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ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI




Opera Un principe mercante: studio sulla espansione coloniale italiana  

Fratelli Bocca (1900)

Opera La finanza della guerra e delle opere pubbliche  

Tip. E. Bono (1914)

Opera Preparazione morale e preparazione finanziaria. Terza edizione  

Milano: Rava & C. editori (1915)

Opera Il problema della finanza post-bellica. Lezioni tenute all'Università commerciale Luigi Bocconi  

Fratelli Treves (1919)

Opera Il problema delle abitazioni  

Milano: Fratelli Treves, Editori (1920)

Opera Gli ideali di un economista  

Collezione Quaderni della Voce serie IV N.50-51, La Voce. (1921)

Opera La condotta economica e gli effetti sociali della guerra italiana  

Bari: Gius. Laterza & figli editori (1933)


Articolo EINAUDI, L. (1924). LA TERRA E L'IMPOSTA. Annali Di Economia, 1(1), 37-215.

Link: http://www.jstor.org/stable/23230340

Articolo EINAUDI, L. (1929). CONTRIBUTO ALLA RICERCA DELL'"OTTIMA IMPOSTA". Annali Di Economia, 5, 7-244.

Link: http://www.jstor.org/stable/23232380

Articolo EINAUDI, L. (1934). INTORNO ALLA TEORIA DELLA PRODUTTIVTÀ DELLE IMPOSTE. CONSIDERAZIONI METODOLOGICHE. Giornale Degli Economisti e Rivista Di Statistica, 74 (Anno 49)(11), 794-797.

Link: http://www.jstor.org/stable/23230261

Articolo Einaudi, L. (1942). DEL CONCETTO DELLO "STATO FATTORE DI PRODUZIONE" E DELLE SUE RELAZIONI COL TEOREMA DELLA ESCLUSIONE DEL RISPARMIO DALL'IMPOSTA. Giornale Degli Economisti e Annali Di Economia, 4(7/8), 301-331.

Link: http://www.jstor.org/stable/23235029

Articolo EINAUDI, L. (1950). SCIENZA ECONOMICA ED ECONOMISTI NEL MOMENTO PRESENTE. Giornale Degli Economisti e Annali Di Economia, 9(1/2), 1-17.

Link: http://www.jstor.org/stable/23236319

Articolo EINAUDI, L. (1951). DALLA LEGGENDA AL MONUMENTO. Giornale Degli Economisti e Annali Di Economia, 10(7/8), 329-334.

Link: http://www.jstor.org/stable/23235582

Documento Corrispondenza: Luigi Amoroso a Luigi Einaudi (29-01-1947)

Amoroso invita Einaudi a partecipare come delegato al Congresso della Società di Econometria in programma nel settembre 1947 a Washington. La società, spiega Amoroso, richiede sì persone con conoscenze matematiche, ma anche economisti teorici, che affianchino alla teoria l'esperienza pratica.

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Documento Corrispondenza: Riccardo Bachi a Luigi Einaudi (28-09-1944)

Bachi ringrazia Einaudi della lettera del 23 luglio. Egli ha appreso con soddisfazione che Einaudi ha potuto continuare l'attività universitaria in un luogo dove trova cospicuo materiale di studio, perfettamente aggiornato. Egli al contrario confessa di avere a sua disposizione solo tre riviste inglesi, e di aver potuto seguire le pubblicazioni di Einaudi acquistando "The Economist" di seconda mano. Bachi trova interessante l'idea suggerita da Einaudi di serbare sistematica memoria dei dati relativi all'azienda agricola che suo figlio conduce con altri tre compagni: Bachi conserverà i dati, ma teme che la monografia che se ne potrebbe redigere non possa avere un "significato rappresentativo generale" perché l'azienda è piccola e le condizioni organizzative sono molto particolari. Bachi ha potuto constatare come sia veritiera l'affermazione di Galiani, secondo cui l'agricoltura è la più aleatoria delle produzioni. Tra le altre esperienze che Bachi sta osservando, quella che lo colpisce di più è la mobilità ed imprevedibilità dei prezzi. Per quanto riguarda i suoi progetti per il futuro, Bachi ha intenzione di pubblicare insieme al figlio uno studio sull'economia, sociologia, politica ed altri aspetti della vita in Palestina, studio che sarà pubblicato anche in francese. Bachi pubblicherà anche un altro libro: una riedizione di un libro ispirato alla dottrina mercantilistica, scritto da un rabbino veneziano, Simone Luzzatto, nel 1638, di cui curerà l'edizione ed il commento scientifico [Sull'argomento si veda anche la lettera del 7 gennaio 1945 e quella del 10 aprile 1945, sintetizzate in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Riccardo Bachi a Luigi Einaudi (7-01-1945)

Bachi scrive a Einaudi sulla riedizione del libro di Simone Luzzatto, scritto nel 1638. Bachi avrebbe bisogno di molti libri, che in Palestina non si trovano, tra cui i "Principi di economia finanziaria" di de Viti de Marco, "Discorso sulla grandezza della città" di Giovanni Botero e "Studio su Botero" di Mario Einaudi, edito da Giulio Einaudi. Bachi ha dato incarico alla dott.ssa Ratti di procuragli copia di questi libri, e, nel caso non li trovasse, le ha consigliato di rivolgersi a Einaudi [Sull'argomento si veda anche la lettera del 28 settembre 1944 e quella del 10 aprile 1945, sintetizzate in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Riccardo Bachi (10-04-1945)

Einaudi riferisce a Bachi di aver ricevuto con enorme ritardo le lettere del 28 settembre e del 7 gennaio [sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR]. Einaudi racconta al suo corrispondente dei mesi trascorsi in Svizzera e del suo rientro in Italia. Riguardo la pubblicazione del libro di Luzzatto, lo studio su Botero che Bachi cerca non è stato scritto da suo figlio ma da Mario De Bernardi, e Einaudi si augura che la dott.ssa Ratti ne trovi una copia.

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Documento Corrispondenza: Riccardo Bachi a Luigi Einaudi (10-07-1945)

Bachi informa Einaudi sulla triste sorte toccata al collega Renzo Fubini. Arrestato a Torino nel 1943, fu deportato in Germania, e "da allora non se ne è più saputo nulla. come è accaduto a milioni di povere persone". Bachi aveva tentato invano di salvarlo, procurandogli un permesso di immigrazione in Palestina. Nel prosieguo della lettera Bachi riferisce a Einaudi di aver scritto alla Direzione dell'Istruzione Pubblica, chiedendo di essere richiamato in servizio l'anno successivo (a.a. 1945-46), ma le difficoltà, aggiunge Bachi, sono molte.

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Documento Corrispondenza: Paolo Baffi a Luigi Einaudi (14-3-1945)

Baffi scrive a Einaudi di essere stato invitato dal promotore Sabatini a partecipare alla visita dei bocconiani di Roma a Einaudi, prevista per il giorno seguente. La visita, ricorda Baffi, era stata guidata fino al 1938 dall'ebreo Vittorio Del Vecchio. Con la campagna razzista il dott. Sabatini invitò "in malo modo" Del Vecchio a ritirarsi e diramò elenchi di bocconiani nei quali gli ebrei "non figuravano più" [sottolineato nell'originale, NDR]. Baffi scrive che a lui, come ad altri colleghi (Gustavo Del Vecchio, Molinari) sembra che non spetti al dott. Sabatini presentare a Einaudi i bocconiani di Roma.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Rodolfo Benini (08-02-1945)

Einaudi restituisce a Rodolfo Benini la memoria che questi gli aveva presentato. Einaudi si chiede in base a quali considerazioni si possa ricavare il dato relativo alla riduzione ad un terzo, forse anche ad un quinto, del numero delle contrattazioni a pronti in confronto a quelle di 6 anni prima. Egli ritiene che la sostituzione quasi assoluta degli acquisti in contanti sul mercato nero in luogo dei pagamenti a termine con assegno o giroconti in banca costituisca invece un dato contrario a tale stima. Einaudi ha qualche dubbio anche sull'obbligatorietà del prestito: già nel 1919 si era discusso di questo argomento, arrivando alla conclusione che è meglio scindere le due operazioni: lasciare il prestito volontario e congegnare in modo autonomo una imposta patrimoniale. Per quanto riguarda il lungo tempo concesso per il cambio dei biglietti, Einaudi è perplesso perché c'è da temere l'afflusso di biglietti da parte di chi potrebbe continuare a fabbricarli o da parte di detentori residenti all'estero.

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Documento Corrispondenza: Rodolfo Benini a Luigi Einaudi (29-11-1946)

Rodolfo Benini riferisce a Einaudi che riguardo la raccolta dei dati relativi alla sottoscrizione del prestito, Costantino Bresciani Turroni gli ha detto di non avere difficoltà a raccogliere tali dati, sempre che facciano altrettanto gli altri istituti consorziati. Benini constata che Einaudi ha accolto l'idea di proporre metodi uniformi per gli istituti che hanno filiali o agenzie che non sono nella città in cui l'ente ha sede. Benini ritiene questa scelta errata in quanto non ci sarà modo di conoscere la graduatoria di importanza delle sottoscrizioni. Benini chiede notizie di un suo articolo inviato al Corriere della Sera, ma non ancora pubblicato; se l'articolo non piace, Benini è pronto a ritirarlo.

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Documento Corrispondenza: Rodolfo Benini a Luigi Einaudi (29-11-1948)

Rodolfo Benini ringrazia Einaudi per l'invio del libro "La guerra e l'unità europea"

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Documento Corrispondenza: Rodolfo Benini a Luigi Einaudi (17-02-1949)

Rodolfo Benini ringrazia Einaudi per l'invito al Quirinale e annuncia che presto invierà in omaggio il suo articolo sulla "Superiorità ed inferiorità delle parti nei contratti"

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Documento Corrispondenza: Rodolfo Benini a Luigi Einaudi (29-12-1949)

Rodolfo Benini scrive ad Einaudi di non averlo potuto incontrare perché la sua anticamera era affollatissma, ed egli non ha voluto far valere i suoi titoli per avere la precedenza. Tuttavia Benini avrebbe voluto mostrargli alcune tavole statistiche che formano una "storia in cifre" della Banca d'Italia da quando essa è diventata un unico istituto di emissione. Benini si riserva di riparlare dell'argomento con Einaudi nei giorni successivi

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Documento Corrispondenza: Alberto Bertolino a Luigi Einaudi

Si tratta della lettera con cui Alberto Bertolino comunica a Einaudi la nomina a socio ordinario dell'Accademia del Georgofili, e lo invita ad inaugurare il nuovo anno accademico. La posizione politica di Einaudi, la sua personalità scientifica e la sua concezione politico-economica darebbero al momento inaugurale un alto valore storico. Nessuno meglio di Einaudi può riprendere la tradizione del pensiero politico ed economico proprio dell'Accademia. Qualunque argomento Einaudi voglia trattare sarà una affermazione autorevole della tradizione liberale dell'Accademia.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Alberto Bertolino (13-03-945)

Einaudi ringrazia Bertolino di avergli comunicato la notizia della nomina di socio ordinario dell'Accademia dei Georgofili e lo prega di comunicare ai soci la sua accettazione. Einaudi apprezza il significato della nomina in un momento in cui la tradizione di libertà, continuamente affermata in passato dall'Accademia, deve trovare nuovo alimento nelle generazioni future.

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Documento Corrispondenza: Costantino Bresciani Turroni a Luigi Einaudi (28-05-1945)

Costantino Bresciani Turroni chiede a Einaudi se sia possibile fargli avere un incarico a Berlino. In tal modo egli potrà svolgere ricerche sulla famiglia della moglie, che si trovava lì quando Berlino fu bombardata dai russi. Bresciani ricorda a Einaudi di aver lavorato come rappresentate per l'Italia presso l'ufficio berlinese delle Commissioni delle Riparazioni tra il 1920 ed il 1924, con le funzioni di controllore generale delle esportazioni tedesche. [Si vedano sull'argomento anche le lettere dell'8 e del 26 giugno in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Costantino Bresciani Turroni (08-06-1945)

Einaudi è dispiaciuto di non aver potuto incontrare Bresciani Turroni a Milano. Pur comprendendo l'ansia di Bresciani Turroni sulla sorte della famiglia della moglie, Einaudi non ritiene opportuno che Bresciani si rechi in Germania: il modo più facile di ottenere notizie è forse andare a Roma. [Si vedano anche le lettere del 28 maggio e del 26 giugno in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Costantino Bresciani Turroni (26-06-1945)

Einaudi rimprovera Bresciani Turroni di non essersi recato a Roma. In questo modo è infatti sfumata l'opportunità di ottenere una nomina in una commissione governativa, composta di funzionari del Ministero degli Esteri, del Tesoro e dell'Industria, commissione che tratterà i rapporti tra l'Italia e la Svizzera. Bresciani potrebbe essere di grande aiuto al Paese; restando lontano da Roma gli incarichi potrebbero essere invece assegnati a persone la cui statura è sicuramente inferiore a quella di Bresciani. [La risposta di Bresciani Turroni del 29 giugno 1945 è sintetizzata in ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Costantino Bresciani Turroni a Luigi Einaudi (29-06-1945)

In risposta alla lettera di Einaudi del 26 giugno, Bresciani Turroni spiega il grave motivo per cui non si è potuto recare a Roma: il "profondo turbamento psichico" che affligge la moglie gli impedisce di lasciarla sola. [La lettera di Einaudi del 26 giugno 1945 sintetizzata in ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Costantino Bresciani Turroni a Luigi Einaudi (03-08-1945)

Bresciani Turroni racconta a Einaudi che la sera del 1° agosto aveva appreso dal giornale "Libertà" che la scelta per la nomina del ministro del Tesoro sarebbe caduta sul sen. Ricci o sullo stesso Bresciani Turroni. Bresciani riferisce che la nomina lo avrebbe riempito di entusiasmo, ma il mattino successivo egli seppe che era stato già nominato Ricci. Bresciani chiede a Einaudi se sia stato davvero possibile che si sia pensato a lui (in tal caso Bresciani ritiene che sia stato Einaudi a fare il suo nome) o se si sia trattato solo di una voce infondata. Bresciani raccolta inoltre che alcune settimane addietro il Comm. Mattioli gli aveva riferito che il ministro Soleri avrebbe voluto affidargli un Sottosegretariato al Tesoro per preparare insieme a Einaudi le attese misure finanziarie. Bresciani confida al suo interlocutore un altro progetto: "Il Borsa" vorrebbe inviarlo in Germania perché egli scriva una serie di articoli sulle condizioni di quel Paese. Bresciani preferirebbe quest'ultima soluzione alla proposta di Mattioli di nominarlo addetto finanziario a Londra.

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Documento Corrispondenza: Costantino Bresciani Turroni a Luigi Einaudi (09-05-1949)

Bresciani Turroni scrive ad Einaudi ringraziandolo per la sua lettera: essa è stata di stimolo per continuare a lavorare al secondo volume del suo "Corso". Bresciani Turroni ha meditato a lungo sulle parole di Einaudi a proposito della sua missione a Washington e ne ha parlato anche con il dott. Menichella. Egli non può ripartire subito per Washington, ma sarebbe molto dispiaciuto se tutto ciò fosse di qualche danno agli interessi dell'Italia. Bresciani ha perciò pregato Menichella di prendere le decisioni che ritiene più convenienti e ricorda che, secondo lo statuto e la pratica della Banca internazionale, se un direttore esecutivo è sostituito prima del termine, il posto non è perduto per il Paese che lo aveva fatto eleggere.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Costantino Bresciani Turroni (29-07-1950)

Einaudi scrive a Bresciani Turroni di aver letto con vivo interesse il suo articolo "Giudizi discutibili". L'unico appunto che Einaudi vuol muovere all'articolo riguarda il titolo: invece di discutibili, osserva Einaudi, sarebbe necessario scrivere stupidi. La leggerezza di alcune persone di parlare di cose che non conoscono deve suscitare qualcosa di più della critica.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Costantino Bresciani Turroni (26-05-1951)

Einaudi scrive a Bresciani per parlargli di un argomento che gli sta molto a cuore. Egli è sempre più persuaso della necessità che l'Europa si unisca ma "la fase dell'idea federativa oggi è quella degli inglesi quando sentono parlare di una novità: è assurdo!". Einaudi informa Bresciani che altre banche, la Banca d'Italia in testa, ma anche Comit, Credit, Banca del lavoro, Banco di Napoli, Banco di Sicilia hanno aiutato, con 2 milioni ciascuno, il movimento federalista. Si attende l'aiuto del Banco di Roma per non interrompere il lavoro.

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Documento Corrispondenza: Costantino Bresciani Turroni a Luigi Einaudi (28-05-1951)

Bresciani Turroni, apprezzando i nobili fini del movimento federalista, informa Einaudi di aver disposto che il Banco di Roma dia un suo contributo finanziario, emettendo un assegno di 2 milioni.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Costantino Bresciani Turroni (30-05-1951)

Einaudi plaude la lettera del 28 maggio 1951 di Bresciani Turroni [sintetizzata in questo fascicolo ASE, NDR] "e al generoso atto per una causa buona".

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Documento Corrispondenza: Giuseppe Bruguier Pacini a Luigi Einaudi (18-01-1945)

Bruguier Pacini si congratula con Einaudi per la nomina a Governatore della Banca d'Italia e afferma che sarebbe molto conveniente se l'America consentisse all'Italia di "sottoscrivere ai suoi buoni del Tesoro": in Italia c'è tanto denaro che cerca impiego in beni reali e che in questo modo si collocherebbe in una valuta sicura come il dollaro e non premerebbe ulteriormente sui prezzi. Nonostante le pessime condizioni in cui si trova l'Università di Pisa, Bruguier Pacini terrà comunque il corso di economia politica e quello di politica economica, che comprenderà una parte sulle prefazioni di Ferrara. [La risposta di Einaudi a questa lettera si trova sintetizzata in ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giuseppe Bruguier Pacini (03-02-1945)

Einaudi risponde alla lettera di Bruguier Pagini del 18 gennaio 1945 [sintetizzata in ASE in questo fascicolo, NDR]. In merito all'idea di chiedere all'America la facoltà di "sottoscrivere ai suoi buoni del Tesoro", Einaudi ritiene che gli americani non accetterebbero certo la carta italiana, e che quindi vorrebbero l'equivalente in beni reali. L'operazione si risolverebbe quindi in un'esportazione di merci italiane negli Stati Uniti, pagate con buoni del Tesoro americani, divenuti di proprietà di cittadini italiani. Ma come si può immaginare che l'Italia in questo momento diventi esportatrice di capitali all'estero? E' purtroppo l'inverso, commenta Einaudi, che dovrebbe accadere.

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Documento Corrispondenza: Giuseppe Bruguier Pacini a Luigi Einaudi (27-09-1945)

Nonostante i numerosi impegni al Comitato per la ricostruzione, al Consiglio direttivo del Partito liberale e gli impegni accademici, Bruguier Pacini accetta, in nome dell'affetto per Einaudi e la "venerazione" per Croce, di scrivere l'articolo che Einaudi gli ha chiesto ed invia subito lo schema che intende seguire: 1) la polemica Croce-Pareto (ed il riconoscimento della scienza economica come scienza pura); 2) la polemica tra Croce e Loria (Bruguier Pacini vorrebbe scrivere anche sul materialismo storico, ma putroppo è "poco informato" sull'argomento); 3) la posizione sui generis di Pantaleoni, "l'ingarbugliamento" derivante dai tentativi di costruire un'economia secondo schemi idealistici e reazione di Croce. [Sull'argomento si vedano anche le lettere del 29 agosto 1945, dell'8 ottobre 1945, del 4 dicembre 1945, del 30 dicembre 1945, tutte sintetizzate in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giuseppe Bruguier Pacini (29-09-1945)

Einaudi ringrazia Bruguier Pacini per aver accettato di compilare la memoria di cui egli aveva scritto in precedenza. Einaudi vuole specificare però che si dovrebbe trattare di un lavoro sullo sviluppo della scienza economica nel cinquantennio 1895-1945. Il rapporto tra tale sviluppo ed il pensiero di Croce potrebbe rappresentare solo uno dei punti di vista da esporre. L'accento dovrebbe cadere invece sullo sviluppo della scienza economica sia come scienza teorica, sia come scienza applicata [Sull'argomento si vedano anche le lettere del 27 agosto 1945, dell'8 ottobre 1945, del 4 dicembre 1945, del 30 dicembre 1945, tutte in questo fascicolo e sintetizzate nelle sezione "Documenti", NDR].

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Documento Corrispondenza: Giuseppe Bruguier Pacini a Luigi Einaudi (08-10-1945)

Bruguier Pacini invia a Einaudi una bozza del lavoro sullo sviluppo della scienza economica nel cinquantennio 1895-1945. Bruguier Pagini sottolinea che si tratta di una bozza: mentre i paragrafi relativi a Pareto e Pantaleoni sono definitivi, la parte su Loria è "scarsa" (e chiede in proposito a Einaudi l'anno di pubblicazione della bibliografia Loriana), ma gli darà lo spunto per parlare di Croce. Bruguier Pagini avverte Einaudi di non conoscere bene l'argomento e soprattutto di sapere pochissimo dello sviluppo del marxismo in Italia. Anche i paragrafi sugli scrittori monetari (Papi, Fanno, Bresciani Turroni, Supino) è "pasticciato" in quanto egli è un "po' confuso sulle teorie monetarie e sulle teorie dei cicli". [Sull'argomento si vedano anche le lettere del 27 e del 29 agosto 1945, del 4 e del 30 dicembre 1945, tutte sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Giuseppe Bruguier Pacini a Luigi Einaudi (04-12-1945)

Bruguier Pacini informa Einaudi che, non avendo più avuto sue notizie ed avendo saputo che erano sorti problemi per la stampa, aveva rallentato il lavoro. Lo ha ripreso con lena, sperando di poter inviare il testo a breve. Per la nota bibliografica Bruguier Pacini ritiene che sarebbe più opportuno farla sulla base del testo di Einaudi. [Sull'argomento si vedano anche le lettere del 27 e del 29 agosto 1945, dell'8 ottobre 1945, del 30 dicembre 1945, tutte sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Giuseppe Bruguier Pacini a Luigi Einaudi (30-12-1945)

Bruguier Pacini invia il lavoro completo ad Einaudi. Manca solo la parte bibliografica, a cui Bruguier si ripromette di lavorare nei giorni successivi. Bruguier ha intenzione di andare a Roma nel prossimo gennaio e vorrebbe incontrare Einaudi anche per discutere sulla possibilità di curare una nuova edizione dell'opera di Ferrara. [Sull'argomento si vedano anche le lettere del 27 e del 29 agosto 1945, dell'8 ottobre 1945, del 4 dicembre 1945, tutte sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Giuseppe Bruguier Pacini a Luigi Einaudi (07-02-1946)

Bruguier Pacini invita Einaudi a tenere una lezione presso il nuovo Istituto di studi per la riforma sociale. Bruguier Pacini informa Einaudi che sarebbe un onore ospitarlo in casa propria.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giuseppe Bruguier Pacini (25-03-1946)

Einaudi spiega a Bruguier Pacini che, ricevuta la bozza dell'articolo, voleva premettere alle cartelle redatte da Bruguier un ricordo della prima conoscenza che egli fece con il nome di Benedetto Croce. Poi, spiega Einaudi, i ricordi continuavano a venir fuori ed egli finì per scrivere un altro gruppo di cartelle, che ricalcavano quelle del Bruguier, ma sotto forma di reminescenze. Preso da "scrupoli di pirateria", Einaudi giunse alla nota che si trova in prima pagina, riconoscendo tuttavia di non aver reso piena giustizia alla collaborazione di Bruguier Pacini. Einaudi consiglia al suo interlocutore di rivedere il manoscriotto per dargli gli ultimi ritocchi, e gli propone di inviarlo a suo nome al "Giornale degli economisti" o alla rivista di Gangemi [si tratta della rivista "Studi economici", NDR] per pubblicarlo.

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Documento Corrispondenza: Giuseppe Bruguier Pacini a Luigi Einaudi (10-05-1950)

Bruguier Pacini sottopone il suo lavoro a Einaudi. Bruguier lo pubblicherà solo se l'articolo piacerà a Einaudi e con le modifiche che egli suggerirà. Bruguier chiede inoltre di essere ricevuto per salutare Einaudi di persona. [Si tratta presumibilmente dell'articolo "Luigi Einaudi moralista" pubblicato sulla "Nuova rivista di diritto commerciale, diritto dell'economia, diritto sociale, anno 3 (1950); si veda anche la lettera di Einaudi del 21 maggio 1950, in questo fascicolo, sintetizzata di seguito, NDR].

