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ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI




Opera Problema quali sono i mezzi più spediti, più efficaci, più economici per alleviare l'attuale miseria del popolo in Europa  

Opera Sul commercio di commestibili e del caro prezzo del vitto. Opera storico-teorico-popolare Tomo Primo  

http://www.archive.org/stream/sulcommerciodeco02gioj#page/n3/mode/2up

Opera Sulle manifatture nazionali e tariffe daziarie. Discorso popolare  

Opera Nuovo prospetto delle scienze economiche. Ossia somma totale delle idee teoriche e pratiche in ogni ramo d'amministrazione privata e pubblica, divise in altrettanti classi, unite in sistema ragionato e generale. Serie Prima. Teorie. Tomo 1. Produzione delle ricchezze  

Milano: presso G. Pirotta in Santa Radegonda (1815)

Opera Nuovo prospetto delle scienze economiche. Ossia somma totale delle idee teoriche e pratiche in ogni ramo d'amministrazione privata e pubblica, divise in altrettanti classi, unite in sistema ragionato e generale. Serie Prima. Teorie. Tomo 2. Fine della prima parte: produzione delle ricchezze. Principio della seconda: distribuzione delle ricchezze  

Milano: presso G. Pirotta in Santa Radegonda (1815)

Opera Nuovo prospetto delle scienze economiche. Ossia somma totale delle idee teoriche e pratiche in ogni ramo d'amministrazione privata e pubblica, divise in altrettanti classi, unite in sistema ragionato e generale. Serie Prima. Teorie. Tomo 3. Fine della seconda parte: Distribuzione delle ricchezze  

Milano: presso G. Pirotta in Santa Radegonda (1815)

Opera Nuovo prospetto delle scienze economiche. Ossia somma totale delle idee teoriche e pratiche in ogni ramo d'amministrazione privata e pubblica, divise in altrettanti classi, unite in sistema ragionato e generale. Serie Prima. Teorie. Tomo 4. Parte terza: consumo delle ricchezze. Parte quarta: azione governativa sulla produzione  

Milano: presso G. Pirotta in Santa Radegonda (1816)

Opera Nuovo prospetto delle scienze economiche. Ossia somma totale delle idee teoriche e pratiche in ogni ramo d'amministrazione privata e pubblica, divise in altrettanti classi, unite in sistema ragionato e generale. Serie Prima. Teorie. Tomo 5 Parte quarta: azione governativa sulla distribuzione delle ricchezze. Parte quinta: vedi l'avviso alla pagina qui contro. Parte sesta: stato della scienza  

Milano: presso G. Pirotta in Santa Radegonda (1816)

Opera uovo prospetto delle scienze economiche. Ossia somma totale delle idee teoriche e pratiche in ogni ramo d'amministrazione privata e pubblica, divise in altrettanti classi, unite in sistema ragionato e generale. Serie Prima. Teorie. Tomo 6. Fine della parte quarta azione governativa sulla produzione, distribuzione, consumo delle ricchezze. Parte quinta nuovi metodi d'azione governativa sulla produzione, distribuzione, consumo delle ricchezze. Parte sesta vedi il volume antecedente. Parte settima applicazione delle teorie economiche alla stima de' fondi  

Milano: presso G. Pirotta in Santa Radegonda (1817)

Opera Opere principali di Melchiorre Gioja. Volume 7. Del merito e delle ricompense  

Lugano. Presso G. Ruggia e C. (1839)

Opera Opere principali di Melchiorre Gioja. Volume 8. Del merito e delle ricompense  

Lugano: Presso G. Ruggia e C. (1839)



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Documento Lettera di Giuseppe Poggi a Francesco Saverio Salfi

