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Salandra Antonio
Fascicolo Lettere Sonnino
Si tratta di un corpo complessivo di 73 lettere che Sonnino scrive al collega ed amico Salandra nel periodo cruciale di scoppio della prima guerra mondiale e di progressivo coinvolgimento dell'Italia nel conflitto.
Scheda: 1-146 cc. nr. fascicolo 18
Numero della busta: 1
Documenti presenti nel fascicolo
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Sonnino interventista
Sonnino esercita pressioni su Salandra per convicerlo della necessità dell'intervento dell'Italia in guerra.
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Risposta di Salandra
Risposta di Salandra alla lettera di Sonnino. Salandra condivide le argomentazioni addotte da Sonnino a sostegno dell'entrata in guerra dell'Italia.
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Sull'atteggiamento che l'Italia assumerà nel primo conflitto
Salandra sostiene ufficialmente la neutralità dell'Italia, ma avverte la necessità di sentire Giolitti e Sonnino prima di prendere decisioni su quale atteggiamento l'Italia debba assumere rispetto al conflitto mondiale.
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Considerazioni su neutralità ed interventismo
Salandra dichiara la sua tendenza, già espressa nella precedente lettera, che "è in genere di armare"; "in ogni modo è tanta disoccupazione di meno e tanto meno pericolo di disordini e di opposizione rispetto a qualunque provvedimento d'urgenza".
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Sulle scelte politiche di Salandra
Sonnino ribadisce il consiglio di seguitare ad armare il paese quanto più è possibile, ma di attenersi sempre rigorosamente alla neutralità. Il paese si sta eccitando troppo contro l'Austria e i giornali si sono troppo indirizzati verso questa strada.
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Sulla neutralità
Salandra conferma la scelta della neutralità, nonostante le lusinghe da parte di entrambi gli schieramenti in conflitto. La principale preoccupazione avvertita da Salandra è di lasciare il Paese in condizioni peggiori di quelle in cui l'ha trovato. "Adesso il paese è col Governo, specialmente con me. Probabilmente non sarà così tra qualche tempo, perché il paese vorrebbe ottenere grossi risultati con piccoli sforzi, ma al rivolgimento dell'opinione sono preparato".
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Strategie di conquista dell'Albania
Sonnino suggerisce a Salandra di procedere all'impresa militare in Albania, puntando principalmente sull'occupazione del Piccolo Promontorio e dell'isola di Saseno, come modo per "fare qualcosa di discretamente serio come difesa dello sbarco dell'Adriatico, nel caso assai probabile che l'Albania vada in mano ai pezzi grossi". Dalle parole di Sonnino emerge chiaramente la motivazione economica (il controllo dell'Adriatico), oltre che politica e militare che induceva l'Italia a procedere con l'occupazione dell'Albania.
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Invio lettera del direttore della sezione "Politica Estera" del 'Times'
Sonnino spedisce a Salandra copia della lettera di Steed, direttore della sezione "Politica Estera" del giornale "Times", in costante contatto con il Ministero degli Affari Esteri inglese. La lettera è datata 3 settembre, ma ritiene ugualmente opportuno inviarla a Salandra per sua "maggiore notizia". Scrive Sonnino: "Steed, che tu conosci, è uomo di buona fede e convinto di quello che fa". Salandra, sulla base della situazione attuale, potrà valutare da sé se quanto scritto da Steed abbia ancora una qualche validità.
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Informazioni del Ministero di Guerra
Salandra invia a Sonnino informazioni riservatissime del Ministero di Guerra.
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Sull'entrata in guerra dell'Italia
Sonnino, presa visione dei documenti inviatigli da Salandra, conferma le sue impressioni: "poco o nulla si può fare in questi mesi, e dovendo stare sostanzialmente inattivi vale meglio passare 5 mesi in condizione di neutralità (attiva) che non in condizioni di guerra (inattiva)". Unico consiglio che Sonnino rivolge a Salandra è di compiere un maggiore sforzo per acquistare le armi e d'iniziare a stringere accordi per l'entrata in guerra a partire dal mese di gennaio.