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giuseppe Bruguier Pacini (21-05-1950)

Einaudi ringrazia Bruguier del suo scritto, che egli giudica "troppo benevolo" nei propri confronti " nel non mettere in luce, se non le contraddizioni, le incertezze nell'esame di quei problemi su cui lei [Bruguier Pacini, NDR] ha rivolto la sua attenzione". Einaudi potrebbe incontrare Bruguier tra il 23 ed il 26 del mese. [Si tratta presumibilmente dell'articolo di Bruguier Pacini "Luigi Einaudi moralista" pubblicato sulla "Nuova rivista di diritto commerciale, diritto dell'economia, diritto sociale, anno 3 (1950); si veda anche la lettera di Bruguier Pacini del 10 maggio 1950, sintetizzata in ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Federico Caffè a Antonio D'Aroma (22-12-1953)

Federico Caffè scrive a D'Aroma di essere restato "lietamente stupito" nell'apprendere che Einaudi ha trovato il tempo di leggere la sua breve nota bibliografica sul problema della disoccupazione nella letteratura straniera. Caffè invia due sue pubblicazioni a D'Aroma, pregandolo di valutare se sia o meno il caso di farne avere una copia a Einaudi.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Carlo Maria Cipolla (1951-01-29)

Einaudi ringrazia Cipolla per l'invio dei suoi lavori. Non avendo avuto il tempo di leggere tutto, Einaudi ha prestato attenzione soprattutto allo scritto che riguarda la decadenza della proprietà ecclesiastica nell'Italia del Nord. Qualche curiosità gli è però rimasta: di che tipo ed intensità è la svalutazione monetaria di cui parla Cipolla? Sembra che la svalutazione abbia costituito un processo continuo tra l'anno 1000 e l'anno 1200, che si è accentuata con la fine del secolo XIII con un fortissimo aumento dei prezzi. Questa svalutazione è stata causata dall'afflusso di uno dei due metalli preziosi (pag. 322 dello scritto di Cipolla)? Quale sarebbe l'origine dell'afflusso? Oppure si tratta di altro tipo di svalutazione? Un altro punto su cui Einaudi rimane "incerto" è il rapporto tra rovina morale del clero e crisi economica. Dal lavoro di Cipolla sembra che i due fenomeni siano contemporanei e che, se esiste una precedenza, questa è attribuibile alla crisi economica, a cui è seguita la rovina morale del clero. Einaudi giudica quest'analisi "romanzesca". Il fattore morale secondo Einaudi è stato originato dalla pigrizia degli ecclesiastici, pigrizia che ha favorito il fiorire di una classe di agricoltori intraprendenti e laboriosi e ciò è stata la fortuna della Lombardia.

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Documento Corrispondenza: Epicarmo Corbino a Luigi Einaudi (06-04-1944)

Corbino si scusa di non poter accettare l'invito di Einaudi alla Conferenza sull'organizzazione dei partiti politici in Gran Bretagna per impegni presi in precedenza.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Epicarmo Corbino (07-01-1946)

Einaudi invia a Corbino due modifiche da apportare al disegno di legge relativo all'istituzione del Ministero per il commercio con l'estero. Einaudi propone di eliminare termini come "controllare" e "disciplinare" troppo generici (e molto utilizzati durante il regime fascista), e di scrivere esattamente ciò che si voglia attribuire al nuovo Ministero ed entro quali limiti l' azione di tale Ministero è libera e legittima. Il secondo punto riguarda il premio di esportazione e la sovrattassa di importazione.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Epicarmo Corbino (02-08-946)

Einaudi si complimenta con Corbino per la nomina alla Conferenza di Parigi. In precedenza egli aveva designato come delegato alla Conferenza il Direttore Generale della Banca d'Italia, dott. Menichella. Tuttavia, in assenza della nomina da parte del Governo italiano di un membro cui spettasse il coordinamento e la direzione della delegazione a Parigi, questo ruolo non poteva, a parere di Einaudi, essere svolto da Menichella. Infatti la materia trattata va oltre le specifiche funzioni finanziarie della Banca d'Italia. Avendo appreso che il Governo ha designato Corbino quale autorevole membro che guiderà la delegazione italiana, Einaudi assicura che lui stesso, il Direttore Generale e tutta la Banca, saranno lieti di collaborare con Corbino per la difesa degli interessi economici italiani.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Epicarmo Corbino (22-10-1946)

Einaudi comunica a Corbino di aver votato contro la confisca dei beni per alcune categorie di persone. Einaudi non riesce a capire come alcune persone possano essere condannate ad una vera e propria pena, come la confisca, non per un fatto personale di cui abbia giudicato un Tribunale, ma per la semplice appartenenza ad una categoria di persone.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Cesare Cosciani (01-07-1954)

Einaudi ritiene che non si debba badare troppo alle giustificazioni di carattere dottrinale in merito all'imposta sulle società, in quanto essa è semplicemente un mezzo per accentuare la progressività delle imposte. Indipendentemente dalle applicazioni legislative, si può però cercare di riflettere su questo istituto finanziario. La lettera di Cosciani del 3 giugno ha portato Einaudi a riflettere su tre punti. In primo luogo egli non capisce come il trasferimento di un intero pacchetto azionario di una società anonima immobiliare urbana o rurale possa costituire un mezzo per evitare l'imposta di registro. Si evita, osserva Einaudi, ciò che si deve pagare, e non ciò che non si è tenuti a pagare. Inoltre la dottrina è concorde nel ritenere preferibili le imposte annue rispetto a quelle saltuarie (come l'imposta di registro). L'imposta saltuaria, a parere di Einaudi, può avere l'effetto di indurre le parti ad astenersi dal trasferimento, il quale costituisce un atto che nell'interesse generale non dovrebbe essere mai scoraggiato. L'imposta annua invece lascia indifferenti compratore e venditore ed è quindi conforme all'interesse pubblico. Einaudi è convinto che l'abolizione assoluta e totale dell'imposta di registro a titolo oneroso costituirebbe una benefica riforma fondiaria ed agraria. In secondo luogo egli ritiene che l'osservazione di Cosciani relativa alla circostanza che l'imposta di successione si possa evadere mediante una girata in bianco del "de cuius", non si limiti alle società di comodo, immobiliari o meno, ma valga per tutte le tipologie di patrimoni azionari. La terza osservazione riguarda la disparità di trattamento ai fini dell'imposta complementare progressiva tra un proprietario immobiliare (tassato sull'intero reddito) e l'azionista della società proprietaria del medesimo patrimonio (tassato solo sul dividendo ed esonerato per le somme messe a riserva) solleva nuovamente il problema della tassazione delle somme messe a riserva. Einaudi ricorda che si tratta di un problema già discusso in passato, allorché si era arrivati alla conclusione che l'imposta sulla ricchezza mobile dovesse colpire solo i dividendi distribuiti e non il reddito prodotto, esentando cioè le somme messe a riserva ed evitando così la doppia tassazione del risparmio. L'esenzione è nata per incoraggiare le società a reinvestire parte dei propri redditi: in mancanza di tale possibilitàsi sarebbero dovuti distribuire tutti gli utili e poi ricorrere al mercato per finanziare gli investimenti. In quarto luogo Einaudi non vede perché sia importante far figurare nel bilancio delle società immobiliari titoli ad un prezzo più o meno alto, dal momento che la tassazione in sede di imposta fondiaria avviene sui valori catastali moltiplicati per i coefficienti stabiliti dalla legge.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Cesare Cosciani (06-05-1956)

Einaudi scrive a Cosciani in relazione al maggior peso, lamentato dai giornali, delle imposte indirette rispetto a quelle dirette. Einaudi osserva che allo stato attuale delle statistiche non è lecito giungere a qualsiasi conclusione sul rapporto tra imposte diretti ed indirette, né sul confronto tra la situazione italiana e quella registrata in altri Paesi e neanche sul confronto tra la situazione italiana attuale e quella verificatasi in passato. Volendo contribuire a chiarire i fatti, Einaudi propone a Cosciani di stilare un elenco dei titoli di tutte le varie specie di entrate dello Stato, senza alcun raggruppamento e segnalando per ciascuna entrata i proventi per lo Stato negli anni 1913-14, 1938-39 e 1952-53. A questo catalogo dovrebbe accompagnarsi un elenco delle entrate degli enti locali e degli altri enti territoriali aventi diritto di imposta. Una volta raccolti tutti dati, si potrà passare alla loro classificazione. Einaudi si riserva di discutere con Cosciani delle possibili fasi successive di questa indagine.

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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria a Luigi Einaudi (02-01-1945)

Demaria chiede a Einaudi di collaborare al "Giornale degli economisti", sia attraverso la pubblicazione di articoli, sia per la parte bibliografica.

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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria a Luigi Einaudi (09-02-945)

Demaria chiede a Einaudi se ritiene che la Banca d'Italia verrà riorganizzata. In tal caso Demaria vorrebbe ricevere una copia dei progetti di riforma, dal momento che sta preparando un libro sulla riorganizzazione della struttura amministrativa dello Stato e dovrà trattare anche dell'organizzazione della Banca d'Italia e degli istituti ad essa collegati.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giovanni Demaria (31-01-1946)

Einaudi scrive a Demaria in risposta all'articolo di questi apparso sulla Stampa di Torino e relativo a questioni monetarie. Einaudi assicura che la situazione della Banca d'Italia ricomincerà ad essere resa pubblica non appena possibile. L'impossibilità di rendere pubblica tale situazione è stata causata dalla mancanza di dati completi, ossia unificati, relativi ai due tronconi in cui l'Italia è stata divisa. Inoltre Einaudi chiarisce che tra i governi stranieri citati da Demaria, nessuno (né la Gran Bretagna, né gli Stati Uniti) ha stabilito imposte patrimoniali, e che la scelta del governo francese di istituire nuove imposte straordinarie non si può dire che sia stata coronata da successo. Quanto all'inaudita impresa di stampare tonnellate di biglietti senza necessità, Einaudi osserva che non sarebbe stato possibile effettuare il cambio dei vecchi biglietti senza tener pronti quelli nuovi e che la quantità stampata era la minima possibile.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giovanni Demaria (23-02-1946)

Einaudi rifiuta l'invito di Demaria a rispondere ai questionari preparati dalla Commissione economica della Costituente. Egli ritiene di essere di fronte ad un "ostacolo di carattere pregiudiziale insormontabile". La Costituzione, afferma Einaudi, deve obbedire ad un imperativo fondamentale: essere flessibile ed adattabile alle esigenze che man mano si presenteranno. Introdurre formule che intendono regolare problemi economici che appaiono nella situazione attuale importanti, sarebbe un errore. Egli ritiene che ciò possa essere pericoloso per la stabilità pacifica del regime che l'Italia vorrà darsi. Se è ragionevole che nel Preambolo siano elencati i diritti fondamentali della persona umana, è assurdo, a parere di Einaudi, che si dettino nella Costituzione norme che sarebbero vincolanti, salvo maggioranze e procedure speciali, sulla soluzione di qualunque problema economico. Verrebbe meno infatti una valvola di sicurezza contro moti rivoluzionari e sopraffazioni dittatoriali. Solo l'emanazione di pochi principi generalissimi è necessaria, sarebbe fatale andare al di là [Sull'argomento si vedano anche le lettere del 27.02.1946 e del 04.03.1946, sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria a Luigi Einaudi (27-02-1946)

Demaria aveva attribuito in precedenza il rifiuto di Einaudi di farsi intervistare alla mancanza di tempo, ed aveva perciò prospettato di restringere l'interrogatorio a solo pochi punti. Si è reso conto invece che Einaudi vede nell'interrogazione "un ostacolo di carattere pregiudiziale insormontabile", perchè contrario a norme di qualsiasi genere, giudicate pericolose per la stabilità pacifica del regime. A Demaria sembra invece che proprio l'esigenza di organizzarsi con relativa rapidità in modo moderno abbia dato vita alla Commissione, la quale andrà preparando elementi di studio sulla base della chiarezza e della ragionevolezza. Demaria invita Einaudi a ripensarci, in quanto il suo rifiuto potrebbe svalutare il valore dei lavori della Commissione [Sull'argomento si vedano anche le lettere del 23.02.1946 e del 04.03.1946, sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giovanni Demaria (04-03-1946)

Einaudi ha ricevuto la lettera di Demaria del 27 febbraio, e si sente obbligato a confermare il contenuto della precedente lettera del 23 febbraio [le due lettere si trovano in questo fascicolo]. Einaudi non ritiene opportuno intervenire alla Commissione economica a nome della Banca d'Italia; ma ciò non toglie che altri dipendenti della Banca potranno rispondere ai quesiti posti da Demaria ed essere interrogati dalla Commissione. Naturalmente però le risposte di ciascuno rispecchieranno le opinioni personali del singolo, e la Commissione le valuterà in ragione della persona e dell'esperienza dell'interrogato [Sull'argomento si vedano anche le lettere del 23.02.1946 e del 27.02.1946, sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Loria [?] a Luigi Einaudi (09-04-1946)

Il figlio di Achille Loria chiede a Einaudi di far recapitare a Giovanni Demaria gli ultimi scritti di economia lasciati dal padre. L'ing. Loria chiarisce che Demaria glieli aveva chiesti per pubblicarli eventualmente sul "Giornale degli economisti". Egli tuttavia non ne ha altra copia se non quella già consegnata a Einaudi [Sull'argomento si veda anche la lettera del dott. Rainoni a Demaria del 15.04.1946 conservata nello stesso fascicolo, e sintetizzata di seguito].

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Documento Corrispondenza: Antonio Rainoni (Segretario di L. Eianaudi) a Giovanni Demaria (15-04-946)

Lettera di accompagnamento degli ultimi scritti di Achille Loria, che Antonio Rainoni invia a Demaria su incarico di Einaudi per verificare la possibilità di una pubblicazione sul "Giornale degli economisti" [la lettera fa seguito alla lettera dell'Ing. Loria, figlio di Achille, a Einaudi per chiedere l'invio di quegli scritti a Demaria. La lettera si trova in ASBI, nello stesso fascicolo ed una sintesi è presente nel database ASE, in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria a Luigi Einaudi (01-03-1948)

Giovanni Demaria giudica la nuova composizione del Consiglio dell'IRI quanto di più svantaggioso si potesse fare per il Paese [Si veda la risposta di Einaudi del 06.03.1948, sintetizzata nel database ASE, in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giovanni Demaria (06-03-1948)

In relazione alla lettera del 1° marzo 1948, in cui Demaria aveva espresso un giudizio negativo sulla composizione del Consiglio dell'IRI, Einaudi rimprovera a Demaria di non avergli fatto conoscere in precedenza i suoi suggerimenti e gli sarebbe grato se, per ricordo storico, gli accennasse alle persone che secondo lui sarebbe stato preferibile scegliere [La lettera di Demaria del 01.03.1948, è sintetizzata nel database ASE, in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria a Luigi Einaudi (28-09-1949)

Cartolina inviata da Chicago da Demaria a Einaudi. De Maria riferisce di aver tenuto una Conferenza alla Stanford University sul Piano Marshall e di aver intervistato i maggiori esponenti del modo bancario americano e molti professori universitari. Da questo lavoro Demaria deduce che non c'è da prevedere una crisi dell'economia americana, ma che i privati cominciano a stancarsi del peso costituito dal Piano Marshall.

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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria a Luigi Einaudi (22-05-1950)

Demaria scrive ad Einaudi di essere preoccupato dal fatto che gli indici di andamento della produzione sono inferiori a quelli registrati nel 1938, mentre negli altri Paesi questi stessi indici registrano un miglioramento. Demaria suggerisce di abbandonare l'uso di fissare il saggio di interesse in base agli oneri dei servizi bancari e di ribassare il costo del denaro. Egli osserva inoltre che in Italia in questo momento si stanno privilegiando gli investimenti a breve e medio termine, in luogo di quelli a lungo termine, che sarebbero invece più produttivi. Demaria auspica un allargamento del credito, senza timore di un pericoloso accrescimento del livello dei prezzi. Altro provvedimento importante sarebbe la riforma agraria, a favore della quale il Governo dovrebbe, a parere di Demaria, imporsi.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giovanni Demaria (09-01-1951)

Einaudi chiede spiegazioni in merito ad una frase presente alla pag. 527 del saggio di Demaria su Pareto. La frase è "l'equilibrio è sempre un complesso di relazioni necessariamente individuali" e ancora "solo gli economisti che comprendono l'insegnamento di questa conquista sapranno tirarne il frutto". Einaudi si dichiara un ammiratore di Wicksteed: ogni parola deve essere spiegata in modo che tutti coloro che hanno una cultura media siano in grado di capire. I principi di Pantaleoni sono informati a questo criterio. Se Keynes si fosse attenuto a questo metodo, forse ci sarebbe nel mondo economico meno confusione [Sull'argomento si vedano anche le lettere del 15.01.1951, del 29.01.1951 e del 4.02.151, tutte conservate nello stesso fascicolo dell'Archivio Storico della Banca d'Italia e tute sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria a Luigi Einaudi (15-01-1951)

Demaria risponde alle richieste di chiarimento rivoltegli da Einaudi [Lettera di Einaudi del 9 gennaio 1951, sintetizzata in ASE in questo fascicolo, NDR]. Quanto viene sostenuto a pag. 527 sull'equilibrio e sulle relazioni individuali non è un suo costrutto, ma un costrutto di Pareto. Demaria ha insistito su questo punto spinto da due ragioni. La prima è patriottica: l'idea e lo sviluppo matematico dell'equilibrio generale non sono tutti in Walras. Il carattere individuale dell'equilibrio è una affermazione esclusiva di Pareto, quando si noti che Walras talvolta imposta l'equilibrio come categoria sintetica. La seconda motivazione deriva dall'avversione di Demaria alle teorie keynesiane che, in quanto sintetiche, peccano in "superficialità". Demaria conclude affermando che in effetti Pareto non sempre risulta chiaro, e in alcune parti è poco comprensibile [Sull'argomento si vedano anche le lettere del 09.01.1951, del 29.01.1951 e del 4.02.151, tutte conservate nello stesso fascicolo dell'Archivio Storico della Banca d'Italia e tute sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giovanni Demaria (29-01-1951)

Einaudi chiede nuovamente chiarimenti su alcuni punti del saggio di Demaria su Pareto. Innanzitutto Einaudi si interroga sul rapporto tra storia e scienza, chiedendo a Demaria in che cosa esso consista. Poi Einaudi cita un brano del saggio di Demaria nel quale si afferma che per Pareto "l'equilibrio è sempre un complesso di relazioni necessariamente individuali". Einaudi continua a non capire cosa voglia dire questa frase e prega Demaria di inviargli una risposta in termini semplici, con qualche esemplificazione come quelle che si trovano nei trattati elementari [Sull'argomento si vedano anche le lettere del 09.01.1951, del 15.01.1951 e del 4.02.151, tutte conservate nello stesso fascicolo dell'Archivio Storico della Banca d'Italia e tute sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria a Luigi Einaudi (04-02-1951)

Demaria invia i chiarimenti richiesti da Einaudi [nella lettera del 29 gennaio 1951, NDR]. Sul rapporto tra storia e scienza, Demaria chiarisce che per Pareto l'ufficio della storia è quello di fornire esperimenti da laboratorio, esperimenti che gli economisti non possono intraprendere a loro piacimento. Dallo studio storico si possono trarre le prove (o lo spunto per la formulazione) di certe teorie che altrimenti non si sarebbero potute provare o scoprire. Riguardo l'equilibrio come complesso di relazioni necessariamente individuali, Demaria afferma che nella definizione dell'equilibrio, Pareto si riferisce a tutti i singoli membri di una comunità e non a masse organiche o a valori medi di somme di individui. Per gli storici l'equilibrio si ha quando la società nei suoi vari settori presenta certi rapporti per cui essa può progredire o mantenersi in vita senza particolari scosse. L'opinione contraria a quella di Pareto è rappresentata dalle teorie di Keynes, Kalecki e Klein, i quali si avvalgono di concetti (quali il moltiplicatore) non riferiti a singoli individui ma che riguardano ampie categorie di individui. [Sull'argomento si vedano anche le lettere del 09.01.1951, del 15.01.1951 e del 29.01.1951, tutte conservate nello stesso fascicolo dell'Archivio Storico della Banca d'Italia e tute sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria a Luigi Einaudi (18-02-1951)

Demaria ringrazia Einaudi per essersi ricordato di lui in "Cinquanta anni di Scienza economica". Demaria ritiene che il pregio maggiore di tutto il saggio, dal punto di vista scientifico, sia nel continuo insistere (anche con le parole di Croce), a non fare i superbi, a chinar la testa, a evitare generalizzazioni. Ciò servirà a Demaria nel suo saggio su Schumpeter e ricorderà questa opinione di Einaudi, riportando quasi per intero la pagina dell'estratto di Einaudi (che nell'edizione in possesso di Demaria non ha numero, ma è la terza pagina del testo). Demaria scrive di essere riuscito a leggere l'opuscolo di Antonelli (Pisa, 1886) e di averlo trovato molto interessante. Ne farà una recensione sul "Giornale degli economisti". E' stranissimo, commenta Demaria, che Pareto abbia ignorato l'Antonelli, eppure matematicamente parlando, fu il suo solo antesignano italiano.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giovanni Demaria (10-08-1951)

Einaudi ringrazia Demaria del commento alla sua recensione al saggio di Rostovtzeff e gli chiede alcune precisazioni a riguardo. In particolare Einaudi chiede spiegazioni sulla parte relativa al declino del mondo fenicio, e sul termine "bizantinismo spirituale". Einaudi critica l'utilizzo da parte di Demaria del termine "panfleto". In compenso invia a Demaria il testo della recensione sull'edizione delle opere di Ricardo a cura di Sraffa da pubblicare sul "Giornale degli economisti". Einaudi scrive che il trascorrere degli anni dalla notizia dell'incarico affidato a Sraffa dalla Reale Società Economica di Londra di curare una nuova edizione dell'opera di Ricardo ha avuto l'effetto di trasformare la notizia in leggenda, provocando peraltro insinuazioni maliziose sull'impegno di Sraffa. In allegato copia dell'articolo di Luigi Einaudi, "Dalla leggenda al monumento", apparso sul "Giornale degli economisti" del 1951.

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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria a Luigi Einaudi (10-05-1955)

Demaria chiede ad Einaudi di aiutarlo per ottenere un visto per gli Stati Uniti. Il console americano a Milano infatti ha difficoltà a rilasciare il visto poiché Demaria è considerato un comunista, avendo anche lavorato con Pietro Nenni alla Costituente. Demaria giudica ciò ridicolo, anche alla luce delle sue battaglie liberali.

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Documento Corrispondenza: Amintore Fanfani a Luigi Einaudi

Fanfani invita, a nome personale e della Democrazia Cristiana, Einaudi a partecipare alla cerimonia prevista per il 14 ottobre di inaugurazione di un monumento in memoria di Alcide De Gasperi a Trento.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Amintore Fanfani (06-10-1946)

Einaudi ringrazia Fanfani per l'invio alla cerimonia prevista per il 14 ottobre di inaugurazione di un monumento in memoria di De Gasperi a Trento e plaude con tutto il cuore l'iniziativa per onorare la memoria di "un grande italiano, indimenticabile amico e collega di lavoro". Einaudi è però rammaricato di non poter partecipare alla cerimonia.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Mauro Fasiani (25-06-1949)

Einaudi esprime il suo apprezzamento per l'articolo di Fasiani apparso sul "Giornale degli economisti". Einaudi consiglia a Fasiani di eseguire con l'aiuto di qualche bravo studente uno spoglio completo di tutte le circostanze in cui Pareto fa cenno agli "economisti letterari", con l'annotazione del periodo e del contesto in cui l'accenno è stato fatto. Ciò consentirebbe di stabilire in modo sicuro quali siano stati l'indole ed i limiti del disprezzo che si ha l'impressione che Pareto provasse per tanti economisti.

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Documento Corrispondenza Federico Flora a Luigi Einaudi (21-01-1946)

Flora chiede a Einaudi se sia possibile avere una copia della 14ma Relazione della Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea.[La risposta di Einaudi è sintetizzata in questo fascicolo ASE, NDR].

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Federico Flora (14-02-1946)

Einaudi risponde alla lettera del 21 gennaio 1946 [presente in questo fascicolo ASE, NDR] e riferisce a Flora di essersi informato presso l'Ufficio Studi: la Relazione non è ancora arrivata; probabilmente la pubblicazione ritarda per la difficoltà di reperire i dati, come già accaduto l'anno precedente. Einaudi si impegna ad inviare copia della Relazione a Flora, se ne arriveranno molte in Banca d'Italia.

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Documento Corrispondenza: Raffaele Gangemi a Luigi Einaudi (13-02-1950)

Gangemi chiede a Einaudi di intervenire presso l'addetto culturale dell'Ambasciata americana affinché questi prenda in considerazione anche la sua domanda per una borsa di studio per gli Stati Uniti destinata a professori universitari. Gangemi spera così di perfezionare i suoi studi sulla finanza pubblica, sulla storia del pensiero economico e sul problema delle aree depresse.

