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Salandra Antonio
Fascicolo Corrispondenza e documenti, anno 1929
La cartella si articola in due fascicoli: 1) Corrispondenza a.1929. Comprende complessivamente 39 lettere indirizzate ad Antonio Salandra da diversi esponenti del mondo politico, economico e finanziario dell'Italia del 1929. Tra i nomi dei corrispondenti
Scheda: 1-100 cc. nr. fascicolo 40
Numero della busta: 1
Documenti presenti nel fascicolo
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Documenti politici relativi al 1915
Il sottofascicolo comprende una raccolta di 13 documenti eterogenei (ritagli di giornale, appunti di Antonio Salandra e lettere) relativi al rapporto tra Sidney Sonnino e Stefano Tisza nell'aprile del 1915. Si tratta di una questione prettamente politica, di nessun interesse economico, di cui si discute nel 1929, anno nel quale Sonnino risulta essere defunto. In particolare nel primo documento emerge come il rapporto tra Sonnino e Tisza fosse stato indiretto e si fosse svolto per il tramite del professore Luigi Maria Bossi. Il sottofascicolo può avere qualche interesse per la ricostruzione del profilo biografico di Sidney Sonnino.
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Istituti di credito fondiario per il Mezzogiorno
Salandra è informato di una riunione privata, svoltasi sotto la presidenza di [Alessandro] Martelli e con l'intervento di alcuni dirigenti dei principali istituti di credito italiani. La riunione avrebbe avuto luogo presso il Ministero dell'Economia nazionale e sarebbe stata finalizzata ad esaminare una questione sollevata dai due Banchi Meridionali. Nel corso della riunione infatti si fa notare come "lo Statuto del Banco di Napoli già comprende, tra le forme di credito che il Banco può esercitare, il credito fondiario ed agrario. L'autorizzazione governativa non può, pertanto, essere considerata che come una pura formalità, la questione di merito essendo stata risoluta al momento in cui fu approvato il nuovo statuto del Banco. Il credito fondiario sarebbe un naturale complemento dell'attività che il Banco di Napoli è chiamato ad esercitare nel campo creditizio. Esso gioverà alle province meridionali ed aiuterà il Banco di Napoli a smobilitare una parte del suo portafoglio". La proposta di una possibile collaborazione con l'Istituto Italiano è contrastata dalla convinzione di alcuni presenti che il Banco di Napoli possa gestire il tutto da solo, e che la cartella emessa con la firma del Banco di Napoli sia "sempre più accetta alle popolazioni del Mezzogiorno, che non la migliore cartella fondiaria emessa da altro istituto". Per non ledere gli interessi dell'Istituto Italiano di Credito Fondiario, operante prevalentemente nel Mezzogiorno e qui rappresentato in ogni provincia dalle Sedi e dalle Succursali della Banca d'Italia, si è convenuto di affidare ai due nuovi Banchi meridionali le operazioni di minore entità, riservando all'Istituto italiano quelle di entità superiori ad una determinata cifra. Non si è definito nel corso della riunione il limite delle operazioni che sarebbero state riservate ai due banchi meridionali, anche in conseguenza delle perplessità avanzate dal direttore dell'Istituto Italiano circa l'assunzione dell'impegno di occuparsi soltanto delle grosse operazioni di mutuo. Avrebbe preferito, in un'eventuale ripartizione di lavoro coi Banchi meridionali, avere riservate le minori operazioni, ossia quelle che rappresentavano minori rischi, e che richiedevano minore sforzo d'assorbimento delle cartelle. In conseguenza della riunione passata la Direzione dell'Istituto Italiano di Credito Fondiario chiede a Salandra di esporre nella prossima riunione le ragioni per le quali la proposta dei due Banchi Meridionali non possa essere accettata. Anche Stringher, il quale ha condiviso le stesse perplessità e rimostranze del direttore dell'Istituto Italiano, ritiene opportuno esporne in modo franco e chiaro le ragioni del rifiuto.
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Sul movimento del Banco di Napoli
Stringher è stato informato da Salandra circa il movimento compiuto dal Direttore Generale del Banco di Napoli per il ripristino del Credito fondiario. Quello stesso giorno ha contattato il ministro delle Finanze "per stornare possibilmente il pericolo, che sarebbe pericolo per il Mezzogiorno e per il Banco di Napoli".
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Sul provvedimento dei Banchi Meridionali
Nella lettera si informa Salandra che il 27 si sarebbe tenuta una riunione nella quale si sarebbe dovuta esaminare la proposta di riservare all'Istituto Italiano di Credito Fondiario "le operazioni più grosse", lasciando ai Banchi Meridionali "tutte le altre". Dopo aver sentito il parere di Stringher, Di Nola propone di fare "semmai l'inverso", lasciando, cioè, al suo Istituto le operazioni più piccole. Tuttavia, Di Nola è scettico sulla possibilità che il Ministero delle Finanze e quello dell'Economia Nazionale possano accettare tale controproposta e crede che i due enti si troveranno nell'impossibilità di trovare una soluzione che possa risultare accetta ad entrambe le parti contendenti. Ora Di Nola con la presente lettera chiede a Salandra di aggiungere la propria alle voci sue e di Stringher per dare maggior peso alla controproposta ed evitare un grave danno finanziario al Mezzogiorno. Intanto Stringher ha deciso d'incontrare direttamente Mussolini.