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Sulle prossime manovre politiche dell'Italia
Sonnino si mostra convinto che l'occupazione di Saseno e della baia di Valona vada fatta subito, senza chiedere permessi a nessuna autorità, prima che si decida la grande battaglia in Francia e che la Russia abbia potuto sbaragliare l'esercito austriaco.
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Sul miglioramento della circolazione monetaria in Italia
Sonnino dà prima indicazioni di strategia militare sulla conquista di Valona. Nella seconda parte della lettera, invece, si apre ad alcuni suggerimenti sulle misure finanziarie che Salandra, in qualità di presidente del Consiglio, potrebbe prendere per migliorare la circolazione monetaria in Italia: "Mi pare che Rubini avrebbe dovuto (e potrebbe ancora) profittare dell'occasione delle larghe venatorie concesse alle Banche pei conti correnti per abolire quei limiti (se ben ricordo di non più di 1/3 del tasso dello sconto) che furono dal Giolitti imposti agli interessi dei conti correnti degli Istituti di Commissione (per amore della Banca Commerciale, con appoggio di Luzzatti, legato alla Banca di Credito). Si potrebbe elevare quel limite alla metà dello sconto. Credo che sarebbe un provvedimento molto utile all'igiene della nostra circolazione anche in tempi normali".
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Sui conti correnti degli Istituti di emissione
Salandra risponde a Sonnino sulla questione politico-militare della conquista di Valona. Interessante il post scriptum, nel quale Salandra dichiara: "sono in tutto della tua opinione circa i conti correnti degli Istituti di emissione, i quali, in quest'ultimo mese, hanno dato il maggior reflusso che si poteva avere. Ma Stringher ha ridotto l'interesse dal 2 all'1 e mezzo e Rubini risente le influenze milanesi" sulla conquista di Valona.
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Sulla conquista di Valona
Sonnino suggerisce a Salandra di conquistare Valona anche senza il consenso degli inglesi.
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Sulla conquista di Valona
Nella lettera si discute della delicata questione politico-militare della conquista italiana di Valona in Albania.
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Sulla guerra in Albania
Salandra informa Sonnino sugli esiti del suo incontro di due ore con Rubini ed altri ministri.
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Consigli di strategie politiche da seguire in Parlamento
"Caro amico, dalla tua lettera rilevo con piacere che per ora Rubini si è acquietato. Sugli altri devi importi. (...) Convieni con me che nel momento attuale conviene che tu vada avanti con l'interim e con il Gabinetto come si trova, perché ogni cambiamento può precipitare gli avvenimenti": il tema centrale intorno a cui ruota questa lettera di Sonnino è l'impresa militare italiana in Albania, con riferimenti più o meno espliciti ai contrasti ed alle divisioni parlamentari che essa implicò.
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Sulla questione di Valona
Salandra informa Sonnino d'aver raggiunto l'accordo con Rubini. Il prossimo passo sarà trattare con il ministro della Guerra. Il giorno dopo ci sarebbe stato un Consiglio, nel quale si sarebbe dovuta concludere una deliberazione. In caso di mancato raggiungimento di un accordo, Salandra sarebbe stato costretto a dare le dimissioni dalla Presidenza del Consiglio. Secondo Salandra nessuno vuole l'occupazione di Valona, tranne il gruppo di amici di Sonnino.