Lettera, spedita da Stradabella all'abate Salfi, in cui Giuseppe Poggi ritorna sulla polemica, che aveva già una lunga cronistoria, tra M. Gioja e J. B. Say (1): "... hai fatto benissimo a far sapere a Gioja ch'ei deve distinguere nella Rèvue il buon grano dal loglio. Il Gioja però dirà ch'egli non prese di mira che un tale articolo, il quale non essendo tuo, non ha potuto offenderti né voluto. Tocca dunque all'autore dell'articolo a difendersi. L'aver tu citato l'opera del Serra (2), è stata ottima cosa. Questa citazione conferma ad un tempo l'assunto del Gioja e mortifica l'orgoglio dell'autore dell'articolo (il Sismondi) mentre a Gioja stesso ricorda di accontentarsi di ciò che gli appartiene". (1) La polemica risaliva ad un articolo di Melchiorre Gioja apparso sulla "Biblioteca Italiana" (1826, XLIV, pp. 200-226), in cui l'autore annotava tutti gli errori commessi da J. B. Say nei "Cenni biografici" da lui dati su alcuni economisti. In realtà questo forniva a Gioja solo il pretesto per rivendicare ancora una volta agli italiani il titolo di fondatori della economia politica. Per approfondimenti vedi P. Barucci e R. Froio, vedi nota bibliografica. Per la polemica tra Say e Gioja vedi la lettera di Say a Salfi del 19 novembre 1825, ms. XX 77.1.4. (2) Si riferisce all'Elogio di Antonio Serra scritto da Salfi nella Raccolta degli economisti, vedi nota bibliografica, con cui l'abate ebbe modo di chiarire pubblicamente la sua posizione, sostenendo, sulla scia di Gioja, l'anteriorità degli economisti italiani.

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Documento Lettera di Jean Baptiste Say Francesco Saverio Salfi

Lettera, scritta in francese, in cui il Say risponde alle critiche espresse da Nicola Porcinari nelle "Riflessioni sul Trattato di Economia politica del sig Say" (1), opera nella quale l'autore lo aveva attaccato pesantemente accusandolo di aver plagiato Smith: "Cet anonyme A est bien maladroit de faire le procès à toute l'Europe qui a traduit mon Traité dans toutes les langues et qui y a trouvé la mieux distribuée et la plus complette exposition des principies de l'economie politique. Quiconque écrit sur les sciences et se cache, a la convinction qu'il a tort. (1) Lo scontro Say-Porcinari è parte di una polemica con gli economisti italiani, Gioja in testa, che si trascinerà per anni. Una dettagliata ricostruzione della polemica è stata fatta da F. Di Battista, vedi nota bibliografica. Una traccia della polemica tra Gioja e Say è riscontrabile anche nella lettera di Poggi a Salfi del 24 aprile 1828, ms. XX 77.1.3.

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Documento Lettera di Jean Baptiste Say a Francesco Saverio Salfi

Lettera dell'economista J. B. Say a Salfi, scritta in francese e senza indicazione del luogo di partenza, in cui parla delle teorie economiche di M. Gioja (1), citando anche l'economista Ricardo: "C'est tout ce que je pouvais dire d'un livre qui n'est qu'une classification sommaire et où je n'ai trouvé rien du neuf, du moins dans les points importans". (1) Le osservazioni mosse sono nelle cc. 198-199: "Voici les observations que m'a suggerées la lecture de l'ouvrage de M. Gioja. C'est un auteur qui a lu et bien digeré tous les ouvrages d'Economie politique qui ont paru, (hors ceux qui étant écrits en Anglais n'ont pas encore été traduits en français; il parait qu'il ne sait pas l'anglais). Les idées de détail ont été bien classées dans sa tête; peut être parce qu'il a suivi la division de Say: (Production, distribution, consommation des richesses). Mais c'est un merite d'avoir fait entrer dans ce plan, tout ce qu'il a recueilli dans les divers auteurs et d'avoir coordenné les détails. Je trouve à sa méthode deux inconvéniens qui n'altèrent en rien la mérite de l'auteur. L'un, en admettant tout ce qui peut se classer, d'avoir été obligé d'admettre des faits ou des déductions qui n'ont aucune importance, comme par exemple lorsqu'il passe en revue "tous les cas" où le défaut de sécurité nuit à la production, il regarde la nécessité de mettre des barreaux aux fenêtres, pour se garantir des voleurs, comme privant la société des caisses de fleurs que sans cela on pourrait y placer. Tome 1 page 260. Le second inconvénient qui n'est qu'une suite de celui-là, est d'avoir donné trop peu d'etendue aux démonstrations essentielles, ce qui fait de tout l'ouvrage une espèce de récapitulation où les verités importantes ne jouent pas un plus grand rôle que les verités inutiles. Une justice à rendre à Gioja est qu'il a constamment cherché la vérité avec bonne foi, et travaillé à la mettre dans tout son jour. Il n'a point enveloppé ses idées dans le jargon mystique des Economistes du 18. siècle ni dans les abstractions que l'on peut reprocher à Ricardo. Il donne en général una idée assez nette de la marche et du dévelopement des richesses, c'est à dire de cette partie de l'Economie sociale qui a rapport à l'entretien des nations, à ce qui les faits [substituer]. Il est constamment net et clair, et de tous les auteurs italiens, il me parait devoir être incontestablement celui qui répandra dans la peninsule italienne le plus d'idées saines, usuelles et utiles, relativement à la Richesse des nations". Una ricostruzione del percorso intellettuale dell'economista Melchiorre Gioja, dai primi scritti d'influenza giacobina, a quelli editi sulla "Biblioteca Italiana", a quelli sugli "Annali universali di Statistica", è stata operata da P. Barucci, vedi nota bibliografica, studioso che considera centrale nella teoria di Gioja (p. 1) "il suo protezionismo, i suoi favori per una presenza attiva dello Stato nei rapporti economici, le sue preferenze per la grande coltura, per la grande città, per le attività industriali, per il nuovo ceto imprenditoriale". Per la polemica, spesso dai toni aspri, tra Gioja e Say sul problema delle auctoritates che poteva vantare l'Italia in campo economico vedi la lettera di Poggi a Salfi del 24 aprile 1828, ms. XX 77.

