20.03.1882 nasce a Lonigo (Vicenza) da Luigi Cenzato e Teresa Gaspari.
1904 si laurea in Ingegneria Industriale ed Elettrotecnica presso il Politecnico di Milano.
1907 sposa Maria Galletti.
1912 si trasferisce a Napoli, dove si dedica allo studio delle problematiche economiche meridionali, ricoprendo incarichi di rilievo.
02.08.1969 muore a Napoli.
Attività professionale
1905 E' scelto dal prof. Giuseppe Belluzzo quale collaboratore per la costruzione delle turbine a vapore, ideate dallo stesso Belluzzo. Come tale, è assunto dalla ditta "Gadda & C.".
1907 Terminata la costruzione delle turbine Belluzzo, in seguito all'assorbimento della ditta "Gadda & C." dal Tecnomasio Italiano Brown Boveri, diviene Capo dell'Ufficio Impianti. Fra gli altri, assume la responsabilità dell'impianto idroelettrico di Grosseto, dell'Adamello e della centrale del 2° Salto di Pescara della Società Elettrochimica.
1912 E' invitato ad entrare come ingegnere capo nella Società Napoletana per Imprese Elettriche del Gruppo Meridionale di Elettricità, per la quale riveste le cariche di direttore tecnico (1913) e direttore amministrativo (1914). Quale diretto collaboratore di Maurizio Capuano, uomo di fiducia dei finanzieri ginevrini, che controllano diverse società elettriche private operanti a Napoli, partecipa al programma di elettrificazione del Mezzogiorno d'Italia e alla costituzione del Gruppo Meridionale di Elettricità. Da questa data in poi, e per oltre un quarantennio, Cenzato si dedica allo studio delle problematiche dell'economia meridionale, apportando un notevole contributo allo sviluppo industriale del Paese.
1919-1943 Nell'ambito del gruppo facente capo alla Società Meridionale di Elettricità (SME), ricopre cariche di grande responsabilità, quali Presidente del Consiglio di Amministrazione della SME stessa (1937), Vice Presidente della Società Elettrica della Campania, Presidente della Società Generale Pugliese di Elettricità (1928-1943), Presidente della Società Elettrica delle Calabrie (1926-1943). Durante questo periodo, Cenzato si sforza di estendere a quasi tutto il Mezzogiorno quella posizione di monopolio che la SME è riuscita a conquistare in Campania.
1935-1951 E' questo l'arco temporale che segna l'apice della carriera professionale di Giuseppe Cenzato. La sua attività si esplica maggiormente nelle opere di ricostruzione e incentivazione dell'economia del Sud Italia nel periodo del primo e secondo dopoguerra. Tuttavia, già in precedenza si era adoperato per favorire la penetrazione del capitalismo industriale nelle regioni più periferiche del Mezzogiorno. Tramite particolari provvidenze dello Stato nel settore delle infrastrutture per incentivare i nuovi insediamenti industriali, cerca, così, di dirimere la questione meridionale. Dopo il secondo conflitto ribadisce queste idee nel saggio, "Il problema industriale del Mezzogiorno", scritto insieme a Salvatore Guidotti. In questo ventennio è chiamato a svolgere incarichi di grande rilievo per l'Istituto per la Ricostruzione Industriale (ricordiamo fra i più importanti, quello di Presidente della società Finanziaria di Elettricità e quello di Presidente della Società Idroelettrica Alto Flumendosa), diviene Presidente della Compagnia Nazionale delle Imprese Elettriche (CONIEL), della Società delle Imprese Elettriche d'Oltremare (SIEO), delle Edizioni Scientifiche Italiane e dell'Associazione per lo Sviluppo dell'Industria nel Mezzogiorno (SVIMEZ), dopo averne promosso la costituzione.
In più, si adopera per la realizzazione del Piano Regolatore di Napoli (1936); è membro della Commissione Tecnica Consultiva dell'ISVEIMER (1941-1942) e realizza, nell'ambito Confindustria, la costituzione del "Comitato Permanente per i Problemi del Mezzogiorno e delle Isole" (1954). Grazie al suo impegno nell'apportare un notevole e sostanziale contributo ai problemi dell'economia meridionale e dell'intero Paese, è designato dal Governo ad essere rappresentante dell'Industria Elettrica Italiana alla Conferenza Mondiale dell'Energia negli Stati Uniti d'America (1936) ed è scelto come consulente esperto nella prima discussione del Piano Marshall.
