Documento Lettera di Vilfredo Pareto a Vittore Pansini
Vilfredo Pareto (in cui) parla di quello che è considerato uno tra i suoi più pungenti scritti di sociologia applicata: "Un bel giorno m'è venuto in mente di scrivere "Mio giornale", che non sarà mai pubblicato, né lo potrebbe essere in nessuno dei paesi a me noti. Serve solo per mio uso e consumo" (1). Lettera di cui si conserva anche la busta indirizzata così: "Ill.mo signore Vittore Pansini Sostituto Procuratore del Re. Macerata (Italie)". Verificato per censura, Milano posta-estera. Timbro postale di Céligny del 3-V-918. (1) Pareto non scrisse il progettato terzo volume della "Sociologia". Scrisse il "Mon Journal" che, dopo la morte, pervenne nelle mani del professore G.H. Bousquet, autore della migliore biografia del solitario di Céligny. Dietro insistenza di Giovanni Demaria, Bousquet acconsentì alla pubblicazione del manoscritto, che avvenne nel "Giornale degli Economisti"(2), ristampato poi dalla Cedam (3).
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Documento [Minuta di lettera di Ruini a Demaria]
Minuta di lettera di Ruini all'indirizzo di Giovanni Demaria relativa a "...scambi di idee per il numero del Giornale degli Economisti che si occuperebbe del CNEL...". In allegato "schema del numero speciale di dicembre del Giornale degli Economisti dedicato a studi sul CNEL".
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Documento [Lettera di Demaria a Ruini]
Copia di lettera di risposta di Giovanni Demaria (Milano, 7 novembre 1958) all'indirizzo di Ruini relativa al "...pieno accordo circa il programma del fascicolo speciale [del Giornale degli Economisti]...".
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Documento Bozze di una relazione sull'IRI
Nella lettera Saraceno protesta per le modalità di redazione ed i contenuti di una relazione sull'IRI da presentarsi nell'ambito dei lavori della Sottocommissione per l'Industria. Demaria è il presidente della Commissione Economica di cui anche la sottocommissione fa parte. Saraceno giudica che la relazione rappresenti un ben preciso punto di vista ideologico e chiede pertanto che le conclusioni della stessa vengano isolate dalla parte descrittiva e poste in appendice, a nome dell'autore. La lettera non riporta il nome dell'autore della relazione, ma dal resto della corrispondenza contenuta nel fascicolo sembra di poter attribuire il testo in questione a Gaetano Stammati.
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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria a Luigi Einaudi (02-01-1945)
Demaria chiede a Einaudi di collaborare al "Giornale degli economisti", sia attraverso la pubblicazione di articoli, sia per la parte bibliografica.
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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria a Luigi Einaudi (09-02-945)
Demaria chiede a Einaudi se ritiene che la Banca d'Italia verrà riorganizzata. In tal caso Demaria vorrebbe ricevere una copia dei progetti di riforma, dal momento che sta preparando un libro sulla riorganizzazione della struttura amministrativa dello Stato e dovrà trattare anche dell'organizzazione della Banca d'Italia e degli istituti ad essa collegati.
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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giovanni Demaria (31-01-1946)
Einaudi scrive a Demaria in risposta all'articolo di questi apparso sulla Stampa di Torino e relativo a questioni monetarie. Einaudi assicura che la situazione della Banca d'Italia ricomincerà ad essere resa pubblica non appena possibile. L'impossibilità di rendere pubblica tale situazione è stata causata dalla mancanza di dati completi, ossia unificati, relativi ai due tronconi in cui l'Italia è stata divisa. Inoltre Einaudi chiarisce che tra i governi stranieri citati da Demaria, nessuno (né la Gran Bretagna, né gli Stati Uniti) ha stabilito imposte patrimoniali, e che la scelta del governo francese di istituire nuove imposte straordinarie non si può dire che sia stata coronata da successo. Quanto all'inaudita impresa di stampare tonnellate di biglietti senza necessità, Einaudi osserva che non sarebbe stato possibile effettuare il cambio dei vecchi biglietti senza tener pronti quelli nuovi e che la quantità stampata era la minima possibile.
