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ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI




Opera The economics of inflation. A Study of Currency Depreciation in Post-War Germany  

with a Foreward by Lionel Robbins, translated by Millicent E. Sayers. Ludwig von Mises Institute, 2007 (1937)

Opera Introduzione alla Politica Economica  

Giulio Einaudi Editore. Torino (1942)


Articolo TURRONI, C. B. (1905). Dell'influenza delle condizioni economiche sulla forma della curva dei redditi. Giornale Degli Economisti, 31 (Anno 16), 115-138.

Link: http://www.jstor.org/stable/23221443

Articolo TURRONI, C. B. (1906). Il rapporto tra pigione e reddito secondo alcune recenti statistiche. Giornale Degli Economisti, 33 (Anno 17), 31-56.

Link: http://www.jstor.org/stable/23222632

Articolo TURRONI, C. B. (1906). La distribuzione della ricchezza fra regioni industriali e regioni agricole in alcuni Stati. Giornale Degli Economisti, 32 (Anno 17), 229-243.

Link: http://www.jstor.org/stable/23221871

Articolo TURRONI, C. B. (1907). Sull'interpretazione e comparazione di seriazioni di redditi o di patrimoni. Giornale Degli Economisti, 34 (Anno 18), 13-47.

Link: http://www.jstor.org/stable/23222027

Articolo TURRONI, C. B. (1908). A proposito della "legge dei piccoli numeri". Giornale Degli Economisti, 36 (Anno 19), 357-380.

Link: http://www.jstor.org/stable/23223272

Articolo TURRONI, C. B. (1909). Sui metodi per la misura delle correlazioni. Giornale Degli Economisti, 38 (Anno 20), 401-414.

Link: http://www.jstor.org/stable/23221817

Articolo TURRONI, C. B. (1909). Sui metodi per la misura delle correlazioni (Continuazione e fine). Giornale Degli Economisti, 38 (Anno 20), 491-522.

Link: http://www.jstor.org/stable/23221914

Articolo TURRONI, C. B. (1909). Appunti sulla teoria delle distribuzioni di frequenze. Giornale Degli Economisti, 38 (Anno 20), 703-748.

Link: http://www.jstor.org/stable/23222587

Articolo TURRONI, C. B. (1910). Sul carattere delle "leggi statistiche". Giornale Degli Economisti e Rivista Di Statistica, 40 (Anno 21)(3), 269-292.

Link: http://www.jstor.org/stable/23223416

Articolo TURRONI, C. B. (1910). Nota sulla correlazione tra redditi e patrimoni. Giornale Degli Economisti e Rivista Di Statistica, 41 (Anno 21)(9), 310-319.

Link: http://www.jstor.org/stable/23223477

Articolo TURRONI, C. B. (1915). Sulla formazione dei prezzi a termine nelle borse dei prodotti. Giornale Degli Economisti e Rivista Di Statistica, 51 (Anno 26)(3), 149-182.

Link: http://www.jstor.org/stable/23225658

Articolo TURRONI, C. B. (1918). La reazione contro il militarismo economico in Germania. Giornale Degli Economisti e Rivista Di Statistica, 56 (Anno 29)(3), 121-133.

Link: http://www.jstor.org/stable/23224754

Articolo TURRONI, C. B. (1936). Su alcune discordanze tra gli indici misuratori della disuguaglianza dei redditi. Giornale Degli Economisti e Rivista Di Statistica, 76 (Anno 51)(9), 608-616.

Link: http://www.jstor.org/stable/23229243

Articolo Turroni, C. B. (1941). Alcune lezioni sulla teoria della produttività marginale (Il coordinamento delle leggi della distribuzione). Giornale Degli Economisti e Annali Di Economia, 3(5/6), 257-291.

Link: http://www.jstor.org/stable/23234429

Articolo Turroni, C. B. (1941). La funzione del regime aureo e del regime dei "clearings„ e la ricostruzione dei rapporti commerciali internazionali. Giornale Degli Economisti e Annali Di Economia, 3(7/8), 418-457.