Onorificenze
1933 Cavaliere dei SS.Maurizio e Lazzaro
1937 Grand'Ufficiale della Corona d'Italia
1939 Commendatore dell'Ordine Coloniale della Stella d'Italia
1939 Cavaliere del Lavoro e Presidente del gruppo del Mezzogiorno dei Cavalieri del Lavoro (dal 1954).
Pubblicazioni più importanti
- Le disponibilità di energia elettrica nel Mezzogiorno d'Italia e lo sviluppo industriale, Napoli, 1930.
- L'industria idroelettrica nel Mezzogiorno, Napoli, 1930.
- L'Organizzazione aziendale ed i problemi del Mezzogiorno, (a cura di) Unione degli Industriali della Provincia di Napoli, Napoli, 1933.
- Organizzazione scientifica del lavoro, Bari, 1933.
- Storia elettrica dell'Italia Meridionale, Napoli, 1933.
- Discorso del presidente generale dell'Associazione Elettrotecnica Italiana (A.E.I.), (a cura di) L'Elettrotecnica, Firenze, 14/18 maggio, 1942.
- Il problema industriale del Mezzogiorno, Milano, Stampa Strada, 1946.
- Relazione generale al primo convegno dei tecnici e degli industriali del Mezzogiorno e delle isole, (a cura di) Camera di Commercio, Industria e Agricoltura di Napoli, Napoli, Arti grafiche, Torella, 3/5 ottobre 1949.
- La situazione del Mezzogiorno. Relazione dell'Unione Industriali di Napoli, Napoli, 1952.
- L'industrializzazione del Mezzogiorno, (a cura di) Unione degli Industriali della Provincia di Napoli, Napoli, Arte tipografica, 1954.
- L'industrializzazione del Mezzogiorno: Problema nazionale di espansione territoriale (articolo pubblicato sul "Giornale d'Italia", 22/12/1955).
Per questa biografia, si veda:
Cesarino Giovanni, Cenzato: una vita da manager, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1998.
Sicca Lucio, Izzo Francesco, La SME di Giuseppe Cenzato in "Storia dell'industria elettrica in Italia", Napoli, Laterza.
Biografia a cura di Anna Iacopino e Ivana Visconti
Documento Le industrie caratteristiche della Campania
L'argomento si incentra sui meccanismi di sviluppo dell'industria meridionale (in particolare napoletana). Dopo una breve storia dello sviluppo dell'industria meridionale dal periodo borbonico a circa il 1940, si individua nella debolezza strutturale, dovuta all'isolamento del Regno delle Due Sicilie rispetto al resto d'Italia, una delle principali cause del mancato sviluppo industriale dell'Italia meridionale, la cui industria non è riuscita a svilupparsi per settori, ma per tipologie ("a Napoli e dintorni si fabbricava un poco di tutto, dalle locomotive alle punte di Parigi, dalle rotaie ai ferri da cavallo, dagli scafi dei vascelli da guerra, alle piccole barche da pesca". Cottrau - "La crisi della città di Napoli"). Tuttavia, anche nei periodi di maggiore depressione economica esiste una tipologia produttiva che ha avuto una continuità di vita e che si è affermata a livello mondiale, non soltanto a causa di un'attrezzatura di prim'ordine, ma soprattutto per una particolare tecnica di lavorazione. Alcuni esempi: pastificazione, conserve alimentari, cantieri navali, tessitura, lavorazione del cuoio e delle pelli. Si individua in queste tipologie di produzione gli elementi trainanti per l'economia non solo meridionale, ma nazionale. Il processo di industrializzazione meridionale può agevolmente essere incentivato, grazie all'installazione di macchine che sfruttano l'energia elettrica. Nel 1903, epoca del primo censimento industriale, l'attività è concentrata esclusivamente nel comune di Napoli, in quanto nella restante parte della provincia si rileva ben poco. Tra il 1904 e il 1908, per effetto degli incentivi e delle agevolazioni fiscali del governo di allora, molte industrie del Nord si affrettarono ad istituire a Napoli alcune filiali e stabilimenti. Ciò costituì il nucleo della nuova industria napoletana. Nel primo dopoguerra, l'industria napoletana sembra avere una notevole flessione, a vantaggio di quella settentrionale che sopravvive, grazie alla presenza di macchinari all'avanguardia e al notevole impiego di capitali. Lo stato non fornisce aiuti economici; solo alcune industrie private sopravvivono, grazie all'impiego di capitali privati. Tra il 1937 e il 1940, la situazione del livello medio produttivo dell'industria napoletana riflette il profondo dislivello esistente con il Nord Italia. Napoli e le province meridionali sono incapaci di produrre tutto quello che costituisce il fondamento della vita civile moderna (dalle specialità medicinali alle lampade elettriche).