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Consigli politici
Da quanto appreso sull'ultimo Consiglio dei Ministri, Sonnino giudica opportuno che Giulio Rubini lasci il Ministero, affinché Salandra, dando le dimissioni generali del Gabinetto, possa riformarlo con più libertà di scelta e di movimento. Secondo Sonnino "converrebbe fare un ministero che possa non solo prendere al momento opportuno la decisione della guerra o meno, ma anche tradurla in atto, senza nuove modificazioni. Perciò converrebbe allargarsi un poco verso sinistra". Sonnino suggerisce Orlando per il Ministero di Grazia e Giustizia. Offre anche la sua disponibilità in caso di necessità. Per quanto concerne la politica estera, Sonnino è consapevole, anche in base alle informazioni ricevute dallo stesso Salandra, che la situazione è critica e che l'Italia non potrà prendere ancora molto tempo per esprimere pubblicamente la sua decisione definitiva rispetto al conflitto mondiale. "Ma - si domanda Sonnino - possiamo noi entrare in guerra presto, date le nostre deficienze militari? O queste sono ancora così gravi da sconsigliarlo in modo assoluto per il momento, a meno di essere forzati da un'aggressione esterna?" Sonnino si rende disponibile per un incontro diretto con Salandra, qualora quest'ultimo ne abbia bisogno. In questa, come nelle altre lettere, spicca in modo evidente il ruolo importante svolto da Sonnino come sostenitore e consigliere privato di Antonio Salandra negli anni in cui questi esercitò la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri.
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Accordo con Rubini
Salandra informa Sonnino che dopo ore di lunghe discussioni con Rubini ha raggiunto lo sperato accordo. Si recherà dal Re per vedere se sia il caso di dare comunque le dimissioni.
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Notizie inopportune
Salandra giudica inopportuna la notizia in prima pagina pubblicata sul Giornale d'Italia relativa alla consulta tra lui e i due Capi di Stato maggiore.
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Incontro segreto tra Sonnino e Salandra
Sidney Sonnino fissa una riunione con Antonio Salandra presso il luogo della Consulta o, per sfuggire ai giornalisti, in casa sua.
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Amicizia italo-rumena
Sonnino invita Salandra a comunicare ai presidenti del Senato e della Camera dei Deputati l'opportunità di manifestare l'amicizia italo-rumena.
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Consigli burocratici
Sonnino elargisce a Salandra consigli sulla forma delle "Comunicazioni di governo".
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Occupazione militare di Valona
Nella lettera si fa riferimento all'inizio dell'occupazione di Valona. Sonnino cerca di convincere Salandra ad esercitare pressioni sulla Marina perché invii un reggimento e qualche ufficiale del genio.
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Comunicazioni riservatissime
Sonnino comunica a Salandra la lettera ricevuta da Bergamini riguardo ai nominativi dei senatori. Lo invita a bruciare la lettera, spedita al Salandra in allegato, dopo averla letta. Salandra dovette eseguire alla lettera le indicazioni di Sonnino perché di detta carta non v'è traccia nell'archivio.
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Ringraziamenti
Salandra esprime tutta la sua gratitudine per il sostegno morale e politico ricevuto da Sonnino "nell'ardua impresa".
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Invio di viveri all'ospedale militare di Trieste
Sidney Sonnino consiglia Salandra di far inviare dal Comune di Roma un vagone solo di farine per l'ospedale di Trieste, per non accrescere le enormi difficoltà che si dovranno superare a breve anche nella Capitale.
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Consigli politici
Sonnino informa Salandra di aver ricevuto la visita dell'ambasciatore russo, il cavalier Michele Giers. Lo descrive come "uomo intelligente, in fondo duro e di fama insistente ed aggressivo", "evidentemente in sospetto sulla serietà dei nostri propositi". Giers avrebbe chiesto a Sonnino di convincere Salandra a "risolvere la situazione con qualche atto decisivo prima del 20", ovvero prima della riunione parlamentare. Il consiglio che Sonnino rivolge a Salandra è il seguente: "ti consiglio di sollecitare la consultazione degli uomini politici, perché gli avvenimenti precipitano e l'essenziale è che non ne venga un danno alla cosa pubblica".
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Amministrazione dei territori occupati oltre il confine
Sonnino invia a Salandra la lettera che scrive a Teodoro Mayer, con altra che vi era allegata. Chiede, inoltre, a Salandra di comunicare il contenuto della lettera al prefetto di Udine affinché pubblichi dei manifesti nei luoghi d'occupazione delle truppe oltre confine per rassicurare da un lato le popolazioni civili ed animarle a favore degli italiani dall'altro. Sonnino conclude la lettera affrontando questioni relative all'amministrazione dei territori occupati.