Link: http://www.jstor.org/stable/23234006

Documento Nota per il signor Ministro

Il documento contiene le considerazioni di Costantino Bresciani Turroni, allora presidente del Banco di Roma, rivolte al Ministro della ricostruzione Meuccio Ruini, riguardo la nota americana sulla politica dell'Italia, comunicata dal Ministero degli esteri il 24 settembre 1945. In particolare l'attenzione si concentra su questa frase, contenuta nella nota americana: "liquidazione della produzione autarchica e proporzionalmente ad alti costi". Bresciani Turroni ritiene che tale indirizzo della politica economica italiana, oltre a suscitare una giustificata apprensione, debba portare ad una riflessione sul significato dell'espressione "produzione autarchica", per evitare che ogni misura in difesa dell'industria nazionale sia ricondotta ad una politica autarchica. Si propone dunque una stringente definizione di autarchia come politica che aspiri a rendere il paese indipendente dall'estero, tendenzialmente al 100 per 100.

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Documento Corrispondenza: Rodolfo Benini a Luigi Einaudi (29-11-1946)

Rodolfo Benini riferisce a Einaudi che riguardo la raccolta dei dati relativi alla sottoscrizione del prestito, Costantino Bresciani Turroni gli ha detto di non avere difficoltà a raccogliere tali dati, sempre che facciano altrettanto gli altri istituti consorziati. Benini constata che Einaudi ha accolto l'idea di proporre metodi uniformi per gli istituti che hanno filiali o agenzie che non sono nella città in cui l'ente ha sede. Benini ritiene questa scelta errata in quanto non ci sarà modo di conoscere la graduatoria di importanza delle sottoscrizioni. Benini chiede notizie di un suo articolo inviato al Corriere della Sera, ma non ancora pubblicato; se l'articolo non piace, Benini è pronto a ritirarlo.

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Documento Corrispondenza: Costantino Bresciani Turroni a Luigi Einaudi (28-05-1945)

Costantino Bresciani Turroni chiede a Einaudi se sia possibile fargli avere un incarico a Berlino. In tal modo egli potrà svolgere ricerche sulla famiglia della moglie, che si trovava lì quando Berlino fu bombardata dai russi. Bresciani ricorda a Einaudi di aver lavorato come rappresentate per l'Italia presso l'ufficio berlinese delle Commissioni delle Riparazioni tra il 1920 ed il 1924, con le funzioni di controllore generale delle esportazioni tedesche. [Si vedano sull'argomento anche le lettere dell'8 e del 26 giugno in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Costantino Bresciani Turroni (08-06-1945)

Einaudi è dispiaciuto di non aver potuto incontrare Bresciani Turroni a Milano. Pur comprendendo l'ansia di Bresciani Turroni sulla sorte della famiglia della moglie, Einaudi non ritiene opportuno che Bresciani si rechi in Germania: il modo più facile di ottenere notizie è forse andare a Roma. [Si vedano anche le lettere del 28 maggio e del 26 giugno in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Costantino Bresciani Turroni (26-06-1945)

Einaudi rimprovera Bresciani Turroni di non essersi recato a Roma. In questo modo è infatti sfumata l'opportunità di ottenere una nomina in una commissione governativa, composta di funzionari del Ministero degli Esteri, del Tesoro e dell'Industria, commissione che tratterà i rapporti tra l'Italia e la Svizzera. Bresciani potrebbe essere di grande aiuto al Paese; restando lontano da Roma gli incarichi potrebbero essere invece assegnati a persone la cui statura è sicuramente inferiore a quella di Bresciani. [La risposta di Bresciani Turroni del 29 giugno 1945 è sintetizzata in ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Costantino Bresciani Turroni a Luigi Einaudi (29-06-1945)

In risposta alla lettera di Einaudi del 26 giugno, Bresciani Turroni spiega il grave motivo per cui non si è potuto recare a Roma: il "profondo turbamento psichico" che affligge la moglie gli impedisce di lasciarla sola. [La lettera di Einaudi del 26 giugno 1945 sintetizzata in ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Costantino Bresciani Turroni a Luigi Einaudi (03-08-1945)

Bresciani Turroni racconta a Einaudi che la sera del 1° agosto aveva appreso dal giornale "Libertà" che la scelta per la nomina del ministro del Tesoro sarebbe caduta sul sen. Ricci o sullo stesso Bresciani Turroni. Bresciani riferisce che la nomina lo avrebbe riempito di entusiasmo, ma il mattino successivo egli seppe che era stato già nominato Ricci. Bresciani chiede a Einaudi se sia stato davvero possibile che si sia pensato a lui (in tal caso Bresciani ritiene che sia stato Einaudi a fare il suo nome) o se si sia trattato solo di una voce infondata. Bresciani raccolta inoltre che alcune settimane addietro il Comm. Mattioli gli aveva riferito che il ministro Soleri avrebbe voluto affidargli un Sottosegretariato al Tesoro per preparare insieme a Einaudi le attese misure finanziarie. Bresciani confida al suo interlocutore un altro progetto: "Il Borsa" vorrebbe inviarlo in Germania perché egli scriva una serie di articoli sulle condizioni di quel Paese. Bresciani preferirebbe quest'ultima soluzione alla proposta di Mattioli di nominarlo addetto finanziario a Londra.

