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Serena
Fascicolo Luzzatti Luigi
Il fascicolo comprende tre lettere del 1868 indirizzate al Ministero del Commercio, due dattiloscritti diretti ad Ottavio Serena, nove brevi missive manoscritte dirette sempre al Serena.
Scheda: 1-22 cc.
Numero della busta: 51
Documenti presenti nel fascicolo
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Sulle banche popolari e sulle nuove restrizioni governative in materia
"E' la prima volta che un ministro del Commercio mi chiede notizia delle nostre istituzioni e purtroppo nè a destra nè a sinistra si pensò mai finora all'ordinamento serio ed efficace delle associazioni popolari": così esordiva il Luzzatti la sua lettera, per spronare il Parlamento ad approfittare di quest'occasione "per guadagnare autorità sulle plebi, non già predicando l'ordine con vani scrivani, ma dimostrando ad esse coi fatti che noi altri abbiamo studiato e vogliamo applicare a loro vantaggio quelle istituzioni che valgono a rialzare la loro dignità economica e morale". Il Luzzatti fondatore e patrocinatore di banche popolari, convinto assertore della loro utilità economica e sociale, sosteneva, anche in questa lettera, "l'incompetenza delle Associazioni operaie di qualsiasi natura ad ingerirsi nelle faccende politiche". Racconta della sua partecipazione all'Esposizione internazionale di Parigi, in cui avrebbe dato conto del movimento cooperativo in Italia (1), tanto più che la Società di Economia politica francese conosceva il suo libro sulla "Diffusione del credito e delle Banche Popolari", già accolto positivamente nel Giornale degli Economisti del 1864. Si sofferma a dimostrare al ministro la differenza tra il suo sistema di Banche popolari mutue ed autonome e la Banca del Popolo di Firenze, che sostiene di aver sempre pubblicamente combattuto "come contraria alla vera natura delle Banche popolari". Il modello di Banca popolare da lui supportato era quello di Milano. A questo punto giunge al nocciolo della questione: nell'approvazione degli Statuti delle banche popolari negli ultimi tempi il governo non permetteva che ai soli soci di deporre il denaro in conto corrente, escludendovi i non soci. L'effetto dannoso di tale restrizione governativa era di aver costretto molte banche a vivere fuori della legge. Chiedeva al ministro di patrocinare i casi delle Banche mutue popolari di Piacenza, Venezia e Lugo, nonchè Mantova, Verona, Massa Carrara, Firenze. Si spingeva a chiedere altre agevolazioni per promuovere lo sviluppo delle banche popolari, tra cui l'esonero dall'imposta di vigilanza. (1) Il discorso tenuto in Francia fu poi pubblicato sul Giornale degli Economisti, settembre 1867, e fu tradotto in inglese e in tedesco.
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Sulle banche popolari
Luzzatti ringrazia il ministro per le promesse fattegli in una precedente lettera in favore dei "cooperatori italiani". Prega il ministro di potersi occupare delle sorti della Banca Popolare di Alessandria agricolo-commerciale, che da tempo attende l'approvazione governativa. Invita il ministro a sollecitare un voto del Consiglio di Stato sulle nuove restrizioni governative in materia di credito delle Banche popolari.