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ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI





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Documento [Minuta di lettera di Ruini a Saraceno]

Minuta di lettera di Ruini a Pasquale Saraceno (Roma, 10 luglio 1958) relativa al "rapporto redatto [da Saraceno] per la Commissione della Comunità Economica Europea...".

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Documento Bozze di una relazione sull'IRI

Nella lettera Saraceno protesta per le modalità di redazione ed i contenuti di una relazione sull'IRI da presentarsi nell'ambito dei lavori della Sottocommissione per l'Industria. Demaria è il presidente della Commissione Economica di cui anche la sottocommissione fa parte. Saraceno giudica che la relazione rappresenti un ben preciso punto di vista ideologico e chiede pertanto che le conclusioni della stessa vengano isolate dalla parte descrittiva e poste in appendice, a nome dell'autore. La lettera non riporta il nome dell'autore della relazione, ma dal resto della corrispondenza contenuta nel fascicolo sembra di poter attribuire il testo in questione a Gaetano Stammati.

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Documento Costituzione dei gruppi di lavoro entro la Commissione

Lettera di Papi a Saraceno in cui comunica costituzione di sei gruppi di lavoro e dei rispettivi direttori, assieme ad una lista di altri nominativi che potrebbero entrare a far parte dei singoli gruppi. Lettera dattiloscritta.

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Documento Richiesta di esonero dalla presidenza del Sottocomitato Industria

Sulla base di esigenze personali, Saraceno chiede a Papi di essere dispensato dalla presidenza del Sottocomitato Industria, proponendo la nomina di Gasparini in sua sostituzione.

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Documento Lettera di accompagnamento alla nota sui lavori della Commissione Papi

La lettera introduce, presumibilmente, la nota dal titolo "Osservazioni e commenti del Prof. Pasquale Saraceno sui documenti sottoposti alla 'Commissione Papi' fino all'8-11-1961". A tale nota fa riferimento anche Papi in una successiva lettera a Saraceno, spedita in data 8 gennaio 1962. Nella lettera a Pella, Ministro del Bilancio, sono contenute alcune precisazioni non presenti nella nota. In particolare, si fa presente di aver suggerito a Papi di trasmettere il materiale fin qui prodotto dalla Commissione solo qualora fosse assolutamente necessario inoltrare una qualche documentazione e solo come "contributo dato dai singoli autori". Questo per il carattere non definitivo dei dati e per non sottoporre al Governo analisi e proposte che potrebbero essere "molto controverse". Lettera dattiloscritta.

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Documento Replica alle critiche circa il metodo adottato dalla Commissione

La lettera di Papi è una replica alle critiche mosse da Saraceno nella nota inviata in data 25 novembre 1961, dal titolo "Osservazioni e commenti del Prof. Saraceno sui documenti sottoposti alla 'Commissione Papi' fino all'8-11-1961". Quest'ultimo documento risulta tra le carte del fascicolo e, assieme alla lettera di accompagnamento del 25 novembre, in un altro fascicolo contenente "Corrispondenza con il Prof. Papi". Papi difende il lavoro svolto dalla Commissione, conferma che questo risponde alle richieste del governo e ribatte alla tesi di Saraceno secondo cui si sarebbe dovuto seguire un altro metodo, basato su una più precisa definizione preliminare degli obiettivi di politica economica da perseguire. Papi giudica semplicistico il nesso tra formazione del capitale e sviluppo stabilito da Saraceno nella sua nota. Tale impostazione sarebbe in contraddizione con l'esperienza accumulata e con le più recenti ricerche, che hanno dimostrato la particolare rilevanza del "fattore umano" come motore o freno dello sviluppo. Inoltre, Papi nega che la Commissione abbia mai deciso, come sostenuto da Saraceno, di trascurare il problema del Mezzogiorno. In proposito, si esprime anche la convinzione che tale problema non possa essere risolto con "incentivi" e "industrializzazioni più o meno forzate". In generale, si sostiene l'utilità del materiale prodotto e presentato in Commissione, ribadendone lo scopo conoscitivo, preliminare all'attività di programmazione vera e propria. Lettera dattiloscritta.

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Documento Polemica sui lavori della Commissione Papi

Papi scrive in risposta ad una precedente corrispondenza con la quale Saraceno, in data 7 agosto, annunciava la nomina della Commissione nazionale per la programmazione economica. Assieme agli auguri di rito, Papi formula l'auspicio che nella nuova commissione possano affermarsi quella "concordia di propositi" e "correttezza di comportamento" che avrebbero fatto difetto al precedente organismo da lui presieduto. Lettera dattiloscritta.