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Documento Corrispondenza: Costantino Bresciani Turroni a Luigi Einaudi (09-05-1949)

Bresciani Turroni scrive ad Einaudi ringraziandolo per la sua lettera: essa è stata di stimolo per continuare a lavorare al secondo volume del suo "Corso". Bresciani Turroni ha meditato a lungo sulle parole di Einaudi a proposito della sua missione a Washington e ne ha parlato anche con il dott. Menichella. Egli non può ripartire subito per Washington, ma sarebbe molto dispiaciuto se tutto ciò fosse di qualche danno agli interessi dell'Italia. Bresciani ha perciò pregato Menichella di prendere le decisioni che ritiene più convenienti e ricorda che, secondo lo statuto e la pratica della Banca internazionale, se un direttore esecutivo è sostituito prima del termine, il posto non è perduto per il Paese che lo aveva fatto eleggere.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Costantino Bresciani Turroni (29-07-1950)

Einaudi scrive a Bresciani Turroni di aver letto con vivo interesse il suo articolo "Giudizi discutibili". L'unico appunto che Einaudi vuol muovere all'articolo riguarda il titolo: invece di discutibili, osserva Einaudi, sarebbe necessario scrivere stupidi. La leggerezza di alcune persone di parlare di cose che non conoscono deve suscitare qualcosa di più della critica.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Costantino Bresciani Turroni (26-05-1951)

Einaudi scrive a Bresciani per parlargli di un argomento che gli sta molto a cuore. Egli è sempre più persuaso della necessità che l'Europa si unisca ma "la fase dell'idea federativa oggi è quella degli inglesi quando sentono parlare di una novità: è assurdo!". Einaudi informa Bresciani che altre banche, la Banca d'Italia in testa, ma anche Comit, Credit, Banca del lavoro, Banco di Napoli, Banco di Sicilia hanno aiutato, con 2 milioni ciascuno, il movimento federalista. Si attende l'aiuto del Banco di Roma per non interrompere il lavoro.

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Documento Corrispondenza: Costantino Bresciani Turroni a Luigi Einaudi (28-05-1951)

Bresciani Turroni, apprezzando i nobili fini del movimento federalista, informa Einaudi di aver disposto che il Banco di Roma dia un suo contributo finanziario, emettendo un assegno di 2 milioni.

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Documento Corrispondenza: Luigi Einaudi a Costantino Bresciani Turroni (30-05-1951)

Einaudi plaude la lettera del 28 maggio 1951 di Bresciani Turroni [sintetizzata in questo fascicolo ASE, NDR] "e al generoso atto per una causa buona".

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Documento Corrispondenza: Giuseppe Bruguier Pacini a Luigi Einaudi (08-10-1945)

Bruguier Pacini invia a Einaudi una bozza del lavoro sullo sviluppo della scienza economica nel cinquantennio 1895-1945. Bruguier Pagini sottolinea che si tratta di una bozza: mentre i paragrafi relativi a Pareto e Pantaleoni sono definitivi, la parte su Loria è "scarsa" (e chiede in proposito a Einaudi l'anno di pubblicazione della bibliografia Loriana), ma gli darà lo spunto per parlare di Croce. Bruguier Pagini avverte Einaudi di non conoscere bene l'argomento e soprattutto di sapere pochissimo dello sviluppo del marxismo in Italia. Anche i paragrafi sugli scrittori monetari (Papi, Fanno, Bresciani Turroni, Supino) è "pasticciato" in quanto egli è un "po' confuso sulle teorie monetarie e sulle teorie dei cicli". [Sull'argomento si vedano anche le lettere del 27 e del 29 agosto 1945, del 4 e del 30 dicembre 1945, tutte sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Pasquale Jannaccone a Luigi Einaudi (14-03-1950)