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Documento Progetto di massima per l'industrializzazione della zona a Nord di Napoli
L'argomento affrontato riguarda la possibilità di trovare soluzioni per incentivare il processo di industrializzazione del triangolo compreso fra Napoli, Maddaloni e Cancello Arnone. I criteri guida sono i seguenti: necessità di ubicare i nuovi centri industriali e residenziali nel quadro più vasto del piano regionale, tenendo in considerazione i presupposti tecnici relativi agli impianti, quelli climatici ed ambientali; il facile afflusso delle masse lavorative, delle materie prime e dei prodotti, servendosi di appositi scali ferroviari e delle nuove strade e autostrade progettate. In relazione all'incremento demografico, si prevedono anche nuovi centri residenziali.
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Documento La situazione e le prospettive di sviluppo industriale della regione Campania
L'attenzione si focalizza sul problema industriale della Campania, in modo particolare sul caso della provincia di Napoli. In queste zone infatti, tenuto conto della densità di popolazione e del corrispondente deficiente reddito agricolo, vi è la più imperiosa necessità di ulteriore industrializzazione.
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Documento Criteri direttivi
Progetto di industrializzazione per l'Italia meridionale che indica, in base ad alcuni criteri economici legati in modo particolare alla disponibilità delle materie prime, quali sono quei rami d'industria che è possibile far attecchire nel territorio.
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Documento Previsioni di sviluppo industriale
Tabella esplicativa dei rami d'industria, dell'occupazione operaia, della capacità produttiva annua, della formazione di reddito, del quantitativo di materie prime da importare via mare e da esportare.
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Documento La distribuzione territoriale del previsto sviluppo industriale
Indagine sulla prevedibile localizzazione delle industrie nell'interno delle singole zone di industrializzazione. Si prevede che nella zona di Napoli, le principali industrie saranno localizzate lungo la fascia costiera e nella zona orientale di Napoli, in rapida comunicazione con il porto. L'indagine riguarda tutto il territorio industriale campano ed è correlata da due tabelle esplicative.
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Documento Piano regionale campano. Settori dell'agricoltura, dell'industria, del commercio, dei traffici marittimi, terrestri ed aerei, del turismo
Elenco degli incaricati alla realizzazione del piano regionale campano dei settori dell'agricoltura, dell'industria, del commercio, dei traffici marittimi, terrestri ed aerei e del turismo. Il settore dell'industria è affidato all'ingegnere Giuseppe Cenzato, presidente della Sme di Napoli, insieme al prof. Salvatore Guidotti, libero docente di statistica dell'università di Roma.
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Documento La ripresa industriale della Campania
Indagine sulle prospettive della ricostruzione economica della Campania, che esamina la situazione delle province meridionali, principalmente per individuare gli errori del passato e le nuove vie da seguire per riportare il paese a quella migliore forma di collaborazione alla vita economica del mondo, condizione assoluta per la continuità e la sicurezza della convivenza internazionale. Analisi dell'attrezzatura industriale del paese nel 1940 che permette di conoscere le deficienze generiche e specifiche della struttura produttiva e la valutazione delle attività produttive, alle quali dovrà essere garantito più respiro e più ampio sviluppo.
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Documento Piano per l'irrigazione della Campania
Studio ampio e generale impostato dalla Svimez di tutte le possibilità di sviluppo offerte dalla Campania, attraverso l'elaborazione di un gruppo di progetti coordinati e riflettenti i vari settori dell'economia della regione. Il quadro di irrigazione si inserisce in questo contesto che non dimentica di dare ampio spazio allo studio agro-economico.