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Documento Corrispondenza: Raffaele Gangemi a Luigi Einaudi (04-06-1957)

Gangemi si augura che Einaudi riceva con regolarità la rivista da lui diretta ["Studi economici", NDR] e gli invia i primi tre Quaderni della rivista, sperando che Einaudi li apprezzi. Gangemi scrive anche di aver intenzione di preparare un volume che, continuando quello classico di Giuseppe Ricca Salerno, esponga il pensiero finanziario fino ai giorni recenti. I suggerimenti di Einaudi sarebbero preziosissimi.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Corrado Gini (14-01-1952)

Einaudi scrive in merito alle riflessioni di Corrado Gini e altri statistici sulla circolare dell'Istituto Internazionale di Statistica datata 15 settembre 1951. La circolare invitava i membri effettivi a non raccomandare o presentare i propri candidati. Einaudi concorda con Gini sul fatto che i soli titoli degli scritti non bastano a dare notizie sui contributi scientifici dei candidati e che bisognerebbe invece conoscerne il contenuto. Dal momento che i soci difficilmente leggono lavori scritti in altre lingue, risultano avvantaggiati i candidati che scrivono in inglese. A Einaudi sembra meritevole di considerazione il concetto che i soci possano integrare la comunicazione dell'Ufficio con notizie relative al contenuto dei lavori dei candidati. Non si tratta di un mezzo di pressione, commenta Einaudi, ma di un modo per consentire ai soci di decidere sulla base di maggiori informazioni.

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Documento Corrispondenza: Benvenuto Griziotti a Luigi Einaudi (09-01-1951)

Griziotti invia ad Einaudi un saggio scritto dal suo assistente Renzo Pomini, pregandolo di scriverne qualche pagina di introduzione, come ha già fatto per il saggio del compianto Luigi Berliri "La giusta imposta". Le pagine di Einaudi potrebbero essere pubblicate nel primo fascicolo del 1951 della Rivista [Si tratta della rivista "Scienza delle finanze e diritto finanziario", NDR]. [Si veda anche la lettera di D'Aroma a Griziotti dell'8.02.1951, in questo fascicolo, e sintetizzata di seguito, NDR].

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Documento Corrispondenza: Antonio D'Aroma a Benvenuto Griziotti (08-02-1951)

D'Aroma declina a nome di Einaudi l'invito di Griziotti di scrivere una prefazione al libro di Pomini "Le cause imposizionis nello svolgimento storico della dottrina finanziaria". Il Presidente, riferisce D'Aroma, è impressionato dalla cura con cui l'autore si è dedicato all'argomento e gli invia le espressioni del suo compiacimento, ma teme di non trovare il tempo necessario per leggere attentamente l'opera e scriverne la prefazione da pubblicare sulla Rivista di Scienza delle finanze e diritto finanziario. [Si veda la lettera di Griziotti del 29.01.1951, sintetizzata in ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Benvenuto Griziotti a Luigi Einaudi (10-03-1951)

Griziotti ringrazia Einaudi per l'invio del saggio "Galiani economista". Griziotti ringrazia Einaudi anche di aver accennato in "Scienza economica" al suo lavoro sul sovrapprezzo, anche se egli ritiene che si sarebbe potuto citare anche il suo scritto sugli effetti economici della conversione della rendita. In ogni modo, Griziotti ricorda che lo studio sul sovrapprezzo gli fu suggerito da Pantaleoni e che da esso stimolò idee di nuove investigazioni da seguire in due diverse direzioni: 1) riempire la lacuna della dottrina sulle rendite "unearned" ossia sui sovraredditi e sugli incrementi di valore; 2) sulla necessità di studiare unitariamente diritto e finanziario e scienza delle finanze. I risultati felici di questo lavoro hanno portato la laurea ad honorem a Griziotti, il quale si rammarica tuttavia delle critiche mossegli da Einaudi.

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Documento Corrispondenza: Benvenuto Griziotti a Luigi Einaudi (03-09-1955)

Griziotti scrive riguardo ai metodi utilizzati nella redazione del bilancio italiano. In particolare Griziotti ritiene che la prassi di introdurre generici stanziamenti passivi, atti ad accogliere eventuali nuove maggiori spese sia scorretta e contraria all'art. 81 della Costituzione.

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Documento Corrispondenza: Benvenuto Griziotti a Luigi Einaudi (27-02-1956)

Griziotti chiede a Einaudi di scrivere alcune pagine per la sua Rivista "Scienza delle finanze e diritto finanziario" in memoria del compianto Ezio Vanoni.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Hicks (31-12-1948)

Einaudi ringrazia Hicks per avergli inviato "The Problem of Budgetary Reform", un "libro piccolo ma pieno di utili suggerimenti". Einaudi illustra a Hicks lo schema del bilancio dello Stato in Italia, la differenza tra le entrate ed uscite effettive ed i movimenti di capitale e tra poste reali e le partite di giro. Questo schema afferma Einaudi è superato, e l'ampliarsi dei compiti dello Stato comporta il sorgere di nuovi problemi di contabilità nazionale. Einaudi si augura che anche in Italia si trovi uno studioso che sia un teorico, ma che conosca il lato pratico dei problemi di contabilità nazionale e che questo studioso scriva sui problemi di bilancio pubblico, come quello che Hicks ha scritto per la Gran Bretagna. Ma dove trovare un Hicks italiano?

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Pasquale Jannaccone (23-02-1946)

Einaudi ringrazia Pasquale Jannaccone della dedica che questi vuole premettere al saggio "Moneta e lavoro". Einaudi gli chiede di modificare però il terzo rigo, in quanto si tratta di un semplice adempimento di un dovere e quindi non vi possono essere debiti da parte di Jannaccone di qualunque sorta. Quanto all'articolo su Sismondi, Einaudi chiederà al dott. Ferretti, Direttore generale dell'istruzione elementare al Ministero della Pubblica Istruzione, se Jannaccone è ancora in tempo per una modifica alle bozze dell'articolo.

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Documento Corrispondenza: Ferretti [?] a Luigi Einaudi (28-02-1946)

Ferretti, Direttore generale dell'istruzione elementare al Ministero della Pubblica Istruzione, risponde ad Einaudi che il volume su Sismondi è quasi pronto e che quindi non è possibile far pervenire le bozze a Jannaccone per includere elementi aggiuntivi al suo saggio [si veda anche la lettera del 23 febbraio 1946, in questo fascicolo, NDR] .

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Pasquale Jannaccone (17-10-1946)

Einaudi ringrazia Jannaccone per il volume che questi gli ha inviato e per le affettuose parole della dedica e della lettera accompagnatoria. Einaudi rimpiange di non aver il tempo di leggerlo "tutto di un fiato", come vorrebbe. La fusione tra indagine storica ed erudizione raffinatissima, che colpisce subito nel volume, è una cosa rarissima nella letteratura economica contemporanea e non ha paragoni se non in Cannan e Viner, dai cui libri si può trarre analogo godimento. Dal momento che Jannaccone non ha ancora trovato un alloggio a Torino, Einaudi gli comunica di aver intenzione di ristrutturare la palazzina che si trova in Via Marmora 80 e propone a Jannaccone di prenderne in fitto uno o entrambi i piani. Quanto alla "fastidiosa" questione del canone di affitto Einaudi pensava ad una cifra non troppo inferiore a 10.000 Lire al mese.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Pasquale Jannaccone (02-12-1946)

Einaudi ha saputo che Jannaccone è nel Comitato scientifico per l'organizzazione di un convegno di economisti previsto per gennaio a Firenze. Einaudi ritiene che sarebbe una buona occasione per vedersi, e chiede a Jannaccone quali siano le sue intenzioni a riguardo.

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Documento Corrispondenza: Pasquale Jannaccone a Luigi Einaudi (05-04-1948)

Jannaccone ringrazia Einaudi in quanto ha saputo che la sua nomina a membro del consiglio Superiore della Pubblica Istruzione è stata caldeggiata anche da questi.

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Documento Corrispondenza: Pasquale Jannaccone a Luigi Einaudi (17-05-1949)

Jannaccone chiede ad Einaudi se l'invio dell'opuscolo inglese dal titolo "National income and expenditure in the United Kingdom- 1938 to 1946", sia dovuto a semplice informazione o sottenda un rinnovato invito a scrivere una memoria sull'argomento, invito che Einaudi aveva già formulato a Jannaccone tempo prima.

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Documento Corrispondenza: Antonio D'Aroma a Pasquale Jannaccone (12-12-1949)

D'Aroma invia a Jannaccone da parte del Pres. Einaudi la traduzione dell'articolo di Clare Griffin "The Future of Great Britain" apparso sul "Michigan Business Review".

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Documento Discorso di Pasquale Jannaccone al Convegno dell'unificazione e mobilitazione liberale (7-12-1951)

Testo del discorso di Jannaccone al Convegno dell'unificazione e mobilitazione liberale del 7/8 dicembre1951. Il discorso delinea la politica che, a parere di Jannaccone il partito liberale dovrà seguire sia in politica estera (ostilità alla costituzione di una entità sopranazionale in Europa e alla già costituita CECA) che in politica interna (necessità di liberare il mercato dal controllo governativo e ostilità alla proliferazione di enti statali e parastatali).

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Ugo La Malfa (12-01-1946)

Einaudi concorda con La Malfa sulle opinioni espresse durante la seduta del Comitato per la Ricostruzione riguardo gli adeguamenti del cambio. Einaudi teme che il 125 per cento non solo sia insufficiente, ma costringa, visti i risultati negativi, ad andare presto "all'insù" con sgradevoli conseguenze psicologiche sul mercato. La scelta migliore sarebbe un punto intermedio tra il cambio 300 e quello 400.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Libero Lenti (12-08-1951)

Einaudi ricorda a Lenti un disegno di legge presentato dal Ministro Lombardo che autorizzava l'INA a rivalutare i beni immobili posseduti. Tale disegno di legge prevedeva che il maggior valore derivante dalla rivalutazione avrebbe potuto coprire perdite contingenti. Einaudi non aveva firmato il decreto in quanto non gli era parso (ed è ancora dello stesso avviso) che i lucri da rivalutazione possano coprire spese correnti; in tal modo gli enti consumano il loro patrimonio per provvedere a spese ordinarie, ed un ente pubblico non può provvedere in questo modo al suo bilancio. Einaudi invita Lenti a raccogliere informazioni più esatte sullo stato finanziario degli enti assicurativi pubblici e sul loro eventuale risanamento tramite rivalutazione.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Libero Lenti (09-05-1952)

Einaudi non è d'accordo con l'avversione manifestata da Lenti riguardo il metodo dell'estrazione a sorte nella formazione delle commissioni universitarie. Einaudi osserva che le elezioni delle Commissioni lasciano molto a desiderare e spesso si trovano concorrenti e commissari impegnati gli uni con gli altri. I rimedi proposti da Lenti aggraverebbero la situazione. In particolare la riduzione dei votanti ai professori della materia ridurrebbe il numero di coloro sui quali si dovrebbe agire per ottenere un determinato risultato. Al contrario, Einaudi considera ottimo il metodo dell'estrazione. Secondo tale metodo si eleggerebbero i due professori che abbiano ottenuto il maggior numero dei voti (perché a fronte di tale consenso è evidente che debbano essere nominati in Commisione). I restanti 3 membri dovrebbero essere sorteggiati tra i 6 che abbiano avuto un numero di voti inferiore ai primi due professori classificati. La sorte quindi sarebbe bilanciata dai risultati della votazione. Non si nega, chiarisce Einaudi, la capacità dei professori universitari di eleggere i propri deputati, ma si tratta di disperdere gli accordi tra professori mirati ad escludere concorrenti che non fanno parte dello propria scuola. Einaudi consiglia a Lenti di far eseguire ad uno studente bravo uno studio sul problema della sorte nelle elezioni e ricorda l'importanza della sorte nella composizione delle magistrature governanti nella Repubblica di Venezia [La risposta di Lenti del 16 maggio 1952 si trova nel fascicolo "Corrispondenza Varia" del 1952, cart. 34 e sintetizato in ASE, NDR].

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Libero Lenti (01-03-1954)

Einaudi non è d'accordo con Lenti sulla classificazione della popolazione per classi di età adottata in un suo recente articolo: infatti non solo l'età lavorativa inizia in tutti i Paesi civili ben oltre i 15 anni, ma soprattutto è antiquato considerare anziane le persone che hanno più di 64 anni . Innanzitutto il pensionamento inizia a 65 anni, e inoltre il prolungamento della vita è un fatto così evidente che gli studiosi dovrebbero accorgersene da sé e modificare i loro ragionamenti. Einaudi cita gli studi di Beveridge: il ceto produttivo dovrà sopportare un onere crescente per il mantenimento sia dei giovani che dei vecchi (che non sono vecchi). Einaudi non trova sorprendente che i politici chiudano gli occhi, ma così non devono fare gli studiosi. Da parte sua Einaudi ha innalzato a 70 anni l'età pensionabile per i dipendenti della Presidenza della Repubblica.

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Documento Corrispondenza: Libero Lenti a Luigi Einaudi (10-03-1954)

Lenti ringrazia Einaudi per le osservazioni sul suo articolo "Bilancio Umano" [lettera del 1° marzo 1954, in questo fascicolo, NDR] e conviene che la tradizionale classifica per classi di età non è più attuale. I giovani si presentano sul mercato del lavoro in età media più avanzata ed i vecchi ne escono ad una età che è superiore ai 65 anni. A tal proposito Lenti osserva che la Banca popolare di Milano prevede la messa a riposo per i direttori ed i vice direttori al 60° anno di età. Considerando che si arriva a queste posizioni intorno al cinquantesimo o al 55° anno, i direttori hanno appena il tempo di ambientarsi prima di andare in pensione. Ciò è un danno anche per la banca visto che i direttori estromessi, essendo di fatto ancora giovani, vanno a lavorare per la concorrenza. Lenti conosce gli articoli di Beveridge e si rende conto che le leggi che fossilizzano situazioni passate comporteranno in futuro un maggior onere per il mantenimento dei giovani e soprattutto degli anziani. Lenti nell'articolo intendeva sottolineare che dati gli attuali saggi di natalità e mortalità e la ripartizione per età della popolazione attuale, la generazione presente ne produce un'altra di entità pressappoco pari. Per confermare questi dati bisognerà comunque attendere i risultati del censimento del 1951.

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Documento Corrispondenza: Gino Luzzatto a Luigi Einaudi (10-11-1951)

Luzzatto conviene con il giudizio espresso dal prof. Bobbio sul manoscritto del volume postumo di Riccardo Bachi, "Israele disperso e ricomposto". Esso non sembra adatto ad essere pubblicato nella Collezione storica iniziata da Giulio Einaudi. Lo scritto infatti presenta carattere poco organico e le ripetizioni sono frequenti. Tuttavia il volume meriterebbe di essere pubblicato come "omaggio alla memoria di un uomo che tutti amiamo e ammiriamo". Luzzatto propone così di usare il sistema della sottoscrizione per trovare un editore. La partecipazione di Einaudi alla sottoscrizione sarà da stimolo ad altre sottoscrizioni.

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Documento Corrispondenza: Raffaele Mattioli a Luigi Einaudi (27-08-1945)

Avendo consultato anche gli Amministratori Delegati del Credito italiano (infatti la lettera è firmata anche da Brughiera), Mattioli scrive che la comune decisione in merito al progetto "Unionbanca" propende per l'istituzione di un ente giuridicamente distinto dalla Banca, a cui affidare il nuovo lavoro. Il nuovo ente potrebbe utilizzare l'organizzazione periferica della banca per l'esecuzione delle sue operazioni attive e passive. Il motivo di questa scelta risiede nel fatto che le caratteristiche dei due mercati (il credito di esercizio e il credito finanziario) sono diverse e accorpando le due funzioni in un unico organismo si rischia di perdere di vista il confine che esiste tra i due campi. Mattioli e Brughera hanno voluto informare Einaudi prima di dare inizio alle pratiche ufficiali, che desiderano sia iniziate solo dopo aver conosciuto il suo pensiero a riguardo [Sull'argomento di veda anche la lettera del 27 ottobre 1945, sintetizzata nel database ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Raffaele Mattioli a Luigi Einaudi (27-10-1945)

Mattioli scrive in merito alla "pratica" Unionbanca, trasmessa da Einaudi al Ministero del Tesoro con il parere favorevole alla costituzione di due organismi distinti, uno da parte della Banca Commerciale ed uno da parte del Credito Italiano. Mattioli comunica ad Einaudi di aver ricevuto una lettera da parte di un amico svizzero che manifesta l'interesse della Svizzera per la ricostruzione italiana, tanto da voler partecipare ad una organizzazione di credito da costituirsi in Italia. Mattioli afferma che a questo punto le divergenze tra Einaudi ed il Commissario dell'IRI dovrebbero cadere, ma comunque egli si dichiara a disposizione per ridiscutere eventualmente tutti gli aspetti della soluzione congiunta Comit-Credit [Sull'argomento di veda anche la lettera del 27 agosto 1945, sintetizzata nel database ASE in questo fascicolo].

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Documento Corrispondenza: Raffaele Mattioli a Luigi Einaudi (08-09-1945)

Mattioli contesta il decreto, di cui Einaudi gli ha parlato alcuni giorni prima, in base al quale le imprese industriali potrebbero ottenere garanzie dello Stato per crediti da concedersi fino a 3 miliardi. L'astensione della Banca Commerciale da questo genere di fidi non dipende solo dal fatto che si tratta di operazioni "cattive", ma attiene anche a considerazioni sul fondamentale problema della politica creditizia, per cui il credito non deve essere usato per rendere più costoso e lento il processo di liquidazione di imprese non vitali. Questi interventi sono in realtà veri e propri sussidi; e la coesistenza sul mercato di imprese sussidiate ed imprese vitali creerà sicuramente problemi. Mattioli precisa che l'aver previsto nel decreto la presenza di un rappresentante delle sei banche e quindi anche della Banca Commerciale non deve far nascere l'illusione che le banche siano disposte a questo tipo di operazioni, ed spera che si rifletta bene, prima di dar corso al decreto, sulla opportunità di far entrare il sistema creditizio italiano nel campo di mascherati interventi erariali.

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Documento Corrispondenza: Antonio D'Aroma a Raffaele Mattioli

D'Aroma chiede a Mattioli, in partenza per gli Stati Uniti, di procurarsi per conto di Einaudi le seguenti opere di Carey: The Principles of social science e The Principles of political Economy.

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Documento Corrispondenza: Oskar Morgenstern a Luigi Einaudi (26-11-1946)

Morgenstern ha appreso con tristezza la notizia della morte di Ricci e ne ha letto la commemorazione scritta da Einaudi sull'"American Economic Review". Morgenstern ricorda che in occasione della morte di de Viti de Marco non fu pubblicata alcuna commemorazione e invita Einaudi scriverne una. Sarebbe apprezzata dai molti ammiratori americani di de Viti de Marco. Morgenstern si augura di incontrare Einaudi al Fondo monetario o alla Banca internazionale [Sull'argomento di vedano anche le lettere del 22 gennaio 1947, del 27 ottobre 1947 e del 24 marzo 1950, sintetizzate nel database ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Oskar Morgenstern (22-01-1947)

In risposta alla lettera di Morgenstern del 26 novembre 1946 [sintetizzata nel database ASE in questo fascicolo, NDR], Einaudi comunica a Morgenstern di aver anch'egli intenzione di scrivere una commemorazione di de Viti de Marco. Molti economisti di pregio sono morti in questo periodo e meriterebbero di essere ricordati: Achille Loria, Augusto Graziani, Emanuele Sella. Einaudi si augura di poterlo fare, impegni permettendo [Sull'argomento di vedano anche le lettere del 27 ottobre 1947 e del 24 marzo 1950, sintetizzate nel database ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Oskar Morgenstern a Luigi Einaudi (27-10-1949)

Morgenstern ha letto le commemorazioni di Achille Loria e Vilfredo Pareto, scritte da Einaudi. Morgenstern ricorda che in occasione della morte di de Viti de Marco non fu pubblicata alcuna commemorazione. Morgenstern esprime tutta la sua ammirazione per questo grande economista italiano e vorrebbe scriverne la commemorazione, nonostante siano trascorsi diversi anni dalla morte [Sull'argomento di vedano anche le lettere del 26 novembre 1946, e del 22 gennaio 1947, e del 24 marzo 1950, sintetizzate nel database ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Oskar Morgenstern a Luigi Einaudi

Morgenstern informa Einaudi di essere in contatto con la figlia di de Viti de Marco per raccogliere le informazioni necessarie alla redazione di un "paper" sull'economista pugliese. Morgenstern ha ricevuto la copia della lezione di Einaudi all'Università di Torino e l'ha trovata di grande interesse [Sull'argomento di vedano anche le lettere del 26 novembre 1946, del 22 gennaio 1947, del 27 ottobre 1947, sintetizzate nel database ASE in questo fascicolo].

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Documento Corrispondenza: Giorgio Mortara a Luigi Einaudi (05-03-1946)

Mortara riferisce a Einaudi che il Vice presidente dell'Istituto americano di statistica Stuart Rice gli ha chiesto a gennaio informazioni sugli accademici che avevano aderito al partito fascista o nazista, in modo da procedere alla loro espulsione dalla Società. Mortara riferisce ancora di aver risposto che lui stesso aveva in un primo momento aderito al partito fascista e quindi di aver suggerito a Rice di chiedere consiglio a Einaudi, che non ne aveva mai fatto parte e si era sempre tenuto "al di sopra della mischia". Mortara ritiene che De Stefani e Savorgnan possano essere ritenuti "indegni", ma questo giudizio non spetta a coloro che, pur avendo aderito al partito fascista, sono stati giudicati dal governo attuale degni di conservare le cattedre.

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Documento Appunti di Giorgio Mortara: "Per un Istituto di studi brasiliani"

Appunti del 19.10.1949 consegnati da Giorgio Mortara al prof. Milone di Roma per uno studio intitolato "Per un istituto di studi brasiliani". Mortara auspica la creazione di un istituto di studi brasiliani presso una università italiana. Egli riscontra che in Italia c'è una scarsa conoscenza delle condizioni socio-economiche del Brasile. In previsione di un incremento delle relazioni tra i due Paesi, l'istituto potrebbe utilmente impartire insegnamenti riguardo gli aspetti fisici e sociali del Brasile, e contribuire alla diffusione di informazioni precise ed obiettive. In allegato un piano dei corsi.

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Documento Corrispondenza: Giorgio Mortara a Luigi Einaudi (08-04-1950)

Mortara promette ad Einaudi di inviargli altri studi monografici su argomenti di demografia e statistica economica, ed il corso di statistica recentemente pubblicato. Il corso ha il merito di diffondere quei metodi obiettivi di indagine, che Einaudi con tanta autorità sostiene. Qui in Brasile, scrive Mortara, più che altrove è difficile scindere l'economia dalla politica, tuttavia si comincia ad intendere la necessità e l'utilità dell'indagine scientifica. Mortara dichiara di restare uno statistico ed un demografo, pur con qualche incursione nell'economia applicata, come è accaduto per lo studio sul rendimento delle saline in base alla loro dimensione.

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Documento Corrispondenza: Giorgio Mortara a Luigi Einaudi (20-12-1953)

Mortara scrive a Einaudi che sta lavorando affinché il congresso demografico mondiale previsto per l'anno successivo (di cui Mortara ha parlato ad Einaudi nel settembre precedente) riesca bene. La maggiore difficoltà consiste, specifica Mortara, nell'evitare intrusioni politiche nella discussione scientifica. Mortara assicura ad Einaudi che la delegazione italiana sarà abbondante e di buon livello; quella brasiliana, una dimostrazione di buona volontà!

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Documento Corrispondenza: Ugo Papi a Luigi Einaudi (16-06-1952)

Lettera inviata da Papi ad Einaudi il 16.06.1952. Alla lettera è allegato il testo del discorso pronunciato da Papi a Perugia per l'inaugurazione della Società per il progresso delle scienze, alla presenza di Einaudi. Nel discorso Papi individua nella sottonutrizione tipica dei Paesi ad alta densità di popolazione un pericoloso stimolo per le popolazioni locali ad aderire a ideologie totalitarie ed una istigazione all'odio tra i popoli. Questa situazione, lacuna imperdonabile della civiltà occidentale, può trovare una soluzione nell'incremento della capacità produttiva, possibile a sua volta solo mediante la collaborazione internazionale. Papi loda il ruolo della FAO come motore di studio e consultazione ma soprattutto come promotore di convenzioni e di piani di assistenza tecnica. Papi ritiene che non vi sia alcuna contraddizione tra il liberismo e la pianificazione, in quanto la pianificazione serve ad guidare la libera iniziativa in modo che vengano utilizzate al meglio sia le energie umane sia i mezzi di produzione.