Pasquale Jannaccone comunica ad Einaudi di aver fatto presente all'Avv. Siglienti le ragioni per cui non sarebbe opportuna la pubblicazione di una raccolta di scritti di Einaudi. Jannaccone invece suggerisce di non dare preventivamente alcuna destinazione alla somma da raccogliere tra gli Istituti affiliati all'Associazione bancaria, ma di stabilire solo che tale somma servirà a creare una istituzione o una fondazione oppure a finanziare una pubblicazione dedicata a Einaudi, da concordarsi con Einaudi stesso. Chiedendo a ciascun Istituto una somma pari a qualche frazione di millesimo dell'ammontare dei rispettivi capitali o dei depositi si metterebbe insieme una somma considerevole, a cui non sarebbe difficile trovare una destinazione gradita a Einaudi. Jannaccone riferisce che l'avv. Siglienti ha trovato opportuna la proposta e che si è riservato di parlarne con Bresciani Turroni [Sull'argomento si vedano anche la lettera del 28 agosto 1950 di Bresciani Turroni, e la lettera del 1° settembre 1950 di Rossi, il cui contenuto è sintetizzato in ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Corrispondenza: Costantino Bresciani Turroni a Ernesto Rossi (28-08-1950)

Costantino Bresciani Turroni scrive a Ernesto Rossi in merito al progetto da questi formulato di creare una collana con lo scopo di diffondere tra gli uomini di affari le dottrine economiche ed i retti principi di politica economica. Secondo Bresciani Turroni non si possono utilizzare traduzioni di opere già pubblicate in inglese o in tedesco. Ciò avrebbe il merito di contribuire a temperare l'infatuazione per Keynes, mettendo in rilievo alcuni principi fondamentali dell'economia classica. Tuttavia è difficile che uomini di affari siano disposti a seguire sottili disquisizioni. Ad esempio il libro di Haberler è magnifico ma astratto e difficile per chi non ha già una preparazione ad hoc. Bresciani Turroni afferma che sarebbe anche difficile raggiungere lo scopo raccogliendo articoli pubblicati nell'ultimo decennio in riviste internazionali: pur scegliendo gli articoli di più facile comprensione e senza formule matematiche, bisognerebbe che gli articoli non fossero slegati tra loro, ma che fossero raccolti intorno a determinati problemi. La soluzione migliore, afferma Bresciani Turroni, potrebbe consistere nel pubblicare opere originali di economisti italiani e stranieri, redatti tenendo conto della finalità dell'opera. Bresciani consiglia a Rossi di contattare tra gli economisti italiani, Fanno, Papi, Amoroso, De Maria, Jannaccone, Vinci e Vito. C'è però il problema del costo della collana, che Bresciani, in qualità di Presidente del Banco di Roma ritiene eccessivo e non finanziabile dal Banco. Quanto alle onoranze Einaudi, Bresciani ritiene, in base ad una precedente conversazione con Einaudi, che questi tenesse molto alla ristampa di "Ephemerides". In alternativa l'idea di ristampare l'opera di Ferrara gli sembra ottima [Si veda anche la lettera del 14 marzo 1950 di Jannaccone a Einaudi, e la lettera di Rossi del 1° settembre 1950, entrambe sintetizzate in questo fascicolo ASE].

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Documento Corrispondenza: Ernesto Rossi a Costantino Bresciani Turroni (01-09-1950)

Ernesto Rossi comunica a Costantino Bresciani Turroni che a seguito della lettera dello stesso Bresciani [lettera 28 agosto 1950, sintetizzata in ASE in questo fascicolo, NDR] e a quella ricevuta da Robbins, gli pare opportuno abbandonare l'idea di creare una collana di opere originali destinata a uomini d'affari. Quanto alla ristampa delle opere di Ferrara, il dott. Siglienti prenderà accordi con Bresciani Turroni il giorno 6 a Milano [Si veda anche la lettera del 14 marzo 1950 di Jannaccone a Einaudi, sintetizzata in questo fascicolo ASE].

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Documento Lettera

Costantino Bresciani Turroni ringrazia Einaudi per l'invio dell'articolo "Scienza economica. Reminiscenze". Egli ritiene che sarebbe molto utile scrivere una storia della scienza economica in Italia e tradurla in inglese in modo tale che anche gli studiosi stranieri possano conoscere il valido contributo degli economisti italiani a questa scienza.

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Documento Lettera

Bresciani Turroni invia a Menichella una copia di una breve nota che egli ha inviato a Einaudi. La nota è allegata alla lettera [in ASE è sintetizzata in questo fascicolo, NDR].

