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ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI


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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Cesare Cosciani (01-07-1954)

Einaudi ritiene che non si debba badare troppo alle giustificazioni di carattere dottrinale in merito all'imposta sulle società, in quanto essa è semplicemente un mezzo per accentuare la progressività delle imposte. Indipendentemente dalle applicazioni legislative, si può però cercare di riflettere su questo istituto finanziario. La lettera di Cosciani del 3 giugno ha portato Einaudi a riflettere su tre punti. In primo luogo egli non capisce come il trasferimento di un intero pacchetto azionario di una società anonima immobiliare urbana o rurale possa costituire un mezzo per evitare l'imposta di registro. Si evita, osserva Einaudi, ciò che si deve pagare, e non ciò che non si è tenuti a pagare. Inoltre la dottrina è concorde nel ritenere preferibili le imposte annue rispetto a quelle saltuarie (come l'imposta di registro). L'imposta saltuaria, a parere di Einaudi, può avere l'effetto di indurre le parti ad astenersi dal trasferimento, il quale costituisce un atto che nell'interesse generale non dovrebbe essere mai scoraggiato. L'imposta annua invece lascia indifferenti compratore e venditore ed è quindi conforme all'interesse pubblico. Einaudi è convinto che l'abolizione assoluta e totale dell'imposta di registro a titolo oneroso costituirebbe una benefica riforma fondiaria ed agraria. In secondo luogo egli ritiene che l'osservazione di Cosciani relativa alla circostanza che l'imposta di successione si possa evadere mediante una girata in bianco del "de cuius", non si limiti alle società di comodo, immobiliari o meno, ma valga per tutte le tipologie di patrimoni azionari. La terza osservazione riguarda la disparità di trattamento ai fini dell'imposta complementare progressiva tra un proprietario immobiliare (tassato sull'intero reddito) e l'azionista della società proprietaria del medesimo patrimonio (tassato solo sul dividendo ed esonerato per le somme messe a riserva) solleva nuovamente il problema della tassazione delle somme messe a riserva. Einaudi ricorda che si tratta di un problema già discusso in passato, allorché si era arrivati alla conclusione che l'imposta sulla ricchezza mobile dovesse colpire solo i dividendi distribuiti e non il reddito prodotto, esentando cioè le somme messe a riserva ed evitando così la doppia tassazione del risparmio. L'esenzione è nata per incoraggiare le società a reinvestire parte dei propri redditi: in mancanza di tale possibilitàsi sarebbero dovuti distribuire tutti gli utili e poi ricorrere al mercato per finanziare gli investimenti. In quarto luogo Einaudi non vede perché sia importante far figurare nel bilancio delle società immobiliari titoli ad un prezzo più o meno alto, dal momento che la tassazione in sede di imposta fondiaria avviene sui valori catastali moltiplicati per i coefficienti stabiliti dalla legge.
Tipologia Corrispondenze
Data 01/07/1954


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Cos, Cot"; sottofascicolo "Cosciani

Il fascicolo contiene corrispondenza intercorsa tra Einaudi e Cesare Cosciani tra il 1954 e il 1956. Oltre alla corrispondenza di cortesia, si segnalano due lettere di Einaudi del 1° luglio 1954 e del 6 maggio 1956, sintetizzate nella sezione "Documenti".
Scheda: nr. fascicolo 2 sotofascicolo 1
Numero della busta: 7

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Fondo "Banca d'Italia" - Sottofondo "Direttorio Einaudi"

Il fondo Banca d'Italia raccoglie i documenti prodotti dai vari organi della Banca nell'esercizio delle rispettive funzioni istituzionali. Il fondo Banca d'Italia è articolato in 209 sottofondi. Verrà qui descritto il sottofondo "Direttorio Einaudi". Esso comprende le carte prodotte da Luigi Einaudi durante gli anni di Governatorato (1945-1948) e carte posteriori alla cessazione dalla carica di Governatore e alla morte, perché in esso è confluita la documentazione prodotta dal Segretario Particolare di Einaudi, Antonio D'Aroma. D'Aroma fu Segretario privato di Einaudi Presidente della Repubblica e poi suo collaboratore sino agli ultimi giorni. Dopo la morte di Einaudi continuò a curare alcuni affari della famiglia, conservando il relativo carteggio presso il suo ufficio alla Banca d'Italia. Il Sottofondo è in corso di nuova sistemazione archivistica. Al momento il "Direttorio Einaudi" è suddiviso in 114 cartelle; nel lavoro di "sistemazione" sono state individuate cinque serie archivistiche, ma non tutte le cartelle sono al momento state attribuite a l'una o all'altra serie. Per questo motivo abbiamo scelto in ASE di soddividere il "Direttorio Einaudi" in sei serie, di cui le prime cinque corrispondono a quelle individuate dagli archivisti dell'ASBI. L'ultima serie comprende i fascicoli per i quali non si sia ancora proceduto all'attribuzione della serie. La rintracciabilità dei documenti è garantita dall'indicazione del Numero di Cartella (Busta), riportato per ciascun fascicolo e per ciascun documento.