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Documento Lo sviluppo dell'agricoltura della Campania e l'irrigazione
Scopo dello studio ampio e articolato di Luigi Croce è la determinazione dell'incremento di produzione per considerare la convenienza di una profonda trasformazione agraria di vasti territori della Campania. Nello svolgimento del lavoro, si tiene principalmente conto di ricerche e studi compiuti in precedenza e si approfondiscono nel campo economico ed agro-economico le cognizioni dirette della tecnica e della pratica con indagini disposte ed effettuate. Alla relazione sono allegate cinque tavole, che individuano il raggio d'azione nel cui ambito è necessario sviluppare il progetto.
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Documento Le possibilità di sviluppo dei singoli rami d'industria
Studio che mira ad individuare le possibilità di sviluppo dei vari rami d'industria. Analizza settore per settore tutte le industrie campane da quelle estrattive, del legno, alimentari, metallurgiche e meccaniche, prevedendo sviluppi ed individuando i limiti di ciascun settore.
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Documento Relazione sul porto di Napoli
Studio commissionato a Gaetano Serino da parte della Svimez, che sottolinea che prima del secondo conflitto mondiale il porto di Napoli, malgrado le sue deficienze, era quello, fra gli altri porti italiani, che aveva meno risentito della contrazione dei traffici. Ciò costituiva la prova migliore della sua vitalità a conferma delle funzioni che esplicava per lo sviluppo e il potenziamento dell'agricoltura, dell'industria e del commercio del retroterra.
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Documento Pro-memoria per il dr.Guidotti. Eventuali industrie a carattere chimico da installarsi nella zona interessante i nuovi lavori del canale nel porto di Napoli
In questa relazione, inviata a Salvatore Guidotti, Cenzato individua le industrie a carattere chimico da installarsi nella zona interessante i nuovi lavori del canale del porto di Napoli. Il concetto seguito è improntato a giustificare l'afflusso del tonnellaggio annuo attraverso questo canale. Il criterio seguito è stato quello di segnare una potenzialità media e mai superiore alla potenzialità degli stabilimenti attualmente funzionanti nel resto d'Italia. I dati delle superfici e degli addetti sono approssimati, perchè dipendenti dalle esigenze del momento e dalla modernità dell'impianto stesso.
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Documento Effetti economici di un programma di investimenti nel Mezzogiorno
Il nucleo essenziale del programma, oggetto di questo studio Svimez, riguarda bonifiche irrigue e sistemi di acquedotti a grande raggio da realizzare nel Mezzogiorno. A queste due opere si ricollega la costruzione di impianti per la produzione di energia elettrica ed altre iniziative industriali e commerciali riguardanti i fondamentali settori produttivi meridionali dell'ortofrutticolo e dell'estrazione dell'olio d'oliva. Un progetto minore riguarda l'istallazione di un impianto per la produzione di carta di legno ricostituito. I progetti sono correlati dal relativo ammontare dei costi di esecuzione. All'interno del documento sono state inserite sette tavole-lucidi di istogrammi riguardanti la ripartizione regionale del programma, l'analisi della spesa, lo sviluppo del primo ciclo di reddito, gli effetti economici e lo sviluppo degli stessi determinati dalla spesa.
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Documento Mesures adoptees en Italie pour favoriser le developpement industriel
Relazione in lingua francese sulla politica italiana industriale dopo la seconda guerra mondiale, incentrata sull'intervento diretto e indiretto dello stato per favorire lo sviluppo industriale.
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Documento Primi dati sul programma di importazioni per l'anno 1947
Lo studio, commissionato dal Comitato Interministeriale per la Ricostruzione, analizza la situazione dell'economia italiana al termine del conflitto mondiale, tracciando una situazione di grave depressione resa particolarmente pericolosa dal fatto che il paese manca di quasi tutte le materie prime, richieste dall'industria moderna e per di più, a motivo della sua densa popolazione, richiede forti integrazioni dall'estero nel campo dei prodotti alimentari. Questa particolare situazione dell'Italia è bene documentata dalla struttura della bilancia italiana dei pagamenti. Si auspica che l'industria, dopo l'abbandono delle produzioni belliche, sposti la propria attività in altri settori, quali il meccanico e l'elettromeccanico, metallurgico, chimico, tessile, alimentare e minerario.
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Documento Verbale della riunione tenuta l'8 luglio 1946
Lo scopo della riunione della commissione del Centro Economico per la Ricostruzione è quello di considerare nel suo insieme la situazione italiana del dopoguerra per individuare una via comune di sviluppo economico. A tal fine, ci si interroga se sia il caso di lasciare andare le cose da se, oppure se la situazione economica del paese necessiti di un coordinamento dell'azione governativa e privata nei vari settori dell'economia, per raggiungere dei risultati economici che portino ad una rinascita del paese.