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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giovanni Demaria (23-02-1946)
Einaudi rifiuta l'invito di Demaria a rispondere ai questionari preparati dalla Commissione economica della Costituente. Egli ritiene di essere di fronte ad un "ostacolo di carattere pregiudiziale insormontabile". La Costituzione, afferma Einaudi, deve obbedire ad un imperativo fondamentale: essere flessibile ed adattabile alle esigenze che man mano si presenteranno. Introdurre formule che intendono regolare problemi economici che appaiono nella situazione attuale importanti, sarebbe un errore. Egli ritiene che ciò possa essere pericoloso per la stabilità pacifica del regime che l'Italia vorrà darsi. Se è ragionevole che nel Preambolo siano elencati i diritti fondamentali della persona umana, è assurdo, a parere di Einaudi, che si dettino nella Costituzione norme che sarebbero vincolanti, salvo maggioranze e procedure speciali, sulla soluzione di qualunque problema economico. Verrebbe meno infatti una valvola di sicurezza contro moti rivoluzionari e sopraffazioni dittatoriali. Solo l'emanazione di pochi principi generalissimi è necessaria, sarebbe fatale andare al di là [Sull'argomento si vedano anche le lettere del 27.02.1946 e del 04.03.1946, sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR].
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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria a Luigi Einaudi (27-02-1946)
Demaria aveva attribuito in precedenza il rifiuto di Einaudi di farsi intervistare alla mancanza di tempo, ed aveva perciò prospettato di restringere l'interrogatorio a solo pochi punti. Si è reso conto invece che Einaudi vede nell'interrogazione "un ostacolo di carattere pregiudiziale insormontabile", perchè contrario a norme di qualsiasi genere, giudicate pericolose per la stabilità pacifica del regime. A Demaria sembra invece che proprio l'esigenza di organizzarsi con relativa rapidità in modo moderno abbia dato vita alla Commissione, la quale andrà preparando elementi di studio sulla base della chiarezza e della ragionevolezza. Demaria invita Einaudi a ripensarci, in quanto il suo rifiuto potrebbe svalutare il valore dei lavori della Commissione [Sull'argomento si vedano anche le lettere del 23.02.1946 e del 04.03.1946, sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR].
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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giovanni Demaria (04-03-1946)
Einaudi ha ricevuto la lettera di Demaria del 27 febbraio, e si sente obbligato a confermare il contenuto della precedente lettera del 23 febbraio [le due lettere si trovano in questo fascicolo]. Einaudi non ritiene opportuno intervenire alla Commissione economica a nome della Banca d'Italia; ma ciò non toglie che altri dipendenti della Banca potranno rispondere ai quesiti posti da Demaria ed essere interrogati dalla Commissione. Naturalmente però le risposte di ciascuno rispecchieranno le opinioni personali del singolo, e la Commissione le valuterà in ragione della persona e dell'esperienza dell'interrogato [Sull'argomento si vedano anche le lettere del 23.02.1946 e del 27.02.1946, sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR].
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Documento Corrispondenza: Loria [?] a Luigi Einaudi (09-04-1946)
Il figlio di Achille Loria chiede a Einaudi di far recapitare a Giovanni Demaria gli ultimi scritti di economia lasciati dal padre. L'ing. Loria chiarisce che Demaria glieli aveva chiesti per pubblicarli eventualmente sul "Giornale degli economisti". Egli tuttavia non ne ha altra copia se non quella già consegnata a Einaudi [Sull'argomento si veda anche la lettera del dott. Rainoni a Demaria del 15.04.1946 conservata nello stesso fascicolo, e sintetizzata di seguito].
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Documento Corrispondenza: Antonio Rainoni (Segretario di L. Eianaudi) a Giovanni Demaria (15-04-946)
Lettera di accompagnamento degli ultimi scritti di Achille Loria, che Antonio Rainoni invia a Demaria su incarico di Einaudi per verificare la possibilità di una pubblicazione sul "Giornale degli economisti" [la lettera fa seguito alla lettera dell'Ing. Loria, figlio di Achille, a Einaudi per chiedere l'invio di quegli scritti a Demaria. La lettera si trova in ASBI, nello stesso fascicolo ed una sintesi è presente nel database ASE, in questo fascicolo, NDR].
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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria a Luigi Einaudi (01-03-1948)
Giovanni Demaria giudica la nuova composizione del Consiglio dell'IRI quanto di più svantaggioso si potesse fare per il Paese [Si veda la risposta di Einaudi del 06.03.1948, sintetizzata nel database ASE, in questo fascicolo, NDR].