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Documento Corrispondenza: Giuseppe Parenti a Luigi Einaudi (06-01-1944)

Parenti, tagliato fuori dal suo istituto, rivela a Einaudi di non aver più la serenità di riprendere gli studi sulla storia dei prezzi, ma si propone per collaborare allo studio di problemi attuali ed urgenti che Einaudi credesse opportuno segnalargli, per aiutare "questa nostra povera Italia"

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Documento Corrispondenza: Giuseppe Parenti a Luigi Einaudi (06-05-1946)

Parenti scrive ad Einaudi di essere interessato all'econometria e a prendere contatti con i colleghi anglosassoni che hanno studiato al tecnica econometrica. Chiede perciò se è possibile accedere ad una borsa di studio presso la Società Rockfeller, di cui Einaudi è rappresentante [La risposta di Einaudi del 10.05.1946 è sintetizzata in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Antonio D'Aroma a Giuseppe Parenti (10-05-1946)

D'Antona risponde a Parenti [lettera del 6 maggio 1946, sintetizzata in ASE in questo fascicolo, NDR] che Einaudi non può aiutarlo in quanto non è più rappresentante della Rockfeller.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Antonio Pesenti (12-03-1945)

Einaudi comunica a Pesenti di aver ricevuto un pro memoria sull'imposta sui frutti dei titoli azionari e sugli interessi dei titoli di Stato. Tra gli istituti finanziari che vorrebbero partecipare al buon esito del prestito è diffusa la preoccupazione circa la tassabilità dei nuovi buoni del Tesoro, attraverso l'imposta cedolare. A Einaudi pare che questa preoccupazione sia fondata, ed essa può provocare un grandissimo danno al buon esito del prestito. Einaudi prega quindi Pesenti, Ministro delle finanze, di emanare una interpretazione ministeriale o di considerare la convenienza di una modifica legislativa che chiarisca il punto.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Antonio Pesenti (29-05-1945)

Einaudi scrive a Pesenti, Ministro delle finanze, in merito all'imposta terrena e sui fabbricati. Imporre l'obbligo di dichiarazione per i piccoli agricoltori e per i piccoli proprietari di fabbricati avrebbe come conseguenza l'aumento del reddito degli azzeccagarbugli e degli scrivani, classe la cui fortuna non coincide con quella del Paese. Einaudi suggerisce di esentare queste categorie. In tal modo la dichiarazione unica potrebbe entrare in attuazione senza disturbare un numero strabiliante di contribuenti e senza pesare troppo sulla capacità di lavoro dei funzionari del Ministero. Una volta che la dichiarazione sia entrata nelle abitudini dei contribuenti e dei funzionari, si potrebbe estendere l'obbligo della dichiarazione.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Antonio Pesenti (14-04-1946)

Einaudi respinge l'invito rivoltogli da Pesenti di partecipare al Consiglio direttivo della rivista "Critica economica". A tal proposito Einaudi ricorda che tempo addietro accettò insieme a Croce e a Paratore di figurare nel Comitato direttivo della rivista "Città libera". Non avendone però realmente preso parte, si ritirò dal Comitato subito dopo la pubblicazione del primo numero della rivista. Così fecero anche Croce e Paratore. Einaudi ritiene invece interessante l'idea di scrivere personalmente, o con persone con le quali si trova in perfetta armonia, un intero fascicolo che uscirebbe con la consueta numerazione, ma con la dicitura "Quaderno compilato da Luigi Einaudi". Ciò avverrà quando Einaudi avrà materiale interessante da pubblicare.

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Documento Corrispondenza: Antonio Pesenti a Luigi Einaudi (17-04-1946)

La lettera di Einaudi del 14.04.1946 [presente in sintesi in questo fascicolo, NDR] ha rafforzato il proposito di Pesenti di non ricorrere ad un Comitato direttivo di comodo: la rivista [Critica economica, NDR] uscirà con il nome del solo Pesenti come Direttore responsabile. Pesenti concorda sull'utilità dei quaderni, cioè di numeri della rivista diretti da Einaudi o da altri che intendessero dare un loro contributo. Naturalmente Pesenti prevede che sarà necessario un po' di tempo perché ci sia materiale sufficiente su cui lavorare, a meno che Einaudi non disponga di collaboratori pronti e disposti ad offrire i loro lavori come articoli.

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Documento Corrispondenza: Antonio Pesenti a Luigi Einaudi (14-01-1947)

Pesenti chiede ad Einaudi di aderire alla rivista "Critica economica". Fedele al suo programma, la rivista non tratta solo di argomenti teorici ma anche di problemi concreti e vitali per la rinascita dell'economia del Paese. Pesenti spera che Einaudi si abboni e che contribuisca, sia diffondendo la rivista sia inviando studi di problemi che riterrà di particolare interesse.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Antonio Pesenti (14-04-1947)

Einaudi ringrazia Pesenti per l'invito a partecipare alla Conferenza nazionale dei Centri economici, promossa dal Centro Economico per la Ricostruzione. Il tema proposto da Pesenti, "Osservazioni sulla politica finanziaria dopo la fine della guerra", interessa Einaudi in modo particolare ed egli sarà quindi lieto di predisporre un suo scritto sull'argomento.

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Documento Corrispondenza: Pasquale Saraceno a Luigi Einaudi (08-07-1948)

Saraceno invia a Einaudi il libro di Myrdal "A Survey of the Economic Situation and Prospects for Europe". Saraceno specifica che sta studiando il lavoro di Myrdal dal punto di vista dell'interesse italiano e potrà quindi presto fornire ad Einaudi dati e notizie in merito.

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Documento Corrispondenza: Alfred Sauvy a Luigi Einaudi (26-12-1950)

Lettera in francese su carta intestata Institut National d'études démographique.Sauvy comunica a Einaudi che l'Institut National d'études démographiques ha intenzione di pubblicare una riedizione delle opere di Cantillon. Non si tratterà di una semplice ristampa ma di una vera e propria nuova edizione che comprenderà anche dei lavori inediti. Il prof. Fanfani ha accettato di scriverne l'introduzione. Sauvy prega Einaudi di voler partecipare a questa edizione, che sarebbe incompleta senza il suo contributo. Sauvy si rende conto degli impegni di Einaudi ma spera che egli comunque voglia partecipare [La risposta di Einaudi, del 10.01.1951, a questa lettera è presente in sintesi in questo fascicolo ASE, NDR].

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Alfred Sauvy (10-01-1951)

Einaudi elogia l'iniziativa di Sauvy di ristampare le opere di Cantillon [si veda la lettera del 26 dicembre 1950, sintetizzata in questo fascicolo ASE, NDR] ed ipotizza che il titolo a partecipare a questa iniziativa risieda nell'aver pubblicato sulla "Riforma sociale" nel 1932 una recensione all'edizione franco inglese a cura di Higgs e nell'aver tradotto l'introduzione di von Hayek alla versione tedesca di Cantillon. L'aver tradotto la versione di von Hayek fa dubitare Einaudi di poter aggiungere qualcosa di più o di meglio a quanto scrisse von Hayek su Cantillon. Il suo saggio è un vero modello di storia delle dottrine economiche. Hayek studia Cantillon nella sua natura di puro teorico. Cantillon è grande perché ha adoperato per primo nella scienza economica gli strumenti di indagine che si chiamano "studio dei puri rapporti di causalità"; "da tali premesse derivano tali conseguenze"; "esclusione dei giudizi di moralità"; "ipotesi del coeteris paribus". Ma, tornando all'introduzione di von Hayek, sarà difficile correggere ciò che egli scrisse sulla fortuna e la riscoperta del Saggio, sui tentativi di plagio, sulla vita e la famiglia di Cantillon e sulla influenza del suo libro sul pensiero economico del suo secolo e di quello successivo. [Nel fascicolo sono presenti due copie della lettera, una in italiano ed una in francese].

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giovanni Spadolini (14-04-1947)

Einaudi ricorda a Spadolini che questi gli aveva inviato il saggio storico "L'opposizione cattolica da Porta Pia al 1898". Einaudi definisce il saggio originale e ben documentato e si congratula con Spadolini per l'opera, che ha ricevuto ben 3 edizioni.

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Documento Corrispondenza: Piero Sraffa a Luigi Einaudi (15-04-1949)

Sraffa invia ad Einaudi la lista dei libri di economia pubblicati durante la guerra, che questi gli aveva richiesto. Il risultato secondo Sraffa è magro: la lista, compilata da un libraio specialista in economia, è grossolana e non scelta [l'elenco è allegato alla lettera, NDR]. Sraffa ritiene invece che una migliore lista si trovi nel volume collettivo "Survey of Contemporary Economics" curato da Howard Ellis e pubblicato da Blakiston Company, nel 1948. Gli articoli, afferma Sraffa, sono nel complesso "disappointing" ma le note bibliografiche sono utilissime

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Piero Sraffa (25-06-1949)

Einaudi ringrazia Sraffa dell'invio degli articoli in ricordo di Clapham e di Keynes. Quest'ultimo gli è particolarmente piaciuto: Keynes, anche quando era "irritante" scriveva sempre bene e effettivamente gli "Essays in Biography" sono un classico della prosa inglese. Einaudi conclude che naturalmente si augura che nessun economista muoia, ma in caso di disgrazia, chiede a Sraffa di inserirlo nella lista per l'invio delle commemorazioni.

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Documento Corrispondenza: Piero Sraffa a Destinatario ignoto (18-02-1950)

Sraffa chiede al destinatario della lettera di ringraziare da parte sua il Presidente Einaudi per la sua sollecitudine. Sraffa afferma di aver considerato "la cosa" sotto tutti gli aspetti e di essere arrivato ad una conclusione negativa: non lascerà Cambridge, e vi resterà fino alla completa pubblicazione del lavoro su Ricardo, cioè almeno per tutto l'anno in corso. Ciò che preme a Sraffa è però che la pratica di reintegrazione vada presto in porto.

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Documento Corrispondenza: Piero Sraffa a Luigi Einaudi (10-12-1951)

Sraffa ringrazia Einaudi per l'impegno a presentare il suo lavoro su Ricardo all'Accademia dei Lincei. Sraffa prevede che gli ultimi 4 volumi saranno pubblicati ad aprile o maggio del 1952. [Sulla presentazione dell'edizione delle Opere di Ricardo curata da Sraffa all'Accademia dei Lincei, si vedano anche le lettere del 18 febbraio 1950, del 27 novembre 1952, del 6 dicembre 1952 in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Piero Sraffa a Luigi Einaudi (27-11-1952)

Sraffa riferisce a Einaudi di essere ritornato a Cambridge dopo aver trascorso tre mesi e mezzo di ospedale in conseguenza di una caduta in montagna. Egli chiede a Einaudi se ritiene ancora opportuna l'iniziativa di presentare i 9 volumi su Ricardo all'Accademia dei Lincei. Nel caso Einaudi sia ancora d'accordo, Sraffa chiede dove inviare i volumi: mandandoli anonimamente all'Accademia potrebbero perdersi. [Sulla presentazione dell'edizione delle Opere di Ricardo curata da Sraffa all'Accademia dei Lincei, si vedano anche le lettere del 18 febbraio 1950, del 10 dicembre 1951, del 27 novembre 1952, del 6 dicembre 1952 in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Piero Sraffa (06-12-1952)

Einaudi scrive a Sraffa riguardo la presentazione dei 9 volumi su Ricardo all'Accademia dei Lincei. Einaudi gli consiglia di depositare i volumi presso un amico a Roma. Einaudi aggiunge che la presentazione dei volumi implica che egli debba stendere qualche pagina, diversa da quelle pubblicate sul "Giornale degli economisti", e che egli cercherà di farlo in modo da "non far troppo brutta figura". Quando Einaudi avrà effettivamente scritto le pagine, avvertirà l'amico a cui Sraffa avrà depositato le copie e alla prima seduta utile farà la presentazione personalmente. [Sulla presentazione dell'edizione delle Opere di Ricardo curata da Sraffa all'Accademia dei Lincei, si vedano anche le lettere del 18 febbraio 1950, del 10 dicembre 1951, del 27 novembre 1952, del 6 dicembre 1952 in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Sergio Steve (14-03-1945)

Einaudi ringrazia Sergio Steve delle spiegazioni fornite sulla tassa di registro sull'enfiteusi. Esse hanno chiarito ad Einaudi la situazione attuale dell'applicazione dell'imposta. Riguardo le disposizioni di favore per l'acquisto di fondi rustici o della casa ad uso di diretta abitazione, Einaudi rileva che una legge non chiara genera uno stato di incertezza, e ciò costituisce la situazione peggiore che si possa immaginare per chi debba decidere se stipulare o meno un contratto. Formulare una legge in modo da lasciare un dubbio su un punto essenziale è un "atto antico, bensì non per questo meno deprecabile".

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Documento Corrispondenza: Sergio Steve a Antonio D'Aroma (12-12-1950)

Steve chiede a D'Aroma se, a suo parere, il Presidente Einaudi gradisca leggere le parole scrittegli dal prof. Duncan Black alla notizia della morte di Fasiani. Black, ricorda Steve, insegna all'Università di Glasgow ed è autore del volume "The Incidence of Income Taxes", del quale discusse con grande onore Fasiani nel fascicolo n. 1 del 1940 del "Giornale degli economisti". In allegato la lettera in cui Black ricorda Fasiani. Pur non avendolo conosciuto personalmente, Black ritiene che Fasiani fosse uno studioso di grande profondità, capace di esprimersi con grande chiarezza. Dal suo lavoro traspare la figura di una persona di una "inusuale bontà morale".

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi al prof. Stolfi (06-10-1945)

Einaudi scrive al prof. Stolfi caldeggiando l'assegnazione a Di Fenizio della cattedra di Economia politica all'Università di Padova. Di Fenizio, sostiene Einaudi, sa trovare problemi meritevoli di essere studiati, è un attento studioso, ha un'ottima preparazione ed i suoi scritti meritano di essere tenuti d'occhio. Non vi è dubbio, a parere di Einaudi, che Di Fenizio dal punto di vista scientifico valga più di Garino Canino. L'unico cruccio di Einaudi, se Di Fenizio verrà chiamato a Padova, sarà che Garino Canino tornerà all'Università di Torino, cosa dannosa per gli studenti torinesi.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Ezio Vanoni (08-12-1951)

Einaudi invia a Vanoni un confronto tra dati risultanti dalle denunce per l'imposta complementare in Italia ed mi corrispondenti dati inglesi. Il confronto, precisa Einaudi, è solo una esercitazione dal momento che, come affermato dal prof. Cosciani sulla Stampa del 5 dicembre, si tratta di dati parziali. Tuttavia quest'esercizio potrebbe stimolare più approfondite indagini dell'Ufficio Studi del Ministero, e essere da esempio per l'applicazione di metodi statistici allo studio di problemi fondamentali per la politica e l'economia italiana.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Pietro Campilli (18-05-1952)

Lettera di Einaudi indirizzata al Ministro per l'Industria Pietro Campilli e per conoscenza al Ministro delle finanze Ezio Vanoni. La lettera riguarda le richieste di intervento da parte degli editori dei giornali. Tali richieste, ricorda Einaudi, sono basate sulla considerazione che, in assenza di aiuti da parte dello Stato, gli editori dovrebbero far aumentare il prezzo dei giornali, a causa del costo troppo alto della carta. Einaudi è fortemente contrario all'erogazione di aiuti, che sarebbero concessi solo per soddisfare interessi puramente privati. Einaudi contesta sia la circostanza che l'aiuto venga invocato sulla base del costo medio di produzione (che, sostiene Einaudi, è una entità che non esiste, in quanto ogni impresa sostiene un suo costo specifico), sia il principio di servizio pubblico a cui i giornali adempiono. Einaudi sostiene infatti che i giornali che forniscono notizie vere e commenti liberi vengono alla lunga apprezzati dal pubblico e quindi acquistati. Essi non hanno bisogno degli aiuti statali, che andrebbero solo a generare profitti illeciti o a tenere in vita i giornali che nessuno legge. Il sussidio sotto forma di contributo pubblico per l'acquisto di carta è quindi un'opera antisociale e antieducativa, tanto più che essa grava sugli industriali che producono pubblicazioni senza macchine rotative (ad esempio libri e riviste).

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Sergio Steve (23-06-1945)

La lettera di Einaudi riguarda una memoria inviatagli da Sergio Steve sulle aliquote delle tassazioni dirette. Einaudi ha l'impressione che il carico delle imposte sui terreni sia notevolmente superiore al 24,5 per cento calcolato da Steve e chiede quindi alcuni chiarimenti sulla metodologia di calcolo dell'imposizione reale sui terreni e fabbricati e sulla costruzione delle tabelle presenti a pag. 18 e 23 dell'opuscolo. Einaudi conclude esprimendo alcune considerazioni sulla Commissione parlamentare incaricata di studiare l'imposta straordinaria sui patrimoni: se la Commissione non riesce a trovare un accordo, Einaudi ritiene che sarebbe utile che essa si scindesse in diverse sottocommissioni, e che ciascuna sottocommissione presentasse un proprio progetto di legge. Infatti in assenza di un documento (o di più documenti) è impossibile una vera discussione [La risposta di Steve è sintetizzata in questo fascicolo ASE, NDR]. In allegato la memoria di Steve.

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Documento Corrispondenza: Sergio Steve a Luigi Einaudi (04-07-1945)

Steve ringrazia Einaudi delle sue osservazioni [lettera del 23.06.1945 di Einaudi a Steve, riportata in questo fascicolo ASE NDR], e chiarisce la metodologia di calcolo dell'imposta reale sui terreni e sui fabbricati. Steve afferma che terrà conto delle osservazioni di Einaudi nella prossima stesura della memoria. Riguardo i lavori della Commissione parlamentare incaricata di studiare l'imposta straordinaria sui patrimoni, Steve invia ad Einaudi una nota preparata nel 1944 per l'Istituto di Finanza sui precedenti italiani sull'imposizione straordinaria sul patrimonio, nota che può suggerire le questioni da affrontare nella istituzione della nuova imposta straordinaria.

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Documento Corrispondenza: Altiero Spinelli a Giuseppe Saragat (20-10-1947)

Lettera di Altiero Spinelli a Saragat. Spinelli concorda con Saragat sulla necessità di creare una forza socialista che governi insieme alla Democrazia Cristiana, staccando quest'ultima dalla destra reazionaria. Il primo passo in politica economica interna deve essere quello di sanare l'economia tramite il controllo dell'inflazione. Einaudi, specifica Spinelli, è deciso a farlo ma è ostacolato da un "gruppo inflazionista" formato da una coalizione di industriali e operai. Anche all'interno del Governo, sono note le tensioni esistenti con il Ministro dell'industria e del Commercio, tanto che Einaudi è costretto a cercare uomini di fiducia tra i socialisti autonomisti ed ha nominato Tremelloni presidente del FIM. Spinelli afferma che è preciso dovere del PSLI difendere la politica anti-inflazionista di Einaudi, che peraltro attua la stessa politica che i "compagni" francesi stanno appoggiando a Parigi. In tema di politica estera, Spinelli auspica maggiore chiarezza da parte del PSLI per dare il necessario appoggio alla costituzione di una Federazione Europea.

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Documento Corrispondenza: Pasquale Jannaccone a Tullio Bagiotti (18-07-1947)

Lettera di Pasquale Jannaccone a Tullio Bagiotti, allievo di De Maria, riguardo la pubblicazione nella collezione UTET di una traduzione dell'opera di Gossen. Jannaccone comunica a Bagiotti che Einaudi aveva intrapreso qualche anno prima la traduzione dell'opera di Gossen per pubblicarla nella "Collezione di scritti inediti o rari di Economisti" [Sull'argomento si veda anche la lettera del 30.07.1947 di De Maria, sintetizzata in questo fascicolo ASE, NDR].

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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria al dott. Roffi (Segretario particolare di Einaudi) (30-07-1947)

De Maria scrive al dott. Roffi (Segretario particolare di Einaudi) riguardo l'intenzione di un suo studente, Tullio Bagiotti, di pubblicare la traduzione dell'opera di Gossen. Bagiotti si era rivolto al prof. Jannaccone per pubblicare la traduzione nella collezione UTET. Jannaccone aveva fatto rilevare che Einaudi aveva già incaricato altre persone di questa traduzione. De Maria si rivolge quindi a Roffi chiedendogli di informarsi se Einaudi intende procedere alla pubblicazione o se lascia l'allievo di De Maria libero di pubblicare la propria [Sull'argomento si veda anche la lettera del 18.07.1947 di Jannaccone, sintetizzata in questo fascicolo ASE, NDR].

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Documento Corrispondenza: ARAR a Luigi Einaudi (23-08-1947)

Si comunica che il prof. Rossi, Presidente dell'ARAR, ha telefonato perché venga segnalato al Governatore l'articolo pubblicato sul "Giornale del Mezzogiorno", sul noto contratto ARAR-UNAM. Il prof. Rossi ha voluto sottolineare che si tratta di un giornale di "loschi speculatori e ricattatori" che ha oltre un miliardo di deficit. Il prof. Rossi ha aggiunto che i tre onorevoli citati nell'articolo non meritano alcuna considerazione, essendosi prestati ad una volgare campagna giornalistica. Il Pres. dell'ARAR esprime la sua indignazione nel vedere il nome del Governatore (in un altro articolo dello stesso giornale) tra quelli che avrebbero aderito ad una inchiesta sull'argomento promossa dal giornale.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Ferdinando Di Fenizio (15-01-1948)

Einaudi riferisce a Ferdinando Di Fenizio di aver letto l'ultimo numero di "L'industria" e di averne apprezzato sia i testi sia le abbondanti rubriche bibliografiche. Einaudi trova però che il bellissimo articolo di Eucken non sia presentato adeguatamente. L'articolo verte su un tema affrontato da molti studiosi, Einaudi incluso: affidare il governo economico dei popoli ai dotti significa distruggere ogni libertà di pensiero e di ricerca scientifica. Nessuno però ha trattato l'argomento con tanto vigore e chiarezza; l'articolo è ben pensato e ben scritto. Di contro l'introduzione non dà tanto rilievo alla qualità del lavoro. Einaudi ha riscontrato numerosi errori di stampa ed anche di traduzione e conclude affermando che a suo parere la tendenza di non tradurre alcuni termini non risponda ad alcun criterio scientifico (a meno che vi sia una differenza tra "trend" e "tendenza", differenza che Einaudi ignora).

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Documento Corrispondenza: Libero Lenti e Marcello Boldrini a Luigi Einaudi (21-01-1948)

Libero Lenti e Marcello Boldrini scrivono ad Einaudi in merito al riordino dell'Istituto Centrale di Statistica. Essi ritengono che la soluzione più opportuna sarebbe di quella di non accentrare tutti i servizi statistici presso l'Istituto, ma creare un sistema più snello che si appoggi agli organi distaccati già esistenti. L'Istituto dovrebbe avere una funzione di coordinamento del lavoro autonomo dei direttori dei servizi statistici ministeriali, secondo lo schema adottato anche dalla Ragioneria dello Stato. Sarebbe opportuno affidare la gestione transitoria ad una persona di alta responsabilità e di grande capacità e prestigio, quale Giorgio Mortara. Boldrini e Lenti ricordano che Mortara ha lavorato per 10 anni all'Istituto brasiliano di statistica, il quale è organizzato secondo lo schema di decentramento descritto e che funziona in modo egregio. Lenti e Boldrini sottolineano di non avere nessun interesse personale "né prossimo, né remoto", e di essere mossi esclusivamente dal desiderio di veder la Statistica italiana riacquistare l'antico splendore.

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Documento Corrispondenza: Gaetano De Sanctis a Luigi Einaudi (06-02-1948)

Il Pres. della Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti, prof. Gaetano De Sanctis, chiede a Einaudi, Ministro del bilancio, di collaborare ai volumi di aggiornamento in preparazione. De Sanctis spera che Einaudi voglia scrivere delle pagine che traccino succintamente la storia finanziaria degli ultimi dieci o quindici anni. L'articolo occorrerebbe a De Sanctis per la metà di aprile. [Sull'argomento si veda anche la lettera del 17 febbraio 1948, la cui sintesi si trova in ASE in questo stesso fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi e Donato Menichella all'ex Governatore della Banca d'Italia V. Azzolini (15-02-1948)

Lettera a firma di Einaudi e Menichella indirizzata all'ex Governatore della Banca d'Italia Vincenzo Azzolini, in occasione della sua assoluzione. Einaudi e Menichella si dichiarano lieti che la più alta Magistratura del Paese abbia reso definitiva giustizia ad Azzolini. E' così terminato un calvario che Azzolini ha sopportato con dignitosa fermezza. Einaudi e Menichella inviano quindi i loro migliori auguri.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Gaetano De Sanctis

Einaudi ringrazia dell'invito rivoltogli da De Sanctis, Presidente della Enciclopedia italiana [lettera del 6 febbraio 1948, la cui sintesi si trova in ASE, in questo stesso fascicolo], ma è sicuro di non poter adempiere all'impegno e propone una "via di mezzo": De Sanctis potrebbe assegnare il compito al dott. Baffi, Capo del Servizio studi della Banca d'Italia. Paolo Baffi, con i suoi collaboratori, potrebbe fare uno studio degno dell'Enciclopedia. Einaudi, dal canto suo, potrebbe dare qualche consiglio sui manoscritti preparati. Einaudi avvisa De Sanctis che però l'Ufficio Studi è al momento impegnato alla preparazione della Relazione annuale, da presentare il 31 marzo, e vi potrebbe essere quindi qualche "indugio".