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Documento Programma decennale per l'esecuzione di opere pubbliche nel Mezzogiorno, nella Sicilia e nella Sardegna
Studio sul fabbisogno di opere pubbliche nel Mezzogiorno, nella Sicilia e nella Sardegna. Dalle tabelle connesse alla relazione è possibile individuare i vari settori d'intervento, quali: strade, abitazioni, edilizia scolastica e sanitaria, centri ospedalieri, acquedotti e fognature.
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Documento Comunicazioni del presidente del Banco di Napoli, in merito all'applicazione delle leggi sulla industrializzazione del Mezzogiorno al convegno dei componenti il comitato tecnico-amministrativo della sezione di credito industriale del Banco di Napoli e dei
In questa comunicazione, il presidente del Banco di Napoli informa che l'industrializzazione del Mezzogiorno è regolata dai D.L. n.1598 del 14/12/1947, n.121 del 5/3/1948 e n.1482 del 29/12/1948. Il Banco di Napoli è incaricato di istituire e concedere finanziamenti col concorso dello Stato, in tutta la parte continentale e l'isola d'Elba. Il Mezzogiorno ha dimostrato la propria volontà di immettersi nel movimento economico nazionale, attraverso l'espansione industriale. In un anno, da che il governo ha annunciato il suo divisamento, sono pervenute al Banco di Napoli 647 domande che corrispondono naturalmente ad altrettante iniziative, per un importo quasi di 42 miliardi.
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Documento L'industria delle conserve vegetali nel Mezzogiorno
Gian Giacomo Dell'Angelo, per conto di Sudindustria, compie uno studio sul commercio ortofrutticolo e sulla produzione conserviera. Se è vero che l'industria conserviera deve mirare a rifornire in larga misura i mercati esteri, è evidente che essa dovrà porsi in grado di offrire quei prodotti che i consumatori stranieri più richiedono. In proposito, è dato di vedere come il gusto di essi si sia andato modificando con l'andare del tempo, a discapito dei tradizionali prodotti conservati e con un orientamento sempre più spinto verso prodotti che la moderna tecnica si è posta in grado di preparare. Ci si dovrebbe pertanto attendere in un futuro abbastanza prossimo, la scomparsa di un notevole numero di piccole attività e di veder sorgere al loro posto alcuni impianti moderni capaci di valorizzare pienamente la produzione locale.
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Documento Aspetti dell'industria elettrica in Italia con particolare riferimento alle regioni meridionali
Lo studio di Mario Battistelli tende a mettere in luce gli elementi per l'esatta valutazione dell'importanza che riveste l'industria elettrica nell'economia italiana e dell'imponente sforzo finanziario che bisognerebbe compiere, perchè essa sia portata ad un livello rispondente alle attuali e future necessità del paese. Non è pensabile, infatti, che questo problema, per quanto riguarda l'Italia meridionale, possa essere affrontato e risolto ricorrendo alle provvidenze previste dalla legge per l'industrializzazione del Mezzogiorno, tenendo presente la portata del fabbisogno finanziario, che è di gran lunga superiore alla misura dei finanziamenti che possono essere concessi dalla legge stessa.
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Documento Prospettive sullo sviluppo dell'industria meccanica nel Mezzogiorno
Secondo l'analisi di Mario Battistelli, nel meridione d'Italia l'industria meccanica è poco sviluppata e concentrata solo in qualche zona. Occorre, pertanto, avviare il Mezzogiorno verso una prima fase di industrializzazione nel campo della meccanica, creare con criterio di distribuzione territoriale nuovi centri di produzione, tendere alla formazione di maestranze specializzate, provvedere alla formazione di adeguate organizzazioni commerciali. Conseguito ciò, non è escluso che possano presentarsi ulteriori possibilità nel campo della meccanica superiore.
