Home >
Elenco istituti >
Archivio di Stato di L'Aquila >
Archivio privato Dragonetti-De Torres
Fascicolo Luigi e Giulio Dragonetti: corrispondenza e amministrazione di beni
Carteggio privato e corrispondenza ufficiale in lingua inglese e francese di Luigi e Giulio Dragonetti.
Scheda: nr. fascicolo 5
Numero della busta: 9
Documenti presenti nel fascicolo
-
La legge sull'asse ecclesiastico
Lettera di Brunetti, spedita da Chieti, in cui informa che ha letto la protesta fatta da Dragonetti contro la legge sull'asse ecclesiastico: con tale protesta ha compiuto un atto di gentiluomo italiano cattolico perfetto. L'anarchia è dappertutto, se ne dà testimonianza attraverso una copia della lettera inviata all'interpellanza di Thiers che ora sottopone al giudizio di Dragonetti, uomo dalle grandi conoscenze storiche e capacità politiche.
-
Sulla pensione degli ordini monastici
Lettera di padre Barbato, cappuccino presso il convento di Maddaloni, con cui si rivolge al Dragonetti esponendo il caso suo e dei suoi confratelli: 5000 infelici religiosi espulsi dal chiostro reclamano la promessa pensione che il governo ha vietato di emettere perché professarono prima del ventunesimo anno; con maggiore giustizia lo stesso frate la reclama per sé perché entrò nel chiostro con una ministeriale del governo di allora che lo esentava dall'onere della coscrizione militare. Inoltre il frate ha 60 anni, malsano in salute e gli mancano i necessari mezzi per sopravvivere.
-
Sulla pensione agli ordini monastici
Lettera di padre Barbato, cappuccino presso il convento di Maddaloni, con cui ringrazia Dragonetti e spiega di aver ottenuto la pensione anche senza il suo aiuto.
-
Discussioni in Senato
Lettera di Calfaro, spedita da L'Aquila, con cui comunica a Dragonetti che dato l'incarico avuto dal regio governo, il giorno 25 comincerà in Senato la discussione del bilancio passivo e si passerà in seguito a quello dell'asse ecclesiastico e di altri affari importanti.
-
Relazioni dei Commissari Speciali
Lettera di Devincenzi, spedita da Firenze su carta intestata "Ministero di Agricoltura dell'Industria e Commercio. Real Comitato dell'Esposizione Internazionale del 1862", con cui invia i volumi 4 e 5 delle relazioni dei Commissari Speciali presso l'Esposizione Internazionale del 1862. Devincenzi ricoprì l'incarico di Commissario generale dell'Esposizione.
-
Offerta di obbligazioni
Lettera di Gonizzi, spedita da Torino su carta intestata "Banca Gonizzi e Comp.", con cui informa Dragonetti che la Banca vuole trarre profitto dal collocamento di 100 obbligazioni definitive del prestito Milano. Tale profitto è la differenza risultante dal valore reale delle obbligazioni per il quale sono offerte al pubblico e quello accordato ai negoziatori banchieri che le rilevano in partite. La banca offre a Dragonetti 4 cessioni di obbligazioni. Le 4 cessioni impegnano 4 obbligazioni definitive; di conseguenza avrà 4 probabilità alla prossima estrazione del 1 aprile 1868. Qualora Dragonetti non fosse disposto a sborsare una somma superiore al previsto, il suo impegno resterà limitato a sole due obbligazioni definitive. Esaurito il concorso al quale dà diritto l'operazione dei titoli di cessione, Dragonetti riceverà a domicilio in piego assicurato. L'amministrazione stessa che ne raccoglierà il profitto porterà a conoscenza di ogni associato l'esito dell'operazione.
-
Sulle operazioni di credito fondiario
Lettera di Onofri, spedita da Tollo, con cui ringrazia Dragonetti dell'interesse dimostrato per poter dare inizio alle operazioni di credito fondiario. Dragonetti si è rivolto al sig. Cordova, Ministro di Agricoltura Industria e Commercio per sapere qualcosa in proposito. Onofri sa che il Monte dei Paschi di Siena faceva parte del consorzio delle Casse che convennero per creare l'Istituto del Credito Fondiario in Italia. Così Onofri ha scritto al provveditore di quel Monte, cavalier Giovanni Bernardo Alberti, per sapere il perché, dopo che il governo aveva dato piena facoltà ad attuare detti Istituti, nulla sin ora si operava per l'apertura di essi. Alberti gli ha risposto che il Banco di Napoli, nei cui compartimenti vanno compresi gli Abruzzi, in breve darà principio alle operazioni di credito fondiario. Fin qui non si godono ad Ortona i buoni effetti commerciali del taglio dell'istmo di Suez. Crede però a quello che dice Dragonetti che la città di Bari ha migliorato la sua condizione e spera che anche in Abruzzo sarà così.