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Documento Lettera manoscritta di Francesco Reina a Luigi Valeriani

Incipit della lettera: "Diedi al P. Gioja la Sua apologia della formola P-i/o. Esso La ringrazia del dono; e da buon filosofo ama le critiche tutte, che tendono al ritrovamento del vero. [...] Dio volesse, che le controversie economiche, che vanno per lo più con le morali, si potessero risolvere con la facilità, con cui il Martello da Lei ricordato nella cara sua del 15. luglio p.s., ha risoluto la controversia del far versi drammatici italiani. [...]".

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Documento Lettera ad un amico sull'opera di Gioja. Del commercio de' commestibili e caro prezzo del vitto

Opera di autore sconosciuto intitolata "Lettera ad un amico sull'opera di Gioja. Del commercio de' commestibili e caro prezzo del vitto" (s.l., 1802).

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Documento A proposito di statistica

Presenta il suo "libretto" di teoria statistica. Si rammarica per non aver ricevuto altri incarichi dalla "Nuova Antologia".

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Documento I francesi, i tedeschi, i russi in Lombardia. Discorso storico-popolare

Opera di Melchiorre Gioja intitolata "I francesi, i tedeschi, i russi in Lombardia. Discorso storico-popolare" (Milano, Pirotta 1805).

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Documento Sulle manifatture nazionali e tariffe daziarie discorso popolare

Opera di Melchiorre Gioja intitolata "Sulle manifatture nazionali e tariffe daziarie discorso popolare" (Milano, Pirotta 1819).

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Documento Dettagli politici, filosofici, statistici tratti dalle opere minori

Opera di Melchiorre Gioja intitolata "Dettagli politici, filosofici, statistici tratti dalle opere minori" (Lugano, Tipografia Svizzera, 1850).

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Documento Commemorazione di Salvatore Cognetti de Martiis letta dal professor C. G. Albonico, alla R. Accademia Virgiliana, nella adunanza del 6 dicembre 1901

La commemorazione di Salvatore Cognetti de Martiis in una seduta della Reale Accademia Virgiliana è giustificata dal fatto che l'economista ne fu socio. Albonico si rammarica che il suo saggio "La manodopera nel sistema economico" sia rimasto incompiuto, dal momento che "l'Autore ha in Italia posto eminente tra gli scrittori che, valendosi del metodo positivo e in special modo delle induzioni e delle analogie biologiche, affermano le leggi dell'Economia Politica". Ricorda l'ultimo anno di vita del Cognetti de Martiis, i mesi di soggiorno a Roma e poi il ritorno a Torino, per inaugurare il corso di Economia Politica presso la Regia Università con una prolusione, l'ultima, su L'idea economica in Gioberti. Così l'onore che Albonico riserva all'amico è annoverarlo insieme con Melchiorre Gioja, Pellegrino Rossi, Antonio Scialoja, Giovanni Arrivabene, Marco Minghetti, Luigi Luzzatti, i quali "assisero l'Economia Politica su alto soglio del sapere della Patria" e che "ordinarono forme, fondarono istituzioni economiche per il benessere delle popolazioni, per la ricchezza e lo splendore del Regno". Il ruolo di Salvatore Cognetti de Martiis fu di "avvicinare più o meno secondo i loro termini comuni ed i principi classici le nuove scuole economiche", attenuando "gli effetti de' loro errori" e, soprattutto, contrapponendosi al presente procedere incerto degli studi economici dopo la morte del "genio" Francesco Ferrara.

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