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Documento Relazione tecnico-economica sulla domanda di finanziamento della società "Calci e Cementi" relativa al nuovo cementificio su Scafa - Pescara
Studio commissionato da Sudindustria a Mario Battistelli. Dopo una trattazione storica sullo sviluppo dell'industria cementiera in Italia, lo studio si incentra sul progetto del nuovo cementificio da far sorgere accanto a quello già esistente a Scafa. In un sopralluogo effettuato sulle miniere e il vecchio agglomerato, si constata che le attrezzature, i sistemi di lavorazione, l'origine dei servizi sono propri della grande azienda e rispondono alle più moderne esigenze della tecnica industriale. Le condizioni del nuovo cementificio, per quel che concerne la disponibilità di materie prime, possono essere considerate ottime, perchè estremamente raro che si possa disporre di queste ultime nelle immediate vicinanze.
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Documento Prospettive sullo sviluppo dell'industria siderurgica nel Mezzogiorno d'Italia
Lo studio ha inizio con un breve preambolo, in cui è spiegato che nel 1938 l'industria siderurgica nazionale ha già raggiunto un notevole sviluppo, tanto da essere in grado di fornire la maggior parte dei prodotti di ghisa e acciaio impiegati in Italia. Il problema siderurgico appare comunque delicato, vista la grave sperequazione tra la capacità di produzione degli impianti dell'Italia centro-settentrionale e quelli meridionali, rappresentati dal solo centro di Bagnoli. In ogni caso, la capacità di assorbimento del mercato meridionale e i crescenti bisogni del Mezzogiorno giustificherebbero l'esistenza di qualche altro impianto siderurgico. Vi potrebbero essere finanziamenti e nuove imprese nel Mezzogiorno, qualora fossero evidenti la razionalità tecnica delle attrezzature, la corretta impostazione dei programmi di produzione e di vendita e, soprattutto, un accurato esame dell'analisi dei costi.
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Documento Rapporto sulla attività svolta dal Centro Provinciale per la produttività di Napoli dall'1 Luglio 1956 al 30 Giugno 1957
Il documento illustra il primo anno di attività del CPN, volto alla divulgazione delle tecniche produttivistiche nel campo economico e sociale ed alla sensibilizzazione degli ambienti economici. Tale rapporto è orientato a chiarire gli obiettivi perseguiti e ad individuare i problemi che interessano le singole categorie. Durante il precedente esercizio finanziario (1 luglio 1956 - 30 giugno 1957), il Centro ha svolto una fase dimostrativa e formativa per dirigenti e tecnici d'azienda in alcune delle moderne tecniche produttivistiche, in modo da consentirne l'applicazione nelle diverse aziende. L'azione si è svolta nell'ambito dell'industria, dell'agricoltura, della pubblica amministrazione, del finanziamento, dell'istruzione, dei programmi sociali, del lavoro. Frequenti riunioni si sono tenute presso l'Unione degli industriali, in collaborazione con l'Associazione Meridionale ricerche di mercato su problemi del marketing.
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Documento Relazione del presidente
Il presidente del Centro, in una breve relazione traccia le linee generali del programma approvato nella riunione del 12 dicembre 1957, che riguarda vari argomenti tra cui: un ciclo di sessioni formative, l'applicazione di alcune tecniche produttivistiche a titolo di sperimentazione pratica in alcune aziende scelte, eventuali finanziamenti di programmi aziendali, tramite prestiti di produttività e la formazione di consulenti locali. Sottolinea inoltre che, mentre le grandi aziende possono pagare con propri mezzi l'azione di studio atta a risolvere i problemi futuri (marketing, miglioramento dei metodi nella produzione e nella distribuzione), le piccole e medie aziende non posso fare altrettanto. Da questo punto di vista, il Centro viene incontro alle loro esigenze, organizzando studi su problemi economici e sociali. Per quanto riguarda la formazione dei consulenti locali, viene indicato Giuseppe Cenzato, al fine dell'organizzazione pratica del corso.
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Documento Schema del programma del Centro provinciale per la Produttività di Napoli per l'anno 1958/1959
Il programma del Centro sviluppa concrete iniziative intese all'applicazione di tecniche produttivistiche. I settori economici interessati sono: industria, industria conserviera, fonderie, commercio, agricoltura, istruzione, pubblica amministrazione, lavoro, prestiti di produttività, armamento.
