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Salandra Antonio
Fascicolo Discorsi e appunti
Il fascicolo si articola in tre parti. La terza, intitolata "Parole dette con parecchie aggiunte e modificazioni improvvisate nella festa dell'inaugurazione della Banca Cooperativa di Lucera da A.S.", è composta da un solo documento, relativo al discorso
Scheda: 1-50 cc. nr. fascicolo 76
Numero della busta: 2
Documenti presenti nel fascicolo
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Discorso inaugurale della Banca Cooperativa di Lucera
"L'illustre presidente dell'associazione fra le banche mutue italiane, l'onorevole Luigi Luzzatti mi ha commesso di esprimervi il suo sincero rammarico della sua assenza all'inaugurazione della Banca popolare cooperativa di Lucera". Con queste parole si apre il discorso di Antonio Salandra, che si limita a leggere e a commentare il testo scritto di Luigi Luzzatti. In particolare Salandra accentra l'attenzione dei presenti su alcune affermazioni del presidente dell'associazione delle banche mutue italiane. Per esempio sul modo in cui quest'ultimo ha definito il fine della banca che "non è l'allargare le vie del credito a coloro che già le possono percorrere, [ma] é soprattutto il dischiuderle a quei moltissimi per i quali il trovar credito è una vana speranza se non a pegno della degradazione al Monte di Pietà o a pegno della rovina estrema dall'usuraio". E' li che essa interverrà con "la fiaccola rischiaratrice del prestito a giusto interesse e a rigorosa ragion di tempo". A questo punto Salandra legge testualmente le offerte bancarie di Luzzatti: 1) offre gratuitamente a nome dell'associazione fra le banche mutue italiane formulari di contabilità e simili scritture. La spesa è fatta dal fondo costituito l'anno precedente in seno a quell'associazione per impulso del congresso di Bologna 2) propone agli amministratori della banca di Lucera di adoperarsi lui affinché entrino in accordo d'idee e di affari con la Banca Popolare di Milano, nata da 18 anni su impulso dello stesso Luzzatti. La "sfiducia" e la "malavoglia" del napoletano, che avrebbero segnato la differenza rispetto al Nord, possono essere superate con la prosperità e con l'onestà che promanano dagli istituti di credito popolare. "La ragione principalissima sta tutta nelle mancanza dei capitali, in quelle mancanze che ci fa parere ignoranti e immorali, che ci fa tremare, i grossi interessi, che ci fa trascurare i miglioramenti delle nostre terre e l'impianto delle industrie, cui non manterrebbero tutti gli altri elementi d'una florida vita". Scrive, ancora, Salandra: "Si riversino i capitali del Settentrione sopra queste terre meridionali, le quali aspettano, a mostrare la loro fecondità, la pioggia che rese fecondo il seno di [...]. Concorrano alla creazione di novelle industrie" per la "trasformazione della bottega in opificio ad armare della macchina il braccio infaticabile del nostro operaio. Saranno d'immenso beneficio". Intermediari di questo provvido scambio d'utilità sono gli istituti di credito popolare. L'importanza di una banca si misura non dal capitale che ha, ma da quello che attiva. "E i nostri intelligenti amministratori - aggiunge Salandra - sapranno trarre larghi vantaggi dall'autorevole profferta. Nello stringere la mano che ci si porge dai fratelli del Settentrione nessuno di noi sconoscerà l'altissimo significato morale e patriottico di quest'accordo di idee, di sentimenti, d'interessi".