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ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


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Documento Memoriale in allegato alla lettera datata Torino, 19 novembre 1915

Alla pagina 267 della relazione della Direzione Generale della Cassa Depositi e Prestiti per l'anno 1914 risultava che al 31 dicembre 1914 la Cassa possedeva una rendita consolidata al 3,50 per cento dal 1906 per un capitale complessivo di L.452.613.000 e dal 1902 per un capitale complessivo di L.219.099.300. Da queste cifre Einaudi deduceva la possibilità di realizzare una proficua operazione finanziaria nell'interesse dello Stato. Il prezzo attuale della rendita era notevolmente superiore rispetto a quello vigente per il prestito nazionale. Il Governo avrebbe potuto promettere l'emissione di titoli del futuro prestito nazionale alla Cassa Depositi e Prestiti ritirandone in cambio altrettanta quantità di rendita consolidata, ad un corso da valutarsi di comune accordo in relazione ai prezzi che avrebbero potuto essere realizzati sul mercato. La cassa Depositi e prestiti si sarebbe notevolmente avvantaggiata secondo Einaudi da questo cambio in quanto, invece di una rendita perpetua, avrebbe ricevuto un titolo avente una scadenza fissa con un capitale certo di rimborso. Avrebbe tratto maggiori vantaggi anche rispetto all'interesse annuo e avrebbe ricevuto maggior interesse in un periodo relativamente breve, colmando le perdite che avrebbe probabilmente subito in confronto al prezzo di compera. Lo Stato, a sua volta, se avesse venduto i 450milioni di rendite ad un prezzo non troppo diverso da 86, avrebbe ottenuto in sostanza un prestito ad un interesse in quei tempi assai conveniente. Esso avrebbe avuto i seguenti vantaggi: 1) la vendita sarebbe stata effettuata prima dell'emissione del nuovo prestito a venire, senza che il mercato ne risentisse in modo sensibile. A questo proposito Einaudi commentava: "esiste una massa notevole di scoperto, il quale non desidera altro che ricoprirsi. Lo Stato sembra che abbia tutto l'interesse a vendere allo scoperto della rendita vecchia già emessa ad un prezzo conveniente più per lo Stato che per il compratore. Dato che il mercato speculativo è orientato in modo da assorbire facilmente la rendita vecchia, non si capisce perché lo Stato non gliela voglia dare" 2) questo prestito nuovo di più di 400 milioni di lire sarebbe stato emesso senza intaccare la capacità d'assorbimento rispetto ad un futuro prestito. Infatti coloro che avessero acquistato la rendita al 3,50 per cento, spettante alla Cassa Depositi e Prestito, o erano speculatori, dai quali era difficile sperare aiuto per la sottoscrizione di futuri prestiti nazionali, oppure era parte di un pubblico "speciale", il quale era affezionato particolarmente alla rendita e che "non vuol sentire parlare di nient'altro" 3) l'impressione sul pubblico sarebbe stata assai favorevole. Certamente queste operazione doveva essere fatta prima dell'emissione del nuovo prestito, per non confondere le due cose insieme. Era possibile, inoltre, che non solo la Cassa Depositi e Prestiti, "che è l'amministrazione più importante", ma anche altre amministrazioni dello Stato possedessero una rendita consolidata al 3,50 per cento per cifre rilevanti. Se la stessa operazione fosse stata estesa anche ad esse, il bilancio dello Stato - secondo Einaudi - ne avrebbe ricavato notevole vantaggio. Alla possibile obiezione che un effetto provocato da quest'operazione finanziaria potrebbe essere il rilassamento del prezzo della rendita, Einaudi risponde con un'osservazione: "se è davvero nell'interesse dello Stato e dei suoi prestiti futuri il livello attuale rispettivo dei prezzi della rendita e dei prezzi del Prestito Nazionale al 4,50 per cento. I due prezzi sembrano fatti apposta per invogliare i risparmiatori piuttosto a comprare rendita vecchia che a sottoscrivere prestiti nuovi". Conclude: "Alcune persone pratiche della psicologia e delle abitudini dei risparmiatori arrivano persino a dire che sarà inutile e pericoloso la prossima volta tornare ad offrire obbligazioni del prestito nazionale, tanto il pubblico si è ormai persuaso che conviene esclusivamente comprare rendite".
Tipologia Corrispondenze
Data 20/11/1915


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Lettere ricevute da S.E. Salandra da giugno a dicembre 1915

Il fascicolo comprende la corrispondenza di vari personaggi del mondo finanziario e politico dell'Italia del 1915 con Antonio Salandra, limitatamente ai mesi ottobre-dicembre 1915. Le lettere, complessivamente 103, sono ordinate in progressione numerica r
Scheda: 1-200 cc. nr. fascicolo 9
Numero della busta: 1

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Salandra Antonio

L'archivio fu donato nel 1948 dagli eredi di Antonio Salandra, residenti a Troia, alla Biblioteca comunale di Lucera su interessamento del direttore della stessa Giambattista Gifuni, primo e più importante biografo di Antonio Salandra ed attento studioso del suo pensiero e delle sue opere, cui ha dedicato diverse monografie. L'archivio, comprendente le carte di Antonio Salandra e un corpo bibliografico composto da più di duemila monografie, fu prelevato dal palazzo Salandra a Troia, ormai abbandonato, su delibera del Consiglio comunale di Lucera nel 1948. Se il corpo di monografie è attualmente catalogato in rete nazionale e consultabile sul sito dell'ICCU, le "carte" di Antonio Salandra furono ordinate ed inventariate dal direttore della Biblioteca comunale di Lucera Giambattista Gifuni. L'inventariazione è stata aggiornata dall'attuale responsabile, Michele Conte. Attualmente si dispone di un inventario dattiloscritto articolato in tre volumi.

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Biblioteca Comunale Ruggero Bonghi di Lucera

La biblioteca comunale "Ruggero Bonghi" di Lucera, in provincia di Foggia, fu fondata in seguito ad una donazione di un corpo di 5000 volumi della biblioteca privata del marchese Pasquale De Nicastri alla cittadinanza di Lucera nel 1817. In occasione del censimento del 1971 la biblioteca era dotata di un corpo di 90000 volumi, di cui 30 incunaboli, 850 cinquecentine, numerosissimi volumi rari e preziosi manoscritti, oltre ad autografi di illustri letterati, politici, scienziati italiani e stranieri. Anche l'emeroteca annessa alla biblioteca è dotata di numerose riviste e raccolte di giornali rare ed introvabili. Il prestigio della Biblioteca è cresciuto a partire dagli anni trenta del XX secolo, quando la direzione è stata assunta dall'erudito Giambattista Gifuni (1891-1977). Attraverso la sua intelligente mediazione il patrimonio bibliotecario si è arricchito con l'acquisizione del corposo Archivio privato di Antonio Salandra. Attualmente il patrimonio librario della Biblioteca è catalogato on-line negli indici del Sistema Bibliotecario Nazionale (SBN).
Indirizzo: Corso Garibaldi, 74, c/o Municipio
CAP: 71036
Luogo: Lucera (FG)
Regione: PUGLIA
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