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Documento Lettera

Bresciani Turroni informa Einaudi che le considerazioni esposte da Menichella e dal dott. Costa sui clearing toccano alcuni punti che egli aveva trattato dal punto di vista teorico nella memoria "I cambi esteri in regime di carta moneta", memoria che Bresciani aveva consegnato anche a Einaudi. In questa memoria Bresciani aveva tracciato una teoria matematica del clearing applicando il "solito" metodo del confronto tra le condizioni che definiscono l'equilibrio e il numero di incognite del problema. Bresciani era giunto alle seguenti conclusioni: 1) in un sistema di clearing non è possibile raggiungere l'equilibrio tra importazioni e esportazioni se si pone come condizione che il cambio delle monete dei paesi a clearing sia unico; 2) se si ammette la pluralità di cambi, teoricamente è possibile anche nel clearing un equilibrio tra importazione e esportazione per coppie di paesi, a condizione che le transazioni tra i due paesi siano libere nei riguardi sia dei prezzi che della quantità. Da questa conclusione risulta che il sistema proposto dal dott. Menichella di lasciare che gli esportatori vendano liberamente sul mercato i loro certificati di esportazione a coloro che desiderano importare merci nei limiti dei contingenti è di gran lunga migliore di quello in uso, ma fissare i contingenti significa porre delle condizioni di troppo per l'equilibrio della bilancia commerciale bilaterale e si presenterà il problema dei saldi a cui bisognà provvedere con altre misure.

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Documento Lettera

Lettera di auguri inviata da Menichella a Bresciani Turroni in occasione del 75° anniversario della fondazione del Banco di Roma. Menichella ricorda l'espansione che il Banco ha saputo attuare negli anni e loda l'amministrazione del Banco, pronta alla più ampia e intelligente collaborazione con l'istituto di emissione e in particolare Bresciani Turroni, definito "Maestro delle discipline monetarie".

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Documento Lettera

Bresciani Turroni ringrazia a nome di tutto il personale del Banco di Roma delle lodi e degli auguri espressi da Menichella in occasione della LXXV Annuale della fondazione del Banco.

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Documento Lettera

Bresciani Turroni esprime al Governatore Menichella ammirazione per la sua Relazione annuale, nella quale "ad analisi profonde e originali che gettano nuova luce su importanti fenomeni, si accompagna una sapiente e geniale sintesi". Bresciani nota come Menichella abbia accennato anche ai difetti della scala mobile, come applicata in Italia e gli comunica di aver raccolto a tal proposito molto materiale per un articolo. L'ufficio di statistica tedesca ha studiato attentamente il problema, usando un metodo adeguato alle abitudini di consumo dei tedeschi. Questo metodo ovviamente non è applicabile in Italia ma lo studio è interessante perché mostra che anche in Germania si è sentita l'esigenza di tener conto dell'influenza perturbatrice derivante dalla variazione stagionale dei prezzi. [La risposta di Donato Menichella del 30 luglio 1956 è sintetizzata in ASE in questo fascicolo, NdR].

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Documento Lettera

Menichella ringrazia Bresciani Turroni per "le buone parole" sulla Relazione della Banca e gli chiede se l'articolo che aveva in mente di scrivere sul problema della scala mobile è pronto. In caso contrario Menichella sarà grato se Bresciani gli invierà il materiale raccolto, o quella parte che Bresciani ritenga interessante per la situazione italiana.

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Documento Lettera

Costantino Bresciani Turroni scrive a Luigi Einaudi in merito ad alcuni inconvenienti relativi al cambio ufficiale. Bresciani Turroni riferisce di aver parlato con il Presidente della Camera di Commercio Italo-americana, Sig. Sozzi, che gli ha dimostrato come il cambio attuale, così diverso da quello di esportazione, implichi per gli importatori americano grossi rischi e pertanto disincentivi l'acquisto in America di merci italiane. Infatti la dogana americana può, nell'arco di tre anni dall'importazione, sottoporre a riesame le dichiarazioni degli importatori e, applicando un tasso di cambio diverso da quello originariamente utilizzato per l'importazione, obbligare l'importatore americano a pagare un sopra più di diritti di dogana, oltre ad una eventuale multa per inesatta dichiarazione. Il Sig. Sozzi consiglia che il Governo italiano comunichi ogni giorno ufficialmente i cambi di esportazione all'Ambasciata americana. Tale cambio sarà di riferimento anche per le dogane americane. Un'altra questione è stata segnalata più volte a Bresciani Turroni: in Svizzera numerosi intermediari avvicinano i lavoratori italiani per acquistare franchi svizzeri contro lire ad un prezzo di poco superiore al cambio ufficiale e li rivendono poi a prezzo di borsa nera in Italia. Si chiede che la Banca d'Italia applichi anche alle rimesse dalla Svizzere le agevolazioni previste per gli esportatori. Ma, sottolinea Bresciani Turroni, anche in tal modo la media dei due cambi resterebbe notevolmente inferiore ai corsi di borsa nera, e quindi non verrà rimosso l'incentivo a vendere i franchi svizzeri attraverso vie illegali.