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Documento Polemica sui lavori della Commissione Papi

La lettera ritorna su una polemica riguardante il metodo di lavoro seguito dalla Commissione Papi, con particolare riferimento al modello econometrico da adottare in sede di previsioni macroeconomiche. Questioni e documenti collegati sono: il documento presentato da Saraceno in sede Svimez il 28 giugno 1961 "Sulla elaborazione di proiezioni macroeconomiche per l'Italia", la mancata osservanza dei criteri esposti in questo documento e la conseguente presa di distanza di Saraceno dai risultati dei lavori della Commissione Papi espressa nella nota "Osservazioni e commenti del Prof. Saraceno sui documenti sottoposti alla 'Commissione Papi' fino all'8-11-1961", inviata a Papi in data 25 novembre 1961. Saraceno scrive in risposta alle parole contenute nella precedente lettera di Papi del 18 agosto, nella quale si faceva riferimento a presunte scorrettezze avvenute durante i lavori della Commissione Papi. Saraceno ricostruisce la vicenda, facendo presente che, a suo avviso, il documento presentato in sede Svimez, dopo essere stato accettato durante la riunione del 28 giugno 1961, sarebbe stato disatteso nel corso dei lavori successivi. Di qui la sua nota del 25 novembre 1961.

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Documento Elenco dei documenti esaminati dalla Commissione Papi fino al giorno 8.11.1961

La lettera riporta l'elenco dei documenti presentati entro il giorno 8 novembre 1961, fa presente che tutti i rapporti presentati sono destinati a divenire atti della Commissione e sollecita commenti in proposito. Tra i rapporti in elenco compaiono la "Nota di presentazione dei primi lavori della commissione", le "proiezioni economiche fino al 1970" e alcuni lavori su ambiti più specifici. I documenti in elenco saranno oggetto del documento "Osservazioni e commenti del Prof. Pasquale Saraceno sui documenti sottoposti alla 'Commissione Papi' fino all'8-11-1961", inviato da Saraceno a Papi in data 25 novembre. Dattiloscritto su carta del Comitato Interministeriale per la Ricostruzione, recante la dicitura "Copia".

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Documento "Tre ordini di obiettivi della politica economica italiana"

La prima parte del testo descrive lo sviluppo spontaneo dell'economia italiana verso una situazione di pieno impiego, partendo dal 1950 e proiettando i dati disponibili al 1973-'75. A questo processo spontaneo sono associati gli squilibri la cui eliminazione è l'obiettivo primario della programmazione. La seconda parte delinea tre direttrici fondamentali lungo le quali la programmazione dovrebbe svolgersi. Viene preliminarmente richiamata la necessità di un'azione di tipo congiunturale, che abbia come obiettivo di preservare le condizioni del processo spontaneo di creazione e distribuzione di nuovo reddito. In secondo luogo, e con esplicito riferimento alla "Nota Aggiuntiva" del ministro La Malfa, viene definita la necessità di un'azione di più lungo periodo. In tal senso viene posto come limite cronologico il 1973, anno in cui è previsto il raggiungimento del pieno impiego. La politica di lungo periodo deve mirare alla eliminazione degli squilibri strutturali dell'economia italiana e alla definizione del quadro economico e sociale che dovrà associarsi alla condizione di pieno impiego quando questa verrà infine raggiunta. Una terza direttrice deve essere rivolta ad obiettivi più specifici, con particolare riguardo al processo di accumulazione di capitale, che deve essere reso funzionale agli obiettivi di più lungo periodo. A questo scopo si individua la necessità di definire un primo piano quinquennale, per gli anni dal 1964 al 1968. L'attribuzione del dattiloscritto a Saraceno è possibile sulla base della documentazione contenuta nel sottofascicolo "Corrispondenza varia su programmazione", dal quale risulta anche che la discussione del documento era all'ordine del giorno della riunione del 27 settembre 1962 della Cnpe. L'ultima pagina del testo riporta la data 19 settembre 1962.