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Un caso di censura violato
Sonnino informa Salandra d'aver appreso che l'Idea Nazionale ha pubblicato un articolo scritto dall'Alberti vietato dalla censura. Sonnino invita Salandra a far rispettare in modo più severo le regole della censura.
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Conversione bellica delle industrie
Sonnino conviene con Salandra sulla necessità di ricorrere a misure radicali per accelerare la trasformazione delle fabbriche e permettere la produzione di munizioni necessarie alla guerra.
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Rapporti diplomatici con l'Inghilterra
Sonnino rende conto a Salandra dell'azione diplomatica svolta presso gli inglesi e, in particolare, presso Rodd, con il quale Sonnino si è soprattutto lamentato della "durezza del prestito, che non era più un prestito, ma solo un'apertura di credito, e del rifiuto delle mitragliatrici".
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Necessità di dichiarare guerra alla Turchia
Sulla necessità di vincere la diffidenza degli alleati scendendo effettivamente in campo, almeno con una dichiarazione di guerra contro la Turchia, laddove si è impossibilitati a partecipare all'impresa dei Dardanelli.
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Rapporti diplomatici dell'Italia con la Triplice Intesa
Secondo Sonnino è la crescente diffidenza degli alleati verso l'Italia, che dall'adesione del patto di Settembre "sembra che si stia movendo solo in ciò che le conviene", che ha determinato una serie di misure restrittive: "E così impediscono il commercio nostro nel Mar Rosso con gli arabi; così trattengono le esportazioni di lana in Italia, ammenocché garantiamo di non mandare nulla del genere in Germania e in Turchia, ecc., ecc. Già essi brontolano per il fatto che non vogliamo limitare l'esportazione in Svizzera della seta".
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Regolamentazione delle esportazioni italiane
Nella lettera Sonnino motiva a Salandra la necessità, da quel momento in poi, di "essere inesorabili nel non permettere alle nostre fabbriche la fabbricazione e l'esportazione di materiali di guerra nemmeno per gli alleati, anche se si tratta di cose di cui noi non facciamo uso; altrimenti le fabbriche confezionano quelle invece di lavorare per il nostro ornamento". Il riferimento era alla produzione italiana di mitragliatrici di un modello migliore rispetto alle dotazioni dell'esercito italiano e destinate al mercato francese.
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Protezione di militari
Sonnino si confronta con Salandra sulla richiesta giuntagli di difendere i tanti soldati irredenti arruolatisi nell'esercito come volontari e fatti prigionieri dagli austriaci.
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Esportazioni di grano nel Dodecanneso
Salandra risponde a lettera precedentemente inviatagli da Sonnino esprimendo tutto il suo appoggio: "Sono completamente d'accordo con te. Per assumersi i guai e i rischi di una esportazione di grano nelle attuali condizioni del mercato si dovrebbe almeno trattare di un alleato fido. Dato l'attuale giuoco doppio che fa la Grecia, l'opinione pubblica non scuserebbe una concessione. Nota che dovremo mandare grano nel Dodecanneso, dove cominciano a star male, dacché la Grecia non ne lascia più passare e gli Inglesi non permettono che ne esca dall'Egitto fuorché per una insufficientissima quota mensile".
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Commercio illecito di metalli in Germania
Sonnino discute con Salandra sull'informazione riservata giuntagli relativa ad un commercio clandestino di metalli tra Germania ed Italia che passerebbe attraverso la Svizzera. Sonnino suggerisce a Salandra di prendere immediati provvedimenti a riguardo.
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Censura violata
Sonnino torna a lamentarsi con Salandra del mancato rispetto della censura su articoli di giornale che vengono ugualmente pubblicati. Fonte delle lamentele è questa volta De Martino.
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Richiesta di parere tecnico
Sonnino chiede il parere di Salandra su alcune delicate questioni militari e politiche in qualità di presidente del Consiglio dei Ministri e di "Reggitore della Marina Militare".
