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Fondo "Banca d'Italia" - Sottofondo "Direttorio Einaudi"
Fascicolo LEN- LEO- ER-ES-ET"; sottofascicolo "Lenti
Il fascicolo è interessante perché contiene considerazioni di Einaudi sulla rivalutazione dei beni immobili posseduti da enti pubblici (lettera di Einaudi a Lenti del 12.08.1951), su proposte di riforma per la formazione delle Commissioni per i concorsi u
Scheda: nr. fascicolo 5 sotofascicolo 3
Numero della busta: 17
Documenti presenti nel fascicolo
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Corrispondenza: Luigi Einaudi a Libero Lenti (12-08-1951)
Einaudi ricorda a Lenti un disegno di legge presentato dal Ministro Lombardo che autorizzava l'INA a rivalutare i beni immobili posseduti. Tale disegno di legge prevedeva che il maggior valore derivante dalla rivalutazione avrebbe potuto coprire perdite contingenti. Einaudi non aveva firmato il decreto in quanto non gli era parso (ed è ancora dello stesso avviso) che i lucri da rivalutazione possano coprire spese correnti; in tal modo gli enti consumano il loro patrimonio per provvedere a spese ordinarie, ed un ente pubblico non può provvedere in questo modo al suo bilancio. Einaudi invita Lenti a raccogliere informazioni più esatte sullo stato finanziario degli enti assicurativi pubblici e sul loro eventuale risanamento tramite rivalutazione.
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Corrispondenza: Luigi Einaudi a Libero Lenti (09-05-1952)
Einaudi non è d'accordo con l'avversione manifestata da Lenti riguardo il metodo dell'estrazione a sorte nella formazione delle commissioni universitarie. Einaudi osserva che le elezioni delle Commissioni lasciano molto a desiderare e spesso si trovano concorrenti e commissari impegnati gli uni con gli altri. I rimedi proposti da Lenti aggraverebbero la situazione. In particolare la riduzione dei votanti ai professori della materia ridurrebbe il numero di coloro sui quali si dovrebbe agire per ottenere un determinato risultato. Al contrario, Einaudi considera ottimo il metodo dell'estrazione. Secondo tale metodo si eleggerebbero i due professori che abbiano ottenuto il maggior numero dei voti (perché a fronte di tale consenso è evidente che debbano essere nominati in Commisione). I restanti 3 membri dovrebbero essere sorteggiati tra i 6 che abbiano avuto un numero di voti inferiore ai primi due professori classificati. La sorte quindi sarebbe bilanciata dai risultati della votazione. Non si nega, chiarisce Einaudi, la capacità dei professori universitari di eleggere i propri deputati, ma si tratta di disperdere gli accordi tra professori mirati ad escludere concorrenti che non fanno parte dello propria scuola. Einaudi consiglia a Lenti di far eseguire ad uno studente bravo uno studio sul problema della sorte nelle elezioni e ricorda l'importanza della sorte nella composizione delle magistrature governanti nella Repubblica di Venezia [La risposta di Lenti del 16 maggio 1952 si trova nel fascicolo "Corrispondenza Varia" del 1952, cart. 34 e sintetizato in ASE, NDR].
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Corrispondenza: Luigi Einaudi a Libero Lenti (01-03-1954)
Einaudi non è d'accordo con Lenti sulla classificazione della popolazione per classi di età adottata in un suo recente articolo: infatti non solo l'età lavorativa inizia in tutti i Paesi civili ben oltre i 15 anni, ma soprattutto è antiquato considerare anziane le persone che hanno più di 64 anni . Innanzitutto il pensionamento inizia a 65 anni, e inoltre il prolungamento della vita è un fatto così evidente che gli studiosi dovrebbero accorgersene da sé e modificare i loro ragionamenti. Einaudi cita gli studi di Beveridge: il ceto produttivo dovrà sopportare un onere crescente per il mantenimento sia dei giovani che dei vecchi (che non sono vecchi). Einaudi non trova sorprendente che i politici chiudano gli occhi, ma così non devono fare gli studiosi. Da parte sua Einaudi ha innalzato a 70 anni l'età pensionabile per i dipendenti della Presidenza della Repubblica.
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Corrispondenza: Libero Lenti a Luigi Einaudi (10-03-1954)
Lenti ringrazia Einaudi per le osservazioni sul suo articolo "Bilancio Umano" [lettera del 1° marzo 1954, in questo fascicolo, NDR] e conviene che la tradizionale classifica per classi di età non è più attuale. I giovani si presentano sul mercato del lavoro in età media più avanzata ed i vecchi ne escono ad una età che è superiore ai 65 anni. A tal proposito Lenti osserva che la Banca popolare di Milano prevede la messa a riposo per i direttori ed i vice direttori al 60° anno di età. Considerando che si arriva a queste posizioni intorno al cinquantesimo o al 55° anno, i direttori hanno appena il tempo di ambientarsi prima di andare in pensione. Ciò è un danno anche per la banca visto che i direttori estromessi, essendo di fatto ancora giovani, vanno a lavorare per la concorrenza. Lenti conosce gli articoli di Beveridge e si rende conto che le leggi che fossilizzano situazioni passate comporteranno in futuro un maggior onere per il mantenimento dei giovani e soprattutto degli anziani. Lenti nell'articolo intendeva sottolineare che dati gli attuali saggi di natalità e mortalità e la ripartizione per età della popolazione attuale, la generazione presente ne produce un'altra di entità pressappoco pari. Per confermare questi dati bisognerà comunque attendere i risultati del censimento del 1951.