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Documento Lavori della Commissione Papi

Di Fenizio esprime il proprio parere circa la documentazione presentata in Commissione alla fine di dicembre del 1962. Viene rilevata la profonda difformità dei documenti che concernono la stesura di una relazione finale sui lavori della Commissione. Si auspica che sia adottato l'indirizzo proposto da Saraceno, secondo cui si dovrebbero indicare alcune direttrici fondamentali di politica economica miranti alla correzione degli squilibri fondamentali. In proposito, si precisa che ciò non significa una adesione ad ogni singolo punto della linea Saraceno. Scendendo più in dettaglio, Di Fenizio dichiara il proprio dissenso relativamente a qualsiasi impostazione che possa condurre da una economia di mercato ad una economia diretta dal centro. Vengono citate in proposito la proposta avanzata da Fuà e Sylos Labini, secondo cui le imprese private dovrebbero "sottoporre i loro piani d'investimento agli organi centrali della programmazione", e quella per cui lo stato dovrebbe cercare di indirizzare le decisioni di investimento private attraverso "opportune negoziazioni". Al contrario, si esprime la convinzione che le imprese pubbliche dovrebbero essere sottoposte al controllo degli organi della programmazione. Lettera dattiloscritta.

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Documento Corrispondenza: Pasquale Saraceno a Luigi Einaudi (08-07-1948)

Saraceno invia a Einaudi il libro di Myrdal "A Survey of the Economic Situation and Prospects for Europe". Saraceno specifica che sta studiando il lavoro di Myrdal dal punto di vista dell'interesse italiano e potrà quindi presto fornire ad Einaudi dati e notizie in merito.

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Documento Verbale della seduta della Commissione "Economica" tenuta il 26 luglio 1946 a Roma, in via Palestro 68, presso il Centro Economico per la Ricostruzione

In apertura viene riportato un elenco dei presenti alla riunione. I principali interventi che risultano a verbale sono quelli di Pesenti, Saraceno, Friggeri, Menichella e Del Vecchio, Rossi, Ragazzi. Interventi minori da parte di Foscolo, Luzzatto, Longo. La discussione viene introdotta da una relazione di Saraceno e riguarda l'utilizzazione a scopi produttivi degli aiuti U.N.R.R.A. per il secondo semestre 1946.

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Documento Verbale del dibattito organizzato dal CER., Centro Economico per la Ricostruzione, in data 25 gennaio 1947

Il documento è costituito dal verbale dattiloscritto della riunione del 25 gennaio 1947 e da un altro dattiloscritto di 2 pagine recante la notazione a penna "Sunto conferenza". Si tratta quasi certamente di un sunto della conferenza tenuta da Saraceno in apertura della riunione del 25 gennaio. Il "sunto" esprime una diagnosi circa le reali motivazioni della scarsa produzione industriale italiana ad un anno e mezzo dalla fine della guerra. Saraceno attribuisce il problema alla scarsità internazionale di materie prime e alla mancanza di adeguati mezzi di pagamento da parte dell'Italia, ritenendo invece di minore importanza le difficoltà imposte dalle distruzioni belliche. Saraceno fa quindi riferimento alla necessità di ristabilire nel più breve tempo possibile le relazioni economiche internazionali dell'Italia, tenendo presente che queste non potranno riprodurre fedelmente le correnti di scambio prebelliche. Il dibattito si apre con alcune considerazioni circa le diverse opzioni che si possono seguire nella ricerca di fonti di approvvigionamento estero, allargandosi successivamente ad altri temi, tra i quali la questione meridionale. In tal senso, rispondendo alle domande che gli vengono poste, Saraceno collega il problema della disoccupazione nel Mezzogiorno alla necessità di incrementare la capacità di esportazione del paese, a fronte delle ingenti necessità di materie prime da importare. Saraceno sostiene che la localizzazione al sud di nuove produzioni industriali, per il momento difficili da identificare, ma con ogni probabilità diverse da quelle già presenti al nord, dovrebbe consentire di assorbire almeno in parte la disoccupazione agricola del Mezzogiorno e contemporaneamente di aumentare la produzione industriale italiana, anche a scopi di esportazione.

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Documento "Osservazioni e commenti del Prof. Pasquale Saraceno sui documenti sottoposti alla 'Commissione Papi' fino all'8-11-1961"