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Documento Lettera manoscritta

Bresciani Turroni riferisce a Foscolo degli incontri che egli ha avuto nei giorni precedenti. In prticolare Bresciani racconta di aver incontrato a Milano il dott. Pizzoni, il quale era preoccupato per l'entrata di Pesenti all'IRI, in quanto temeva qualche "sorpresa" in tema di nazionalizzazione delle banche ed esortava quindi Bresciani Turroni ad occuparsi del problema, per poter subito, "alle prime arringhe", scrivere articoli sul "Corriere" o tenere una conferenza. Per quanto riguarda le possibilità di sviluppo in Svizzera, Bresciani Turroni comunica a Foscolo di essere disponibile a tenere una conferenza in tedesco a Zurigo e una in francese a Ginevra, se ciò possa essere utile alla banca [la risposta di Foscolo del 17 maggio 1946 è sintetizzata in questo fascicolo ASE, NDR].

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Documento Lettera dattiloscritta

Foscolo risponde alla lettera di Bresciani Turroni dell'11 maggio 1946 [in sintesi in questo fascicolo ASE, NDR]. Egli non è grado di dire se le preoccupazioni del dott. Pizzoni per l'entrata di Pesenti all'IRI, per quanto concerne la nazionalizzazione delle banche siano fondate. Foscolo ipotizza che tali timori siano sorti da un discorso tenuto da Mauro Scoccimarro in un comizio elettorale, ma a Foscolo non sembra che Scoccimarro abbia detto niente di nuovo. In ogni caso, avverte Foscolo, bisogna essere preparati se si manifestano dei segni premonitori, tanto più che le banche gli sembrano già abbastanza nazionalizzate. Per quanto riguarda le possibilità di sviluppo in Svizzera, Foscolo ritiene che l'idea che Bresciani Turroni tenga delle conferenza a Zurigo e a Ginevra gli sembra buona: l'Istituto se ne avvantaggerebbe in prestigio e rinomanza nell'ambiente finanziario svizzero.

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Documento Lettera dattiloscritta con correzioni autografe

Bresciani Turroni scrive a Foscolo in relazione al rifiuto opposto dalla Banca d'Italia alla apertura di nuove filiali del Banco di Roma in località dove sono già presenti filiali di banche di interesse nazionale. Bresciani propone di interessare direttamente il Sen. Einaudi: proibire l'apertura di nuove filiali viola il principio di libera concorrenza che Einaudi che sempre sostenuto e consolida un monopolio a favore delle banche già esistenti. "E' questo un principio di quell'economia pianificata, della quale ora a gran voce si richiede l'abolizione".

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Documento Lettera dattiloscritta

Foscolo ringrazia Bresciani Turroni per l'offerta di parlare el Sen. Einaudi a proposito dell'apertura delle nuove filiali del Banco di Roma, ma ritiene che non sia il caso di rivolgersi al Governatore, dal momento che egli ha saputo che è lo stesso Einaudi a impartire personalmente le istruzioni sul modo in cui le filiali della Banca d'Italia ddevono condurre le indagini per l'apertura di nuovi sportelli bancari. Foscolo aggiunge che egli ha già sottoposto la questione al Comm. Menichella e teme che questi potrebbe aversene a male di un ricorso al Governatore sul medesimo argomento.

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Documento Lettera dattiloscritta

Foscolo scrive a Bresciani Turroni della seduta del Consiglio di Amministrazione del Banco di Roma, tenuto il 15.07.1946. La situazione generale dell'Istituto è buona, con un incremento nel settore dei cambi e dei rapporti con l'estero.L'affare saliente delle ultime settimane, racconta Foscolo, è quello concluso con la Confederazione Italiana degli armatori per l'acquisto di 50 navi Liberty. E' un affare importante sia perché procurerà notevoli utili sia perchè permette al Banco di vivificare la sua situazione negli ambienti finanziari americani. Foscolo riferisce a Bresciani che comunque anche più in generale gli azionisti erano assai soddisfatti dell'operato di Bresciani Turroni e di Foscolo.

