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Elenco istituti
Istituto Biblioteca Angelo Mai di Bergamo
Con testamento del febbraio 1760, il cardinale Alessandro Furietti (letterato e studioso di antichità classiche) dichiarava di lasciare la sua libreria alla città di Bergamo a patto che venisse messa al servizio del pubblico entro cinque anni. Nel 1764 il consiglio comunale approvò il legato e quattro anni dopo venne aperta al pubblico una sala del Palazzo Nuovo, l'allora sede del Comune, per sole tre ore in altrettante giornate alla settimana. Con l'avvento della Cisalpina, alla Biblioteca confluirono numerosi fondi librari, appartenuti in precedenza a monasteri e conventi soppressi dal regime napoleonico. Nel 1797 l'intero patrimonio della Civica venne accorpato a quello della biblioteca capitolare e trasportato in un vasto locale della canonica del Duomo. Nel 1843 la Biblioteca subì un nuovo trasferimento: i suoi 60.000 volumi vennero collocati nel palazzo della Ragione, e si cominciò - ad opera di Agostino Salvioni - un'opera di sistematizzazione delle opere che prevedeva la duplice compilazione di registri sia delle materie che degli autori. A fine secolo XIX, una nuova riorganizzazione interna costrinse la Biblioteca alla chiusura per due anni: Angelo Mazzi (allora bibliotecario), predispose un nuovo catalogo a schede, ordinate alfabeticamente per autore e collocate all'interno di cassette di legno; istituì l'obbligo dell'inventariazione all'ingresso e predispose un nuovo sistema di segnatura. Nel 1928, grazie ad una serie di donazioni (dai manoscritti Romagnosi alla raccolta Beltramelli, dall'archivio Donizetti alla libreria del Cossa, solo per citarne alcuni), il patrimonio librario raggiunse le 200.000 unità. I bisogni di una collocazione più consona fecero sì che la biblioteca venisse nuovamente trasferita nel Palazzo Nuovo. A metà degli anni Ottanta il patrimonio ammontava ad oltre 500.000 volumi.
Indirizzo: piazza Vecchia, 15
CAP: 24129
Luogo: Bergamo
Regione: LOMBARDIA
Contatti: Tel. 035-399430 Fax 035-240655 indirizzo web http://www.bibliotecamai.org
Bibliografia: Sonzogni Ivano, Una biblioteca per i bergamaschi "di gran talento": il cardinale Furietti e la fondazione della Civica, in "Bergomum. Bollettino della Civica Biblioteca Angelo Mai di Bergamo", 2 (1994), aprile-giugno, pp. 5-46 Manca Giovanna Maria, La costituzione del fondo manoscritti della Biblioteca Civica "Angelo Mai" di Bergamo. Genesi, formazione e incremento dal 1760 al 1880, tesi di laurea, Università degli Studi di Milano, a.a. 1984-1985 Maccarana Eugenia, I fondi librari ottocenteschi della Biblioteca Civica "A. Mai" di Bergamo, tesi di laurea, Università degli Studi di Milano, a.a. 1981-1982La biblioteca civica "A. Mai" in Bergamo, Bergamo, tipografia editrice G. Secomandi, 1958 Bravi Carlo, Notizie concernenti la pubblica biblioteca, Bergamo, Crescini, 1843.
Fondi censiti nel sito ASEE
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Archivio Carli Rubbi Gian Rinaldo
Questo archivio, che si compone di 592 unità raccolte in 3 volumi e 2 cartelle, comprende per la maggior parte carte private (documenti e lettere) di Gian Rinaldo Carli e del figlio Agostino di cui non si conosce nulla circa la provenienza. L'ordinamento dell'archivio riprende la struttura datagli da Luigi Chiodi, direttore della Biblioteca Mai dal 1957 al 1978, e si suddivide in 15 fascicoli. I primi sette fascicoli sono raccolti in tre volumi, mentre i restanti dal n. 8 al n. 15 occupano due faldoni. L'archivio è alquanto frammentato soprattutto perchè la documentazione di cui si compone è composta da carte e lettere personali di Gian Rinaldo e del figlio Agostino, che vanno a completare la documentazione essenzialmente di tipo politico conservata invece presso la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia. La maggior parte delle lettere è indirizzata ad Agostino, mentre quelle destinate a Gian Carlo trattano essenzialmente di questioni personali e vicende familiari. L'ordine delle missive segue una sequenza di tipo cronologico. I singoli fascicoli sono i seguenti: I: lettere a Gian Rinaldo e Agostino Carli Rubbi; II: lettere senza firma a Gian Rinaldo o Agostino Carli Rubbi e altri; III: lettere di Solar de Monasterol a Agostino Carli Rubbi; IV: Lettere di Ignazio Somis a Gian Rinaldo Carli Rubbi; V: lettere di Carlo Raiberti a Gian Rinaldo Carli Rubbi; VI: lettere di Giuseppe Tamagni a Gian Rinaldo Carli Rubbi; VII: lettere (in minuta) di Agostino Carli Rubbi, VIII: carte varie; IX: testamenti e libelli; X: carte varie; XI: ricerche araldiche; XII: carte personali di Gian Rinaldo; XIII: carte personali di Agostino Carli Rubbi; XIV: carte personali di Paolina Carli Rubbi; XV: lettere di Gian Rinaldo al figlio Agostino.
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Biblioteca Luigi Cossa
La biblioteca Luigi Cossa, uno dei principali economisti italiani della seconda metà del XIX secolo, si compone di circa 6.000 volumi oltre ad una serie di opuscoli e periodici. Il fondo, conservato presso la Biblioteca Angelo Mai di Bergamo, è collocato nella sua integrità, salvo qualche eccezione debitamente segnalata, in cinque campate della sala 24 (palchetti da Sala 24-J1 a Sala 24-N4). Non esistono né un catalogo né un registro; unico inventario disponibile è il registro d'ingresso (collocazione Sala 24, n. 118 J-ZO) compilato al momento del passaggio di proprietà del fondo dall'avvocato Pellegrini alla biblioteca avvenuto nel 1925. Moltissimi i libri presenti in lingua straniera soprattutto tedesco, inglese, francese a anche qualche edizione in lingua russa. La maggior parte delle edizioni risale alla seconda metà del XIX secolo, anche se numerosi sono quelli del secolo al XVIII, riguardanti soprattutto la moneta. Le principali tematiche riguardano l'economia, la finanza, la politica, la sociologia del lavoro, oltre a diversi compendi storico-giuridici. Varie le monografie dello stesso Cossa, presenti anche nelle edizioni straniere. Numerosi pure i manuali di economia politica soprattutto di fine Ottocento. Per la rilevazione si è scelto di mantenere come guida principale l'ordine topografico con cui i libri sono stati ingressati, che corrisponde anche al collocamento fisico sugli scaffali della sala. Per tale motivo ogni campata è stata inserita come busta e da questo ogni scaffale come fascicolo.