Documento in cui Saraceno esprime una forte critica al lavoro svolto dalla Commissione. Premettendo al proprio commento alcune considerazioni su ciò che si sarebbe dovuto fare a suo avviso, Saraceno espone, nel primo paragrafo, un ipotetico schema di lavoro in tre passaggi che sarebbe stato necessario seguire: 1. si sarebbe dovuto in primo luogo stabilire, attraverso un'analisi approfondita dello sviluppo economico italiano, quali sono gli aspetti ed i luoghi che richiedono un intervento esterno ai meccanismi di mercato; 2. sulla base dei risultati delle ricerche svolte nella prima fase, si sarebbe potuto stabilire la quantità e la qualità delle necessarie modifiche al meccanismo di mercato, in particolare nella formazione del capitale; 3. si sarebbero poi definiti sia gli incentivi da offrire al mercato, sia gli interventi diretti da effettuare al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati. Sulla base dello schema appena delineato, Saraceno passa poi ad un vero e proprio commento sul lavoro svolto. Vengono presi in esame la "Nota di presentazione", le "previsioni macroeconomiche" ed alcuni documenti su argomenti specifici. In mancanza di una preliminare definizione degli obiettivi da raggiungere, osserva Saraceno, la "Nota di presentazione" altro non poteva essere che una descrizione di ciò che potrà avvenire in futuro. Saraceno lamenta la mancata inclusione del problema del Mezzogiorno tra gli obiettivi della prima fase. Volendo perseguire uno sviluppo basato anche sull'aumento degli investimenti nelle aree meno industrializzate, e non solo sull'aumento dei consumi privati, la questione del Mezzogiorno è infatti definita imprescindibile. D'altra parte, questa non esaurisce il più generale problema individuato da Saraceno in una insoddisfacente formazione di capitale. A proposito delle "previsioni macroeconomiche" prodotte dalla Commissione, Saraceno contesta i criteri del modello econometrico utilizzato, che a suo dire è eccessivamente aggregato. In proposito, il testo rimanda alle osservazioni già svolte in un documento presentato alla riunione della Svimez del 28 giugno 1961 (questo documento risulta conservato in un altro fascicolo contenente "Corrispondenza con il Prof. Papi"). Anche il carattere eccessivamente aggregato del modello econometrico utilizzato viene ricondotto da Saraceno alla mancanza di scelte politiche preliminari. Un modello meno aggregato avrebbe infatti imposto, secondo Saraceno, la scelta delle variabili da considerare più o meno rilevanti. In proposito viene riportato un passo del documento presentato alla Svimez nel quale si definiscono le cosiddette "variabili strumentali", la cui selezione traduce nel modello il tipo di politica economica che si intende perseguire. Infine, anche i documenti a carattere monografico vengono giudicati in modo negativo perché non collegati ad un progetto organico. La conclusione del commento è che i documenti sin qui prodotti non possano essere utilizzati nella formulazione di una politica di programmazione economica. Il dattiloscritto riporta nella sua ultima pagina la data del 25 novembre 1961.

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Documento "Sulla elaborazione di proiezioni macroeconomiche per l'Italia. Appunto redatto dalla SVIMEZ in occasione della riunione ristretta della 'Commissione Papi' del 28 giugno 1961"

Il documento è classificato nel fascicolo come "appunto presentato dal Prof. Saraceno il 28 giugno 1961". Nel documento si fa presente la necessità di adottare un modello disaggregato per regioni o settori. Viene suggerito come esempio il modello a lungo termine elaborato da Chenery e Goldeberger per l'Olanda. Si afferma il principio per cui la formulazione del modello non è indipendente dal tipo di politica economica che si intende perseguire. La disaggregazione suggerita si articola in tre regioni geografiche (meridione, triangolo industriale e zona centro-orientale), mentre viene giudicata insufficiente una suddivisione per settori che non tenga conto del diverso grado di sviluppo di agricoltura, industria e servizi nelle diverse zone della nazione. Data la complessità dei problemi legati alla formulazione di un simile modello, si indica in un periodo di 1-2 anni il tempo necessario alla realizzazione del progetto. Si suggerisce inoltre di adottare un modello provvisorio più aggregato come studio intermedio (in proposito viene portato ad esempio il metodo delle approssimazioni successive suggerito da Tinbergen in una conferenza presso la Svimez e lo stesso metodo seguito nella formulazione dello Schema Vanoni). Infine vengono segnalate le necessarie modalità di lavoro da adottarsi qualora l'intero progetto venisse affidato alla SVIMEZ. Ciascuna pagina del documento riporta in basso a sinistra la dicitura "SVIMEZ - D.I.L. 'Commissione Papi', 2 27-6-61".

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Documento "Relazione del Vice Presidente Prof. Saraceno"

Dattiloscritto della relazione dal titolo "Contenuto, obiettivi e linee di azione di un programma di sviluppo economico (Rapporto del Vice Presidente)". La data del 12 dicembre 1962 è riportata sulla prima pagina del documento.

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