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Fascicolo Bertolino Alberto
Il fascicolo contiene cinque lettere e una cartolina di Alberto Bertolino a Federico Caffè, tutte provenienti da Firenze. La lettera del 19 ottobre 1959 esprime le congratulazioni per l'incarico ricevuto da Caffè presso l'Università di Roma; la cartolina
Scheda: 6 cc. nn.
Numero della busta: 5
Nota bibliografica: Caffè Federico (a cura di), Opere complete di Francesco Ferrara, vol. X, Roma, 1972
Documenti presenti nel fascicolo
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Corrispondenza: Alberto Bertolino a Federico Caffè (08-04-1975)
La lettera inviata da Alberto Bertolino a Federico Caffè, datata Firenze l'8 aprile 1975, contiene informazioni riguardo vecchie partecipazioni giornalistiche dei due corrispondenti: Bertolino, nel ricercare appunti sul sindacalismo - argomento da lui trattato sulla rivista "Il Ponte" nel 1945 con lo pseudonimo di 'il renaiolo' - si imbatte in un vecchio numero del "Nuovo Risorgimento" di Bari, in cui era contenuto un apprezzato articolo di Caffè, affiancato da altri stimati nomi della cultura italiana, tra i quali viene ricordato Vittorio Fiore.
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Corrispondenza: Alberto Bertolino a Federico Caffè (25-06-1976)
La lettera, inviata da Firenze il 25 giugno 1976 da Alberto Bertolino a Federico Caffè, contiene sinceri apprezzamenti per il lavoro di Caffè "Keynes e i suoi contemporanei", al quale si riconosce il merito di aver suscitato rinnovato interesse sui rapporti tra il "Trattato della moneta" e la "Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta", contribuendo ad una più piena considerazione degli apporti dell'economista inglese alla teoria economica. Tale giudizio va letto anche in relazione alla tardiva integrazione dei principi keynesiani nel pensiero economico italiano.
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Corrispondenza: Alberto Bertolino a Federico Caffè (18-01-1977)
In questa lettera del 18 gennaio 1977, inviata da Firenze a Federico Caffè, Alberto Bertolino commenta il volume dell'economista abruzzese "Un'economia in ritardo": ritiene ampiamente documentata l'accusa di trasformismo rivolta alla contemporanea politica economica; Bertolino si chiede però in che misura questa cattiva prassi sia dovuta alla politica, naturalmente ambigua e faziosa, e in che misura invece agli "scribacchini accademici", gli studiosi, definiti secondo una colorita espressione keynesiana. Proprio la maggior parte di questi ultimi, secondo Bertolino, piuttosto che alla cura della verità sembra essere dedita alle speculazioni nella "borsa" dell'alta cultura, a dispetto del carattere, dell'autonomia intellettuale e del senso di responsabilità.