Home >
Elenco istituti >
Archivio Storico Elettronico dell'IRI - Roma >
Pasquale Saraceno
Fascicolo Commissione Papi, Occupazione e Reddito; Papi, Molinari, Landriscina
L'appunto in apertura del fascicolo riporta la presenza di "corrispondenza varia con membri della commissione Papi ed eventuali allegati". Il fascicolo contiene un dattiloscritto dal titolo "Osservazioni e commenti del Prof. Saraceno sui documenti sottopo
Scheda: nr. fascicolo 3
Documenti presenti nel fascicolo
-
Costituzione dei gruppi di lavoro entro la Commissione
Lettera di Papi a Saraceno in cui comunica costituzione di sei gruppi di lavoro e dei rispettivi direttori, assieme ad una lista di altri nominativi che potrebbero entrare a far parte dei singoli gruppi. Lettera dattiloscritta.
-
Richiesta di esonero dalla presidenza del Sottocomitato Industria
Sulla base di esigenze personali, Saraceno chiede a Papi di essere dispensato dalla presidenza del Sottocomitato Industria, proponendo la nomina di Gasparini in sua sostituzione.
-
"Osservazioni e commenti del Prof. Pasquale Saraceno sui documenti sottoposti alla 'Commissione Papi' fino all'8-11-1961"
Documento in cui Saraceno esprime una forte critica al lavoro svolto dalla Commissione. Premettendo al proprio commento alcune considerazioni su ciò che si sarebbe dovuto fare a suo avviso, Saraceno espone, nel primo paragrafo, un ipotetico schema di lavoro in tre passaggi che sarebbe stato necessario seguire: 1. si sarebbe dovuto in primo luogo stabilire, attraverso un'analisi approfondita dello sviluppo economico italiano, quali sono gli aspetti ed i luoghi che richiedono un intervento esterno ai meccanismi di mercato; 2. sulla base dei risultati delle ricerche svolte nella prima fase, si sarebbe potuto stabilire la quantità e la qualità delle necessarie modifiche al meccanismo di mercato, in particolare nella formazione del capitale; 3. si sarebbero poi definiti sia gli incentivi da offrire al mercato, sia gli interventi diretti da effettuare al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati. Sulla base dello schema appena delineato, Saraceno passa poi ad un vero e proprio commento sul lavoro svolto. Vengono presi in esame la "Nota di presentazione", le "previsioni macroeconomiche" ed alcuni documenti su argomenti specifici. In mancanza di una preliminare definizione degli obiettivi da raggiungere, osserva Saraceno, la "Nota di presentazione" altro non poteva essere che una descrizione di ciò che potrà avvenire in futuro. Saraceno lamenta la mancata inclusione del problema del Mezzogiorno tra gli obiettivi della prima fase. Volendo perseguire uno sviluppo basato anche sull'aumento degli investimenti nelle aree meno industrializzate, e non solo sull'aumento dei consumi privati, la questione del Mezzogiorno è infatti definita imprescindibile. D'altra parte, questa non esaurisce il più generale problema individuato da Saraceno in una insoddisfacente formazione di capitale. A proposito delle "previsioni macroeconomiche" prodotte dalla Commissione, Saraceno contesta i criteri del modello econometrico utilizzato, che a suo dire è eccessivamente aggregato. In proposito, il testo rimanda alle osservazioni già svolte in un documento presentato alla riunione della Svimez del 28 giugno 1961 (questo documento risulta conservato in un altro fascicolo contenente "Corrispondenza con il Prof. Papi"). Anche il carattere eccessivamente aggregato del modello econometrico utilizzato viene ricondotto da Saraceno alla mancanza di scelte politiche preliminari. Un modello meno aggregato avrebbe infatti imposto, secondo Saraceno, la scelta delle variabili da considerare più o meno rilevanti. In proposito viene riportato un passo del documento presentato alla Svimez nel quale si definiscono le cosiddette "variabili strumentali", la cui selezione traduce nel modello il tipo di politica economica che si intende perseguire. Infine, anche i documenti a carattere monografico vengono giudicati in modo negativo perché non collegati ad un progetto organico. La conclusione del commento è che i documenti sin qui prodotti non possano essere utilizzati nella formulazione di una politica di programmazione economica. Il dattiloscritto riporta nella sua ultima pagina la data del 25 novembre 1961.
-
Lettera di accompagnamento alla nota sui lavori della Commissione Papi
La lettera introduce, presumibilmente, la nota dal titolo "Osservazioni e commenti del Prof. Pasquale Saraceno sui documenti sottoposti alla 'Commissione Papi' fino all'8-11-1961". A tale nota fa riferimento anche Papi in una successiva lettera a Saraceno, spedita in data 8 gennaio 1962. Nella lettera a Pella, Ministro del Bilancio, sono contenute alcune precisazioni non presenti nella nota. In particolare, si fa presente di aver suggerito a Papi di trasmettere il materiale fin qui prodotto dalla Commissione solo qualora fosse assolutamente necessario inoltrare una qualche documentazione e solo come "contributo dato dai singoli autori". Questo per il carattere non definitivo dei dati e per non sottoporre al Governo analisi e proposte che potrebbero essere "molto controverse". Lettera dattiloscritta.
-
Replica alle critiche circa il metodo adottato dalla Commissione
La lettera di Papi è una replica alle critiche mosse da Saraceno nella nota inviata in data 25 novembre 1961, dal titolo "Osservazioni e commenti del Prof. Saraceno sui documenti sottoposti alla 'Commissione Papi' fino all'8-11-1961". Quest'ultimo documento risulta tra le carte del fascicolo e, assieme alla lettera di accompagnamento del 25 novembre, in un altro fascicolo contenente "Corrispondenza con il Prof. Papi". Papi difende il lavoro svolto dalla Commissione, conferma che questo risponde alle richieste del governo e ribatte alla tesi di Saraceno secondo cui si sarebbe dovuto seguire un altro metodo, basato su una più precisa definizione preliminare degli obiettivi di politica economica da perseguire. Papi giudica semplicistico il nesso tra formazione del capitale e sviluppo stabilito da Saraceno nella sua nota. Tale impostazione sarebbe in contraddizione con l'esperienza accumulata e con le più recenti ricerche, che hanno dimostrato la particolare rilevanza del "fattore umano" come motore o freno dello sviluppo. Inoltre, Papi nega che la Commissione abbia mai deciso, come sostenuto da Saraceno, di trascurare il problema del Mezzogiorno. In proposito, si esprime anche la convinzione che tale problema non possa essere risolto con "incentivi" e "industrializzazioni più o meno forzate". In generale, si sostiene l'utilità del materiale prodotto e presentato in Commissione, ribadendone lo scopo conoscitivo, preliminare all'attività di programmazione vera e propria. Lettera dattiloscritta.