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Fascicolo Ristretto politico con l'aggiunta di vari autori per ridurre i titoli più utili al servizio de' Principi dello Stato. Massime che ad una ben regolata Repubblica devonsi dare i libri utili alla società e vita civile, cagioni per cui son caduti i Grandi Imperi
L'opera, rimasta inedita, si inserisce nel programma illuministico di educazione dei principi alla pratica del buon governo. Il manoscritto è stato attribuito a Giuseppe Palmieri, ma non vi è riportata alcuna firma dell'autore.
Scheda: 1-507 cc. nn.
Documenti presenti nel fascicolo
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Introduzione
Il modello di antica repubblica aristocratica e meritocratica è opportunamente rivisitato da Giuseppe Palmieri e adeguato al sistema sociale settecentesco, basato su alleanze matrimoniali tra private famiglie, che consentono l'accorpamento dei rispettivi beni, con la condivisione degli utili e dei danni, ma basato anche su lotte faziose che i legislatori dovrebbero prevenire, per i danni economici, politici e morali arrecati. In un simile contesto il sistema di premi conferiti pubblicamente a vantaggio dei "travagli" dovrebbe animare una sana competizione e un proficuo sentimento di reciproca emulazione tra gli individui. I vincoli di parentela che uniscono le famiglie permetterebbero alle stesse di condividere gli utili derivanti dai premi messi in palio sia per coloro che si fossero distinti nella "scienza", sia per coloro che si fossero procacciati la fama "per altra via, non meno utile allo Stato", con le manifatture e il commercio.
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Progetti per render li titoli onorevoli e più utili a beneficio di ciascuno ed a servizio del Principe e dello Stato
Il Palmieri approfondisce la trattazione del sistema dei premi, soffermandosi sui benefici che ne trarrebbero non solo gli intellettuali, ma anche commercianti e artigiani. Essi "sarebbero aiutati dal loro Principe con far fiorire il commercio che è utile ad essi e al tempo stesso a vantaggio del Principe." I premi, conferiti pubblicamente, potevano consistere in una medaglia, una carta onorifica, qualche piccola esenzione o privilegio.
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Dell'agricoltura
"L'agricoltura l'è fra le altre purtroppo necessaria allo Stato e da essa ne' ritraggono i Popoli ciò che a mantener la vita fa di mestiere e col mezzo di essa molto utile agli uomini divengono, atteso vengono prodotti dalla terra molte e molte cose utili". Per "affezionare i sudditi alla coltura delle terre con maggiore e più stabile impegno" propone il sistema adottato nell'antica Roma da Numa Pompinio: divisione dei campi in borghi, ciascuno assegnato alla supervisione di visistatori e sovrintendenti, controllati dallo stesso principe, col compito di vigilare sul lavoro nei campi e di premiare, "sollevandoli" i più laboriosi ed industriosi, o "abbassare" i pigri e i negligenti.
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Della generosità dei sovrani
Tra i benefici che un sovrano può apportare ai suoi sudditi il Palmieri annovera anche la prescrizione di severe pene per il reato d'usura, proibendo "i strabacchevoli utili che dagli avari si fanno sol per privato fine", e la tutela dei sudditi commercianti all'estero, difendendoli da eventuali "torti" (arresti, condanne) che potrebbero subire in "altra Nazione".
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Progetti per rendere i monumenti e i libri utili alla società
"Il cammin del vero va' unito coll'importanza degli affari": sulla base di questa massima il Palmieri ritiene opportuno che l'attività del commercio sia accompagnata da "moderato lucro", ossia da un guadagno onesto, esente da frodi che, a lungo termine, dopo i primi consistenti guadagni, potrebbero nuocere al volume degli affari.
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L'edificare città
Dopo aver precisato che è dal commercio che provengono le principali ricchezze dello Stato, Palmieri consiglia il principe d'invogliare i suoi sudditi ad applicarvisi concedendo sgravi sui dazi, migliorando le infrastrutture (porti, strade), premiando i più meritevoli, sia propri sudditi che commercianti stranieri, mantenendo in vigore privilegi concessi in passato per la fioritura del commercio.
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Quel che non vuoi per te non fare ad altri
"Per mantenere la ricchezza e la sicurezza del Regno è necessario che le Camere e i Tesori siano ricchi, affinchè nei bisogni non così facile si impoveriscano li sudditi e l'aver sudditi ricchi, affinchè volentieri possino all'urgenza somministrarli denari senza che essi restino in simile guisa snervati, che non abbiano modo di poterseli rifare, anche per servizio dei Principi".
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Quanto sia utile ai Principi e ai sudditi leggere le istorie dell'azioni illustri
La raccomandazione conclusiva rivolta ai principi è che" (...) la spesa dei ministri non vada in danno dei sudditi, ma li paghi il proprio erario e da questo possa dispensare li premi o quei che possiedono nelle province o regni, oppure le pene seguano."