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Documento Corrispondenza: Rodolfo Benini a Luigi Einaudi (26-02-1948)

Rodolfo Benini invita Einaudi a collaborare con la Treccani [Enciclopedia italiana di scienze, lettere e arti, NDR], anche per mezzo dei suoi collaboratori, purché alla voce "Finanza" compaia la firma di Einaudi. Il rapido aggiornamento dell'Enciclopedia risponde ad un interesse pubblico, al quale Einaudi non può sottrarsi. [Sulla collaborazione di Einaudi alla Enciclopedia si vedano anche le lettere del 6 e 17 febbraio 1948, sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR]

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Marco Tremelloni (23-04-1948)

Einaudi esprime a Marco Tremelloni, Ministro per l'Industria ed il Commercio, i suoi dubbi riguardo i nuovi impianti industriali per la lavorazione dei diamanti. Innanzitutto Einaudi afferma che bisognerebbe parlare chiaro: dal momento che si vuole concedere un privilegio ad un gruppo, è meglio dirlo apertamente. Inoltre egli non vede la necessità a che lo Stato partecipi agli utili di una industria che si vuole incoraggiare. Einaudi si augura che prima di presentare il disegno di legge, la materia sia pubblicamente discussa con l'intervento di tutti gli interessati. Si tratta di un provvedimento che non è urgente e quindi c'è tutto il tempo di discutere nei mesi in cui il Parlamento dovrà occuparsi di questioni più importanti.

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Documento Corrispondenza: Giovanni Demaria a Luigi Einaudi (06-08-1948)

Giovanni Demaria ringrazia Einaudi per il contributo alla sua nomina all'Accademia dei Lincei. Egli riferisce inoltre che a causa della malattia della moglie non si è potuto recare a Roma per incontrare Pella circa il Governatorato della Banca d'Italia. De Maria aveva accolto la proposta dapprima con pochissimo entusiasmo, parendogli necessaria un'assoluta indipendenza di quella istituzione. Poi riconsiderata la cosa con minore avversione, egli chiede un parere di Einaudi, prima di avventurarsi in una strada difficilissima, ma tanto importante. De Maria non vorrebbe trovarsi nel giro di pochi anni ancora una volta in una "impasse di miseria, di ignavia e di faciloneria". Ma comunque i dadi sembrano tratti diversamente. De Maria considera che così potrà portare a termine i suoi lavori scientifici, già in corso da qualche anno.

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Documento Corrispondenza: Lionel Robbins a Ernesto Rossi (01-10-1948)

Robbins scrive a Rossi di non poter partecipare al Congresso federalista per impegni accademici. Il messaggio che Einaudi gli ha inviato lo ha commosso: Einaudi rappresenta un nobile esempio a cui Robbins ricorre nei momenti di sconforto. Robbins ringrazia Rossi dei libri che gli ha inviato e invia a sua volta una piccola monografia su alcuni problemi che Robbins ebbe modo di osservare quando era un "public servant" [Si veda anche la lettera di Rossi a Robbins, senza data, sintetizzata in questo fascicolo ASE, NDR].

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Documento Corrispondenza: Ernesto Rossi a Luigi Einaudi (08-10-1948)

Rossi scrive a Einaudi di non aver inviato a Robbins una copia di "La guerra e l'unità europea" perché era convinto che l'avesse già fatto Einaudi, e quindi lo invita ad inviare subito una copia del libro a Robbins [Si vedano anche la lettera di Robbins a Rossi del 1° ottobre 1948, e la lettera di Rossi a Robbins, senza data, entrambe sintetizzate in questo fascicolo ASE, NDR].

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Benvenuto Griziotti (23-11-1948)

Einaudi consiglia a Griziotti di non apporre alla sua Rivista [si tratta della "Rivista di diritto finanziario e scienza delle finanze" NDR] il nome di tante persone, tra cui lo stesso Einaudi, persone che in realtà non contribuiscono alla Rivista. Einaudi ritiene che una rivista acquisti autorità se indica solo il nome di colui che la dirige sul serio. Un esempio è costituito dalla rivista "Critica" che per anni ha riportato in copertina solo il nome di Croce. [La risposta a questa lettera si trova in questo fascicolo; si veda anche la lettera di Roffi a Griziotti del 1° dicembre 1948 e la lettera di Griziotti a Einaudi datata 2 dicembre 1948, nel fascicolo 48 di questa serie, NDR].

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Documento Corrispondenza: Benvenuto Griziotti a Luigi Einaudi (26-11-1948)

In risposta alla lettera del 23 novembre 1948 [in ASE una sintesi della lettera è in questo stesso fascicolo] Griziotti spiega ad Einaudi che la Rivista [si tratta della "Rivista di diritto finanziario e scienza delle finanze" NDR] è il risultato di una fusione e che il nome di Einaudi servirebbe a ristabilire un equilibrato rapporto tra economisti e giuristi nella sua Direzione. Griziotti sarà comunque lieto di lasciare che un numero della Rivista sia diretto e formato esclusivamente da Einaudi, quando Einaudi lo voglia. [Sulla partecipazione di Einaudi alla direzione della "Rivista di diritto finanziario e scienza delle finanze" si vedano anche le lettere del 23 novembre in questo fascicolo e le lettere di Roffi a Griziotti del 1° dicembre 1948 e di Griziotti a Einaudi del 2 dicembre 1948, nel fascicolo 48 di questa serie, NDR].

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Documento Corrispondenza: Pasquale Jannaccone a Luigi Einaudi (14-03-1950)

Pasquale Jannaccone comunica ad Einaudi di aver fatto presente all'Avv. Siglienti le ragioni per cui non sarebbe opportuna la pubblicazione di una raccolta di scritti di Einaudi. Jannaccone invece suggerisce di non dare preventivamente alcuna destinazione alla somma da raccogliere tra gli Istituti affiliati all'Associazione bancaria, ma di stabilire solo che tale somma servirà a creare una istituzione o una fondazione oppure a finanziare una pubblicazione dedicata a Einaudi, da concordarsi con Einaudi stesso. Chiedendo a ciascun Istituto una somma pari a qualche frazione di millesimo dell'ammontare dei rispettivi capitali o dei depositi si metterebbe insieme una somma considerevole, a cui non sarebbe difficile trovare una destinazione gradita a Einaudi. Jannaccone riferisce che l'avv. Siglienti ha trovato opportuna la proposta e che si è riservato di parlarne con Bresciani Turroni [Sull'argomento si vedano anche la lettera del 28 agosto 1950 di Bresciani Turroni, e la lettera del 1° settembre 1950 di Rossi, il cui contenuto è sintetizzato in ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Costantino Bresciani Turroni a Ernesto Rossi (28-08-1950)

Costantino Bresciani Turroni scrive a Ernesto Rossi in merito al progetto da questi formulato di creare una collana con lo scopo di diffondere tra gli uomini di affari le dottrine economiche ed i retti principi di politica economica. Secondo Bresciani Turroni non si possono utilizzare traduzioni di opere già pubblicate in inglese o in tedesco. Ciò avrebbe il merito di contribuire a temperare l'infatuazione per Keynes, mettendo in rilievo alcuni principi fondamentali dell'economia classica. Tuttavia è difficile che uomini di affari siano disposti a seguire sottili disquisizioni. Ad esempio il libro di Haberler è magnifico ma astratto e difficile per chi non ha già una preparazione ad hoc. Bresciani Turroni afferma che sarebbe anche difficile raggiungere lo scopo raccogliendo articoli pubblicati nell'ultimo decennio in riviste internazionali: pur scegliendo gli articoli di più facile comprensione e senza formule matematiche, bisognerebbe che gli articoli non fossero slegati tra loro, ma che fossero raccolti intorno a determinati problemi. La soluzione migliore, afferma Bresciani Turroni, potrebbe consistere nel pubblicare opere originali di economisti italiani e stranieri, redatti tenendo conto della finalità dell'opera. Bresciani consiglia a Rossi di contattare tra gli economisti italiani, Fanno, Papi, Amoroso, De Maria, Jannaccone, Vinci e Vito. C'è però il problema del costo della collana, che Bresciani, in qualità di Presidente del Banco di Roma ritiene eccessivo e non finanziabile dal Banco. Quanto alle onoranze Einaudi, Bresciani ritiene, in base ad una precedente conversazione con Einaudi, che questi tenesse molto alla ristampa di "Ephemerides". In alternativa l'idea di ristampare l'opera di Ferrara gli sembra ottima [Si veda anche la lettera del 14 marzo 1950 di Jannaccone a Einaudi, e la lettera di Rossi del 1° settembre 1950, entrambe sintetizzate in questo fascicolo ASE].

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Documento Corrispondenza: Ernesto Rossi a Costantino Bresciani Turroni (01-09-1950)

Ernesto Rossi comunica a Costantino Bresciani Turroni che a seguito della lettera dello stesso Bresciani [lettera 28 agosto 1950, sintetizzata in ASE in questo fascicolo, NDR] e a quella ricevuta da Robbins, gli pare opportuno abbandonare l'idea di creare una collana di opere originali destinata a uomini d'affari. Quanto alla ristampa delle opere di Ferrara, il dott. Siglienti prenderà accordi con Bresciani Turroni il giorno 6 a Milano [Si veda anche la lettera del 14 marzo 1950 di Jannaccone a Einaudi, sintetizzata in questo fascicolo ASE].

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Documento Corrispondenza: Libero Lenti a Luigi Einaudi (16-05-1952)

Lenti scrive ad Einaudi in merito alla composizione delle Commissioni giudicatrici dei concorsi universitari. Lenti ricorda che nella precedente lettera del 9 maggio 1952, Einaudi si è detto favorevole all'introduzione parziale di un sistema di estrazione a sorte [la lettera è sintetizzata in ASE nel fascicolo N. 26 di questa serie, intestato a Libero Lenti NDR]. A giudizio di Lenti il confluire di voti sui primi due membri da eleggere non configura un maggiore consenso, ma è frutto delle pressioni del professore locale sui colleghi. In questo modo il sistema rischia di peggiorare favorendo sempre le università più numerose. Lenti propone invece di restringere i collegi elettorali ai soli professori della materia: data la litigiosità dei professori universitari, sarebbe così più difficile influenzarne l'operato.

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Documento Corrispondenza: Benvenuto Griziotti a Luigi Einaudi (02-12-1948)

Benvenuto Griziotti è grato a Einaudi per aver accettato di offrire il suo nome di studioso per la direzione della rivista [si tratta della "Rivista di diritto finanziario e scienza delle finanze" NDR]. Griziotti vorrebbe nel primo numero ricordare grandi figure di economisti scomparsi: Antonio de Viti de Marco, Renzo Fubini e Mario Pugliese. Griziotti pensa di affidare il necrologio di de Viti a Einaudi, quello di Fubini a Gustavo Del Vecchio [il necrologio fu poi scritto da Ernesto d'Albergo, NDR] e quello di Mario Pugliese a Ezio Vanoni. [Sulla partecipazione di Einaudi alla direzione della "Rivista di diritto finanziario e scienza delle finanze" si veda la lettera di Roffi a Griziotti del 2 dicembre 1948 in questo fascicolo; si vedano anche le lettere del 23 novembre e 26 novembre 1948 nel fascicolo Corrispondenza Varia Corda 33 fasc. 2 (II semestre 1948); in ASE le lettere sono presenti in sintesi nel fascicolo 44 di questa serie]

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Documento Corrispondenza: Ernesto Rossi a Luigi Einaudi (15-05-1955)

Rossi chiede a Einaudi di scrivere una lettera di presentazione per Altiero Spinelli, da indirizzare a qualche "pezzo grosso" degli Stati Uniti per aiutarlo nella propaganda federalista. Spinelli, ricorda Rossi, è stato sempre antifascista ed ha scontato 10 anni di carcere e 6 di confino, è attualmente Presidente del Comitato esecutivo dell'Union Européenne des Fédéralistes (UEF), organizzazione che coordina le associazioni europee (Inghilterra inclusa) che hanno come scopo la propaganda per la Federazione Europea.

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Documento Corrispondenza: Ernesto Rossi a Luigi Einaudi (22-05-1955)

Rossi scrive ad Einaudi di essere scoraggiato: sul fronte della politica internazionale, la federazione europea sembra un'idea generosa, ma fuori da ogni possibilità concreta di realizzazione. In politica interna i contrasti interni alla Democrazia cristiana rendono il Paese ingovernabile. Rossi informa inoltre Einaudi che l'editore Neri Pozza ha promesso di inviare a Rossi le bozze del libro di Wicksteed tradotto da Vigorelli entro la fine di giugno. Rossi promette appena le riceverà, invierà le bozze a Einaudi, in modo che questi possa scriverne l'introduzione. Rossi ricorda a Einaudi che non sarà pubblicata l'introduzione del Robbins del 1932. Se Einaudi racconterà l'impressione che gli fece la prima lettura del "Common Sense" e quale importanza questo libro abbia avuto nella formazione del suo pensiero e quanto esso sia ancora attuale, il libro avrà il successo che merita [La traduzione di Vigorelli del libro di Wicksteed non fu poi pubblicata, mentre la prefazione Einaudi fu pubblicata postuma su "Il Mondo" del 28 novembre 1961 con il titolo "I consigli del buon senso"; il testo della prefazione è preceduto da un'introduzione di Ernesto Rossi].

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Documento Corrispondenza: Ernesto Rossi a Luigi Einaudi (18-1955)

Rossi scrive a Einaudi che dal colloquio con l'avv. Picella, gli è sembrato di capire che Einaudi avesse cambiato idea sulla partecipazione alla rivista "il Mondo" e che volesse ulteriori informazioni. Rossi gli invia quindi una copia del programma scritto l'anno precedente. Rossi specifica di non aver più lavorato al progetto, ritenendo la partecipazione di Einaudi una condizione indispensabile di successo. Il nome di Einaudi aiuterebbe anche nella raccolta di fondi, da effettuarsi tramite l'istituzione di una società per azioni e lanciando la sottoscrizione attraverso gli sportelli bancari. La soluzione di massima partecipazione vedrebbe Einaudi direttore; quella di partecipazione minima, una lettera di augurio da pubblicare sul foglio per il lancio delle sottoscrizioni. La garanzia di indipendenza sarebbe affidata ad un "Comitato dei Garanti", come proposto da Einaudi. Come primo direttore Rossi propone Arrigo Benedetti, giornalista e tecnico di valore, che crede negli ideali liberali e di democrazia. In allegato il programma : 1) Politica estera: unificazione federale dell'Europa democratica e partecipazione in condizione di eguaglianza con gli Stati Uniti ed il Commonwealth al Patto Atlantico; 2) Politica interna: ricostruzione dello Stato liberale, alleanza con le forze democratiche laiche, opposizione a tutte le forme di confessionalismo, alla partitocrazia, alla corruzione nella vita pubblica, rafforzamento dell'istruzione pubblica per la formazione dei cittadini, stabilità monetaria, perequazione tributaria, smantellamento delle condizioni di monopolio.

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Documento Corrispondenza: Ernesto Rossi a Luigi Einaudi (08-09-1955)

Rossi riferisce di aver perso fiducia nella "Commissione Sturzo" e riferisce ad Einaudi dell'inefficienza della Commissione e dei dissapori con Sturzo. Rossi riferisce inoltre che Benedetti e Scalfari hanno intenzione di lanciare, con l'aiuto finanziario di Olivetti, un rotocalco più popolare del "Mondo" che si chiamerà "L'Espresso" e somiglierà a quello francese.

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Documento Corrispondenza: Ernesto Rossi a Luigi Einaudi (27-09-1955)

Rossi ringrazia Einaudi per la prefazione al libro di Wicksteed. Gliene saranno grati anche i lettori indotti a leggere il libro dalla partecipazione di Einaudi all'iniziativa. Rossi scrive che tra tutti i libri di economia, "Common Sense" è quello che ha lasciato la traccia più profonda nel suo pensiero. Rossi ricorda che fu Einaudi a consigliargli di leggere quel libro mentre era in carcere. Rossi ne tradusse anche il primo volume, ma la traduzione si è persa insieme agli altri quaderni del carcere e del confino. Rossi approva la decisione di Einaudi di non accettare presidenze e patronati e ne comprende le remore nel riprendere la collaborazione con i giornali. Anche Rossi peraltro ha cessato la collaborazione con "la Stampa" perché anche sulla "Stampa" "molti argomenti non si possono toccare". Infine Rossi esorta Einaudi a prendere parte ai lavori della Commissione finanze e tesoro del Senato, dal momento che la partecipazione di Einaudi scongiurerebbe molte "bestialità". [Sulla traduzione di Vigorelli del libro di Wicksteed anche la lettera del 22.05.1955, nel database ASE in questo fascicolo. La traduzione non fu poi pubblicata, mentre la prefazione Einaudi fu pubblicata postuma su "Il Mondo" del 28 novembre 1961 con il titolo "I consigli del buon senso"; il testo della prefazione è preceduto da un'introduzione di Ernesto Rossi].

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Documento Corrispondenza: Libero Lenti a Luigi Einaudi (25-10-1955)

Libero Lenti scrive a Einaudi in merito a questioni terminologiche, in particolare sull'uso delle parole "statunitense" e "automazione".

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Documento Corrispondenza: Filomena Bovet Nitti a Luigi Einaudi (09-05-1956)

La Sig.ra Filomena Bovet Nitti invia a Einaudi il programma di pubblicazione delle Opere complete di Francesco Saverio Nitti, tracciato da Gustavo Del Vecchio, con l'indicazione degli eventuali collaboratori. In allegato il programma: "I volume: "Il socialismo cattolico" e "La popolazione ed il sistema sociale" collaboratore Luigi Del Pane; II volume: La misura del valore della moneta", "L'economia degli alti salari", Il saggio sullo sconto" e "Il lavoro" - Collaboratore Federico Caffè; III volume: "La conquista della forza" e "Il capitale straniero in Italia" - Collaboratore: De Marco; IV volume: Scienza delle finanze - Collaboratore: Sergio Steve, Repaci o Parravicini; V volume: Saggi e scritti vari di economia. Iniziative economiche. Documenti - Collaboratore De Maria"; [Il piano dell'opera dell'Edizione nazionale delle opere di Francesco Saverio Nitti, presenta delle differenze significative rispetto all'idea di Del Vecchio. Tra i possibili collaboratori identificati da Del Vecchio, solo Federico Caffè e Domenico De Marco collaborarono effettivamente all'opera, curando rispettivamente il vol. II ed il vol. III degli "Scritti di economia e finanza". Sergio Steve, Repaci, Parravicini e De Maria non presero parte al progetto. Inoltre l' "Edizione nazionale" risulta più articolata di quanto previsto originariamente, e comprende anche gli scritti politici di Nitti, NDR].

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Documento Corrispondenza: Ernesto Rossi a Luigi Einaudi (12-05-1956)

Rossi invia ad Einaudi i due disegni di legge contro i monopoli, stesi dal prof. Ciscarelli. I documenti, precisa Rossi, sono stati modificati per tener conto delle osservazioni di Einaudi e di Menichella.

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Documento Corrispondenza: Ernesto Rossi a Luigi Einaudi (14-05-1956)

Ernesto Rossi riferisce a Einaudi di aver letto con dolore l'articolo apparso su "Oggi", intitolato "Einaudi appoggia Malagodi". Rossi sottolinea che ciò è molto rischioso per Einaudi: anche se questi non intendeva realmente appoggiare Malagodi, ciò che conta è l'uso che Malagodi può fare delle parole di Einaudi ,il quale si trasformerebbe così da maestro del liberalismo a teorico della destra più reazionaria. Rossi scrive di aver più volte invitato alla prudenza anche Parri, Calamandrei e Levi. Infatti, a dispetto del reale contenuto del loro messaggio, ciò che conta alla fine è il modo in cui tale pensiero viene presentato al pubblico. Rossi si scusa per la sincerità con la quale ha parlato e spera che Einaudi continui a volergli bene.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giulio Andreotti (14-03-1958)

Einaudi scrive a Andreotti, Ministro delle Finanze, per ricordargli gli insegnamenti di Adam Smith riguardo alle imposte: esse devono essere esatte con il minimo costo di denaro e di tempo per il contribuente e quando non c'è chiarezza "mezzani e azzeccagarbugli si intrufolano a riscuotere taglie private". Sembra invece che l'Amministrazione insista nel "farsi mandare con tanti accidenti all'inferno" senza alcun vantaggio per il fisco.

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Documento Lettera

Il Commissario Capo Ellery Stone comunica al Presidente del Consiglio dei Ministri De Gasperi e al Governatore Einaudi, che non è più necessario che le autorità italiane per il controllo dei cambi si consultino con la Commissione alleata prima di autorizzare operazioni finanziarie all'estero intraprese da compagnie di assicurazioni italiane e da loro filiali all'estero.

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Documento Lettera

Giorgio Mortara ringrazia Einaudi per l'invio dell'articolo "Scienza economica. Reminiscenze" e propone a Einaudi di compilare un'antologia di scritti dei maggiori economisti italiani, scegliendo per ciascuno le pagine più significative.

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Documento Lettera

Costantino Bresciani Turroni ringrazia Einaudi per l'invio dell'articolo "Scienza economica. Reminiscenze". Egli ritiene che sarebbe molto utile scrivere una storia della scienza economica in Italia e tradurla in inglese in modo tale che anche gli studiosi stranieri possano conoscere il valido contributo degli economisti italiani a questa scienza.

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Documento Lettera

Einaudi rileva che la relazione generale sulla situazione economica del Paese è stata notevolmente perfezionata. Egli ritiene che sia stata una buona idea quella di chiudere nella prima parte le informazioni essenziali, di guisa che il resto possa essere considerato un'appendice. Dopo la lode la critica: la prima è la superbia statistica e l'utilizzo di un linguaggio specialistico e poco comprensibile. Un'altra critica riguarda il modo in cui sono valutati i redditi da fabbricati, cioè sulla base dei fitti bloccati percepiti dagli proprietari, cosa chiaramente falsa. Inoltre osserva che cambiare il formato della pubblicazione potrebbe rendere il documento più leggibile. In conclusione, Einaudi consiglia quindi: che la relazione sia stampata in un formato più maneggevole, che essa sia divisa in due tomi e che il primo tomo sia sottoposto ad una accurata revisione per renderlo intelligibile ai lettori senza ricorrere a spiegazioni esterne. La lettera è inviata in copia, per conoscenza, a Giuseppe Medici (ministro del Tesoro), a Giulio Andreotti (ministro delle Finanze), e a Donato Menichella (Governatore della Banca d'Italia).

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Documento Lettera

Giovanni Gronchi, ministro dell'Industria e del Commercio, afferma che un programma organico deve abbracciare un lasso di tempo almeno triennale. Non potendo giungere a questo risultato in pochi mesi, Gronchi ritiene che sia opportuno prospettare l'ipotesi di una collaborazione con tecnici stranieri. Durante l'anno 1946 l'economia italiana sarà alimentata da materie prime provenienti da tre fonti: residuo dei Piani di transizione (che si esauriranno nel 1946), dal Piano UNRRA (che si esaurirà a settembre - ottobre ) e da importazioni negoziate con trattati commerciali, già stipulati o da stipulare. In questa situazione emerge il problema di prevedere il deficit di materie prime per il 1946 e confrontarlo con le fonti di rifornimento su cui si potrà contare. Gronchi traccia quindi un programma di lavoro: egli prevede di ultimare entro marzo il programma integrativo per l'anno 1946 ed il programma di massima per il triennio 1947-1949. Gronchi propone inoltre di inviare un'apposita missione a Washington per ottenere il finanziamento dei due Piani.

