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Salandra Antonio
Fascicolo Lettere ricevute da S.E. Salandra da gennaio ad aprile 1916
Il fascicolo comprende la corrispondenza di vari esponenti del mondo politico e finanziario italiano negli anni del primo conflitto mondiale. Si tratta di un corpo complessivo di 83 lettere e tra i nomi dei corrispondenti figurano quelli del direttore gen
Scheda: 1-160 cc. nr. fascicolo 10
Numero della busta: 1
Documenti presenti nel fascicolo
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Considerazioni sul Prestito Nazionale
Stringher dà conferma a Salandra che l'articolo di Luigi Einaudi, pubblicato nelle due edizioni del giorno prima del Corriere della Sera, avrebbe diffuso ed accentuato il malcontento "che già serpeggiava latente tra i sottoscrittori del Prestito Nazionale, emissione gennaio c.a., poiché esclusi dal beneficio dei vantaggi che godranno i sottoscrittori dello stesso prestito emissione luglio. Malcontento che dal lato del diritto è ingiustificato, ma che adesso, dopo di essere stato così autorevolmente e palesemente rilevato e proclamato, merita attenzione perché non mancherà di danneggiare l'esito della sottoscrizione".
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Considerazioni sul prestito nazionale ed apologia di Luigi Einaudi
Il direttore del Corriere della Sera torna a riflettere sugli errori del prestito nazionale. Esprime la sua amarezza per la reazione avuta da Salandra alla lettura dell'articolo di Luigi Einaudi sul suo giornale. Egli, infatti, aveva riversato la colpa di aver reso difficile la correzione degli errori strutturali del prestito alla pubblicazione dell'articolo, "quasi che fosse disonorevole per un governo raccogliere una voce dei sottoscrittori di un prestito della quale si è reso interprete in un giornale rispettabile un economista insigne [il prof. Luigi Einaudi]". Alberti sostiene moralmente Einaudi, pronunciatosi sulla questione "non come se si trattasse di un'omissione voluta ma di una concessione sottaciuta, offrendo così il destro al governo d'intervenire a chiarimenti non a correzione delle condizioni del prestito". Einaudi, secondo Alberti, non avrebbe potuto dimostrarsi "più riguardoso". D'altronde non si poteva continuare a tacere dinanzi alle pressanti richieste di chiarimenti e delucidazioni provenienti da più parti su due punti in particolare. Non si poteva non rispondere a quanti "rinfacciavano" le argomentazioni con le quali lo stesso Einaudi e lo stesso giornale avevano promosso la campagna delle sottoscrizioni del prestito nel luglio scorso, argomentazioni svuotate del loro valore o comunque contraddette dalle condizioni della nuova emissione. Alberti rivolge, pertanto, a Salandra l'ennesimo invito ad intervenire per dare ai sottoscrittori le soddisfazioni che essi "legittimamente" reclamano, per evitare così l'insuccesso clamoroso del prestito. Non manca, infine, di sciogliere "un nodo in gola": il potere assoluto assunto dal ministero dall'inizio della guerra, reso necessario dalla peculiare condizione bellica, ma non tale da dover essere esercitato senza consigliarsi "coi suoi amici", senza mai informarli di nulla, se non "a fatto compiuto". "In nessuno dei paesi belligeranti dell'uno e dell'altro campo avviene ciò che si constata in Italia, dove Parlamento, stampa, opinione pubblica, industria, commercio, banca hanno rinunciato ad ogni controllo, ad ogni critica, ad ogni manifestazione anche privata", affidandosi a due soli uomini: il Capo del Governo ed il ministro degli Esteri. Si lamenta del fatto che né banchieri né economisti siano stati interpellati su modalità, tempi e condizioni dell'emissione del nuovo prestito.
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Consigli sul prestito nazionale
L'onorevole Nitti invita Salandra a leggere un suo articolo, intitolato "L'ora presente" che sarebbe stato pubblicato il giorno successivo sul giornale "La finanza italiana". L'articolo si propone soprattutto "di giovare ad un nuovo prestito e suggerisce alcuni provvedimenti che sembrano così necessari".
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Bozza di una memoria sul prestito nazionale
E' la bozza di una memoria riassuntiva di tutto ciò che interessa il prestito nazionale al 5 per cento. Coglie l'occasione per invitare Salandra a tenere una conferenza sull'esecuzione dei patti di Londra. Adombra i suoi dubbi sulle gravi ripercussioni sul corso dei cambi con l'estero che si verificheranno in seguito ad una non corretta esecuzione dei suddetti patti.
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Questioni politiche
Biglietto dell'onorevole Sonnino all'onorevole Salandra con omessi appunti dattiloscritti sulla questione di Salonicco, dell'Albania e dell'Adriatico.
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Ricadute economiche della guerra
Si tratta di una lettera del prof. A. De Viti De Marco, con acclusa la lettera datata Roma, 9 febbraio in cui alcuni suoi amici politici, delegati di vari partiti, esprimevano al Ministro del Consiglio Salandra considerazioni sulla guerra. Il giudizio sull'intervento dell'Italia in guerra è in generale positivo, ma viene evidenziata qualche lacuna: "nonostante le difficoltà il Governo ha fatto sforzi importanti per superarle. Ci sono stati molti e gravi errori. Nel preparare armi e munizioni si poteva fare di più coi vantaggi per l'economia. [Omissis...] Nella preparazione economica si potevano evitare parecchi danni, che il Paese ha dovuto subire, se vi fosse stata maggiore previdenza e migliore organizzazione: quel che riguarda il grano, il carbone, i noli, la funzione portuale, i cambi, ne è prova eloquente. Nell'azione diplomatica una più intima e completa intesa tra gli alleati avrebbe potuto stabilire una collaborazione economica e finanziaria, che è stata invece minor del bisogno, e avrebbe dovuto porre a propria base e cemento un piano unitario e metodico di attività politica e militare che è invece mancata".