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Archivio storico della Banca d'Italia

L'Archivio storico della Banca d'Italia (ASBI) fu costituito e aperto al pubblico nel 1969. L'Archivio è formato dai documenti, prodotti o ricevuti dall'Istituto nel corso della sua attività, relativi ad affari conclusi da oltre 40 anni e destinati alla conservazione permanente. Esso contiene documenti che vanno dal 1840 fino al 1970 con una maggiore concentrazione negli anni 1860-1960. Il suo patrimonio comprende tre tipologie di documenti che si differenziano per supporto materiale e forma: l'archivio documentale, l'archivio fotografico e l'archivio multimediale. Per il ruolo cruciale che la Banca ha sempre avuto nella storia del Paese, l'ASBI è la fonte più importante per le ricerche sulla storia economica e bancaria italiana degli ultimi 160 anni. L'Archivio conserva infatti documentazione di estremo interesse sulla politica economica e monetaria del nostro Paese, sull'evoluzione del sistema bancario, sulla storia industriale italiana, sui rapporti economici internazionali, sulle economie locali. Esso custodisce carte dei maggiori economisti italiani tra i quali Luigi Einaudi, Donato Menichella, Paolo Baffi e Guido Carli, Federico Caffè, Costantino Bresciani Turroni, Antonio de Viti de Marco, Giuseppe Di Nardi, Francesco Ferrara, Achille Loria, Giorgio Mortara, Francesco Saverio Nitti, Maffeo Pantaleoni, Pasquale Saraceno, Paolo Sylos Labini, Piero Sraffa, Ezio Tarantelli e molti altri. Il patrimonio dell'Archivio storico è al momento articolato in 20 fondi. Il più rilevante è il fondo Banca d'Italia, che raccoglie i documenti prodotti dai vari organi della banca nell'esercizio delle funzioni istituzionali. Il fondo Banca d'Italia è articolato a sua volta in 209 sottofondi. Ogni sottofondo riguarda un insieme documentale prodotto da un Servizio, da una filiale dell'Istituto o da un componente del Direttorio. Nel fondo della Banca d'Italia ricordiamo per la loro rilevanza le carte degli organi di vertice dell'Istituto (sottofondi "Direttorio"). Tra gli altri fondi conservati si segnalano quelli costituiti dalle carte di personalità interne o esterne all'istituto pervenute all'Archivio storico per donazione o per deposito volontario (di particolare rilievo a fini ASE quelle di Paolo Baffi, Alberto Beneduce, Federico Caffè, Alberto De' Stefani, Donato Menichella, Guido Rey, Bonaldo Stringher). L'ASBI si avvale di un sistema informatico che consente una rapida ed efficace ricerca tra i documenti; è in corso la digitalizzazione di tutta la documentazione conservata presso l'Amministrazione centrale. Per maggiori notizie si consiglia di consultare il sito che contiene una sezione bibliografica relativa ai fondi conservati nell'ASBI, e contributi sulle problematiche gestionali degli archivi d'impresa, ed inoltre fornisce informazioni sulle condizioni di accesso e di consultazione dei documenti, una dettagliata guida e l'elenco completo dei fondi e dei sottofondi che compongono l'Archivio. L'Archivio è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì, escluse le festività, dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:10 alle 16:20. Si può accedere alla sala studio solo per appuntamento. Sono previste apposite norme per la consultazione delle carte, per il rilascio di fotocopie e di copie su supporto informatico. I fondi archivistici sono consultabili fino al quarantennio precedente alla data di consultazione.
Indirizzo: Villa Hüffer - Via Nazionale, 191
CAP: 00184
Luogo: Roma
Regione: LAZIO
Contatti: archiviostorico@bancaditalia.it
Sito: https://www.bancaditalia.it/chi-siamo/asbi/index.html?dotcache=refresh
Bibliografia: Sergio Cardarelli, "Gli Archivi Storici della Banca d'Italia e dei principali Istituti di credito", in Claudio Pavone (a cura di), Storia d'Italia nel ventesimo secolo. Strumenti e fonti, Roma, 2006. Sergio Cardarelli, "Carte di economisti in Banca d'Italia?", Intervento al convegno ASE/SIE "Le carte degli economisti italiani e la loro valorizzazione", Napoli, 5-6 febbraio 2004. Bonelli, F., C. Pavone e G. Talamo"Guida all'Archivio della Banca d'Italia", Roma, 1993.