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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giovanni Demaria (06-03-1948)
In relazione alla lettera del 1° marzo 1948, in cui Demaria aveva espresso un giudizio negativo sulla composizione del Consiglio dell'IRI, Einaudi rimprovera a Demaria di non avergli fatto conoscere in precedenza i suoi suggerimenti e gli sarebbe grato se, per ricordo storico, gli accennasse alle persone che secondo lui sarebbe stato preferibile scegliere [La lettera di Demaria del 01.03.1948, è sintetizzata nel database ASE, in questo fascicolo, NDR].
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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria a Luigi Einaudi (28-09-1949)
Cartolina inviata da Chicago da Demaria a Einaudi. De Maria riferisce di aver tenuto una Conferenza alla Stanford University sul Piano Marshall e di aver intervistato i maggiori esponenti del modo bancario americano e molti professori universitari. Da questo lavoro Demaria deduce che non c'è da prevedere una crisi dell'economia americana, ma che i privati cominciano a stancarsi del peso costituito dal Piano Marshall.
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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria a Luigi Einaudi (22-05-1950)
Demaria scrive ad Einaudi di essere preoccupato dal fatto che gli indici di andamento della produzione sono inferiori a quelli registrati nel 1938, mentre negli altri Paesi questi stessi indici registrano un miglioramento. Demaria suggerisce di abbandonare l'uso di fissare il saggio di interesse in base agli oneri dei servizi bancari e di ribassare il costo del denaro. Egli osserva inoltre che in Italia in questo momento si stanno privilegiando gli investimenti a breve e medio termine, in luogo di quelli a lungo termine, che sarebbero invece più produttivi. Demaria auspica un allargamento del credito, senza timore di un pericoloso accrescimento del livello dei prezzi. Altro provvedimento importante sarebbe la riforma agraria, a favore della quale il Governo dovrebbe, a parere di Demaria, imporsi.
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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giovanni Demaria (09-01-1951)
Einaudi chiede spiegazioni in merito ad una frase presente alla pag. 527 del saggio di Demaria su Pareto. La frase è "l'equilibrio è sempre un complesso di relazioni necessariamente individuali" e ancora "solo gli economisti che comprendono l'insegnamento di questa conquista sapranno tirarne il frutto". Einaudi si dichiara un ammiratore di Wicksteed: ogni parola deve essere spiegata in modo che tutti coloro che hanno una cultura media siano in grado di capire. I principi di Pantaleoni sono informati a questo criterio. Se Keynes si fosse attenuto a questo metodo, forse ci sarebbe nel mondo economico meno confusione [Sull'argomento si vedano anche le lettere del 15.01.1951, del 29.01.1951 e del 4.02.151, tutte conservate nello stesso fascicolo dell'Archivio Storico della Banca d'Italia e tute sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR].
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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria a Luigi Einaudi (15-01-1951)
Demaria risponde alle richieste di chiarimento rivoltegli da Einaudi [Lettera di Einaudi del 9 gennaio 1951, sintetizzata in ASE in questo fascicolo, NDR]. Quanto viene sostenuto a pag. 527 sull'equilibrio e sulle relazioni individuali non è un suo costrutto, ma un costrutto di Pareto. Demaria ha insistito su questo punto spinto da due ragioni. La prima è patriottica: l'idea e lo sviluppo matematico dell'equilibrio generale non sono tutti in Walras. Il carattere individuale dell'equilibrio è una affermazione esclusiva di Pareto, quando si noti che Walras talvolta imposta l'equilibrio come categoria sintetica. La seconda motivazione deriva dall'avversione di Demaria alle teorie keynesiane che, in quanto sintetiche, peccano in "superficialità". Demaria conclude affermando che in effetti Pareto non sempre risulta chiaro, e in alcune parti è poco comprensibile [Sull'argomento si vedano anche le lettere del 09.01.1951, del 29.01.1951 e del 4.02.151, tutte conservate nello stesso fascicolo dell'Archivio Storico della Banca d'Italia e tute sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR].
