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Amari Emerico
Fascicolo Bozze di lettere dirette dall'Amari a diverse persone
Raccolta di alcune bozze di lettere che Emerico Amari scrisse, in un intervallo di tempo relativamente lungo e compreso tra il 1833 e il 1868, a diversi interlocutori. La corrispondenza conservata non è numerosa e ammonta a 47 soggetti, la maggior parte r
Scheda: 70 cc. nn. nr. fascicolo A
Numero della busta: 5 Qq C 29
Documenti presenti nel fascicolo
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Lettera al sig. Conte stimatissimo
Bozza di una lettera non datata e indirizzata a un destinatario non identificabile. Nel testo Emerico Amari descrive le condizioni della stampa in Sicilia e accenna anche al "Giornale di Statistica". E' presumibilmente riconducibile agli anni '40 del XIX secolo.
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Lettera a Luciano Fiorentino
Bozza di una lettera indirizzata il 14 luglio 1843 a Luciano Fiorentino, socio dell'Accademia Gioenia di Catania. Emerico Amari lo ringrazia per i 5 opuscoli economici che ha ricevuto ed esprime un giudizio sul loro contenuto. Dal testo emerge che Amari stima il valore di economista del suo interlocutore ed è felice che questi difenda la libertà dell'industria e attacchi il sistema protettore. Non comprende però l'ostilità mostrata per il libero cabotaggio insieme ad alcune contraddizioni all'interno del suo pensiero liberista. Alcune considerazioni sono riservate alla condizione dell'industrializzazione inglese. Riguardo la legislazione del Regno delle due Sicilie Amari si mostra contrario al tentativo di creare forzatamente la piccola proprietà. La legge deve rimuovere i privilegi ereditari ma le dimensioni più opportune per la proprietà devono essere stabilite dall'economia e dalla natura. Nella lettera Amari si pronuncia sul valore scientifico dell'amico Raffaele Busacca che difende fermamente da alcune critiche che gli erano state mosse.
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Lettera a Salvatore Marchese
Bozza, non datata, in 10 fogli del saggio che Emerico Amari scrisse sotto forma di lettera e che indirizzò a Salvatore Marchese. Il testo, pubblicato sul "Giornale di Statistica", è una presa di posizione dei liberisti siciliani sull'esito del concorso per la cattedra di economia politica dell'Università di Catania. Amari prende posizione in favore del candidato Salvatore Marchese e manifesta il proprio disappunto per la vittoria di Placido De Luca, economista ritenuto troppo vicino a idee protezioniste e vincoliste. Il testo prende in esame le memorie presentate al concorso dai due contendenti e criticandole ampiamente nel contenuto e nella forma compie un'analisi sui monopoli, i vantaggi della libera concorrenza e sulle politiche economiche più idonee per stimolare il progresso e la produttività di una nazione.
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Bozza di lettera di Amari indirizzata a una personalità pubblica
Bozza di una lettera indirizzata a una personalità pubblica a cui Amari si rivolge con il titolo di eccellenza e che forse è un ministro del regno. Nel testo vengono lodati i provvedimenti legislativi in materia doganale probabilmente riferendosi all'introduzione del libero cabotaggio tra Napoli e la Sicilia. Emerico Amari ritiene che la Sicilia sia per natura aperta al commercio internazionale e favorevole alla produzione agricola, ma il protezionismo l'ha isolata e ha impedito il crescere delle sue esportazioni agricole per creare manifatture mortifere e alimentare interessi particolari. Le riforme che hanno abolito la feudalità non sono sufficienti ad aiutare lo sviluppo dell'economia siciliana perchè occorre una rivoluzione commerciale che elimini oltre i privilegi feudali anche quelli manifatturieri e gli ostacoli doganali. Il libero cabotaggio tra le due parti del regno è un primo passo in questa direzione. Per Amari una corretta legislazione deve accrescere la prosperità di tutti e non solo di pochi privilegiati.
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Bozza non datata di una lettera di Amari indirizzata a anonimo autore di un'opera sul catasto
Bozza non datata di una lettera indirizzata a un interlocutore anonimo autore di un'opera sul catasto milanese che Emerico Amari ringrazia per avergliela inviata in omaggio. Lo informa di averla attentamente studiata insieme a Francesco Ferrara e Raffaele Busacca e averla molto apprezzata. Amari preferisce affidare a Ferrara o Busacca il compito di presentare ufficialmente il lavoro ed è dispiaciuto non poterlo pubblicare sul Giornale di Statistica che in quel momento si trova in cattive condizioni. Tuttavia si impegna ad adoperarsi per fare stampare l'opera a Napoli e promette che incaricherà della cosa Pasquale Stanislao Mancini. Nella lettera dà notizie anche sul concorso che Raffaele Busacca sta sostenendo per la cattedra di economia politica all'Università di Palermo. Auspica una vittoria ma la scarsa affidabilità del corpo docente palermitano lo lascia incerto.
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Bozza di lettera non datata all'autore dell'opera "Gli operai del sec. XIX"
Bozza di una lettera non datata a un amico identificato come l'autore dell'opera "Gli operai del secolo XIX". Emerico Amari esprime un giudizio sul testo e intende essere franco e leale e per tale ragione non nasconde il proprio disappunto. E' dispiaciuto per gli attacchi alla Chiesa cattolica che sono contenuti nel libro e difende la carità cristiana da preferire sempre a qualsiasi forma di carità pubblica.