-
Argomenti vari
Lettera di Brunetti, spedita da Chieti, in cui informa Dragonetti di aver da lui ricevuto una bellissima lettera, in cui gli ha manifestato fondati timori per la smisurata potenza della Russia e degli Stati Uniti di America, per la fallita impresa del Messico e per la questione di Roma che trasportava già gli animi, i quali avrebbero potuto meglio pensare al Tirolo e alla Dalmazia. Lamentava inoltre la politica inglese freddamente egoistica e affermava che a Roma non si vuole andare per l'idea nazionale, ma per compiere il sovvertimento dei principi e delle idee.
-
Ricerche in archivio
Lettera di Trinchera, spedita da Napoli su carta intestata "Ministero della Istruzione Pubblica. Direzione Generale degli Archivi per le Province napolitane", in cui informa di aver avviato accurate ricerche per gli atti di cui Dragonetti ha bisogno. Le diligenze sono infruttuose, ma in un processo di Regia Camera tra la città di L'Aquila e il regio Fisco si sono rinvenuti alcuni elementi contestanti lo stato di estrema indigenza al quale era ridotta la città fino al punto di non poter soddisfare i tributi fiscali.
-
Richiesta per il rilascio di alcuni documenti
Copia della lettera di Dragonetti, spedita da L'Aquila, a Trinchera, direttore generale della Direzione Generale degli Archivi per le Province napolitane del Ministero della Istruzione Pubblica, in cui lo prega perché disponga il rilascio dei seguenti documenti in forma legale dovendo farne l'invio al Ministero in Firenze: i titoli di Primo Soprintendente generale degli archivi con decreto del 26/02/1848; Ministro degli affari esteri con decreto del 3 aprile 1848; Consigliere di stato al 13 luglio 1860; Soprintendente generale degli archivi al 17 settembre 1860; certificati dei soldi percepiti prima e dopo la destituzione del 1848; decreto di destituzione da Ministro; certificato che durante la destituzione sino al 26 giugno 1860 non riprese servizio civile o militare sotto il Borbone e che anzi fu carcerato e giudicato e poi dalla polizia mandato in esilio.
-
Risposta sugli attestati richiesti
Lettera di Trinchera, spedita da Napoli in risposta ad una precedente di Dragonetti (vedi documento con segnatura 9.5.10), in cui informa di aver ricevuto il suo memorandum in cui si richiedevano alcuni attestati. Tutti gli ordini sono stati eseguiti meno che l'ultimo, quello relativo al fatto che dalla destituzione sino al 26 giugno 1860 non riprese servizio civile o militare sotto il Borbone e che anzi fu carcerato e giudicato e poi dalla polizia mandato in esilio, perché questo dato non può risultare dalle carte di Archivio.
-
Risposta per un assegnamento
Lettera di Scialoja, inviata da Firenze su carta intestata "Ministero delle Finanze", con cui si risponde ad una richiesta da parte di Dragonetti relativa ad un assegnamento. Si consiglia di richiedere l'indennità contemplata dagli artt. 3 e 22 della legge 14 aprile 1864 sulle pensioni degli impiegati. Dragonetti potrebbe fin d'ora rivolgersi alla Corte dei Conti per regolare lo stato di servizio e ottenere da quella magistratura favorevole decisione; a questo punto gli rimarrebbe da chiedere il collocamento a riposo per ottenere l'indennità.
-
Sul diritto alla pensione di due funzionari
Lettera con firma illeggibile, inviata da Firenze, su carta intestata "Corte dei Conti del Regno d'Italia", a Luigi Dragonetti. Chi scrive dice di aver esaminato le carte relative ai due impiegati di cui Dragonetti si sta interessando, e la loro condizione è così grave da non lasciare alcun dubbio sulla mancanza di ogni loro diritto a pensione. Sotto il cessato governo il soldo dei funzionari addetti alle carceri non era soggetto al rilascio del 2,5 e che però, in difetto di questa condizione, non competeva loro alcun diritto in base alla legge 3 maggio 1816, né per la stessa ragione potrebbe utilmente applicarsi la legge del 14 aprile 1864.