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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giovanni Demaria (29-01-1951)
Einaudi chiede nuovamente chiarimenti su alcuni punti del saggio di Demaria su Pareto. Innanzitutto Einaudi si interroga sul rapporto tra storia e scienza, chiedendo a Demaria in che cosa esso consista. Poi Einaudi cita un brano del saggio di Demaria nel quale si afferma che per Pareto "l'equilibrio è sempre un complesso di relazioni necessariamente individuali". Einaudi continua a non capire cosa voglia dire questa frase e prega Demaria di inviargli una risposta in termini semplici, con qualche esemplificazione come quelle che si trovano nei trattati elementari [Sull'argomento si vedano anche le lettere del 09.01.1951, del 15.01.1951 e del 4.02.151, tutte conservate nello stesso fascicolo dell'Archivio Storico della Banca d'Italia e tute sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR].
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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria a Luigi Einaudi (04-02-1951)
Demaria invia i chiarimenti richiesti da Einaudi [nella lettera del 29 gennaio 1951, NDR]. Sul rapporto tra storia e scienza, Demaria chiarisce che per Pareto l'ufficio della storia è quello di fornire esperimenti da laboratorio, esperimenti che gli economisti non possono intraprendere a loro piacimento. Dallo studio storico si possono trarre le prove (o lo spunto per la formulazione) di certe teorie che altrimenti non si sarebbero potute provare o scoprire. Riguardo l'equilibrio come complesso di relazioni necessariamente individuali, Demaria afferma che nella definizione dell'equilibrio, Pareto si riferisce a tutti i singoli membri di una comunità e non a masse organiche o a valori medi di somme di individui. Per gli storici l'equilibrio si ha quando la società nei suoi vari settori presenta certi rapporti per cui essa può progredire o mantenersi in vita senza particolari scosse. L'opinione contraria a quella di Pareto è rappresentata dalle teorie di Keynes, Kalecki e Klein, i quali si avvalgono di concetti (quali il moltiplicatore) non riferiti a singoli individui ma che riguardano ampie categorie di individui. [Sull'argomento si vedano anche le lettere del 09.01.1951, del 15.01.1951 e del 29.01.1951, tutte conservate nello stesso fascicolo dell'Archivio Storico della Banca d'Italia e tute sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR].
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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria a Luigi Einaudi (18-02-1951)
Demaria ringrazia Einaudi per essersi ricordato di lui in "Cinquanta anni di Scienza economica". Demaria ritiene che il pregio maggiore di tutto il saggio, dal punto di vista scientifico, sia nel continuo insistere (anche con le parole di Croce), a non fare i superbi, a chinar la testa, a evitare generalizzazioni. Ciò servirà a Demaria nel suo saggio su Schumpeter e ricorderà questa opinione di Einaudi, riportando quasi per intero la pagina dell'estratto di Einaudi (che nell'edizione in possesso di Demaria non ha numero, ma è la terza pagina del testo). Demaria scrive di essere riuscito a leggere l'opuscolo di Antonelli (Pisa, 1886) e di averlo trovato molto interessante. Ne farà una recensione sul "Giornale degli economisti". E' stranissimo, commenta Demaria, che Pareto abbia ignorato l'Antonelli, eppure matematicamente parlando, fu il suo solo antesignano italiano.
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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giovanni Demaria (10-08-1951)
Einaudi ringrazia Demaria del commento alla sua recensione al saggio di Rostovtzeff e gli chiede alcune precisazioni a riguardo. In particolare Einaudi chiede spiegazioni sulla parte relativa al declino del mondo fenicio, e sul termine "bizantinismo spirituale". Einaudi critica l'utilizzo da parte di Demaria del termine "panfleto". In compenso invia a Demaria il testo della recensione sull'edizione delle opere di Ricardo a cura di Sraffa da pubblicare sul "Giornale degli economisti". Einaudi scrive che il trascorrere degli anni dalla notizia dell'incarico affidato a Sraffa dalla Reale Società Economica di Londra di curare una nuova edizione dell'opera di Ricardo ha avuto l'effetto di trasformare la notizia in leggenda, provocando peraltro insinuazioni maliziose sull'impegno di Sraffa. In allegato copia dell'articolo di Luigi Einaudi, "Dalla leggenda al monumento", apparso sul "Giornale degli economisti" del 1951.
