Logo ASEE

ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI


Cosciani Cesare

Trieste 1908 - Roma 1985
Treccani https://www.treccani.it/enciclopedia/cesare-cosciani
Wikidata https://www.wikidata.org/wiki/Q87744245



Nessun documento disponibile per questa tipologia


Articolo Cosciani, C. (1977), "Francesco Coppola D'Anna", in: La teoria Keynesiana quarant'anni dopo. Atti della XVII RSA della SIE, Giuffrè, pp. 289-291.

Link: https://www.sie-asee.it/repo/549bba40d259124ad.pdf

Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Cesare Cosciani (01-07-1954)

Einaudi ritiene che non si debba badare troppo alle giustificazioni di carattere dottrinale in merito all'imposta sulle società, in quanto essa è semplicemente un mezzo per accentuare la progressività delle imposte. Indipendentemente dalle applicazioni legislative, si può però cercare di riflettere su questo istituto finanziario. La lettera di Cosciani del 3 giugno ha portato Einaudi a riflettere su tre punti. In primo luogo egli non capisce come il trasferimento di un intero pacchetto azionario di una società anonima immobiliare urbana o rurale possa costituire un mezzo per evitare l'imposta di registro. Si evita, osserva Einaudi, ciò che si deve pagare, e non ciò che non si è tenuti a pagare. Inoltre la dottrina è concorde nel ritenere preferibili le imposte annue rispetto a quelle saltuarie (come l'imposta di registro). L'imposta saltuaria, a parere di Einaudi, può avere l'effetto di indurre le parti ad astenersi dal trasferimento, il quale costituisce un atto che nell'interesse generale non dovrebbe essere mai scoraggiato. L'imposta annua invece lascia indifferenti compratore e venditore ed è quindi conforme all'interesse pubblico. Einaudi è convinto che l'abolizione assoluta e totale dell'imposta di registro a titolo oneroso costituirebbe una benefica riforma fondiaria ed agraria. In secondo luogo egli ritiene che l'osservazione di Cosciani relativa alla circostanza che l'imposta di successione si possa evadere mediante una girata in bianco del "de cuius", non si limiti alle società di comodo, immobiliari o meno, ma valga per tutte le tipologie di patrimoni azionari. La terza osservazione riguarda la disparità di trattamento ai fini dell'imposta complementare progressiva tra un proprietario immobiliare (tassato sull'intero reddito) e l'azionista della società proprietaria del medesimo patrimonio (tassato solo sul dividendo ed esonerato per le somme messe a riserva) solleva nuovamente il problema della tassazione delle somme messe a riserva. Einaudi ricorda che si tratta di un problema già discusso in passato, allorché si era arrivati alla conclusione che l'imposta sulla ricchezza mobile dovesse colpire solo i dividendi distribuiti e non il reddito prodotto, esentando cioè le somme messe a riserva ed evitando così la doppia tassazione del risparmio. L'esenzione è nata per incoraggiare le società a reinvestire parte dei propri redditi: in mancanza di tale possibilitàsi sarebbero dovuti distribuire tutti gli utili e poi ricorrere al mercato per finanziare gli investimenti. In quarto luogo Einaudi non vede perché sia importante far figurare nel bilancio delle società immobiliari titoli ad un prezzo più o meno alto, dal momento che la tassazione in sede di imposta fondiaria avviene sui valori catastali moltiplicati per i coefficienti stabiliti dalla legge.

Scheda del documento  

Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Cesare Cosciani (06-05-1956)

Einaudi scrive a Cosciani in relazione al maggior peso, lamentato dai giornali, delle imposte indirette rispetto a quelle dirette. Einaudi osserva che allo stato attuale delle statistiche non è lecito giungere a qualsiasi conclusione sul rapporto tra imposte diretti ed indirette, né sul confronto tra la situazione italiana e quella registrata in altri Paesi e neanche sul confronto tra la situazione italiana attuale e quella verificatasi in passato. Volendo contribuire a chiarire i fatti, Einaudi propone a Cosciani di stilare un elenco dei titoli di tutte le varie specie di entrate dello Stato, senza alcun raggruppamento e segnalando per ciascuna entrata i proventi per lo Stato negli anni 1913-14, 1938-39 e 1952-53. A questo catalogo dovrebbe accompagnarsi un elenco delle entrate degli enti locali e degli altri enti territoriali aventi diritto di imposta. Una volta raccolti tutti dati, si potrà passare alla loro classificazione. Einaudi si riserva di discutere con Cosciani delle possibili fasi successive di questa indagine.

Scheda del documento  

Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Ezio Vanoni (08-12-1951)

Einaudi invia a Vanoni un confronto tra dati risultanti dalle denunce per l'imposta complementare in Italia ed mi corrispondenti dati inglesi. Il confronto, precisa Einaudi, è solo una esercitazione dal momento che, come affermato dal prof. Cosciani sulla Stampa del 5 dicembre, si tratta di dati parziali. Tuttavia quest'esercizio potrebbe stimolare più approfondite indagini dell'Ufficio Studi del Ministero, e essere da esempio per l'applicazione di metodi statistici allo studio di problemi fondamentali per la politica e l'economia italiana.

Scheda del documento  

Documento Problemi fiscali del Mercato Comune Europeo

Trattasi di studio di Cesare Cosciani. Nel dopoguerra, il problema dell'unificazione economica di più mercati è stato più volte considerato come un fine da perseguire ad ogni costo, sia per motivi economici che per ragioni politiche. Per questo furono fatti numerosi tentativi, ma nessuno giunse a buon fine. Uno dei problemi più acuti evidenziati riguardava l'aspetto fiscale. Da parte dei diversi paesi, che si trovavano di volta in volta a fronteggiare il problema della unificazione dei mercati, fu messo in luce come un elemento di inferiorità della loro struttura economica in generale o di qualche settore particolare, derivasse dall'aggravio dei costi di produzione. Altro problema da fronteggiare era quello legato alla posizione di preminenza, assunta da qualche paese nel settore industriale; posizione agevolata e favorita dagli istituti fiscali presenti sul territorio. Ne derivavano, di conseguenza, distorsioni economiche che, stante il diverso costo del capitale e la diversità del livello salariale, non erano imputabili a condizionamenti ambientali, bensì ad una meditata e cosciente politica tributaria perseguita dalle autorità responsabili. Questi problemi riemersero in occasione della stipulazione del trattato, che istituiva la CEE. Esso tendeva alla fusione delle varie economie e politiche economiche, dando così vita ad un mercato unico. In tal modo, si sperava di creare un clima favorevole per mutare il sistema, tanto da agevolare l'unificazione del mercato anche in senso fiscale.

Scheda del documento