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Archivio della Casa editrice Laterza
Fascicolo Corrispondenza di vari con la Casa editrice Laterza
La busta comprende la corrispondenza di vari con l'editore Franco Laterza, dell'omonima Casa editrice, relativamente all'anno 1951 e limitatamente agli autori il cui cognome inizia per lettera compresa nell'intervallo R-Z. Tra i nomi dei corrispondenti fi
Scheda: 1-546 cc.
Numero della busta: 100
Documenti presenti nel fascicolo
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Contratto Laterza-Salvemini
Ernesto Rossi chiede a Franco Laterza informazioni sulle modalità del contratto che essa ha con Gaetano Salvemini.
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Impegni, progetti, battaglie parlamentari di Ernesto Rossi nel 1951
Ernesto Rossi confida a Franco Laterza che "dopo i miei articoli sull'Ina e sulla Federconsorzi i personaggi importanti da me un po' maltrattati e gli interessi offesi dei Baroni Moderni si sono coalizzati in Parlamento e sulla stampa per impedire che l'ARAR continui ad essere lo strumento delle importazioni di Stato e per mandarmi ad insegnare Economia a Caltanissetta. Il campanile, da cui ho cercato di scacciare le cornacchie, minaccia di cadermi sulla testa e perciò bisogna che stia attento a scostarmi in tempo. Entro il 15 devo scrivere un saggio di 35000 parole sull'IRI e l'industria italiana per una collezione della Rockefeller ed entro il mese di marzo la voce 'sicurezza sociale' per un dizionario economico che dovrebbe essere pubblicato da 'Comunità'. Inoltre ho da portare a buon fine la polemica sul 'Mondo' con l'onorevole Bonomi, continuare la propaganda per il Movimento Federalista Europeo, partecipare alle riunioni della Consulta, della Società Fabiana, ecc. (...)". Da queste confidenze si evince come l'inizio degli anni cinquanta fosse un periodo di frenetica attività per Ernesto Rossi, il quale non manca di proporre alla Casa editrice Laterza anche la pubblicazione di una raccolta di suoi articoli scelti sui monopoli, sull'economia corporativa e sulla dissoluzione della pubblica amministrazione italiana [Settimo: non rubare, 1952]. Lo intitolerebbe "Cornacchie di campanile" con sottotitolo "Problemi concreti della vita italiana". Come prefazione propone un saggio di una ventina di pagine necessarie per inquadrare i singoli problemi nel problema generale di risanamento dell'economia e della vita pubblica italiana. In due o tre mesi la pubblicazione dovrebbe essere pronta, "quando ancora non sarebbe spenta la eco delle polemiche sull'INA e sulla Federconsorzi e quando molti personaggi sarebbero ancora interessati a conoscere quello che è stato pubblicato sul 'Mondo', che pochi sono riusciti a trovare nelle edicole, perché è stato in gran parte 'riasciugato' dagli interessati (...)". Rossi informa Laterza che nei mesi successivi sarebbe continuata la "battaglia parlamentare" sull'INA e sulla Federconsorzi e che ad essa si sarebbe presto aggiunta la battaglia contro l'ARAR e contro il suo presidente "che si promette di sputare nel piatto in cui si mangia".
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Sulla polemica contro l'ARAR
Ernesto Rossi preme affinché sia pubblicata subito la sua raccolta di articoli, "Settimo: non rubare" in previsione del fatto che nei prossimi mesi sarebbe stata combattuta in Parlamento la battaglia sulle gestioni dell'INA e della Federcommercio e sarebbe continuata in toni animati la polemica contro l'ARAR e contro il suo presidente, ovvero contro lo stesso Ernesto Rossi, "che si è permesso di sputare nel piatto in cui mangia". Nella lettera Rossi giustifica la scelta del titolo "Cornacchie di campanile": queste parole lo aiuterebbero a parlare nell'introduzione dello scoraggiamento che si prova nel constatare la mancanza di ogni reazione della "classe governante" alle critiche: "si ha l'impressione di dare dei pugni in un cuscino di piume".
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Sul libro "Settimo: non rubare"
Ernesto Rossi invia a Franco Laterza la raccolta dei suoi 38 articoli. I primi 14 riguardano "gli strumenti di cui i grandi capitani si servono per fare quattrini senza fatica (pianificazione, sussidi, credito di favore, assegnazioni, dogane, permessi d'importazione, trattati di commercio)". Gli altri riguardano industrie e consorzi particolari (siderurgici, elettrici, INA, Federconsorzi, ecc.). Poiché Laterza ha sconsigliato l'adozione del titolo e del sottotitolo proposti nelle precedenti lettere da Rossi, questi propone in alternativa "Settimo: non rubare", titolo dal carattere evidentemente polemico e provocatorio. Nella lettera c'è un Nota Bene: "Ho raccolto soltanto gli articoli che riguardano le industrie parassitarie, i monopoli e le corporazioni. Ho lasciato da parte gli articoli sulla dissoluzione della pubblica amministrazione e sui problemi sociali di maggiore attualità (la scuola ai poveri, l'esercizio del lavoro, l'assistenza sanitaria, la migrazione interna)".
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Scambio d'opinioni su titolo e sottotitolo della raccolta di saggi di E. Rossi
Ai tentennamenti di Franco Laterza sulla pubblicazione della sua raccolta, "Settimo: non rubare", Rossi risponde chiedendo se non preferisca che la prefazione sia fatta di pugno da Gaetano Salvemini. In tal caso provvederebbe subito a contattarlo: "Credo - scrive - che Salvemini la scriverebbe volentieri ed in modo molto efficace". Circa le perplessità espresse da Laterza sul titolo, la controproposta di sostituirvi "Settimo Comandamento" senza sottotitolo non convince Rossi: risulterebbe troppo equivoco. La maggioranza degli italiani non conosce quale sia il settimo comandamento, e molti, secondo Rossi, potrebbero pensare che si tratta di un libro di esercizi spirituali. Rossi propone al massimo di sostituire il sottotitolo "NON RUBARE" con "Cornacchie di campanile".
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Invio fotografia di Ernesto Rossi
Giandomenico Sertoli, segretario di Ernesto Rossi, invia una fotografia di quest'ultimo a Franco Laterza perché sia inserita nel catalogo delle nuove pubblicazioni.
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Discussioni sul titolo della raccolta di articoli di E.Rossi
Rossi discute ancora sul titolo della sua raccolta di articoli, "Settimo: non rubare". A differenza di Franco Laterza, non crede sia controproducente adottare un titolo provocatorio. Se per Laterza non va bene, propone d'adottare un titolo più neutro, "scolastico", come "Industrie parassitarie". In realtà anche questo titolo risultava essere provocatorio.