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Regia Scuola Superiore di Commercio.
Fascicolo Annuario della Regia Scuola Superiore di Commercio in Bari per l'anno scolastico 1898/99
Il discorso inaugurale per l'anno accademico 1898/99 fu pronunciato dal professore ordinario di Economia Politica Sabino Fiorese. Si tratta dell'unico articolo pubblicato nell'Annuario, composto per il resto da regolamenti, statuti elenchi anagrafici e bi
Scheda: 1-114 pp. nr. fascicolo II
Numero della busta: F-72
Nota bibliografica: Annuario della Regia Scuola Superiore di Commercio in Bari per l'anno scolastico 1898/99, Bari, Stab. tip. del Corriere delle Puglie, 1899
Documenti presenti nel fascicolo
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Il pensiero economico nella moderna sociologia
Il discorso fu pronunciato dal professore ordinario Sabino Fiorese per l'inaugurazione dell'anno accademico 1898/99. Il discorso è incentrato sul tema del pensiero economico nella moderna sociologia e si propone come risposta critica ai non "pochi strali avvelenati e derisioni che gli incauti di ogni maniera lanciano contro la scienza dell'Economia politica", la quale "continua ad avere due ordini di nemici assai potenti: l'odio delle moltitudini, appena avvezze agli studi", che accusano gli economisti di difendere capitalismo, possidenza, monopoli industriali, e la schiera dei sociologi che hanno "voluto separare la scienza delle ricchezze da quella che esamina la morfologia e la fisiologia sociale". Nel corso del discorso Fiorese contesta l'idea base del socialismo secondo la quale l'uguaglianza sarebbe "un bene naturale", in quanto al contrario "la natura, nel suo dinamismo, è fonte di sperequazione, ed è la negazione assoluta di qualsiasi parità di beni, di agiatezza e di vita". L'effetto psicologico dell'ideale di uguaglianza è a suo parere una diffusa "nevrosi economica" che si estrinseca in un'ossessiva ricerca dei beni e in una confusione tra merce, lavoro, danaro ed onore. Quanto poi alla pretesa di separare gli studi sociologici da quelli economici, egli si oppone, dal momento che i due saperi sono strettamente correlati tra loro: "occorre alla scienza che guarda il modo onde ricchezza si produce e si comparte mettere in correlazione il fatto sociale con quello edonistico; ed armonizzare principalmente lo Stato con l'individuo e la legge codificata con quella economica". Conclude con un accorato appello ai suoi allievi affinché si ricordino come "l'economia politica [...] è un sostegno sociale, è una pubblica difesa. Individualismo senz'ultimo termine non può concepirsi; e questo è anarchia. Collettivismo senza ultimo termine non può neppure intendersi; e questo è negazione dell'io, del pensiero, della vita, di tutto. Se dunque la ragione non erra, è da pensare, che non esistano economie individuali, nel vero senso della parola; e che invece esista un'economia sociale, che è legge di Stato, di famiglia e di avvenire progressivo".