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Elenco istituti
Istituto Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti di Bari
Nel 1863 il senatore barese Girolamo Sagarriga Visconti Volpi lasciava per testamento alla città di Bari, del tutto sprovvista di biblioteche pubbliche, la sua raccolta personale di circa un migliaio di opere in oltre duemila volumi. Bisognerà attendere il 1875 per l'inaugurazione della pubblica biblioteca a Bari, nel frattempo arricchitasi di ulteriori donazioni e di varie migliaia di volumi provenienti dai soppressi conventi della provincia. Nel 1894 il Comune e la Provincia di Bari, per consentirne un migliore funzionamento, davano vita ad un consorzio di comune gestione dell'ente, che diventava in tal modo "Biblioteca consorziale Sagarriga Visconti Volpi", denominazione rimasta invariata fino al 1958. Primo importante direttore della biblioteca fu il padre Raffaele D'Addosio, donatore di una corposa raccolta di manoscritti ed opere varie. Sotto la sua direzione la sede della biblioteca fu spostata nel Palazzo Ateneo, dove tutt'oggi risiede. Nel 1958 la biblioteca fu dichiarata Istituto di Stato e inserita tra le biblioteche nazionali. Dal 1992 la biblioteca si è collegata al polo SBN della Biblioteca Nazionale di Napoli. Tra le raccolte di manoscritti di un certo interesse per la cultura meridionale e regionale in senso lato sono da segnalare: l'Archivio del notaio e bibliofilo barese Giuseppe D'Addosio, comprendente pergamene e documenti relativi alla storia di Terra di Bari; l'Archivio del notaio Giuseppe De Ninno, che riveste analogo interesse storico; archivi personali di epoca post-unitaria, che raccolgono documentazione inedita sulla vita politica e culturale della provincia di Bari fino agli anni '60 del XX secolo. Tra questi ultimi archivi si ricorda quello privato del deputato Raffaele Cotugno. Nel fondo manoscritto si segnala anche la presenza di un interessante atlante del Regno di Napoli del XVII secolo. Inoltre nella Biblioteca Nazionale sono confluiti l'Archivio storico della Camera di Commercio di Bari, erede del Consorzio agrario (1849) e le carte della Società d'Agricoltura, poi Società Economica della provincia di Bari (1808-1860). Tra le sezioni interessanti dell'Archivio della Camera di Commercio vi sono: 1) Trattati di commercio e di navigazione (1876-...), bb.9; 2) Atti e carteggio. Legislazione e studi (1928-1970), bb.12; 3) biblioteca camerale. Ministero per i beni culturali e ambientali (a cura di), Biblioteche d'Italia. Studi di biblioteche pubbliche, Roma, 1996, pp.17-23.
Indirizzo: Piazza Umberto I, Palazzo Ateneo
CAP: 70100
Luogo: Bari
Regione: PUGLIA
Contatti: Tel. 080-5212534 Fax 080-5211298
Fondi censiti nel sito ASEE
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Manoscritti
Il fondo Manoscritti della Biblioteca Nazionale di Bari comprende carte di contenuto e provenienza diversa. Una parte di carte è confluita dall'Archivio D'Addosio. Se ne trova un elenco dettagliato in un fascicoletto dattiloscritto allegato all'inventario dell'Archivio D'Addosio. Il fondo Manoscritti è articolato in quattro sottosezioni, ordinate per numeri romani (I-IV), in cui sono raccolti in totale 106 fascicoli, tra manoscritti e cartelle di carte varie. Unico strumento di consultazione disponibile è un inventario cartaceo ordinato per sottosezioni in cui è precisato nome dell'autore, titolo del manoscritto e periodo indicativo o data precisa, quando se ne dispone, di composizione. Da segnalare nella sottosezione III le carte dell'Accademia agraria, poi economica, di Terra di Bari, e, in particolare, le memorie manoscritte dei suoi soci, tra cui spiccano i nomi di Luca De Samuele Cagnazzi e di Teodoro Monticelli.
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[fondo non indicato]
Incerte e frammentarie sono sempre state le notizie relative alla conservazione di un Archivio della Regia Scuola Superiore di Commercio di Bari. Una pubblicazione sugli archivi curata dal Ministero dei Beni Culturali forniva come indicazione del luogo di conservazione la facoltà di Economia e Commercio. In realtà la ricerca non ha dato alcun esito positivo. Nella facoltà sarebbero conservate poche carte di natura burocratica, di scarso interesse scientifico, resti di un corpo documentario che sembrerebbe essere andato disperso per cause non chiare e non chiaribili allo stato attuale. Inoltre, non esiste nella Biblioteca Nazionale di Bari un fondo o una serie che raccolga organicamente ed ordinatamente le carte della Regia Scuola di Commercio di Bari, ma solo alcuni opuscoli e relazioni o seminari raccolti in miscellanee che riguardano l'attività didattica e formativa di un istituto che, fondato a Bari con Regio Decreto dell'11 marzo 1886, sulla base di modelli esistenti solo a Venezia e a Genova in territorio nazionale, e a Parigi e ad Anversa (il primo in assoluto ad essere istituito nel 1853) a livello europeo, ha occupato un ruolo non secondario nella formazione di docenti di discipline economiche di fama nazionale, poi confluiti in varie università italiane. Tra di essi: Maffeo Pantaleoni, Salvatore Cognetti De Martiis, Giuseppe Carano Donvito, Rodolfo Benini, Angelo Bertolini, Bruno Foà, Angelo Fraccacreta, Renzo Fubini, Gino Luzzatto. Nell'ambito della produzione di seminari annuali, manuali generali, corsi monografici prodotti nel corso dell'esperienza professionale da ciascuno di questi economisti, in relazione alle cattedre di discipline economiche da essi occupate, tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento, solitamente affidata alla pubblicazione della Casa editrice Laterza, abbiamo voluto riservare uno spazio d'approfondimento almeno a due opuscoli, il primo di Maffeo Pantaleoni e il secondo di Salvatore Cognetti De Martis, che, per il fatto di essere stati messi a stampa da piccole tipografie a circuito divulgativo limitato all'ambito locale (tipografia dei fratelli Pansini fu S., 1888 il primo; tipografia fratelli Cannone, 1868, il secondo), sono rimaste ignote o poco note a livello nazionale. E' nostra ferma convinzione che un loro regesto risulti funzionale a chi si dedichi allo studio di uno degli economisti citati, perchè contribuisce ad offrire un quadro completo delle esperienze professionali che li vide protagonisti e che ebbero una certa incidenza sulla loro riflessione in materia economica.