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ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI


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Documento Delle usure de' mutui

Memoria in cui l'usura è personificata e considerata proteiforme piaga sociale che, pur sotto mutate forme, più sottili ed occulte rispetto a quella passata, continuava ad essere praticata, a dispetto dei pontefici che la bandirono e dei Padri della Chiesa che vi lottarono contro. Se l'usura è un "lucrit ex mutuo", le Società di assicurazione o di cambio sono denunciate come il nuovo sistema legale attraverso cui si perpetuava la pratica dei prestiti usurari, da contrastare imponendo per legge che i titoli fossero accompagnati da mille condizioni e clausole che limitassero l'ammontare dell'interesse. Se da un lato si riconosce al mutuante il diritto di perceepire moderati interessi nei casi di "lucro cessante" o di "danno emergente", dall'altro si giudica contrario ai principi di equità naturale e di giustizia l'obbligo per il mutuatario di corrispondere un interesse su un capitale in sè stesso sterile ed improduttivo, investito interamente a suo rischio e reso fruttuoso per sua sola fatica.
Tipologia Manoscritti e altri documenti


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Miscellanearum

E' una raccolta di vari scritti di Annibale De Leo che vanno dal 1762 fino al momento della sua morte. Si articola in due tomi. Nel primo tomo sono conservati scritti raccolti tra il 1762 e il 1765 riguardanti varie scritture forensi, pertinenti alla Chie
Scheda: 1-418 cc. nr. fascicolo 1
Numero della busta: L

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De Leo Annibale

Il fondo Annibale De Leo (1) comprende materiale di diversa provenienza e formazione: oltre al nucleo originale prodotto e conservato dal fondatore, l'arcivescovo Annibale De Leo, da cui prenderà il nome attribuitogli, altri nuclei confluirono grazie alla politica di acquisti coerentemente seguita dallo stesso De Leo e dai bibliotecari che lo seguirono nella direzione dell'istituto. La catalogazione del fondo, risalente al 1960, rientrò in un progetto generale di riordinamento delle pergamene e delle carte dell'archivio capitolare, affidato al professor Rosario Jurlaro. Il fondo fu articolato in dieci sezioni: A-Codici pergamenacei (costituiscono il nucleo di documenti più antico dell'intera raccolta); B-Documenti per la storia meridionale; C-Storia della Chiesa; D-Storia regionale e locale; E-Genealogia e araldica; F-Letteratura sacra e profana; G-teologia e filosofia; H-Diritto canonico e civile; I-Scienze fisiche ed astronomiche; L-Miscellanea stampe e manoscritti. comprende 214 volumi e ha importanza per i campi di studio più disparati, da quello umanistico a quello scientifico a quello giuridico. Da segnalare la presenza di una collezione con tutti i volumi dell'Archivio giurisdizionale del Regno di Napoli, con una cartella contenente i documenti segreti del Concordato del 1741 tra Santa Sede e Regno di Napoli con autografi di monsignor Celestino Galiani, cappellano maggiore del Regno di Napoli. (1) Formatosi culturalmente a Napoli (dal 1760), dove fu ammesso all'Accademia arcivescovile presieduta dal cardinale Sersale, e a Roma, dove perfezionò gli studi di teologia, letteratura e lingue, Annibale De Leo (S. Vito degli Schiavi, 1739 - Brindisi, 1814) fu arcivescovo di Brindisi dal 1795 al 1814, anno della sua morte. Durante gli anni di soggiorno a Brindisi si impegnò perchè l'agro brindisino, per larga parte paludoso e incolto alla fine del XVIII secolo, fosse reso produttivo e perchè fosse rilanciato il ruolo storico, economico e militare, del porto di Brindisi nel Regno di Napoli; quel porto doveva essere ripulito ed ampliato, in quanto punto di snodo essenziale dei rapporti tra Oriente ed Occidente nell'Adriatico, in vista di quel consolidamento dei rapporti con il Levante, verso cui sembrava orientarsi la politica estera borbonica negli anni settanta-ottanta. La fondazione della biblioteca pubblica rientrava in tale progetto di sviluppo perchè nella sua ottica avrebbe dovuto fornire gli strumenti culturali necessari per la sua realizzazione. Il De Leo fu socio ordinario della Società d'Agricoltura, poi Economica, ricoperto dal 1808 ricoprendo anche la carica di presidente della stessa; fu socio della Reale Accademia delle Scienze e delle lettere di Napoli.

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Biblioteca arcivescovile Annibale De Leo di Brindisi

Istituita nel 1798 dall'arcivescovo di Brindisi Annibale De Leo, a cui è intitolata, fu la prima biblioteca pubblica istituita nella provincia storica di Terra d'Otranto (attuali province di Taranto, Brindisi e Lecce in Puglia). Oltre ai circa 6000 volumi della raccolta privata del De Leo, e ad una parte di quella del cardinale Giuseppe Renato Imperiale (1651-1737), acquistata presumibilmente nel 1798, il patrimonio librario della biblioteca si andò progressivamente arricchendo grazie ai sistematici acquisti effettuati dal De Leo a livello europeo (opere inglesi, olandesi, tedesche) e dai bibliotecari che lo seguirono a livello nazionale, nonchè ai lasciti di privati. Attualmente la biblioteca è dotata di un patrimonio librario di oltre 60000 volumi ed opuscoli, 214 manoscritti, 276 cinquecentine, 1000 edizioni del '700 e 1200 dell'800. All'attività culturale della biblioteca è legata l'Associazione Amici della Biblioteca De Leo, voluta e fondata negli anni Sessanta dal professor Rosario Jurlaro, attiva nell'organizzazione di convegni, tavole rotonde, serate culturali. La biblioteca ha aderito al sistema informatico S.B.N. ed è dotata di una sua pagina web sul sito della provincia di Brindisi.
Indirizzo: Piazza Duomo, 11
CAP: 72100
Luogo: Brindisi
Regione: PUGLIA
Contatti: Tel. 0831-529186
Bibliografia: Moscardino Giuseppe, Biblioteca "De Leo" di Brindisi, estratto da "Il Meridionale", Brindisi, 1959, anno V, n. 22, pp. 7-11 Carito Giacomo, Brindisi nuova guida, Brindisi, 1994, edizioni Prima, pp. 200-203 Caputo Antonio Maria, Omaggio a Monsignor Todisco, in "Pastorale Diocesana", Brindisi-Ostuni, Ragione Tipografia, gennaio-marzo 2000, n. 3, pp. 144-147.