antica è rappresentata dalla collezione di pergamene, di cui le più antiche risalgono al sec. XIII. I fondi amministrativi e giudiziari hanno inizio dal 1684, epoca di origine della provincia di Abruzzo Ultra Primo e del Tribunale della regia Udienza che tuttavia per circa 60 anni fu sottoposto al preside di Chieti. Il materiale documentario acquista carattere di organicità dal 1744, anno di nomina del primo preside di Teramo, Emanuele De Leon. Nel 1942 l'istituto fu trasferito a palazzo Delfico, di proprietà dell'Amministrazione provinciale, ove vi rimase fino al 1998, per poi acquisire la sede di S. Domenico. Dal 1998 la sede centrale dell'Archivio di Stato di Teramo ha trovato ospitalità nel convento di S. Domenico, immobile di notevoli dimensioni, di pertinenza del Demanio dello Stato, risalente al 1287. Dalla documentazione conservata nell'Archivio di Stato si desumono ulteriori informazioni sulla storia del convento. Nel "Fondo notarile" ricorrono nel tempo svariati atti quali legati, donazioni e testamenti a favore del convento, della chiesa e della Confraternita del SS. Rosario in S. Domenico. Nel 1929 il tempio, restaurato dall'insigne storico ed archeologo teramano Francesco Savini, fu nuovamente riaperto alla devozione popolare. Nel 1939 mantenendosi sotto l'Amministrazione militare l'antico convento, si recuperarono alcuni locali ad uso dei padri domenicani tornati a Teramo. In tempi recenti tra il 1996 ed il 1997 l'edificio sotto il titolo di "Caserma di S. Domenico" è stato definitivamente rilasciato dal Ministero della Difesa. Nello stesso periodo l'Archivio di Stato richiedeva al Demanio la concessione in uso governativo del complesso monastico. Acquisito l'immobile si effettuavano le opere di restauro ed adeguamento funzionale sotto la direzione lavori della Soprintendenza ai Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici per l'Abruzzo e del Servizio Tecnico per l'Edilizia Archivistica di Roma e si restituiva la struttura al suo originario valore architettonico.
Indirizzo: Corso Porta Romana, 68
CAP: 64100
Luogo: Teramo
Regione: ABRUZZO
Sito: https://archiviodistatoteramo.cultura.gov.it/home