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Documento Lettera

Lettera del Ministro dell'industria e Commercio, Giovanni Gronchi al Presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi ed ai membri del Comitato interministeriale per la ricostruzione. Gronchi esprime il parere che la domanda di finanziamento presentata per il 1946 dalla delegazione italiana sia di ammontare eccessivo rispetto al fabbisogno italiano e sprovvisto di fondata documentazione. Le nostre ulteriori necessità, sostiene Gronchi, per il 1946 sono di importo esiguo (solo un centinaio di milioni di dollari), e riguardano materie che gli Stati Uniti non forniscono (carbone, legname, polli). Il problema si è spostato quindi dal piano tecnico, di acquistare prodotti nordamericani, a quello finanziario di manovrare disponibilità finanziarie su mercati che hanno le merci occorrenti. Gronchi ritiene che si debbano precisare i compiti della delegazione tecnica a Washington ed istituire una delegazione finanziaria che abbia il compito di procurare i milioni di dollari occorrenti per acquistare le merci necessarie sul mercato.

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Documento Lettera

Bresciani Turroni invia a Menichella una copia di una breve nota che egli ha inviato a Einaudi. La nota è allegata alla lettera [in ASE è sintetizzata in questo fascicolo, NDR].

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Documento Lettera

Bresciani Turroni informa Einaudi che le considerazioni esposte da Menichella e dal dott. Costa sui clearing toccano alcuni punti che egli aveva trattato dal punto di vista teorico nella memoria "I cambi esteri in regime di carta moneta", memoria che Bresciani aveva consegnato anche a Einaudi. In questa memoria Bresciani aveva tracciato una teoria matematica del clearing applicando il "solito" metodo del confronto tra le condizioni che definiscono l'equilibrio e il numero di incognite del problema. Bresciani era giunto alle seguenti conclusioni: 1) in un sistema di clearing non è possibile raggiungere l'equilibrio tra importazioni e esportazioni se si pone come condizione che il cambio delle monete dei paesi a clearing sia unico; 2) se si ammette la pluralità di cambi, teoricamente è possibile anche nel clearing un equilibrio tra importazione e esportazione per coppie di paesi, a condizione che le transazioni tra i due paesi siano libere nei riguardi sia dei prezzi che della quantità. Da questa conclusione risulta che il sistema proposto dal dott. Menichella di lasciare che gli esportatori vendano liberamente sul mercato i loro certificati di esportazione a coloro che desiderano importare merci nei limiti dei contingenti è di gran lunga migliore di quello in uso, ma fissare i contingenti significa porre delle condizioni di troppo per l'equilibrio della bilancia commerciale bilaterale e si presenterà il problema dei saldi a cui bisognà provvedere con altre misure.

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Documento Lettera

Costantino Bresciani Turroni scrive a Luigi Einaudi in merito ad alcuni inconvenienti relativi al cambio ufficiale. Bresciani Turroni riferisce di aver parlato con il Presidente della Camera di Commercio Italo-americana, Sig. Sozzi, che gli ha dimostrato come il cambio attuale, così diverso da quello di esportazione, implichi per gli importatori americano grossi rischi e pertanto disincentivi l'acquisto in America di merci italiane. Infatti la dogana americana può, nell'arco di tre anni dall'importazione, sottoporre a riesame le dichiarazioni degli importatori e, applicando un tasso di cambio diverso da quello originariamente utilizzato per l'importazione, obbligare l'importatore americano a pagare un sopra più di diritti di dogana, oltre ad una eventuale multa per inesatta dichiarazione. Il Sig. Sozzi consiglia che il Governo italiano comunichi ogni giorno ufficialmente i cambi di esportazione all'Ambasciata americana. Tale cambio sarà di riferimento anche per le dogane americane. Un'altra questione è stata segnalata più volte a Bresciani Turroni: in Svizzera numerosi intermediari avvicinano i lavoratori italiani per acquistare franchi svizzeri contro lire ad un prezzo di poco superiore al cambio ufficiale e li rivendono poi a prezzo di borsa nera in Italia. Si chiede che la Banca d'Italia applichi anche alle rimesse dalla Svizzere le agevolazioni previste per gli esportatori. Ma, sottolinea Bresciani Turroni, anche in tal modo la media dei due cambi resterebbe notevolmente inferiore ai corsi di borsa nera, e quindi non verrà rimosso l'incentivo a vendere i franchi svizzeri attraverso vie illegali.

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Documento Lettera dattiloscritta con correzioni autografe

Bresciani Turroni scrive a Foscolo in relazione al rifiuto opposto dalla Banca d'Italia alla apertura di nuove filiali del Banco di Roma in località dove sono già presenti filiali di banche di interesse nazionale. Bresciani propone di interessare direttamente il Sen. Einaudi: proibire l'apertura di nuove filiali viola il principio di libera concorrenza che Einaudi che sempre sostenuto e consolida un monopolio a favore delle banche già esistenti. "E' questo un principio di quell'economia pianificata, della quale ora a gran voce si richiede l'abolizione".

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Documento Lettera dattiloscritta

Foscolo ringrazia Bresciani Turroni per l'offerta di parlare el Sen. Einaudi a proposito dell'apertura delle nuove filiali del Banco di Roma, ma ritiene che non sia il caso di rivolgersi al Governatore, dal momento che egli ha saputo che è lo stesso Einaudi a impartire personalmente le istruzioni sul modo in cui le filiali della Banca d'Italia ddevono condurre le indagini per l'apertura di nuovi sportelli bancari. Foscolo aggiunge che egli ha già sottoposto la questione al Comm. Menichella e teme che questi potrebbe aversene a male di un ricorso al Governatore sul medesimo argomento.

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Documento Lettera dattiloscritta

Foscolo riferisce a Bresciani Turroni di alcune riunioni tenute presso l'IRI tra gli amministratori delegati delle tre banche, il Ministro Campilli e il prof. Einaudi. Le riunioni avevano ad oggetto le richieste di finanziamento dell'IRI per le sue aziende, e aggiunge Foscolo, "le discussioni sono state lunghe e spesso burrascose". In conclusione le banche di interesse si sono irrigidite e hanno fatto notare come i finanziamenti loro richiesti fossero vietati dalla legge bancaria e dalla convenzione basilare IRI-banche. A parere di Foscolo l'eco che tali discussioni hanno avuto nella stampa è stata poco opportuna in quanto si è messo in evidenza l'enorme fabbisogno finanziario dell'IRI e il tentativo fatto da quest'ultimo per premere sulle sue banche.

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Documento Corrispondenza: Vilfredo Pareto a Luigi Einaudi (18-01-1914)

Lettera di Pareto a Luigi Einaudi, spedita da Céligny il 18 gennaio 1914, in cui si forniscono chiarimenti in merito ad alcuni riferimenti che il noto economista aveva esposto nel suo "La logica protezionista, dove polemizzando con l'on. Colajanni si discorre dei fondamenti teorici e della inapplicabilità pratica del protezionismo [...]" apparso sulla rivista "La riforma sociale" (vedi nota bibliografica). Pareto offre delucidazioni sull'introduzione di un dazio sui cereali e si sofferma sulla burocrazia prussiana e sugli Junkers. Il testo della missiva, in francese, è stato riprodotto ed è accessibile direttamente on line (la lettera risulta consultabile, una volta effettuata la ricerca del documento attraverso l'apposita maschera). Vedi anche nota bibliografica.

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Documento Lettera: Roma 28 aprile 1899

Per motivi di impossibilità dovuta ai tempi di composizione del Giornale degli Economisti, de Viti risponde negativamente alla richiesta da parte di Luigi Einaudi di segnalare nel fascicolo di maggio l'imminente uscita di un suo libro.

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Documento Biglietto: 21.4.1908

De Viti invia a Einaudi "Complimenti e ringraziamenti".

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Documento Biglietto: 20.12.1909

De Viti invia a Einaudi "Auguri e felicitazioni vivissime".

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Documento Lettera: 7 agosto 913

De Viti ringrazia per l'invio da parte di Einaudi del suo "lavoro sul concetto del reddito imponibile", che dichiara di conoscere già.

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Documento Lettera: Roma 28 feb. 914

De Viti chiede a Einaudi di inviargli "i suoi articoli contro i siderurgici, apparsi sulla Riforma sociale del feb. marzo, aprile 1911 e marzo e dicembre 1911 (sic!)".

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Documento Lettera: Roma 19 dic. 914

De Viti, d'accordo con Giretti, invia a Einaudi alcune copie di una circolare chiedendo la sua adesione, quella di Loria e di "altri colleghi dell'Ateneo di Torino".

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Documento Lettera: Roma 24 gen.915

De Viti ringrazia Einaudi per l'invio di articoli della Riforma Sociale e del Corriere che giudica "ottimi e di grande utilità"

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Documento Lettera: Cellino San Marco 22 marzo 915

De Viti ringrazia Einaudi per il sostegno alla sua candidatura alle elezioni, coronata da successo.

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Documento Lettera: Torino 27 XI 1915

Einaudi chiede a de Viti notizie di un articolo manoscritto inviato a Zagari.

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Documento Lettera: Roma 29 nov. 915

De Viti si scusa con Einaudi per il fatto che La Voce non si pubblichi più a causa di dissensi con l'editore e lo informa di avere richiesto la restituzione del suo manoscritto.

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Documento Lettera: Roma 16 aprile 922

De Viti ringrazia Einaudi di dati e notizie fornitegli.

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Documento Lettera: Roma 14 dicembre 1924

In una lettera dattiloscritta di de Viti si legge: "Caro Einaudi, sull' "UNITA" - giornale interventista che si pubblicò durante la guerra - criticando il Patto di Londra, in cui l'Italia pose come una delle condizioni del suo intervento, che Le si facesse un prestito di un miliardo di lire, sostenni questa tesi: "Gli alleati combattono per un fine comune contro gli Imperi Centrali; epperò ogni alleato dovrebbe essere tenuto a contribuire al costo totale della guerra in proporzione della sua popolazione e della sua ricchezza". Io estendevo logicamente alla ripartizione tra le nazioni alleate delle spese di guerra, quel principio elementare, che si applica alle varie regioni di uno stesso paese per le spese di carattere nazionale. E credo che questo sarebbe oggi il criterio di ripartizione, che si adotterebbe tra i paesi facenti parte della Società delle Nazioni, nel caso che questa svolgesse opera guerresca contro eventuali aggressori. Se il criterio Le pare corretto, sarebbe utile di dargli una sicura base statistica, accertando in che ragione della propria popolazione e ricchezza ogni alleato ha di fatto contribuito alla vittoria comune. Ella ha meglio di me i mezzi per fare o far fare prontamente questa ricerca. Mi creda, con amicizia, di Lei dev.mo". Poi a mano De Viti aggiunge: "Caro Professore, Le ho scritto questa lettera in forma che si presta alla stampa, nel caso Ella voglia prenderla come spunto per trattare ancora la questione dei debiti alleati. Ma è ovvio che non tengo alla stampa della lettera, come terrei, invece, alla pubblicazione dei dati statistici".

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Documento Lettera: Roma 27 gen. 925

De Viti ringrazia Einaudi per un invio (forse di un suo libro), e aggiunge: "Non so persuadermi (ancora però non ho letto tutto il suo volume!) come una questione che teoricamente può risolversi come si vuole, possa dar luogo a sì lungo dibattito. Leggerò e discuterò; anzi discuteremo".

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Documento Lettera: Roma 17 gen. 926

De Viti chiede a Einaudi di intervenire con Giovanni Agnelli o con qualche dirigente della Fiat per prenotare una vettura 509 destinata alla moglie Harriet Lathrop Dunham.

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Documento Lettera: Roma 23 genn 926

De Viti si accerta che Einaudi abbia ricevuto la richiesta di intervenire con la Fiat per l'acquisto di una vettura 509.

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Documento Lettera: Roma 1 feb. 926

De Viti ringrazia Einaudi "di quanto ha fatto per la 509".

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Documento Lettera: Roma 12 nov. 926

De Viti augura pronta guarigione a Einaudi che è stato "vittima di un grave infortunio" e lo ringrazia per avergli inviato una cartolina da New York.

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Documento Lettera: San Pietro Vernotico 7 ottobre 927

In una lunga lettera de Viti offre a Einaudi dettagliati consigli sulla preparazione del terreno per impiantare un vigneto, sulla sua resistenza alla filossera, sul modo in cui fare l'innesto, sulla concimazione. Conclude scrivendo: "Dante dice (non ricordo ora esattamente il verso) che il sole si trasforma in alcool. Ogni punto di questa mia può essere oggetto di ulteriore discussione. E sono a sua disposizione".

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Documento Lettera: Roma 21- I - 928

De Viti accenna ad un errore nel nome di Messedaglia, chiamato Luigi anziché Angelo.

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Documento Lettera: Roma 20 feb. 929

De Viti invia a Einaudi tre copie del suo Due Commemorazioni: Angelo Messedaglia, Maffeo Pantaleoni chiedendogli di regalare "le due superflue a chi crede".

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Documento Lettera: Roma 16 settembre 929

De Viti ringrazia Einaudi per l'invio di un volume.

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Documento Lettera: Roma 3 marzo 930

De Viti esprime grande riconoscenza a Einaudi per aver accettato di scrivere una introduzione alla traduzione tedesca dei suoi Principi di economia finanziaria. Aggiunge di lavorare ad un capitolo sulla teoria generale del prestito pubblico destinato appunto all'edizione tedesca. Tale edizione fu pubblicata nel 1932 con prefazione di Einaudi.

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Documento Lettera: 9 agosto 931

De Viti ringrazia calorosamente Einaudi per l'articolo di recensione al volume "Un trentennio di lotte politiche" (specificando che il libro "fu voluto da Zanotti e da E. Rossi, non da me"). Trova che il titolo della recensione di Einaudi sia "per sé un capolavoro" ed esprime gratitudine per ciò che Einaudi "ha fatto e fa" per la sua "piccola reputazione scientifica". De Viti si riferisce ad un articolo di Einaudi dal titolo "Per la storia di un gruppo che non riuscì ad essere partito", in La Riforma Sociale, maggio-giugno 1931. Accenna inoltre al lavoro di traduzione in tedesco del suo manuale, i Principi di economia finanziaria, pubblicati nel 1932 con una prefazione di Einaudi.

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Documento Lettera: Roma 17 gen. 932

De Viti avvisa Einaudi che la pubblicazione della traduzione tedesca del suo manuale subisce un ritardo e dichiara di temere "che la sola difficoltà dipenda dal mio ritiro dall'insegnamento, per cui l'editore non sa se io sono o non sono professore all'università di Roma, e non osa prendere una decisione tra le varie soluzioni da me propostegli. Mi nasce anche il sospetto che si sia rivolto a Roma per consiglio, cosa che molto mi seccherebbe". De Viti si riferisce al suo rifiuto del giuramento di fedeltà al fascismo del 1931. I Principi di economia finanziaria furono pubblicati in tedesco nel 1932.

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Documento Lettera: Roma 17 marzo 932

De Viti chiede a Einaudi "il nome esatto e i titoli e l'indirizzo" di Bresciani Turroni, di Garino Canina e di Rossi; quest'ultimo egli crede si trovi al penitenziario di Pallanza.

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Documento Lettera: Roma 10 aprile 932

De Viti scrive a Einaudi di avere spedito un opuscolo agli indirizzi che lo stesso Einaudi gli aveva indicato ed anche a Répaci. Per inviare la copia dell'edizione tedesca del suo libro a Ernesto Rossi preferisce aspettare per essere sicuro che la riceva. Aggiunge di avere inviato una copia "in omaggio ai Lincei". Si riferisce all'edizione tedesca dei Principi di economia finanziaria, pubblicata nel 1932.

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Documento Lettera: 28 agosto 932

De Viti ringrazia Eianudi per avere ricevuto in omaggio la Riforma Sociale. Gli comunica di avere ospitato per pochi giorni Morgenstern con il quale scrive di avere preso accordi per pubblicare contemporaneamente in Germania e in Italia il suo lavoro La funzione della banca. Lo invita infine nella sua casa di Boscolungo Pistoiese insieme a Giretti.

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Documento Lettera: Roma 14 marzo 933

De Viti chiede a Einaudi di precisargli "in poche parole o anche soltanto con un esempio che cosa intendono dire coloro i quali affermano che la Banca crea il credito".

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Documento Lettera: Roma 10 maggio 933

De Viti invia a Einaudi due capitoli del volume La funzione della banca al quale sta lavorando, chiedendogli di esprimere giudizi critici: "Accetterei anche il consiglio di sopprimere tutto!", scrive De Viti. Accenna inoltre al contenuto del terzo capitolo "ancora in formazione".

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Documento Allegato intitolato: La funzione della banca

Si tratta di tre fogli, uno per ogni capitolo del volume La funzione della banca, con l'indice dei paragrafi di ogni capitolo, scritti a mano da De Viti con correzioni e aggiunte da parte di Einaudi.

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Documento Lettera: 25 gennaio 1934

De Viti chiede a Einaudi di incontrarsi a Roma.

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Documento Lettera: Roma 20 febbraio 1934

De Viti scrive a Einaudi: "Caro Professore, l'edizione è fatta da Lei, sotto i suoi auspici, sotto la sua responsabilità. come se io fossi morto! Perciò faccia quel che vuole; faccia quel che vuole; faccia quel che vuole! Non mi mandi bozze. Io non so correggere; e non so leggere senza correggere e cambiare". E aggiunge nel post scriptum: "Attenui i meriti che mi attribuisce nella ed. tedesca!". De Viti si riferisce ai suoi Principi di economia finanziaria ripubblicati da Einaudi nel 1934. L'edizione tedesca alla quale accenna De Viti fu pubblicata nel 1932 con una prefazione di Einaudi.

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Documento Lettera: Roma (34)

De Viti invia a Einaudi una versione corretta della nota intitolata "Al lettore" riferita al volume "La funzione della banca". Gli domanda inoltre se egli ritiene che sia il caso di "aggiungere qualche paragrafo sulla questione del rapporto in cui le banche si troverebbero di fronte alla riforma monetaria Roosevelt-Fisher" e specifica: "Più che un problema bancario, trattasi di un problema di politica monetaria, spettante allo Stato. Ciò potrebbe dar luogo ad uno studio sull'"Avvenire delle banche". (Bel titolo per un articolo per la Riforma!). Naturalmente la banca diventa una dipendenza della Tesoreria, che in qualche modo dovrà addossarsi tutte le eventuali perdite". Chiede inoltre a Einaudi la sua opinione, e quella di Cabiati, sull'affermazione che "il credito bancario rende possibile, dentro certi limiti, di assecondare lo sviluppo degli affari a prezzi relativamente costanti".

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Documento Lettera senza data

De Viti parla a Einaudi della traduzione inglese dei suoi Principi "praticamente finita", che sarà pubblicata nel 1936. Gli chiede di aiutarlo a ricordare il nome del collega che auspicò tale traduzione e il titolo della rivista in cui quest'ultimo aveva pubblicato la sua recensione all'edizione tedesca dei Principi. Poi conclude "Noi, economisti, viviamo un tempo, in cui la riproduzione dei somari è fantastica e offrirebbe campo magnifico di osservazione, se avessimo l'animo di essere ... indifferenti". In testa alla lettera, scritto con altra grafia, si legge: "Economica - F. C. Benham. August 1934 p. 364-7".

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Documento Lettera: 16 marzo 1934

De Viti ringrazia Einaudi per l'invio di due nuovi opuscoli che dichiara di aver letto "con interesse grande, interrompendo le altre occupazioni, e non riprendendole se non a lettura completata". Gli comunica inoltre di aver saputo che gli studenti cercano ancora il proprio libro e che la facoltà non ha ancora nominato il suo successore. Si rallegra quindi che "A traverso i liberi-docenti pare che non sia del tutto morta la vecchia tradizione!".

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Documento Lettera: 29 marzo 1934

De Viti ringrazia Einaudi per aver ricevuto sei copie del suo volume appena pubblicato e lo informa di desiderare far avere il volume a Giretti, a Bresciani Turroni e a Cabiati, lasciando inoltre Einaudi libero di spedirlo a chi ritiene opportuno. De Viti si riferisce ai suoi Principi di economia finanziaria ripubblicati dall'editore Einaudi nel 1934.

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Documento Lettera: Torino 10 aprile 1934

Luigi Einaudi scrive a de Viti che il figlio Giulio intende ripubblicare il volume La funzione della banca e gli fornisce alcuni consigli: gli suggerisce di aggiungere come sottotitolo Introduzione allo studio dei problemi monetari e bancari contemporanei, giudicando il libro "la migliore delle introduzioni, utilissima a tanti che hanno idee confuse in testa, per capire quel che accade oggi". Gli dà inoltre altri suggerimenti, tra cui quello di aggiungere un sommario per paragrafi e gli pone degli interrogativi, in particolare sulla "creazione del credito". Gli suggerisce infine il testo di una nota da intitolarsi "Al lettore" e gli segnala dei refusi nelle note.

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Documento Lettera: 9 giugno 1934

De Viti invia a Einaudi l'indirizzo di un economista giapponese (Miyoji Hayakawa) al quale mandare una copia del suo libro e ricorda di inviarne una anche a Morgenstern ed a Marget. De Viti si riferisce probabilmente ai suoi Principi di economia finanziaria ripubblicati da Einaudi nel 1934.

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Documento Telegramma 30 giugno 1934

De Viti scrive che comunicherà altri errori. Si riferisce al volume La funzione della banca.

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Documento Lettera: 30 giugno 1934

De Viti annuncia ad Einaudi l'invio di un telegramma per avvertirlo della presenza di errori "che non sono puramente di stampa" e li elenca. Chiede infine chiarimenti sul motivo per cui la pubblicazione del libro viene rimandata. Si riferisce al volume La funzione della banca.

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Documento Lettera: 30 luglio 934

De Viti chiede a Einaudi di far spedire una copia omaggio del libro La funzione della banca all'Accademia dei Lincei. Elenca degli errori riscontrati nel volume e chiede di fare l'errata corrige soltanto di alcuni.

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Documento Lettera: 19 ottobre 1934

Saputo da Giretti che Einaudi ha avuto una buona vendemmia, De Viti comunica che la sua "è stata mediocre come qualità e come quantità". Scrive di accludere una lettera di Pietro Chimienti che rivolge una richiesta a Einaudi. Ricorda di aver ospitato per qualche settimana Morgenstern; si rammarica di aver ricevuto da Ricci non una visita, ma una richiesta di notizie e commenta: "Ma io ancora sono vivo, e non gli ho mandato nessuna notizia, che gli servirà quando dovrà fare la mia commemorazione". Gli chiede infine se Einaudi può dirgli "sinceramente se ha perduto" come editore dei suoi libri.

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Documento Lettera: 25 dic. 1934

De Viti comunica a Einaudi il suo parere positivo sull'editore inglese dei Principi. Illustra con soddisfazione lo stato dei suoi contatti con la traduttrice Edith Pavlo Marget e con il collega Arthur William Marget. Dichiara inoltre di essere felice di incontrare il Consigliere economico dell'ambasciata inglese dal momento che dice di condurre una vita molto solitaria. De Viti si riferisce ai suoi Principi di economia finanziaria tradotti in inglese nel 1936.

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Documento Lettera: Mercoledì 3 giugno

De Viti invita Einaudi e sua moglie a colazione nella sua abitazione a Roma.

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Documento Lettera dattiloscritta senza data

Circolare dattiloscritta che annuncia la fondazione della "Società per il progresso delle scienze" con la richiesta di partecipare alla costituzione di una sezione "per la statistica e le scienze economiche", a firma di Antonio de Viti de Marco, Tullio Martello, Giovanni Montemartini e Maffeo Pantaleoni.

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Documento Lettera senza data

De Viti ringrazia Einaudi per l'invio di un libro che, spiega, utilizzerà per il suo "La funzione della banca". A proposito di quest'ultimo specifica che è quasi finito, ma che non riesce a staccarsi dal manoscritto poiché non si ritiene soddisfatto. Chiede a Einaudi di leggerlo e di criticarlo.

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Documento Lettera: Roma 12 genn. 1935

De Viti ringrazia Einaudi per aver risposto a De Pietri-Tonelli, che dichiara di non conoscere, ma di cui si sente di dire che non ha letto il libro e che "non capisce il metodo teorico". De Viti si riferisce ai suoi Principi di economia finanziaria ripubblicati da Einaudi nel 1934.

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Documento Lettera: 29 gen. 1935

De Viti ringrazia ancora per la risposta di Einaudi a De Pietri-Tonelli, lo informa sulle modifiche alla traduzione inglese del suo libro e a questo proposito gli chiede dei consigli. De Viti si riferisce ai suoi Principi di economia finanziaria ripubblicati da Einaudi nel 1934 e tradotti in inglese nel 1936.

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Documento Lettera: 9 aprile 1935

De Viti informa Einaudi che Mosca gli ha chiesto una copia de "La funzione della banca". Domanda inoltre a Einaudi di indicargli una bibliografia su "dove o da chi sia stata fatta la storia dei miliardi prestati dalla Banca d'Italia alla industria di guerra".

