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ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI




Opera Previdenza libera e previdenza legale: studi di Luigi Luzzatti  

Milano: Ulrico Hoepli editore-libraio (1882)



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Documento Lettera

Luzzati chiede a Nitti chiarimenti in ordine all'azione del Governo prima dell'istituzione dell'INCE, quali siano state le ragioni che hanno portato alla sua istituzione e quali i risultati dell'azione dell'ente. Luzzatti chiede di poter vedere i rapporti confidenziali relativi alla nascita dell'INCE ed ai risultati ottenuti. Luzzatti osserva che è la prima volta che il Governo fornisce alla Camera l'occasione di condurre indagini su argomenti così importanti e così attuali.

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Documento Lettera di Anton Giulio Barrili a Jacopo Virgilio

Lettera di Anton Giulio Barrili a Jacopo Virgilio in cui ricorda di seguire la pratica di Giovanni Bobbio, commesso doganale e chiede notizie su Boccardo e Luzzatti

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Documento Lettera di Luigi Bodio a Jacopo Virgilio

Lettera di Luigi Bodio a Jacopo Virgilio in cui dimostra apprezzamento per l'articolo sull'opera di Boccardo, inviato a Treves per la pubblicazione sul "Mondo illustrato", invia notizie sulle lezioni di Luzzatti sulle classi operaie e annuncia la pubblicazione di un Annuario di Statistica per il 1869, con contributi di Luzzatti ed Enrico Fano.

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Documento Lettera di Luigi Bodio a Jacopo Virgilio

Lettera di Luigi Bodio a Jacopo Virgilio in cui ringrazia per la collaborazione all'Annuario di Statistica, con articoli su emigrazioni, società di assicurazione marittima e mutue, da pubblicare per ottobre, e fornisce notizie sulla mancata pubblicazione di un lavoro sul giornale di Luzzatti e sulla mancanza di notizie da Fano. Inoltre ricorda la stima del fu prof. Cettuzzi nei confronti Virgilio.

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Documento Sull'opera di Carlo Formichi

Luigi Luzzatti richiede all'editore Giovanni Laterza l'invio del libro di Carlo Formichi (vedi nota bibliografica) mai pervenutogli.

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Documento Richiesta dell'opera di Vincenzo Gioberti

Luigi Luzzatti richiede all'editore Laterza l'invio dell'opera di Vincenzo Gioberti (vedi nota bibliografica) da lui citato nelle lezioni di Diritto costituzionale, come precursore della "legge delle guarentigie".

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Documento Sull'opera di Gioberti

Luigi Luzzatti insiste sull'invio dell'opera di Vincenzo Gioberti (vedi nota bibliografica), definendo l'autore "sano filosofo".

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Documento Polemica con l'on. Luigi Luzzatti

Carlo Formichi fa riferimento ad una conferenza tenuta a Roma sul buddismo in contrasto con l'onorevole Luzzatti. Secondo quanto sostiene Formichi, la polemica avrebbe avuto "notevole eco nel mondo scientifico e nel pubblico colto". Per tale ragione propone a Laterza la pubblicazione di tale conferenza col titolo "Due conferme sul buddismo tenute al Circolo Filosofico di Roma dal prof. Carlo Formichi in contraddittorio con l'onorevole Luigi Luzzatti". Informa, infine, l'editore che tale dibattito tra lui e l'on. Luzzatti avrebbe avuto eco notevole sulle pagine del "Giornale d'Italia".

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Documento Richiesta di libri

Luigi Luzzatti chiede informazioni su alcuni libri, tra cui "L'anima del fanciullo", di autore non indicato nella lettera, ma identificabile con Lhotzky Henrich, che ha intenzione di citare in un prossimo articolo. Luzzatti chiede, inoltre, ragguagli sul libro di Carlo Formichi, vedi nota bibliografica.