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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria a Luigi Einaudi (06-08-1948)
Giovanni Demaria ringrazia Einaudi per il contributo alla sua nomina all'Accademia dei Lincei. Egli riferisce inoltre che a causa della malattia della moglie non si è potuto recare a Roma per incontrare Pella circa il Governatorato della Banca d'Italia. De Maria aveva accolto la proposta dapprima con pochissimo entusiasmo, parendogli necessaria un'assoluta indipendenza di quella istituzione. Poi riconsiderata la cosa con minore avversione, egli chiede un parere di Einaudi, prima di avventurarsi in una strada difficilissima, ma tanto importante. De Maria non vorrebbe trovarsi nel giro di pochi anni ancora una volta in una "impasse di miseria, di ignavia e di faciloneria". Ma comunque i dadi sembrano tratti diversamente. De Maria considera che così potrà portare a termine i suoi lavori scientifici, già in corso da qualche anno.
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Documento Corrispondenza: Innocenzo Gasparini a Franco Modigliani (04-01-1948)
Lettera dattiloscritta (1 pagina) in lingua italiana di Innocenzo Gasparini a Franco Modigliani per informarlo, a nome di Giovanni Demaria di aver ricevuto dall'editore e di spedirgli gli estratti degli articoli richiesti da Modigliani in una precedente lettera. Gli trasmette un Curriculum Vitae per enti di ricerca statunitensi con i quali spera di poter collaborare.
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Documento Corrispondenza: Franco Modigliani a Innocenzo Gasparini (26-11-1947)
Lettera dattiloscritta (1 pagina) in lingua inglese di Franco Modigliani a Innocenzo Gasparini per ringraziarlo di aver preso in considerazione un suo articolo per la pubblicazione nel Giornale degli Economisti ("L'organizzazione e la direzione della produzione in una economia socializzata", Settembre-Ottobre 1947). Modigliani chiede a Gasparini di fargli avere gli estratti di un suo articolo e di uno di Giovanni Demaria dei quali ha letto una versione inglese, a lui consegnata da Demaria durante un suo viaggio a New York. Chiede informazioni sul costo di abbonamento del Giornale degli Economisti e offre uno scambio con una rivista americana a sua scelta.
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Documento Corrispondenza: Innocenzo Gasparini a Franco Modigliani (10-09-1947)
Lettera manoscritta (2 pagine) di Innocenzo Gasparini (Università Commerciale Luigi Bocconi) a Franco Modigliani per informarlo che il saggio da lui inviato ("L'organizzazione e la direzione della produzione in una economia socializzata", Settembre-Ottobre 1947) è prossimo ad esser stampato e intrattenerlo in merito ad un proprio articolo in inglese sugli indici di equilibrio monetario. Gasparini ha preparato questo lavoro per l'International Statistics Conference e adesso vorrebbe pubblicarlo su qualche rivista americana, rimettendosi al giudizio di Modigliani per eventuali correzioni e integrazioni. Modigliani ha ricevuto il paper da Giovanni Demaria che lo ha incontrato a New York. Lo avverte che alcuni estratti di questo lavoro sono stati pubblicati sul Giornale degli Economisti.
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Documento Corrispondenza: Innocenzo Gasparini a Franco Modigliani (30-10-1947)
Lettera dattiloscritta (2 pagine) di Innocenzo Gasparini a Franco Modigliani per informarlo che la pubblicazione del suo saggio ("L'organizzazione e la direzione della produzione in una economia socializzata", Settembre-Ottobre 1947) sul Giornale degli Economisti è stato rimandato al numero successivo e lo rassicura sul fatto che curerà personalmente la correzione delle seconde bozze. Gli chiede se ritiene opportuno che l'articolo abbia una risonanza più ampia, annunciandone la pubblicazione sulla stampa non specialistica e suscitando un più ampio dibattito sui rapporti fra teoria economica e dinamiche sociali e politiche. Gasparini chiede anche a Modigliani di indicargli istituti o enti di ricerca americani presso i quali poter ottenere una lecturship o altra forma di collaborazione.
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Documento Corrispondenza: Franco Modigliani a Innocenzo Gasparini (14-10-1947)
Lettera dattiloscritta (2 pagine) di Franco Modigliani a Innocenzo Gasparini per inviargli le correzioni ed integrazioni alle prime bozze dell'articolo che deve essere pubblicato sul Giornale degli Economisti ("L'organizzazione e la direzione della produzione in una economia socializzata", Settembre-Ottobre 1947). Modigliani ha incontrato a più riprese a New York Giovanni Demaria, il quale lo ha informato che non sarà possibile inviargli le seconde bozze. Modigliani chiede, dunque, a Gasparini di poter lui stesso rivedere il testo prima della stampa.
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