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Documento Lettera: 20 marzo 1936

DeViti acclude una lettera di Aubrey Jones, venuto in Italia per studi di economia o di finanza. Invita Einaudi a colazione insieme alla moglie a Roma nella sua abitazione.

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Documento Lettera: 17 giugno 1936

De Viti racconta a Einaudi di un "misterioso incidente automobilistico" che gli è accaduto.

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Documento Lettera: 20 feb. 1938

De Viti ringrazia calorosamente Einaudi per l'invio di un libro.

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Documento Lettera: 3 ottobre 1938

De Viti ringrazia Giulio Einaudi per gli auguri (probabilmente di compleanno, essendo nato il 30 settembre 1858) e gli dice che "scrittori ottantenni non possono fare - di solito - la fortuna di giovani editori!". Si dichiara inoltre lieto di rimettersi al lavoro, poiché si sente disperato a causa dell'ozio. Spiega che "in piena vendemmia" non ha tempo di lavorare e chiede che il padre, Luigi Einaudi, gli indichi qualche argomento in particolare. Si riferisce alla seconda edizione rivista dei suoi Principi di economia finanziaria pubblicati da Einaudi nel 1939.

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Documento Lettera: 4 ottobre 1938

De Viti ringrazia Einaudi per un telegramma e per l'amicizia, la bontà e la generosità dimostratagli. E aggiunge: "L'approvazione sua e di pochi altri è in questo momento della mia vita pubblica e privata il mio solo e il mio grande compenso".

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Documento Lettera: 8 marzo 1939

De Viti scrive a Einaudi a proposito di una sua nota nella seconda edizione del 1939 dei suoi Principi di economia finanziaria in cui viene citato Pantaleoni. Gli fornisce inoltre altre modifiche da apportare al testo.

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Documento Sulla pubblicazione di opere di Cavour

Luigi Einaudi comunica all'editore Laterza l'opportunità di pubblicare le opere di Cavour.

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Documento Rifiuto di proposta di collaborazione

Luigi Einaudi rifiuta l'invito a collaborare alla collana "Biblioteca di cultura moderna" perché privo di materiale da offrirle. Tuttavia lancia all'editore Laterza un'idea: "Noi, ossia un gruppo di quattro persone, pubblichiamo a nostro rischio e pericolo la rivista "La Riforma Sociale" (1) senza avere alcun editore, perché la S.T.E.N. funge semplicemente da tipografia. Malgrado non si abbia alcuna organizzazione editoriale e malgrado che nessuno di noi si occupi in maniera particolare dello smercio della Rivista (...) non è passiva". La proposta di Einaudi è di rendere la Laterza casa editrice della rivista(1). (1)La rivista "Riforma Sociale. Rivista critica di Economia e di Finanza" fu fondata nel 1894.

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Documento Considerazioni sul progetto d'imposta globale sul reddito

Giustino Fortunato chiede a Giovanni Laterza se è a conoscenza della formazione di una Commissione Ministeriale impegnata nello studio e nella propagazione di un progetto d'imposta globale sul reddito. Allega alla lettera una copia della comunicazione ufficiale sull'argomento. Giustino Fortunato si rivela particolarmente critico nei confronti della scelta del presidente della Commissione, Luigi Einaudi, secondo il suo parere "non favorevole a noi meridionali". Quanto ai componenti della stessa Commissione, i cui nomi non sono esplicitati nella lettera, il giudizio critico non è dissimile: "alti burocrati in prevalenza settentrionali, non amici nostri". Fortunato confida apertamente a Giovanni Laterza tutti i suoi timori e le sue ansie: "Che ne sarà di noi, che tutti i danni abbiamo della guerra, nessuno de' vantaggi?". Propone a Laterza la riedizione "de' magnifici articoli del Nitti su 'Nord e Sud' in fatto di tributi, i quali non con il nome del Nitti, ché egli è funzionario dello Stato, videro già la luce su "L'Unità" e che tanto rumore levarono nel campo degli studiosi". Questa riedizione avrebbe potuto costituire la prima parte di un lavoro più ambizioso su "Le contribuzioni fiscali nel Mezzogiorno, prima e dopo la guerra". Secondo Fortunato questa pubblicazione avrebbe dato un grande aiuto contro "l'ostinazione a negare l'evidenza, ossia che, data la rispettiva ricchezza, il Sud paga più del Nord". In particolare "nell'attesa del 'dopo la guerra' la sollecita pubblicazione della prima parte, quella cioè riguardante lo stato di fatto 'prima di essa' varrebbe a preparare e a maturare provvedimenti i quali già sono allo studio, meno iniqui per noi. Siamo in condizione di paurosa incognita sul Mezzogiorno, sarebbe dovere prevenire il danno". Fortunato non chiede alcun compenso per la realizzazione del volume.

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Documento Proposta di traduttori per opere di economisti stranieri

Einaudi informa Giovanni Laterza di aver incontrato il dottor Attilio Garino-Canina, libero docente di Economia Politica presso la sua università di Torino, il quale avrebbe accettato di curare la traduzione di Smart, "Pensieri ulteriori di un economista" [Il testamento spirituale di un economista, 1921], con un'introduzione di 16 pagine di stampa. Quanto, invece, al volume di Withers, "Significato della moneta", propone un altro bravo traduttore, di cui comunicherà il nome dopo avergli parlato. Infine, avvisa Laterza dell'imminente invio del suo "noto volumetto".

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Documento Sulle traduzioni di opere d'economia straniere

Einaudi conferma a Giovanni Laterza che può comunicare al signor Macmillan, editore, che il traduttore di Smart (ormai defunto) sarà il libero docente di Economia politica presso l'Università di Torino, Attilio Garino-Canina. Secondo Einaudi quest'ultimo "ha titoli per conoscere bene la materia e la conosce di fatto". Quanto, invece, alla traduzione del lavoro di Withers "Il significato della moneta", Einaudi propone il dottor Giuseppe Rocca, che definisce "persona adatta". La lettera si conclude con alcuni riferimenti agli accordi presi con l'editore Laterza per la pubblicazione del suo volume di "Lettere politiche" ["Prediche"], 13 in tutto.

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Documento Scuse per ritardata consegna di bozze

Einaudi si scusa con Giovanni Laterza per il ritardo di consegna del lavoro di correzione delle bozze, ma è stato impegnato nel riordino del suo studio a Torino dopo cinque mesi di assenza per il soggiorno a Roma. Si scusa per il ritardo di qualche giorno.

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Documento Spedizione di bozze

Einaudi informa Giovanni Laterza che avrebbe spedito le bozze tra il 28 e il 29 novembre e che ha già compilato l'indice analitico-alfabetico.

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Documento Cura minuziosa del volume da pubblicare

Einaudi restituisce le seconde bozze corrette e precisa "forse c'è una cura un po' minuziosa nel presentare il volume, ma le confesso che i libri ben curati con le due specie di indici, uno in principio e l'altro in fine, come si usano in Inghilterra, a parità di merito attraggono di più il lettore." Informa inoltre Laterza che si sarebbe trattenuto a Roma fino alla fine del mese.

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Documento Ricevimento vaglia bancario

Einaudi informa di aver ricevuto il vaglia dalla Banca d'Italia per 'Junius', pseudonimo da Einaudi stesso usato come autore del volume "Lettere politiche". Ringrazia "a suo nome" Giovanni Laterza.

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Documento Riflessioni sul volume di scritti dell'Azimonti

Giustino Fortunato è convinto che il libro di Eugenio Azimonti, "Il Mezzogiorno agrario quale è. Relazioni e scritti", sarà "un buon libro, utilissimo alla causa del Mezzogiorno". Esso "dovrebbe incontrare subito il favore, particolarmente nelle tre province della Puglia, in Basilicata, nelle tre Calabrie, in Sicilia. (...)". Nel frattempo gli è stato inviato il tanto atteso fascicolo della rivista "Nuova Antologia", che dovrebbe contenere la sua prefazione al volume di scritti dell'Azimonti. Spera, infine, che il libro sia pubblicizzato dal "Corriere delle Puglie" e che ne sia fatta la recensione da Gaetano Salvemini e da Luigi Einaudi.

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Documento Sulla traduzione dell'opera Second thoughts of an Economist di William T.Smart

Attilio Garino-Carina, libero docente di Economia Politica presso l'Università di Torino, è stato segnalato dal professore Luigi Einaudi quale possibile traduttore del libro dell'economista William T. Smart, "Second thoughts of an Economist" [trad. italiana "Il testamento spirituale di un economista"]. Nella lettera chiede, pertanto, alla Casa editrice Laterza, che curerà la pubblicazione dell'opera tradotta in italiano, di poter inserire una sua introduzione non superiore alle 16 pagine, in cui intende presentare al lettore italiano la figura ed il pensiero dell'eminente economista.

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Documento Sui due volumi di Umberto Ricci

Umberto Ricci, professore dell'Università di Pisa, ha raccolto i suoi scritti in due volumi: a)Politica ed economia di guerra b) Scritti sul protezionismo. Informa, infine, Giovanni Laterza che si sarebbe trasferito in Valle d'Aosta, nella residenza di Luigi Einaudi.

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Documento Sul secondo volume di scritti del prof.Umberto Ricci

Il prof. Ricci ha un ripensamento sul titolo del secondo volume dei suoi scritti. Ha pensato, infatti, di sostituire il vecchio titolo "Scritti sul protezionismo", con "Protezionisti e liberisti italiani", perché "si parla a lungo di Cavour, che non era un protezionista". Ricci chiede a Giovanni Laterza di poter pubblicare il volume prima delle elezioni, "perché è un tema su cui si potrebbe discutere da certi gruppi politici".

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Documento Corrispondenza: Umberto Ricci a Giovanni Laterza (21-04-1920)

Umberto Ricci propone all'editore Giovanni Laterza la pubblicazione in memoria "del compianto Caroncini" di una raccolta di saggi economici e politici dal titolo "Problemi di politica nazionale". Così scrive: "Il Caroncini era uno dei migliori fra i giovani economisti italiani. Ingegno aristocratico egli non prendeva la penna se non per scrivere su argomenti importanti e dopo mature meditazioni, il frutto del suo pensiero originale merita di essere salvato (...)" Il professor Solmi, docente dell'Università di Pavia, aveva già scelto gli scritti e premesso una bellissima prefazione che, secondo Ricci, costituisce "una monografia interessante". Secondo Ricci, inoltre, "il Caroncini è anche una delle più nobili figure della nostra guerra, studente volontario, egli fu tra i primi a morire, lasciando una famiglia che adorava (...)". L'idea del volume dedicato a Caroncini è di Umberto Ricci e di Luigi Einaudi.

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Documento Telegramma

Einaudi invia un telegramma a Giovanni Laterza in cui comunica il suo imminente arrivo a Bari in compagnia della moglie.

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Documento Correzioni al manoscritto

Einaudi informa Giovanni Laterza che il volume (senza far riferimento esplicito a quale lavoro si riferisca) è pronto, in quanto definitivamente corretto. Le due opere di Einaudi che furono pubblicate nel corso del 1920 furono: "Prediche" e "Lettere politiche", quest'ultimo con lo pseudonimo di Junius.

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Documento Sul progetto di un nuovo volume

Luigi Einaudi informa Giovanni Laterza di avere del materiale per un nuovo volume sui problemi del lavoro. Informa, inoltre della circolazione di un "bellissimo libro" di Nicholson (Joseph Shield), intitolato "The revival of Marxism", una critica al marxismo-leninismo fatta da un professore inglese, tra i primi (1). Einaudi segnala anche il nuovo lavoro di Withers (Hartley), di cui aveva già fatto tradurre "The meaning of money" affidandone l'incarico al dottor Giuseppe Rocca. Il nuovo lavoro di Withers s'intitola "The case for capitalism" ("In difesa del capitalismo", 1922), che Einaudi definisce "assai bello". (1) L'opera di Nicholson non fu mai tradotta in italiano.

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Documento Sul libro di Luigi Einaudi

Ricci informa Laterza di aver ricevuto il "libretto" di Luigi Einaudi ["Prediche"].

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giovanni Laterza (30-05-1921)

Si riporta il testo integrale della lettera di Einaudi a Giovanni Laterza: "Egregio sig. Laterza, ho ricevuto la seconda edizione del loro memoriale; non avrei più osservazioni da fare. Forse a pagina 8, alla fine del secondo periodo, non sarebbe male scrivere "detto valore preesistente al 1914 si deve almeno raddoppiare". Le parole sottolineate servirebbero a fermare l'idea che si tratti di riserve anteriori al 1914. Le faccio presente che le modificazioni apportate adesso all'inventario, qualora siano accettate, porteranno alla conseguenza di dover modificare la denunzia a suo tempo fatta per l'imposta patrimoniale. L'aumento dell'inventario viene a portare un aumento al patrimonio dei soci, ma questa è una questione che non ha niente a che fare con la tassazione dei sopraprofitti. Con saluti cordiali, mi abbia aff.simo Luigi Einaudi".

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Documento Prefazione al volume di Smart

Il professore Attilio Garino-Canina chiede a Giovanni Laterza l'autorizzazione a pubblicare la prefazione del volume di Smart, "Il testamento spirituale di un economista", da lui tradotto su invito di Luigi Einaudi, sulla "Nuova Antologia".

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Documento Proposta di pubblicazione

Einaudi propone a Giovanni Laterza la pubblicazione di un volume mirante ad illustrare la storia economica della guerra in Italia, "La guerra e il sistema tributario italiano".

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Documento Trattative tra la Casa editrice Laterza e la fondazione di Washington

Einaudi chiede a Giovanni Laterza cosa abbia deciso circa la pubblicazione del suo volume sulla storia economica italiana della prima guerra mondiale ["La guerra e il sistema tributario italiano". Nella lettera, inoltre, si fa riferimento alle difficoltà di trattative tra la Casa editrice Laterza ed una fondazione di Washington su cui non si danno altre informazioni.

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Documento Richiesta informazioni

Einaudi richiede a Giovanni Laterza il materiale presentato alla Commissione d'Inchiesta sulla 'questione' di cui Einaudi stesso vuole interessarsi. La 'questione' di cui si parla non è esplicitata nella lettera, ma dovrebbe riguardare un contenzioso della casa editrice barese con l'ufficio delle imposte, come si evince più chiaramente da altra lettera (busta 23, cc. 501-502).

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Documento Sulla questione tributaria della Casa editrice Laterza

Fortunato fa riferimento ad inizio della lettera al "silenzio" di Giovanni Laterza, ovvero alle mancate risposte alle sue ultime lettere e mostra un atteggiamento di solidarietà nei confronti dell'editore, comprendendone le cause, che hanno a che fare con una questione tributaria che aveva coinvolto la casa editrice e a cui si fanno più o meno espliciti riferimenti anche in lettere di Luigi Einaudi e di Umberto Ricci. Questi i termini in cui Fortunato si esprime in merito alla questione: "Ha perfettamente ragione: è iniquo, tutto quello che capita a' danni suoi e del suo lavoro ed io sarei assai felice di poter contribuire a che ci sia vera giustizia. De' tre senatori, i cui nomi ella mi fa, io non ne conosco alcuno (...)". Nonostante ciò Fortunato mostra la sua disponibilità ad aiutare Laterza chiedendogli i nomi degli altri commissari che giudicheranno "il caso".

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Documento Favore personale

Così si presenta Carlo Cassola nella lettera a Giovanni Laterza: "Il nome non le giungerà nuovo, perché parecchi anni or sono ebbi appunto dalla sua casa editrice il mio battesimo come autore". Il riferimento è, infatti, alla lettera che anni addietro Carlo Cassola spedì a Luigi Einaudi perché intercedesse presso l'editore Laterza e con sollecitudine pubblicasse il manoscritto del giovane economista in procinto di partecipare al concorso a cattedra che poi avrebbe vinto. Nel 1924, anno di stesura della presente lettera, Cassola è ormai docente ordinario di Scienze delle Finanze presso la Regia Università di Pisa. Si rivolge a Laterza per un favore personale. Un suo collega, Barillari, professore di Filosofia del Diritto presso la Regia Università di Messina, pubblicherà un profilo di Benedetto Croce su una nuova rivista, "Rivista d'Italia e d'America", edita da suo fratello, il dottor Filippo Cassola e che si stampa a Roma. Laterza dovrebbe procurare al fratello per suo tramite alcune fotografie di Croce. Cassola precisa che è stato lo stesso Croce ad indirizzarlo all'editore barese per ottenere le fotografie da pubblicare.

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Documento Incidente tributario

Einaudi, che si era personalmente occupato della questione tributaria in corso tra l'Ufficio delle imposte di Bari e la Casa editrice Laterza, deve, suo malgrado, informare l'amico editore Giovanni che essa non si è risolta per il meglio.

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Documento Elenco riviste per spedizione copie omaggio di "Erotemi di economia"

Pantaleoni invia a Giovanni Laterza l'elenco delle redazioni giornalistiche a cui gradisce siano inviate le copie gratuite del suo volume "Erotemi di economia" perché venga recensito. All'estero cita come riviste: "The Economic Journal" ed "Economics" in Inghilterra; "Indian Journal of Economics - University of Allahabad" in India; "Journal des Economistes" e "Revue d'Economie Politique" in Francia; "Archiv fur Sozial-wissenschaft" in Germania. Quanto all'Italia vorrebbe fosse inviata alla "Riforma Sociale" di Luigi Einaudi.

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Documento Possibile risoluzione del caso tributario della ditta Laterza

Il ministro Ricci ha parlato con il commendatore Bertolini e lo ha informato del "caso" Giovanni Laterza, dopo averne discusso con il ministro Gentile. Bertolini ha pensato di affidare alla Laterza la pubblicazione di parecchi grossi volumi del "Bollettino della Società per Azioni". Non ha invece avuto ancora modo di parlare con Luigi Einaudi.

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Documento Invio elenco nominativi per distribuzione copie del volume "Dal protezionismo al sindacalismo"

Ricci invia a Giovanni Laterza l'elenco dei nominativi cui inviare la copia gratuita del suo volume "Dal protezionismo al sindacalismo". Tra i nominativi figurano: a Roma il professor Riccardo Bachi, il marchese Antonio De Viti De Marco, il professor Carlo Grilli, il professor Felice Guarneri della Confindustria, il dottor Giuseppe Fuselli, Antonio Salandra, Carlo Spinelli; a Siena Angelo Bertolini; a Pisa il professor Gino Borgatta; a Torino Luigi Einaudi; a Napoli il professor Augusto Graziani.

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Documento Giudizio su un manoscritto di Carlo Di Donato su Cavour

Luigi Einaudi sconsiglia all'editore Giovanni Laterza la pubblicazione del manoscritto di Carlo Di Donato sull'avvento di Cavour e sulla sua politica economica, inviato da Laterza stesso ad Einaudi perché ne esprimesse un giudizio. Queste le motivazioni addotte da Einaudi a supporto del suo giudizio sfavorevole alla pubblicazione: "(...) quando ad esempio parla di economia e finanza l'impressione che si riceve è quella che le pagine siano scritte da un laico e non da un tecnico della materia; perciò gli apprezzamenti riescono generici e dettati da certi punti di vista, che io non perché di questo non mi azzardo a parlare, se siano più filosofici che politici, ma certo non sono quei tali apprezzamenti precisi che una testa così quadrata, come quella di Cavour, avrebbe augurato a se stesso e che noi dobbiamo augurare a lui (...)".

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Documento Incontro a Bari

Einaudi organizza un incontro a Bari con Laterza in occasione di un breve viaggio.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Giovanni Laterza

Einaudi consegna il manoscritto, già aggiornato dal professor James T. Shotwell della Columbia University di New York, dell'ultimo volume di una collezione di studi socio-economici, "La condotta economica e gli effetti economici della guerra italiana".

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Documento Ringraziamenti

Einaudi ringrazia Giovanni Laterza per l'ospitalità ricevuta durante il suo breve soggiorno a Bari.

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Documento Correzione delle bozze

Einaudi rende conto all'editore Laterza delle correzioni apportate alle bozze di un lavoro scritto in collaborazione con il professor Shotwell della Columbia University di New York, vedi nota bibliografica.

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Documento Prefazione a quattro mani Einaudi-Shotwell

Einaudi si confronta con Laterza sulla prefazione a quattro mani scritta da lui e dal professor Shotwell della Columbia University per il volume su "La condotta economica...", vedi nota bibliografica.

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Documento Brano del professor Shotwell James T

Einaudi comunica a Laterza di aver ricevuto dal professor Shotwell della Columbia University un breve brano da aggiungere alla prefazione, opportunamente tradotto dallo stesso Einaudi.

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Documento Sulla sistemazione dell'indice analitico

Einaudi informa Laterza della lentezza con cui procede il suo lavoro di organizzazione dell'indice analitico del volume "La condotta economica e gli effetti economici della guerra italiana" [1933].

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Documento Sistemazione dell'indice

Einaudi informa Laterza di aver ultimato il lavoro di sistemazione dell'indice analitico del volume "La condotta economica e gli effetti economici della guerra italiana".

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Documento Nuova pubblicazione

Einaudi informa Laterza di essere in attesa delle modifiche dell'indice del volume che sta curando a quattro mani, in collaborazione con il professore Shotwell, dal titolo "La condotta economica e gli effetti economici della guerra italiana".

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Documento Elenco invio copie omaggio

Einaudi invia a Laterza l'elenco dei nominativi cui inviare la copia omaggio dell'ultimo lavoro pubblicato, "La condotta economica e gli effetti economici della guerra italiana".

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Documento Invio nominativi per copie omaggio

Einaudi comunica ulteriori nominativi cui indirizzare copie omaggio dell'ultimo lavoro pubblicato, "La condotta economica e gli effetti economici della guerra italiana".

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Documento Precisazione sulla lista dei nominativi cui inviare le copie omaggio

Einaudi puntualizza a Laterza di escludere dalla lista consueta di nominativi cui ha sempre inviato i suoi lavori la Regia Accademia dei Lincei, che ha ignorato le sue ultime pubblicazioni.

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Documento Struttura, contenuti, scopi ed obiettivi della nuova "Rivista di Storia Economica"

Scrive Einaudi: "Caro Laterza, lei ha ricevuto in questi giorni il primo numero della rivista di cui il frontespizio è riprodotto sopra ["Rivista di storia economica" diretta da Luigi Einaudi]. Non è la rinumerazione della mia vecchia "La Riforma Sociale". E' altra cosa. Ho pensato non fosse disutile consumare i miei ozi a questa attività. Il primo numero è stato un po' improvvisato specie nella parte bibliografica, ma sto provvedendo. Poiché la rivista dovrebbe avere un pubblico più ristretto di quello antico, ma reclutato nel ceto colto, e poiché la mia indole storica richiederà meglio d'incentivare i collegamenti con la storia generale così spero che mi riuscirà più di prima di render conto largamente o sommariamente, a seconda dei casi, delle sue pubblicazioni. E' da qualche tempo che mi pare di non vederla più e non posso darle torto, perché un certo contraccambio è necessario. Ora che posso farlo, ricorro a lei. Tra l'altro mi consenta di notare che degli Scrittori d'Italia manca il 145 e nulla fu ricevuto a partire dal 154. La prima bibliografia che scriverò è in gran ritardo, quella sul Galiani edito da Croce (1). Ma gli economisti ritardano sempre a scoprire i vecchi, essendo anelanti del nuovo. La rivista dovrebbe ricordare ad ogni volta la necessità di ricordarsi di quel che dissero i morti. Con cordiali saluti, suo aff.mo Luigi Einaudi". (1) Il riferimento è alla riedizione del trattato "Della moneta" di Ferdinando Galiani (Bari, 1915) con prefazione di Croce.

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Documento Richiesta di rilegatura

Einaudi esprime a Giovanni Laterza il desiderio di rilegare le ultime cinque annate della rivista "La Critica" in suo possesso.

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Documento Richiesta del frontespizio dell'annata 1936 della rivista "La critica"

Nello stesso giorno della precedente, Einaudi indirizza a Laterza una seconda lettera, in formato di cartolina, in cui fa richiesta del frontespizio dell'annata 1936 della rivista "La Critica" per poter rilegare, come già aveva scritto, le ultime cinque annate in suo possesso.

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Documento Ricerca di un'edizione rara di "Smith Adam Recherches traduction par Garnier"

Einaudi richiede a Laterza un'edizione rara di Adam Smith, Recherches traduction par Garnier. Einaudi sa che esiste una prima edizione, che varie fonti fanno risalire al 1800 o al 1805 e non al 1802 ed è esattamente quella che lui sta cercando. L'edizione è in cinque volumi e non in sei come lo è, invece, quella del 1822 che già possiede. Offre 30 lire, diritti e spese non compresi, pur consapevole che "dovrebbe valer meno, dato che le traduzioni di Smith sono innumerevoli e di Garnier furono pubblicate due edizioni dopo la prima".