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Documento Lettera dattiloscritta

Foscolo scrive a Bresciani Turroni che la situazione generale dell'Istituto è sempre buona, e per quanto riguarda i fidi, si è registrato un incremento davvero notevole. Foscolo informa Bresciani che a Napoli è stato firmato l'atto costitutivo dell'"Istituto italiano per gli studi Storici", sorto ad iniziativa della Banca d'Italia con l'adesione della Banca Commerciale, del Credito italiano, e del Banco di Roma. L'Istituto ha scopi di alta cultura e costituisce un omaggio a Benedetto Croce. Su richiesta di Mediobanca il Banco di Roma ha versato i residui 5/10 del capitale sottoscritto, completando in tal modo la quota di partecipazione al capitale sociale, in Lit. 300.000.000

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Documento Lettera dattiloscritta

Bresciani Turroni informa Foscolo di aver incontrato il prof. Ropke, noto economista dell'Università di Ginevra. Dalla conversazione Bresciani ha dedotto che in Svizzera la situazione economica italiana è valutata abbastanza esattamente, restano invece perplessità sulla situazione politica interna. Bresciani si chiede se sia oportuno che egli tenga una Conferenza a Zurigo sulla sistuazione economica dell'Italia durante le trattative per un nuovo accordo commerciale con la Svizzera. Bresciani prega Foscolo di chiedere un parere anche al Ministero degli esteri [La risposta di Foscolo e la replica di Bresciani sono sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR].

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Documento Lettera dattiloscritta

Foscolo risponde alle perplessità sollevate da Bresciani Turroni in relazione all'opportunità di tenere una Conferenza a Zurigo sulla situazione economica dell'Italia durante le trattative per un nuovo accordo commerciale con la Svizzera [la lettera di Bresciani del 12 ottobre 1946 è sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR]. Foscolo ha chiesto un parere al Ministero degli esteri, nella persona del Vice Direttore Generale, dott. Grazzi. Questi è favorevole alla conferenza di Bresciani in Svizzera, ma chiedeva di riflettere sull'enorme risonanza che la conferenza avrebbe avuto in Svizzera e altrove. L'italia è infatti debitrice in clearing di una somma ingente verso la Svizzera, somma il cui pagamento si desidera rimandare. Un quadro troppo roseo dell'economia italiana potrebbe causare insistenze svizzere per ottenere pagamento, ma un quadro troppo fosco neanche converrebbe. Foscolo dichiara la fiducia sua e di Grazzi nell'abilità di Bresciani Turroni di evitare Scilla e Cariddi [Si vedano anche le lettere di Bresciani Turroni del 12 e del 28 ottobre, sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR]

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Documento Lettera dattiloscritta

Bresciani ritiene che le difficoltà accennate dal dott. Grazzi in relazione alla conferenza che Bresciani terrebbe in Svizzera si può risolvere facendo una distinzione tra situazione economica interna e condizioni della bilancia dei pagamenti: malgrado la ripresa in parecchi settori dell'industria con il conseguente sviluppo delle esportazioni, queste partite sono ben lontane dal coprire le partite passive, sicché si prevede per il 1947 e per gli anni successivi un disavanzo della bilancia dei pagamenti. [Si vedano anche le lettere del 12 e del 18 ottobre, sintetizzate in ASE in questo fascicolo, NDR]

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Documento Lettera manoscritta

Bresciani Turroni scrive a Foscolo per accordarsi sulla data in cui tenere il Consiglio di Amministrazione del Banco di Roma. Inoltre Bresciani chiede a Foscolo di interpellare il dott. Ruta in merito all'espressione "sterline libere" e al suo preciso significato.

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Documento Lettera dattiloscritta

Foscolo riferisce a Bresciani Turroni di alcune riunioni tenute presso l'IRI tra gli amministratori delegati delle tre banche, il Ministro Campilli e il prof. Einaudi. Le riunioni avevano ad oggetto le richieste di finanziamento dell'IRI per le sue aziende, e aggiunge Foscolo, "le discussioni sono state lunghe e spesso burrascose". In conclusione le banche di interesse si sono irrigidite e hanno fatto notare come i finanziamenti loro richiesti fossero vietati dalla legge bancaria e dalla convenzione basilare IRI-banche. A parere di Foscolo l'eco che tali discussioni hanno avuto nella stampa è stata poco opportuna in quanto si è messo in evidenza l'enorme fabbisogno finanziario dell'IRI e il tentativo fatto da quest'ultimo per premere sulle sue banche.