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Considerazioni sulle limitate risorse finanziarie e militari dell'Italia in guerra
Sonnino discute con Salandra dell'impossibilità finanziaria e militare di intraprendere una nuova missione nell'area balcanica, per quanto ciò avrebbe delle ricadute politiche sul piano internazionale positive. Non è possibile, infatti, secondo Sonnino "sparpagliare le non eccessive nostre risorse", tutte concentrate nel Carso e sulla frontiera austriaca.
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Richiesta di un parere tecnico
Sonnino chiede il consenso di A. Salandra in qualità di presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro del Tesoro, se non anche quello del Ministro della Guerra per risolvere una questione onerosa sotto il profilo finanziario e rischioso sotto quello politico: "armare in guerra sette navi con bandiera della Regia Marina, facendole servire al trasporto di truppe francesi in Oriente".
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Spedizione franco-inglese nei Balcani
Sonnino informa Salandra che la mancata partecipazione dell'esercito italiano alla spedizione franco-inglese dei Balcani avrà conseguenze sulle relazioni internazionali dell'Italia con le due potenze europee sul piano politico ed economico in tempo di pace oltre che di guerra.
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Stanchezza per la situazione italiana
Sonnino comunica a Salandra la stanchezza che ormai avverte per "la situazione" politica dell'Italia e per la fatica che implica la conservazione della segretezza dei termini del patto di Londra. Intanto continua ad essere "indaffaratissimo" ed "impegnatissimo" coi diplomatici.
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Notizie dal fronte
Nella lettera Sonnino informa Salandra dello stato delle operazioni militari contro i tedeschi e della situazione bellica internazionale, con particolare riferimento alla Russia.
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Lamentele varie
Sonnino lamenta con Salandra il ritardo con cui gli sarebbe giunta la memoria del Ministero della Guerra sulla questione del grano. Lamenta, inoltre, la scarsità di uomini per la difesa di Valona in Albania, minacciata dagli austro-bulgari.
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Accordo mancato sull'agricoltura
Sonnino informa Salandra di non essere giunto a nessun accordo con gli inglesi sull'agricoltura e, in particolare, sul grano: "Ho mandato - scrive - uno del mio gabinetto all'agricoltura per pregarli di rinunciare a queste condizioni irraggiungibili contentandosi del mantenimento degli acquisti fatti a tutt'oggi".
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Accordo sul grano con l'Inghilterra
Sonnino ha parlato con Mayor des Planches, giunto da Berna, e gli ha prospettato "di che cosa si tratta, abbozzandogli all'ingrosso lo stato della giustizia così dei noli e dei trasporti, come dei grani, dei carboni e dei rottami, come pure l'ultimo stadio a cui sono arrivate le trattative". Egli accetterebbe l'incarico, ma vuole rendersi conto singolarmente dei problemi. Gli inglesi, intanto, sembra stiano facendo proposte positive sia per il grano sia per il carbone. A Sonnino sembrano accettabili.
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Rimpatrio negato agli operai italiani
Sonnino denuncia il mancato rispetto da parte dell'impero tedesco degli accordi internazionali del 1915 sul rimpatrio delle categorie di lavoratori. Nella fattispecie il rimpatrio è stato negato agli operai italiani. Sonnino allega alla lettera la copia dattiloscritta della relazione del Ministero degli Affari Esteri Terza Divisione.
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Violazione degli accordi internazionali da parte della Germania
Nella lettera si torna a discutere della Germania e della violazione degli accordi internazionali sul rimpatrio degli operai italiani.
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Comunicazioni riservate a Salandra
Sonnino fa riferimento all'esecuzione di un compito affidatogli da Salandra circa una "nota tedesca". Non vi sono, però, nella lettera altre indicazioni che permettano di chiarire meglio la questione cui si fa riferimento. Si tratta, a larghe linee, di una questione politico-militare legata alle manovre diplomatiche compiute dall'Italia sul fronte internazionale nel corso del primo conflitto mondiale.