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Documento Scritti di Einaudi sul sistema delle imposte

Einaudi risponde alla richiesta di Giovanni Laterza sugli scritti in suo possesso relativi al sistema delle imposte. Ha trovato in casa l'estratto di "Contributo alla ricerca dell'ottima imposta" cui accennava nella lettera dell'8 febbraio (cc. 94-95) e in cui si parla "di tassazione del risparmio". Einaudi precisa, inoltre, di essere tornato sull'argomento in "Miti e paradossi della giustizia tributaria", che appartiene alla casa editrice del figlio.

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Documento Ancora sulla richiesta di scritti di Einaudi sul sistema delle imposte

Lettera di risposta di Einaudi alle pressanti e reiterate richieste da parte di Giovanni Laterza relative ad un suo scritto specifico sul sistema delle imposte che Einaudi dichiara di non aver mai pubblicato. Pensa che lo scritto che gli è stato richiesto sia "Intorno al concetto del reddito imponibile di un sistema d'imposta sul reddito consumato", già pubblicato nelle "Memorie Accademiche di Scienze di Torino", serie II, Torino, n. 63, 1912. Qualora si tratti di questo scritto ne sconsiglia l'acquisto: "il volume delle Memorie è enorme e deve costare un orrore". La seconda ipotesi accampata da Einaudi è che si tratti del "Contributo alla ricerca dell'ottima imposta" già pubblicato in Annali di Economia dell'Università Commerciale di Torino, vol. V. Di quest'ultimo invierà un estratto alla Casa editrice Laterza. Einaudi coglie, inoltre, l'occasione per sollecitare l'invio da parte dell'editore barese degli ultimi volumi di "Scrittori d'Italia" e di "Cultura moderna". "Mi pare - scrive Einaudi - di essere un pò dimenticato". I volumi gli sono necessari per "preparare per un prossimo fascicolo un'altra recensione complessiva come quella dell'anno scorso".

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Documento Ristampa del trattato "Della Moneta" di Galiani

Einaudi richiede a Giovanni Laterza la ristampa del volume "Della Moneta" di Ferdinando Galiani per far esercitare gli studenti senza dover usare la copia in suo possesso.

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Documento Informazioni bibliografiche

Einaudi chiede a Giovanni Laterza alcune informazioni bibliografiche sulle edizioni delle opere di Benedetto Croce che vuole aggiungere alla sua ricca biblioteca.

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Documento Trasferimento di residenza

Einaudi informa Laterza del suo trasferimento da Torino a Cuneo. Gli comunica l'indirizzo cui inviare eventuali comunicazioni e lettere.

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Documento Congratulazioni

Einaudi rivolge all'amico Giovanni Laterza infermo i suoi auguri di pronta guarigione "per la carriera e per l'uomo". Scrive, infatti: "(...) il plauso va all'editore coraggioso e magnifico, gli auguri all'uomo, a cui auguro riconquistata la salute e lunghi anni di vita feconda".

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Documento Sospensione momentanea della "Rivista di Storia Economica"

Si riporta integralmente il testo dattiloscritto dell'unica, preziosa lettera di Luigi Einaudi del 1945 conservata in quest'Archivio:"Cari signori Laterza, poco prima che io dovessi lasciare l'Italia per la Svizzera avevo saputo della dipartita del loro amatissimo padre ed amico caro. Non so se sia loro pervenuto un mio telegramma di cordoglio. Ritornato in Italia, ad occasione di una conversazione con Benedetto Croce seppi dell'intenzione di questi di non proseguire nella pubblicazione della sua rivista. Se l'annuncio mi dolse assai ed ebbe solo qualche conforto dalla comunicazione che egli avrebbe continuato a pubblicare di quando in quando i quaderni della Critica, mi si rinnovò il desiderio di aver completata la mia collezione della rivista. La spero sempre salva nel Nord in una mia campagna. Ad ogni modo mi mancano certamente i fascicoli delle annate 1943 e 1944. Potrebbero loro farmene invio al mio indirizzo personale presso via Mazzarino qui in Roma? Il loro padre usava inviarmi per recensioni sulla rivista di "Storia Economica" le sue pubblicazioni. Non oso chiedere senz'altro la continuazione di quest'invio perché la mia rivista è sospesa per ora, ma ritengo che riprenderà quando anche l'Italia del Nord sarà liberata e mi riprometto allora di riguadagnare il tempo perduto con le recensioni in arretrato [1]. Se io potessi avere in anticipo ciò che di Benedetto Croce è uscito dopo l'ultimo invio che loro mi fecero, ritengo nell'agosto 1943, ne sarei loro riconoscente, e per questa parte cercherei ad ogni modo di pubblicare qualcosa su qualche altra rivista in anticipo delle recensioni future sulla mia. Sarei grato se potessero farmi avere una lista delle opere di carattere economico e sociale ed anche i prezzi attuali affinché io possa segnalarle all'ufficio studi per l'acquisto nel caso ove l'ufficio già non li possedesse. Con i migliori più cordiali saluti, Luigi Einaudi." [1] La rivista non fu di fatto più ripresa nel secondo dopoguerra.

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Documento Scritti propagandistici sul federalismo

Einaudi sollecita l'editore Franco Laterza ad accettare la pubblicazione di uno scritto di carattere propagandistico in favore del federalismo e, in particolare, di due lettere contenute nel volume "Lettere politiche" di Junius (suo pseudonimo). "Io avrei - confessa Einaudi nella lettera - desiderio vivo di dare quest'autorizzazione la quale metterebbe in luce che sin dal 1918 vi era stato in Italia chi aveva esposto una tesi che molti anni dopo ha acquistato una certa popolarità e ancora è sostenuta da molti, ma non vorrei far ciò senza dargliene notizia ed ottenere da Lei anche un consenso". (1) La lettera è seguita da una Comunicazione ministeriale datata Roma, 16 marzo 1948 (ivi, c. 298), da un telegramma di ringraziamento indirizzato sempre alla Casa editrice Laterza e datato 27 maggio 1948 (ivi, c. 299), da una lettera dattiloscritta datata Roma, 31 agosto 1948 (ivi, c. 300), in cui è fissato un incontro con Laterza alla Fiera del Levante, e da un secondo telegramma di ringraziamento datato 13 settembre 1948 (ivi, c. 301). Questo gruppo di lettere è incentrato sullo stesso argomento: la pubblicazione di scritti propagandistici in supporto del federalismo.

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Documento Sottoscrizioni al prestito nazionale

Stringher aveva fatto intestare un vaglia di lire 6000 al prof. Luigi Einaudi che aveva a sua volta dato conferma dell'avvenuta ricezione con lettera raccomandata. Stringher invita ora Salandra a prestare attenzione alle cifre "interessanti e significative" raccolte in un foglio allegato alla lettera ed intitolato "Riepilogo delle sottoscrizioni al prestito nazionale 4,50". Emissione gennaio ed emissioni di luglio dei seguenti istituti di credito: Banca d'Italia, Banco di Napoli, Banca di Sicilia, Banca Commerciale Italiana, Credito Italiano, Banco di Roma, Società Bancaria Italiana, Società Italiana di Credito Provinciale, Associazione Casse di Risparmio, Federazione Banche Popolari, altri Consorziati di prima Categoria, Consorziati di seconda categoria, Agenzie Istituto Nazionale Assicurazione, Esattori Imposte, Consorzio di Cassa Risparmio Province Lombarde ed Altri Consorziati per un totale a gennaio di 1.000.000.000 e a luglio di 1.121.900.000".

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Documento Operazioni finanziarie

Nella lettera Einaudi informa Salandra dell'invio di due pagine con alcune considerazioni per una possibile operazione finanziaria sulla rendita posseduta dalle amministrazioni pubbliche e sul prestito nazionale. Alla lettera è allegato un memoriale dello stesso Einaudi sull'argomento.

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Documento Memoriale in allegato alla lettera datata Torino, 19 novembre 1915

Alla pagina 267 della relazione della Direzione Generale della Cassa Depositi e Prestiti per l'anno 1914 risultava che al 31 dicembre 1914 la Cassa possedeva una rendita consolidata al 3,50 per cento dal 1906 per un capitale complessivo di L.452.613.000 e dal 1902 per un capitale complessivo di L.219.099.300. Da queste cifre Einaudi deduceva la possibilità di realizzare una proficua operazione finanziaria nell'interesse dello Stato. Il prezzo attuale della rendita era notevolmente superiore rispetto a quello vigente per il prestito nazionale. Il Governo avrebbe potuto promettere l'emissione di titoli del futuro prestito nazionale alla Cassa Depositi e Prestiti ritirandone in cambio altrettanta quantità di rendita consolidata, ad un corso da valutarsi di comune accordo in relazione ai prezzi che avrebbero potuto essere realizzati sul mercato. La cassa Depositi e prestiti si sarebbe notevolmente avvantaggiata secondo Einaudi da questo cambio in quanto, invece di una rendita perpetua, avrebbe ricevuto un titolo avente una scadenza fissa con un capitale certo di rimborso. Avrebbe tratto maggiori vantaggi anche rispetto all'interesse annuo e avrebbe ricevuto maggior interesse in un periodo relativamente breve, colmando le perdite che avrebbe probabilmente subito in confronto al prezzo di compera. Lo Stato, a sua volta, se avesse venduto i 450milioni di rendite ad un prezzo non troppo diverso da 86, avrebbe ottenuto in sostanza un prestito ad un interesse in quei tempi assai conveniente. Esso avrebbe avuto i seguenti vantaggi: 1) la vendita sarebbe stata effettuata prima dell'emissione del nuovo prestito a venire, senza che il mercato ne risentisse in modo sensibile. A questo proposito Einaudi commentava: "esiste una massa notevole di scoperto, il quale non desidera altro che ricoprirsi. Lo Stato sembra che abbia tutto l'interesse a vendere allo scoperto della rendita vecchia già emessa ad un prezzo conveniente più per lo Stato che per il compratore. Dato che il mercato speculativo è orientato in modo da assorbire facilmente la rendita vecchia, non si capisce perché lo Stato non gliela voglia dare" 2) questo prestito nuovo di più di 400 milioni di lire sarebbe stato emesso senza intaccare la capacità d'assorbimento rispetto ad un futuro prestito. Infatti coloro che avessero acquistato la rendita al 3,50 per cento, spettante alla Cassa Depositi e Prestito, o erano speculatori, dai quali era difficile sperare aiuto per la sottoscrizione di futuri prestiti nazionali, oppure era parte di un pubblico "speciale", il quale era affezionato particolarmente alla rendita e che "non vuol sentire parlare di nient'altro" 3) l'impressione sul pubblico sarebbe stata assai favorevole. Certamente queste operazione doveva essere fatta prima dell'emissione del nuovo prestito, per non confondere le due cose insieme. Era possibile, inoltre, che non solo la Cassa Depositi e Prestiti, "che è l'amministrazione più importante", ma anche altre amministrazioni dello Stato possedessero una rendita consolidata al 3,50 per cento per cifre rilevanti. Se la stessa operazione fosse stata estesa anche ad esse, il bilancio dello Stato - secondo Einaudi - ne avrebbe ricavato notevole vantaggio. Alla possibile obiezione che un effetto provocato da quest'operazione finanziaria potrebbe essere il rilassamento del prezzo della rendita, Einaudi risponde con un'osservazione: "se è davvero nell'interesse dello Stato e dei suoi prestiti futuri il livello attuale rispettivo dei prezzi della rendita e dei prezzi del Prestito Nazionale al 4,50 per cento. I due prezzi sembrano fatti apposta per invogliare i risparmiatori piuttosto a comprare rendita vecchia che a sottoscrivere prestiti nuovi". Conclude: "Alcune persone pratiche della psicologia e delle abitudini dei risparmiatori arrivano persino a dire che sarà inutile e pericoloso la prossima volta tornare ad offrire obbligazioni del prestito nazionale, tanto il pubblico si è ormai persuaso che conviene esclusivamente comprare rendite".

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Documento Corrispondenza relativa al Prestito Nazionale tra Salandra e il Direttore del "Corriere della Sera" Luigi Albertini

Il documento comprende un gruppo di nove lettere (a-i) in cui Salandra, Luigi Albertini, Luigi Einaudi e l'editore Ferdinando Bideri si confrontano sul tema scottante del necessario Prestito Nazionale. In particolare le lettere sono: a) Milano, 24 dicembre, lettera di Luigi Alberini con allegate 4 cartelle di una lettera in data 24 dicembre del prof. Luigi Einaudi al senatore Luigi Albertini; b) Milano, 24 dicembre Lettera del senatore Luigi Albertini; c) Napoli, 27 dicembre, Lettera dell'editore Ferdinando Bideri a Luigi Einaudi; d) Milano, 27 dicembre Lettera del senatore Albertini; e) Torino, 28 dicembre Lettera del senatore Einaudi al senatore Albertini; f) Milano, 29 dicembre, Lettera di Luigi Albertini; g) Milano, 30 dicembre Articolo di Luigi Einaudi nelle 2 pagine del Corriere della Sera sul prestito nazionale; h) 31 dicembre, minuta indirizzata al Direttore del Corriere della Sera Albertini; i) Milano, 5 gennaio 1916: lettera di Luigi Albertini.

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Documento Considerazioni sul Prestito Nazionale

Stringher dà conferma a Salandra che l'articolo di Luigi Einaudi, pubblicato nelle due edizioni del giorno prima del Corriere della Sera, avrebbe diffuso ed accentuato il malcontento "che già serpeggiava latente tra i sottoscrittori del Prestito Nazionale, emissione gennaio c.a., poiché esclusi dal beneficio dei vantaggi che godranno i sottoscrittori dello stesso prestito emissione luglio. Malcontento che dal lato del diritto è ingiustificato, ma che adesso, dopo di essere stato così autorevolmente e palesemente rilevato e proclamato, merita attenzione perché non mancherà di danneggiare l'esito della sottoscrizione".

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Documento Corrispondenza: Costantino Bresciani Turroni a Franco Modigliani (29-05-1946)

Lettera dattiloscritta (1 pagina) di Costantino Bresciani Turroni a Franco Modigliani, in Carta intestata "Banco di Roma, Il presidente". Bresciani Turroni risponde alla richiesta di informazioni espressa nella lettera del 26 aprile precedente da Franco Modigliani, suggerendogli la lettura del "Giornale degli Economisti" e della "Rivista Bancaria" e inviandogli la Relazione annuale del Banco di Roma. Allo stesso tempo lo invita a scrivere al Governatore della Banca d'Italia Luigi Einaudi per avere una copia della Relazione annuale della Banca d'Italia.

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Documento I vari tipi d'indagine nell'ambito dell'economia finanziaria

Dopo aver precisato che lo studio dell'economia finanziaria in Italia ha come oggetto specifico "l'attività dei sindacati, in dipendenza della concezione e attuazione dello Stato corporativo", accanto alla "attività dei vari organismi semipubblici o parastatali, che si sono venuti moltiplicando, per meglio sopperire a molteplici esigenze", Renzo Fubini precisa come la differenza tra l'economia e la finanza risieda nel suo carattere "contingente", in quanto "corrisponde ad una particolare organizzazione statale, propria non di tutti i tempi, ma solo della nostra civiltà". In Italia "in contrasto con la tradizione inglese, ed anche con la tradizione tedesca che concepisce la finanza prevalentemente come una disciplina politica, si è concepita la finanza come una vera e propria scienza, che ha rapporti con l'economia, ma che ha, di per sé, una individualità sua propria". A questo punto Fubini si chiede se non sia il caso di considerare più opportunamente la finanza "semplicemente un ramo dell'economia applicata", evitando che la pretesa autonomia scientifica della finanza si traduca in teoria astratta e lontana dal contesto reale. Per Fubini finanza e politica economica sono "in sostanza una disciplina sola". Se i materialisti considerano la finanza una "soprastruttura sistematica dell'economia" - e, in questo senso, per Fubini, Marx "è più fisiocratico che ricardiano" - sulla stessa linea di pensiero si collocano gli scrittori detti comunemente edonisti, per i quali il fenomeno finanziario è "un complemento, considerato sub specie aeternitatis del fenomeno economico stricto sensu". Tra questi ultimi scrittori Fubini annovera De Viti de Marco, Einaudi, Graziani. I loro studi, secondo Fubini, "non si possono applicare, se non con molte cautele e riserve, a specifiche realtà concrete". Critico è anche l'atteggiamento di Fubini nei confronti di Vilfredo Pareto, "il quale considera i problemi finanziari frammentariamente in relazione alle proprie indagini sociologiche", a cui contrappone come modello positivo di studioso delle finanze Maffeo Pantaleoni, il quale affronta i problemi finanziari "partendo dai più diversi punti di vista". Pantaleoni, però, come nota lo stesso Fubini, fu "essenzialmente un grande isolato e se infinite sono le suggestioni che emanano dai suoi studi, è difficile porsi realmente sulle sue tracce e lavorare sistematicamente secondo le sue direttive senza soverchie stonature". Il vero esempio da seguire sarebbe dunque quello del "maestro inglese" Marshall, il quale "attribuisce ai fenomeni finanziari in parte origine economica secondo l'indirizzo neoclassico e in parte origine extraeconomica secondo l'indirizzo classico inglese".

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Documento Monografia economico-agraria del Comune di Dogliani, Laboratorio di Economia Politica della R. Università di Torino

Einaudi esamina i diversi aspetti dell'economia agricola del Comune di Dogliani, situato nel circondario di Mondovì, e compreso nell'estesa zona viticola che si estende alla destra del fiume Tanaro, tra Mondovì, Alba ed Acqui. La descrizione socio-economica della distribuzione della proprietà fondiaria, delle condizioni della classe agricola, delle forme contrattuali più diffuse di gestione della terra, precede la valutazione dei gravi problemi d'indebitamento in cui versano i viticoltori della zona per la congiuntura economica negativa, ormai annosa, che ha investito la viticoltura. Con particolare riferimento alla più diffusa tipologia contrattuale di gestione del suolo - la mezzadria - Einaudi riconosce come, sebbene dai mezzadri non bisogna aspettarsi "un lavoro assiduo e diligente come quello del proprietario coltivatore, i cui poderi sono sempre meglio coltivati di quelli degli altri", tuttavia, "con nessun altro sistema certo nelle condizioni dell'agricoltura nostra, nella quale predomina la coltivazione delle piante arborescenti, si potrebbe ottenere con minor costo una più alta produzione, unita ad una prospera condizione del lavoratore del suolo". Non manca poi di analizzare le consuetudini alimentari dei contadini, evidenziando come esse riflettano nelle carenze nutrizionali la congiuntura agricola negativa. Sicché, scrive Einaudi, "se come ha detto Spencer l'avvenire sarà al popolo meglio nutrito, io non posso che far voti pel ritorno delle favorevoli annate, perché si possa alzare ancor più il tenore di vita di queste popolazioni". Nella parte finale di questa breve monografia, Einaudi si sofferma su quello che gli era sembrata "la legge generale a cui obbedisce la dinamica della proprietà in questi luoghi: la terra a chi la lavora". A questo proposito Einaudi notava come "certo non è cosa che si possa fare in breve tempo, ma è già molto minore ora, che non un secolo fa, la parte della terra appartenente ai non coltivatori; e diminuirà ancor più, perché i soli che possano possedere con profitto la terra sono i coltivatori". Per sostenere il processo di sottrazione della terra ai "non coltivatori" Einaudi suggerisce l'istituzione di una Cassa di prestiti ammortizzabili a lunga scadenza ed a mite interesse. Intanto, però, "l'istituzione più utile" tra quelle esistenti per sostenere i contadini è la Sezione Agricola del Comizio di Mondovì, a cui risultavano iscritti 165 soci. La monografia è corredata da tabelle diacroniche sulla distribuzione della proprietà fondiaria nell'ultimo secolo, sulla distribuzione attuale della ricchezza, sul reddito medio pro-capite, tutte elaborate su dati di prima mano attinti da Einaudi nelle ricerche da lui stesso condotte nell'archivio comunale di Dogliani.

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Documento Senza titolo [Sistemi delle tariffe]

Si esaminano i sistemi delle tariffe, in particolare quello della tariffa duplice, "a due colonne di dazi", i minimi e i massimi, e quello attualmente in vigore in Italia della "tariffa generale". In linea di principio, comunque, per Bertolini tutti "i trattati di commercio o sono una burla o cercano trarre in inganno; infatti essi hanno il difetto fondamentale di dover essere una concessione reciproca [...], un do ut des infine". Esaminando gli effetti della politica doganale, Bertolini dimostra come la crescita o il declino dei vari settori produttivi dell'economia nazionale si siano compiuti indipendentemente da essa, confermando la teoria liberista di Adam Smith. In alcuni casi, come per l'importante settore della cerealicoltura, gli effetti erano stati a suo avviso deleteri ed opposti a quelli sperati, tanto che la recente sospensione del sistema doganale per i cereali era stata accompagnata da una sensibile ripresa produttiva, soprattutto in Puglia. "Il Minghetti diceva datemi un bilancio ed io vi saprò dire di quale paese si tratti. Se questo si può dire del bilancio, a maggior ragione si dovrebbe dire della tariffa doganale, che dovrebbe essere indice delle tendenze, delle aspirazioni di un paese, delle sue condizioni economiche". Applicando questo concetto alla tariffa del 1887, Bertolini ne denunciava, però, l'alterazione rispetto alla "struttura economica del nostro Paese". Il dazio poteva essere in effetti strumento di "tutela economica", ma anche di "guerra economica". E la tariffa del 1887 rinviava alla seconda funzione. Ad uno ad uno Bertolini svela tutti gli interessi di parte che si celavano dietro una politica commerciale protezionistica, ammantata di una patina ingannevole ed apparente di tutela del benessere collettivo di una nazione. "La barriera è una cosa artificiale, la cui soppressione ridonderebbe a beneficio quando fu unificata all'Italia e furono tolte di mezzo le barriere, e certo non è detto che l'artificio, che sussisteva per gli Stati che insieme formarono l'Italia, non sussista anche tra Stato e Stato attualmente". I casi degli Stati Uniti d'America e di alcuni cantoni della Confederazione svizzera, paesi non protezionisti, confermerebbero l'artificiosità delle barriere doganali. Così, allo stato attuale, il protezionismo "si è chiuso nella difesa ed alcuni sono giunti a dire che riconoscono che la condizione generale delle cose è il liberismo, ma che nelle contingenze attuali occorre il protezionismo". In questa schiera di economisti Bertolini colloca Cognetti de Martiis, che, curatore della quarta serie della "Biblioteca degli Economisti", nella prefazione ad un volume distinse tra libero Stato, come "meta", e Stato protezionista come realtà attuale "in continua evoluzione verso lo Stato libero". Ad essere sbagliato in una simile concezione, secondo Bertolini, è il presupposto che scaturisce dall'indirizzo della scuola storica, in base al quale "il nocciolo dell'economia" sarebbe "nella correlazione con l'organismo umano" e nelle sue trasformazioni nel tempo. Quando lo sviluppo industriale è agli esordi l'economia di un Paese sarebbe così paragonabile ad un bambino, che ha bisogno di essere difeso dai genitori. Lo Stato, pertanto, deve intervenire con una politica protezionistica, fintanto che l'industria non sia sufficientemente solida da poter tener testa alla concorrenza straniera. L'obiezione che Bertolini muove a questa concezione di Cognetti de Martiis è che nessuna inchiesta, condotta sullo stato dell'economia italiana, aveva affermato il raggiungimento di livelli minimi di sviluppo per l'industria che supportassero un superamento della politica protezionistica. In questo Bertolini condivide le posizioni di Bastiat, secondo cui "la protezione è un cuscino comodo, su cui l'industria s'addormenta". L'Italia aveva a sue spese subìto gli effetti deleteri della politica protezionistica sostenuta in favore dell'industria pesante (navale, siderurgica e metallurgica) durante e dopo il periodo bellico. Il coinvolgimento in tale sistema di protezione degli istituti bancari avrebbe portato ad una sicura bancarotta, se "per fortuna dell'Italia Bonaldo Stringher non avesse saputo far andare a mare la troppo confidente Banca di Sconto". Tra i seguaci del libero scambio, che ebbe origine dalla battaglia contro la tariffa sul grano condotta vittoriosamente da Riccardo Cobden, "economista insigne della prima metà del XIX secolo", simbolo stesso del liberismo, in Italia è ricordato Luigi Einaudi, accanto ovviamente allo stesso Angelo Bertolini e al suo maestro, Francesco Ferrara. Bertolini confessa che le lezioni di quest'ultimo del 1857-58-59 "sono veramente ammirabili e si sta cercando di pubblicarle". Unico attuale rimedio contro il protezionismo è la sua moderazione, attraverso il ricorso alle statistiche commerciali.

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