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Risposta
Salandra nella lettera si limita a dare conferma dell'avvenuta ricezione della lettera del prof. De Viti De Marco e s'impegna a prestare la massima attenzione al "documento" accluso.
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Appunti del prof.Maffeo Pantaleoni
Stringher invia a Salandra una lettera con alcuni appunti dattiloscritti di Maffeo Pantaleoni in allegato (Note del prof. Pantaleoni). Essi sono articolati nei seguenti punti di discussione: 1) Il concorso di capitale estero nelle industrie - quello esistente e quello che sarebbe possibile e desiderabile; 2) E' assai più utile agli italiani che non s'investa direttamente nelle singole industrie, nella navigazione, nell'elettro-tecnica, nei cotonifici, ecc., bensì si prendano compartecipazioni nelle banche di credito mobiliari e attraverso queste gli stranieri s'interessino alle industrie: il riparto del capitale tra le varie domande riuscirà allora più conforme alle produttività marginali, avverrà in modo più disseminato e così da non fare 'blocco' in certi rami d'industria; avrà caratteri più agili, liberi, sostituibili. E' assai più facile ottenere il concorso a banche anziché venti concorsi in venti industrie, perché il primo metodo richiede risposta ad un solo quesito, anziché a venti; e risposta a quesito di cui gli elementi sono facilmente riuniti, anziché a quesiti di cui gli elementi sono molti gruppi eterogenei; 3) Una combinazione è ora presente, domani non lo sarà più; e un'altra sarà resa difficile dall'inconsiderato rifiuto dell'attuale. Assumerà perciò una grave responsabilità chiunque: a) la esaminasse superficialmente; b) la lasciasse tramontare per tardività nel decidersi. La combinazione che si offre è adeguata per la forma e per le persone alle esigenze del patto di Londra (...); 4) Il patto di Londra non acconsente più l'equivoco della formale pace con la Germania e dell'effettiva lotta contro questo solo e vero nemico nostro. Ci priva pure, l'equivoco detto, di pegni utili per il giorno della pace; 5) La combinazione proposta, perché è anglo-belga-francese, esclude il dominio di un'unica forza straniera in Italia. E' stato questo punto antitetico al regime precedente che è ancora l'attuale; 6) La combinazione proposta riunisce forze capitalistiche così ingenti, quale nessun'altra combinazione può riunire maggiori e perciò tali da essere di grande giovamento per l'Italia nel regime post-bellico; 7) Le banche e gli industriali disposti a far parte di una combinazione con la Commerciale: a) a patto che questa si liberi dai tedeschi e dagli italo-tedeschi, b) a patto che il governo gradisca il loro intervento (...).
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Accordi finanziari con l'estero
Stringher fa riferimento ad una conversazione avuta con Salandra sulle "progettate combinazioni francesi ed inglesi con le banche italiane" . Stringher, inoltre, comunica all'amico di aver scritto al delegato della Banca d'Italia a Londra, Joe Nathan, per informarlo, innanzitutto, che in Italia si vedrebbe favorevolmente la partecipazione del capitale italiano nel progetto della combinazione anglo-italiana, meno sproporzionato rispetto all'inglese, per il momento stabilito in un rapporto di 6 a 2. Inoltre lo informa che il governo italiano è favorevole alla partecipazione diretta del Board of Trade o, comunque, alla sua garanzia sull'affare, per evidenti considerazioni di principio e di opportunità. Su quest'ultimo punto "delicato", per il quale Salandra aveva richiesto maggiori informazioni, ha pregato Nathan di assumerne a Londra e di riferirne a Stringher con qualche sollecitudine. Sicché Stringher è in attesa di risposte importanti da Nathan, che comunicherà prontamente a Salandra.
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Trust anglo-italiano
Stringher invia le informazioni ricevute da Nathan a Salandra. Si tratta d'informazioni relative alle riunioni svoltesi a Londra tra i rappresentanti del Consorzio anglo-italiano alla presenza del commendatore Balzarotti, amministratore del Credito Italiano, del commendatore Bianchi, già direttore generale delle Ferrovie dello Stato. Pare siasi convenuta la costituzione di un trust di carattere esclusivamente finanziario costituito dai due gruppi: l'uno inglese (400mila sterline di capitale), l'altro italiano, con capitale di 10 milioni di lire, di cui per l'equivalenza di 200mila sterline, garantito dal Credito Italiano e il resto (200000 sterline) sottoscritto dal gruppo inglese. La direttiva generale del trust dovrebbe essere comune. Il Cancelliere McKenna su istanza del Board of Trade ha aderito alla proposta di garantire al gruppo inglese l'interesse del 5 per cento annuo per un capitale massimo di 600mila sterline. Ha ritenuto conveniente far conoscere a sir Everard Hambro che il governo italiano non era al corrente della cosa e di autorizzarlo a suggerire che il governo inglese per la buona regola informi quello italiano prima di decidere. Sembra che l'iniziativa dell'affare sia dovuta principalmente alla casa Westinghouse e che il trust abbia come primo scopo la trasformazione in trazione elettrica delle ferrovie dell'Italia settentrionale, alla quale trasformazione la Westinghouse s'interessa specialmente".
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Ancora sulla costituzione del trust anglo-italiano
Stringher informa Salandra della partenza di Balzarotti e dell'ingegnere Bianchi da Londra a Roma per la fondazione del trust anglo-italiano. La costituzione era subordinata all'approvazione del governo italiano, e ciò per merito dell'intelligente mediazione di sir Everard Hambro.