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Documento Discorso di apertura pronunciato dall'Onorevole Rodolfo Morandi
Al primo congresso nazionale dei gruppi tecnici socialisti, l'onorevole Rodolfo Morandi afferma che le dittature non hanno saputo rovesciare la dinamica dello sviluppo economico. Caratteristica saliente dell'evoluzione economica di questo primo quarto di secolo è la pianificazione economica, indipendentemente dai regimi che governano. Si vedono, così, paesi con governi diversi, come gli Stati Uniti e l'Urss, adottare provvedimenti di pianificazione. Tutto ciò prelude ad una mutazione dell'ordine sociale. La causa principale dello squilibrio nel sistema economico capitalistico sarebbe data dall'esistenza di forze sollecitate unicamente dallo stimolo utilitaristico personale, che prescinderebbe dai bisogni dell'umanità. Per assicurare l'equilibrio fra produzione e consumo occorre effettuare un'ampia manovra delle forze produttive. Parallelamente al coordinamento della produzione, la pianificazione tende a regolare il consumo dei beni prodotti, assicurando una stabile capacità di assorbimento di esso.
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Documento Problemi fiscali del Mercato Comune Europeo
Trattasi di studio di Cesare Cosciani. Nel dopoguerra, il problema dell'unificazione economica di più mercati è stato più volte considerato come un fine da perseguire ad ogni costo, sia per motivi economici che per ragioni politiche. Per questo furono fatti numerosi tentativi, ma nessuno giunse a buon fine. Uno dei problemi più acuti evidenziati riguardava l'aspetto fiscale. Da parte dei diversi paesi, che si trovavano di volta in volta a fronteggiare il problema della unificazione dei mercati, fu messo in luce come un elemento di inferiorità della loro struttura economica in generale o di qualche settore particolare, derivasse dall'aggravio dei costi di produzione. Altro problema da fronteggiare era quello legato alla posizione di preminenza, assunta da qualche paese nel settore industriale; posizione agevolata e favorita dagli istituti fiscali presenti sul territorio. Ne derivavano, di conseguenza, distorsioni economiche che, stante il diverso costo del capitale e la diversità del livello salariale, non erano imputabili a condizionamenti ambientali, bensì ad una meditata e cosciente politica tributaria perseguita dalle autorità responsabili. Questi problemi riemersero in occasione della stipulazione del trattato, che istituiva la CEE. Esso tendeva alla fusione delle varie economie e politiche economiche, dando così vita ad un mercato unico. In tal modo, si sperava di creare un clima favorevole per mutare il sistema, tanto da agevolare l'unificazione del mercato anche in senso fiscale.
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Documento Studio di Mario Levi sulla crisi dell'economia francese (1958)
Secondo lo studio affrontato dall'ISE, le motivazioni della crisi dell'economia francese, che perdura da circa tre anni, sarebbero da rintracciarsi nella forte espansione del Paese. Ciò avrebbe portato alla richiesta, sempre più impellente, di importazione di materie prime e prodotti energetici, che non avrebbero trovato nel mercato interno una contropartita adeguata di prodotti esportabili. Il caso di paesi come l'Italia e la Germania sarebbe dovuto essere diverso: per quanto sprovvisti di risorse naturali come la Francia, avrebbero comunque registrato un notevole livello di espansione e di investimenti, di gran lunga superiore. La causa sarebbe legata alla mancanza di manodopera in settori chiave dell'economia, come quello industriale, accompagnato da una flessione delle nascite nel periodo dell'anteguerra. Nei paesi più evoluti, infatti, si registrò uno slittamento dei lavoratori dalle professioni più dure e penose, verso le più "nobili" (edilizia e meccanica, ad esempio) e verso settori, come il terziario. Anche il settore dell'agricoltura contava molta manodopera. Al contempo, ciò avrebbe portato effetti benefici, in considerazione dei maggiori incentivi avutisi nella modernizzazione e nel miglioramento del rendimento del lavoro. Dalla Liberazione in poi, la Francia vide il nascere di due piani di modernizzazione: uno legato allo sviluppo delle industrie "di base" (siderurgia), l'altro all'espansione delle industrie di trasformazione e dell'agricoltura. La debolezza dell'economia francese sarebbe concatenata alla situazione politica e all'incapacità dei vari governi, succedutisi dopo la Liberazione, di risolvere gli effettivi problemi del Paese. La relazione reca la firma di Mario Levi.
