Home > Elenco istituti > Biblioteca civica di Verona > Manoscritti > Carteggio
Spera alla metà dell'anno successivo di pubblicare il suo lavoro sulle società cooperative, un lavoro più limitato del primo, che spera di far leggere a Messedaglia. Ha potuto disporre a Milano della collezione del Giornale delle cooperative inglesi "preziosa miniera di fatti nuovi e ancora inesplorati" e "a Torino, esempio e invito ai volghi italici, ora sorge una società cooperativa con cui sono già entrato in relazione. La nuova Italia è in queste vigorose istituzioni popolari non già nella lotta dei ministri ambiziosi e dei partiti ostinati." Pubblicherà nel Politecnico una serie di articoli sulla libertà delle banche. Torna a chiedere suggerimenti su qualche libro di economia industriale davvero eccellente per il corso serale che dovrà iniziare: "Wolowski ha mai pubblicato le sue celebri lezioni?" Vuole sapere se Messedaglia ha letto il Bathe: libro ben scritto ma poco importante "ed è singolare che uno scrittore francese trascuri quasi tutti i progetti e le esperienze della Francia." Infine, il suo libro è accolto favorevolmente dalla stampa locale che "cerca di diffondere tra i volghi le idee sparse in quell'operetta. Io poi sempre più convinco della opportunità di contemperare le istituzioni di credito alle condizioni delle persone che devono giovarsene."
Tipologia Corrispondenze
Data 27/12/1863
Fascicolo contenente il carteggio intercorso tra il 1865 e il 1901 tra Messedaglia, Hewins, De Laveley, Lambruschini, Lampertico, Levasseu, Loria, Lorini, Luzzatti e Berti.
Numero della busta: 230
Il fondo Manoscritti conservato presso la Biblioteca Civica di Verona contiene 64 buste di materiali appartenenti ad Angelo Messedaglia: 16 contengono il carteggio (227-245) e 48 custodiscono manoscritti di studi scientifici e letterari, dispense di lezioni universitarie, carte di lavoro e personali (1221-1253).
La Biblioteca civica viene istituita nel 1792 e inaugurata dieci anni dopo. Essa nasce dall'unione di tre librerie: la libreria della soppressa Abbazia di San Zeno, quella della soppressa Compagnia di Gesù con l'aggiunta della libreria dei Gesuiti e quella della chiesa e il Collegio di San Sebastiano. In quegli anni giunge il primo lascito privato di Aventino Fracastoro. La custodia e l'elenco dei libri fu affidato a Girolamo Rivanelli e a Benedetto del Bene. Nel 1795 giunge il lascito di A.M. Lorgna. Nel 1858 il bibliotecario abate Cavattoni stampa una breve memoria sull'istituzione della biblioteca e sui lasciti, argomento ripreso nel 1869 in occasione dell'ampliamento dei magazzini. Di seguito l'abate Ignazio Zenti stampa una relazione sugli avvenimenti dal 1858 al 1875. Nel 1868 il patrimonio librario raggiunge complessivamente i 60.000 volumi. Allo Zenti succede Giuseppe Biadego, uomo di alta cultura, in relazione di studi e di ricerche con mezza Europa, e grazie alla sua sapienza professionale l'Istituto trova stabilità e sicurezza. Purtroppo la sede più vasta ricavata nell'immediato anteguerra dall'ex chiesa di S. Sebastiano, per il bombardamento aereo del 4 gennaio 1945, viene totalmente distrutta. I danni al patrimonio librario furono abbastanza seri, in particolare quelli riportati dalla raccolta di incisioni e di carte geografiche; salvo ad ogni modo il materiale manoscritto e incunabolistico. Laboriosissima la questione della ricostruzione, risolta finalmente in gran parte con l'edificio progettato da P. L. Nervi, sempre sulla sede dell'ex chiesa, e inaugurato il 2 giugno 1980, quale modernissimo contenitore dell'intero patrimonio librario e con uno sviluppo potenziale di oltre un milione di volumi. In tale occasione venne rilevato e analizzato tutto il materiale accumulato in 200 anni di vita, riordinati, inventariati, fotografati e in buona parte rischedati 150.000 opuscoli; ricollocate alcune migliaia di carteggi e individuate e riordinate 6.000 cinquecentine, a disposizione dell'operazione di rilevamento nazionale, coordinato con le biblioteche europee e americane. Attualmente la biblioteca possiede oltre 515.000 volumi e opuscoli rari e di pregio compresi (aldini, cominiani, bodoniani), 1230 incunaboli, 6.000 cinquecentine, 3.600 manoscritti, 95.000 lettere, documenti, fogli volanti, un'imponente fototeca, 2.000 stampe, carte geografiche e topografiche sulle quali splende il mappamondo di Leardo del 1442.
Indirizzo: via Cappello, 43
CAP: 37121
Luogo: Verona
Regione: Veneto
Contatti: Tel. 045-8079710 e-mail bibliotecacivica@comune.verona.it
Sito: https://biblioteche.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=79983