-
Argomenti vari
Lettera di Rozzi, inviata da Teramo, in cui informa Delfico di avere 15 o 20 giorni per inviare alcune carte a Firenze. Vuole informare Cordova di essere guarito dalla malattia per la quale fu destituito dall'incarico, per poter tornare in servizio. Aggiunge che Bianchi lo ha proposto come professore universitario di agronomia. Francesco II scrisse a Roma a suo nome avvertendo quel comitato liberale del passaggio del plico di Rozzi che venne mandato diplomaticamente a Torino, allora sede del governo. Cordova potrebbe allontanare quell'ispettore forestale mandandolo nelle contigue province fino a quando Rozzi non completerà i tre anni di servizio richiesti dalla legge attuale. In questo modo potrà dimettersi e smettere di soffrire per le ingiustizie. Rozzi dice di essere diverso da ogni altro, e ciò è anche testimoniato dai suoi rapporti sul Nuovo Regime Forestale in Italia (vol. II, p. 228).
-
Argomenti vari
Lettera di Rozzi, spedita da Teramo, in cui sollecita Dragonetti di scrivere all'amico Scialoja raccomandando la sua domanda di ritiro. Il 13 aprile credeva venisse fatto il suo decreto. Poco dopo gli venne chiesto il certificato della sua cessazione dalle funzioni di Ispettore forestale. Comunica di essere senza soldi da 14 mesi e propone un'idea sulla quale se è d'accordo potrà firmare. La guerra del Lussemburgo è stata l'ultima guerra, il progresso è progredito talmente tanto che le guerre non si faranno più perché l'uomo ha saputo scoprire che il cannone è in grado di distruggere un intero battaglione da 4 miglia. Non potendo fare la guerra si ottengono tre vantaggi principali: 1) è possibile evitare la mutilazione degli uomini che addirittura vengono considerati fortunati in tal caso; 2) si otterrà il risparmio delle finanze statali; 3) si apporterebbe all'agricoltura materiale, che è la regina delle scienze, un grande aiuto. L'idea è che si potrebbe organizzare un congresso Europeo nel quale gli attuali stati europei possano fermare il principio che chi possiede, possiederà sempre, così che possano cambiare anche le dinastie. Infine, stante le tensioni con la Russia, Rotschild si eleverebbe a successore e tutto il suo patrimonio sarebbe assegnato in ragione degli abitanti agli Stati Europei.
-
Argomenti vari
Lettera di Rozzi, spedita da Teramo, in cui si scusa per non aver risposto alla lettera di Dragonetti del 4 dicembre. Per poter rispondere correttamente al suo quesito è necessario recarsi sul posto. Per essere più sicuri è necessario inviare gli esatti confini del feudo, il quale sarà visitato da una persona idonea alla quale però dovrebbe essere pagato un compenso. Rozzi ricorda a Dragonetti che Luigino, figlioccio del Marchese, ha avuto presso di lui per oltre un decennio vitto, alloggio e scuola: per questo lo prega di essere ripagato con beni, oggetti d'arte e denaro.
-
Argomenti vari
Lettera di Rozzi, spedita da Teramo, in cui informa Dragonetti che il 13 aprile è arrivato da Firenze e che il suo decreto si stava concludendo. Successivamente gli venne chiesto perché cessò di svolgere le funzioni di Ispettore forestale, funzioni che non svolgeva più da 5 mesi. Chiede a Dragonetti di scrivere al cavalier Magliani perché affretti la conclusione del suo affare. Uno degli animatori delle sue virtù è il suo amico fidato e sopra ogni sospetto: Luigi Vinciguerra. Buonanno De Sanctis è reputato alla stessa stregua. La cosa strana è che il vescovo lo ignori del tutto e non pensi a proporlo come suo collega. Scrive inoltre di essere contento perché tra le tante libertà c'è anche quella dello scrivere e della piegatura del foglio.
-
Richiesta di risarcimento
Lettera di Rozzi, spedita da Teramo, in cui scrive a Dragonetti che, pur avendo servito per 47 anni, non gli spettano che i quattro quinti dell'ultima classe. Invierà a Firenze le sue carte, ma se Dragonetti non si raccomanderà al cavalier Magliano non le riceverà neppure fra molti mesi. Ricorda a Dragonetti di essergli creditore per il decennio di sostentamento per il suo figlioccio, più trecento ducati per la vendita a Gregorio Delfico.
-
Argomenti vari
Lettera di Rozzi, spedita da Teramo, in cui comunica a Dragonetti che una persona a lui amica sarà incaricata di recarsi in L'Aquila per trattare l'affare Perraci. Quanto a Delfico, fortunatamente Rozzi ha potuto trovare una copia della rara opera intitolata "Storia".