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Documento Interessante e originale tesi monetaria al Bedford College
Si tratta di un comunicato stampa di un intervento tenuto a Londra da Eugenio Mirelli. Lo scritto elabora una teoria monetaria, per facilitare lo sviluppo economico delle regioni depresse. L'autore afferma che nessun progetto materiale è possibile senza aver prima disegnato un programma per gli investimenti dei capitali e per l'impiego dei lavori. Dopo questa prima fase, la moneta può essere coniata ed emessa nella giusta quantità necessaria allo sviluppo dei diversi capitali e dei lavori economici. In tal modo si possono limitare i rischi dell'inflazione, in quanto il valore di scambio della moneta viene virtualmente impresso dal reddito monetario offerto dai capitali stessi e dai lavori economici realizzati. Il Mirelli afferma e dimostra che è il reddito che imprime il "valore di scambio" alla moneta e non le riserve o l'oro, contravvenendo così alla teoria del plusvalore di Marx. Esiste copia della relazione del Mirelli pubblicata da "Il Messaggero d'Italia".
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Documento Gli aspetti fiscali e di bilancio di una integrazione economica
Firitz Neumark, l'autore di questo scritto, punta l'attenzione sulla necessità di una stretta unione economica europea. Da un'integrazione politica ed economica dell'Europa, infatti, ci si può aspettare: un forte e duraturo aumento del livello produttivo, una maggiore divisione del lavoro, una migliore affermazione politica e un'alta stabilità sociale. Per quanto un'integrazione politico-economica significhi unificazione e armonizzazione, essa non deve comunque condurre ad una totale devoluzione. Una rinuncia dei singoli Stati ad alcune competenze, in favore di un organismo sopranazionale è tuttavia indispensabile, anzi rappresenta la ratio dell'unione politico-economica.
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Documento Cooperazione economica mediterranea
Lo studio, condotto per conto del Centro per la cooperazione mediterranea, reca la firma di Gandolfo Dominici. L'autore afferma che la nuova edizione del Congresso Internazionale di studi e scambi mediterranei conferma quanto già in precedenza rilevato, cioè che la collaborazione fra i popoli del bacino mediterraneo darebbe una spinta efficace al loro progresso civile ed economico. Quindi, una cooperazione ispirata ad una concezione tendenzialmente unitaria dell'economia mediterranea e alla necessità di un coordinamento delle varie politiche di sviluppo sul piano pubblico e delle iniziative che ne sono scaturite sul piano privatistico, aprirebbe la strada ad un miglior utilizzo delle risorse produttive di ciascun paese.
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Documento Per la valorizzazione dei centri turistici del golfo di Napoli
Questo scritto di Berendson mette in luce l'importanza dell'istituzione della Cassa per il Mezzogiorno, ai fini del progresso economico e sociale dell'Italia meridionale. Tramite soprattutto gli incentivi nel settore turistico, molte opere sono state portate a compimento, ma è necessario fare ancora molto. L'autore propone, a tal fine, il coordinamento fra Cassa per il Mezzogiorno, amministrazione statale e iniziative private.
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Documento Programma di lavoro del seminario sulle tecniche della distribuzione e del mercato, organizzato dal Centro di studi aziendali di Napoli, Sorrento 7-15 novembre 1959
Il programma del seminario si incentra su argomenti relativi alla programmazione delle vendite (cosa si intende con questa espressione, come e quando viene eseguita, differenti modi di impostazione nelle diverse imprese), l'elaborazione di piani di vendita a breve e lungo termine, distinti per prodotti e zone e l'integrazione di questi con i piani di produzione e con quelli finanziari. In ambito pratico, il seminario prende ad esempio la determinazione del volume di vendita per una nuova fabbrica impiantata nel Mezzogiorno (producente bicchieri di vetro soffiato a macchina). In più, si punta l'attenzione sulla scelta dei metodi di vendita e dei prezzi da applicare per taluni prodotti (ad esempio: tessuti, lavatrici ecc.). Per quanto concerne i prezzi, la scelta si pone fra liberi, consigliati e imposti. Di fondamentale importanza è l'organizzazione del personale di vendita, da selezionare accuratamente, il cui compito e la dislocazione sono importantissimi. Al fine di ottenere il massimo rendimento, si parla di "incentivi per stimolare i venditori". Il problema della distribuzione, cui sono applicati moderni procedimenti matematici, viene affrontato dal prof. Italo Cutolo, esperto di ricerca operativa presso l'Università di Napoli, mentre l'argomento relativo alle aree di attrazione commerciale e la determinazione delle quote territoriali è trattato da Guglielmo Tagliacarne, presidente dell'Associazione Italiana studi sul Mercato.
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