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Documento Lettera dattiloscritta

Bresciani Turroni scrive a Foscolo ricordando che l'anno precedente aveva convenuto con Abdullatif Boghdadi (del Ministero del Commercio e dell'Industria Egiziano, NDR) che le operazioni relative alle forniture di merci dall'Italia all'Egitto da effettuare a titolo di riparazione, avrebbero potuto passare per il Banco di Roma. Bresciani chiede a Foscolo se ritiene opportuno che egli si metta nuovamente in contato con Boghdadi, pregandolo di badare che il governo egiziano non ritorni sulla decisione di affidare al Banco di Roma le aperture di credito

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Documento Lettera dattiloscritta

Foscolo accetta la proposta di Bresciani Turroni di scrivere a Boghdadi, proposta espressa nella lettera dell'11 luglio 1947 (sintetizzata in ASE in questo fascicolo). Foscolo afferma che sarebbe un vero peccato non mettere a frutto per il Banco le eccellenti relazioni che Bresciani ha costruito con personaggi di primo piano in Egitto, scongiurando il pericolo che altre banche si accaparrino un lavoro così interessante.

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Documento Lettera: Roma 17 marzo 932

De Viti chiede a Einaudi "il nome esatto e i titoli e l'indirizzo" di Bresciani Turroni, di Garino Canina e di Rossi; quest'ultimo egli crede si trovi al penitenziario di Pallanza.

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Documento Lettera: 29 marzo 1934

De Viti ringrazia Einaudi per aver ricevuto sei copie del suo volume appena pubblicato e lo informa di desiderare far avere il volume a Giretti, a Bresciani Turroni e a Cabiati, lasciando inoltre Einaudi libero di spedirlo a chi ritiene opportuno. De Viti si riferisce ai suoi Principi di economia finanziaria ripubblicati dall'editore Einaudi nel 1934.

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Documento Corrispondenza: Franco Modigliani a Costantino Bresciani Turroni (16-04-1946)

Lettera dattiloscritta (1 pagina) di Franco Modigliani a Costantino Bresciani Turroni dopo aver letto un suo articolo sulla situazione monetaria e finanziaria italiana pubblicato sul Corriere d'Informazione, per presentarsi e chiedergli informazioni su una-due riviste italiane cui valga la pena di abbonarsi per poter seguire il dibattito di teoria e politica economica in Italia.

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Documento Corrispondenza: Costantino Bresciani Turroni a Franco Modigliani (29-05-1946)

Lettera dattiloscritta (1 pagina) di Costantino Bresciani Turroni a Franco Modigliani, in Carta intestata "Banco di Roma, Il presidente". Bresciani Turroni risponde alla richiesta di informazioni espressa nella lettera del 26 aprile precedente da Franco Modigliani, suggerendogli la lettura del "Giornale degli Economisti" e della "Rivista Bancaria" e inviandogli la Relazione annuale del Banco di Roma. Allo stesso tempo lo invita a scrivere al Governatore della Banca d'Italia Luigi Einaudi per avere una copia della Relazione annuale della Banca d'Italia.

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Documento Corrispondenza: Costantino Bresciani Turroni a Meuccio Ruini

Memorandum (4 pagine) di Costantino Bresciani Turroni per il Ministro della Ricostruzione in merito alla supposta "liquidazione della produzione autarchica" richiesta dagli Stati Uniti al Ministero degli Esteri Italiano. Bresciani chiarisce e circoscrive il significato della nota americana e difende il diritto dell'Italia ad attuare una propria politica commerciale, che, senza ricorrere a pratiche autarchiche o discriminatorie, consenta all'Italia di ricostruire la propria capacità produttiva, acquisire un proprio ruolo nel commercio internazionale ed attuare l'equilibrio della bilancia dei pagamenti in conformità agli accordi di Bretton Woods. [Un'altra copia di questo memorandum è custodita presso la Biblioteca del Dipartimento di Economia dell'Università Federico II di Napoli, nel Fondo Federico Caffè (busta 8). Il documento è presente in sintesi nell'Archivio ASE anche in quest'ultima collocazione].

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