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Salandra Antonio
Fascicolo Lettere ricevute dall'onorevole Salandra nei mesi di agosto e settembre 1914
Il fascicolo raccoglie le lettere inviate da personaggi in vista degli ambienti politici e finanziari dell'Italia del 1914 al presidente del Consiglio Antonio Salandra. E' una prosecuzione del fascicolo precedente, come si evince dalla numerazione dei sin
Scheda: 1-130 cc. nr. fascicolo 3
Numero della busta: 1
Documenti presenti nel fascicolo
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Necessità di attuare nell'immediato le misure tributarie
Rubini ritiene indispensabile mettere in atto i provvedimenti tributari recentemente varati o, quantomeno, i "principali": "I tempi sono calamitosi, è vero, ma è appunto quando l'estremo bisogno è chiaro a tutti che s'incontra maggiore rassegnazione e persuasione nel pubblico della necessità dei sacrifici. Siamo su di una china pericolosa (...). Ogni giorno che passa dimostra che Luzzatti [Luigi] aveva ragione, quando a tempo invitava il precedente Governo a mettere i tributi di guerra. Se allora occorrevano per uno, ora occorrono per due poiché, anche se i tempi non ingrossano maggiormente, le circostanze attuali lasceranno un carico permanente in misura considerevole".
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Considerazioni sul mercato finanziario internazionale
Stringher prega Salandra di leggere "la memorietta" da lui acclusa alla lettera (vedi documento C=1=3.95) riguardante l'andamento del mercato di Milano nelle ultime due giornate: il "diritto di Sconto" è stato esercitato su iniziativa della Banca Commerciale, che il giorno precedente era stata fortemente attaccata. La speranza di Stringher è che "la lezione" le sia giovata. Quanto ad una non ben precisata "intesa collettiva" di cui Stringher e Salandra sembra avessero già precedentemente discusso, ritiene, "date le condizioni presenti del mercato internazionale", che "sia prudente non fare, piuttosto che fare". La stessa considerazione ha già espresso a Della Torre.
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Economia nel foggiano
Rubini si lascia andare con Salandra ad alcune considerazioni generali sulla precaria situazione economica degli inizi del Novecento della provincia comune di provenienza, ovvero del foggiano: "Nella nostra provincia, la cui vita economica è in gran parte dipendente dall'industria, specialmente la serica, e dall'emigrazione temporanea, la crisi e la disoccupazione battono il loro pieno".
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Riunione di uomini d'affari sulla politica finanziaria del governo
L'onorevole Bossi fa riferimento ad una numerosa riunione di uomini d'affari svoltasi in casa Pacelli la sera prima per discutere sulla situazione finanziaria. Alla riunione era presente anche suo nipote, che lo ha potuto, così, informare dettagliatamente sulle conclusioni a cui giunsero gli intervenuti: approvate all'unanimità tutte le disposizioni emanate dal governo, alle quali si è riconosciuto il merito d'aver "scongiurato il disastro economico, a cui si sarebbe fatalmente andati incontro"; ammessa la necessità e l'urgenza di nuovi provvedimenti "per allargare la stretta che minaccia di soffocare tutto il movimento industriale della Nazione". In questo senso sono avanzate cinque proposte: 1. abolire ogni limitazione sui rimborsi dei conti correnti; 2. elevare ad un quarto il rimborso sull'importo delle somme depositarie; 3. abolire ogni ulteriore moratoria; 4. costituire sotto l'egida e garanzia del governo un consorzio che prenda a reparto i titoli di indiscutibile valore; 5. sollecitare la riapertura delle Borse.
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Problema della disoccupazione
Rava, ministro delle finanze, riflette sul problema dilagante della disoccupazione ed invita il presidente del Consiglio a supportare una politica di lavori pubblici, in particolare di bonifica, che permetterebbe di ottenere contemporaneamente due vantaggi: dare lavoro sicuro e mettere a disposizione nuove terre coltivabili.
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Situazione economica in Veneto
In questa lettera Pietro Bertolini denuncia l'imminente chiusura dell'opificio veneto che dà lavoro a più di 1500 operai, sebbene sia egli stesso consapevole dell'inutilità del suo appello. Insiste, inoltre, sull'opportunità di realizzare un raccordo ferroviario Montebelluna-Lugano che permetta di dare lavoro pubblico a chi ne ha bisogno(1). (1)Di Pietro Bertolini si conserva nel fascicolo anche una seconda lettera indirizzata al commendatore Nicola D'Atri, di carattere privato (Ivi, C=1=3.121, 1 c., Montebelluna, 8 settembre 1914).
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Contributi statali sulle opere di pubblica utilità
Rubini discute con Salandra sull'estensione del contributo statale, concesso alle opere generali finalizzate all'utilizzazione delle acque mediante l'articolo 20, a tutte le regioni italiane. La discussione nasce dalle richieste avanzate da alcune regioni di usufruire del suddetto contributo statale concesso in via straordinaria alla sola Sardegna per la traduzione delle acque potabili.