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Allocati - Broggia
Fascicolo Lettere di Broggia a varii
Il fascicolo contiene quattro lettere di Broggia trascritte a macchina da Allocati e da lui variamente annotate, nonché un foglietto di mm. 130x156, allegato alla prima lettera, con appunti dello stesso Allocati sul destinatario e sulla data di spedizione
Scheda: 1-21 cc. nr. fascicolo 8
Numero della busta: 1
Documenti presenti nel fascicolo
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[Lettera a Bucci]
Trascrizione dattiloscritta di lettera di Broggia (cc. 2-3). Sull'originale, come è riportato da Allocati in un foglietto allegato al dattiloscritto (c. 1), vi è un'annotazione di pugno dello stesso Broggia che dice trattarsi di "lettera mandata a Bucci a 4 giugno 1752". Allocati a questo proposito rileva (c. 1) che la minuta della lettera in questione porta invece la data del 4 luglio 1752 ed arriva alla conclusione che la data vera è con ogni probabilità quest'ultima. Ciò perché essa, secondo Allocati, costituisce la risposta ad una lettera del 30 giugno 1752 (c. 2). La lettera tratta della opportunità di presentare al più presto al Papa [Benedetto XIV] il suo lavoro [un'annotazione di Allocati a margine fa riferimento alle "Lettere salutari"], con la speranza che esso venga apprezzato ai fini di una successiva pubblicazione. A questo proposito Broggia scrive consigliando di agire con la massima discrezione. Le cc. 4-6 sono una fotocopia delle cc. 1-3.
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A Sua Eccellenza il Signor Marchese Fogliani, Grande di Spagna e Viceré di Sicilia
Con questa lettera al marchese Fogliani, di cui Allocati ha curato la copia dattiloscritta, Broggia ripercorre la storia della memoria, frutto di "due mesi di studio, di fatica e di consiglio", in cui egli esponeva le sue proposte per un piano organico di ripopolamento dell'isola di Ustica, rivendicando altresì il suo diritto al pagamento di una congrua ricompensa per il lavoro svolto e per le spese sostenute. Egli chiede al marchese Fogliani di intervenire a tal fine in suo favore presso il Caniggia poiché era stato quest'ultimo che nel 1761 lo aveva pregato di occuparsi della questione, e con lui egli era stato prodigo di consigli ed avvertimenti assai lungimiranti, in attesa che fosse espletato l'iter burocratico necessario per l'approvazione del piano da parte degli organi competenti. Sembra di capire infatti che il Caniggia sia con ogni probabilità "l'impresario" di cui parla Ajello (vedi nota bibliografica) il quale aveva costituito una colonia sull'isola con un permesso provvisorio accordato dal "Reale Patrimonio" sulla base del progetto di Broggia, progetto che era stato già accolto con favore dalla "Segreteria d'Azienda" e dal "Tribunale...della Camera di Palermo" (cfr. 1.11.1) ma si era poi arenato in seno alla "Giunta di Sicilia" (cfr. c.14.). Il Caniggia, peraltro, "nonostante le insistenze di Broggia affinché si costruissero subito", così come previsto nel progetto, "il quartiere e le difese...preferì risparmiare la spesa" (vedi Ajello in nota bibliografica), per cui venne a mancare la guarnigione di soldati che avrebbe impedito la sopraffazione dei coloni da parte dei pirati, cosa che puntualmente avvenne nel settembre 1762.
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A Stancanelli
Trascrizione dattiloscritta di lettera di Broggia a certo Stancanelli in cui, dopo alcuni convenevoli, egli allude al suo buon diritto a ricevere un congruo compenso (mille onze) per il progetto da lui elaborato riguardo al ripopolamento dell'isola di Ustica e chiede che lo si aiuti perché gli venga finalmente riconosciuto. Allocati non ha ritenuto necessario trascrivere completamente questa lettera data la ripetitività dei temi in essa svolti. Infatti egli annota in calce che "la lettera continua sul medesimo tono...".
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Al principe di Belmonte Ventimiglia
Copia dattiloscritta, incompleta, di lettera di Broggia al principe di Belmonte Ventimiglia. Allocati ne riassume l'inizio chiudendo le sue frasi tra parentesi quadre e annotando a margine che la trascrizione di quanto manca del testo originale si trova nel quad. 1 ter (cfr. 2.13.3 c. 23v). Broggia con questa lettera si appella alla benevolenza del principe e chiede il suo interessamento per fargli ottenere una pensione.