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Documento Sulla proposta a Mario Viana di pubblicare un libro sulle bonifiche in Italia

Einaudi discute con Giovanni Laterza sull'opportunità di pubblicare un libro sulle bonifiche in Italia scritto da Mario Viana, "Le bonifiche in Italia".

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Documento Libro sulle bonifiche

Luzzatti chiede a Giovanni Laterza che sia Mario Viana a scrivere un libro sulle bonifiche dove riproduca tutta l'opera da lui compiuta "Le bonifiche in Italia".

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Documento Ringraziamento

Luigi Luzzatti ringrazia Giovanni Laterza per aver ricevuto un libro su San Francesco d'Assisi.

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Documento Sulle banche popolari e sulle nuove restrizioni governative in materia

"E' la prima volta che un ministro del Commercio mi chiede notizia delle nostre istituzioni e purtroppo nè a destra nè a sinistra si pensò mai finora all'ordinamento serio ed efficace delle associazioni popolari": così esordiva il Luzzatti la sua lettera, per spronare il Parlamento ad approfittare di quest'occasione "per guadagnare autorità sulle plebi, non già predicando l'ordine con vani scrivani, ma dimostrando ad esse coi fatti che noi altri abbiamo studiato e vogliamo applicare a loro vantaggio quelle istituzioni che valgono a rialzare la loro dignità economica e morale". Il Luzzatti fondatore e patrocinatore di banche popolari, convinto assertore della loro utilità economica e sociale, sosteneva, anche in questa lettera, "l'incompetenza delle Associazioni operaie di qualsiasi natura ad ingerirsi nelle faccende politiche". Racconta della sua partecipazione all'Esposizione internazionale di Parigi, in cui avrebbe dato conto del movimento cooperativo in Italia (1), tanto più che la Società di Economia politica francese conosceva il suo libro sulla "Diffusione del credito e delle Banche Popolari", già accolto positivamente nel Giornale degli Economisti del 1864. Si sofferma a dimostrare al ministro la differenza tra il suo sistema di Banche popolari mutue ed autonome e la Banca del Popolo di Firenze, che sostiene di aver sempre pubblicamente combattuto "come contraria alla vera natura delle Banche popolari". Il modello di Banca popolare da lui supportato era quello di Milano. A questo punto giunge al nocciolo della questione: nell'approvazione degli Statuti delle banche popolari negli ultimi tempi il governo non permetteva che ai soli soci di deporre il denaro in conto corrente, escludendovi i non soci. L'effetto dannoso di tale restrizione governativa era di aver costretto molte banche a vivere fuori della legge. Chiedeva al ministro di patrocinare i casi delle Banche mutue popolari di Piacenza, Venezia e Lugo, nonchè Mantova, Verona, Massa Carrara, Firenze. Si spingeva a chiedere altre agevolazioni per promuovere lo sviluppo delle banche popolari, tra cui l'esonero dall'imposta di vigilanza. (1) Il discorso tenuto in Francia fu poi pubblicato sul Giornale degli Economisti, settembre 1867, e fu tradotto in inglese e in tedesco.

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Documento Sulle banche popolari

Luzzatti ringrazia il ministro per le promesse fattegli in una precedente lettera in favore dei "cooperatori italiani". Prega il ministro di potersi occupare delle sorti della Banca Popolare di Alessandria agricolo-commerciale, che da tempo attende l'approvazione governativa. Invita il ministro a sollecitare un voto del Consiglio di Stato sulle nuove restrizioni governative in materia di credito delle Banche popolari.

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Documento Commemorazione di Angelo Messedaglia, fatta da Luigi Luzzatti per invito e sotto gli auspici dell'Accademia delle Scienze di Verona

La memoria di Angelo Messedaglia si lega alla sua formazione poliedrica, basata su un connubio di discipline morali e politiche, matematiche e fisiche. Luzzatti si dichiara "fortunato" per esserne stato intimo amico e discepolo. Di lui ricorda gli studi letterari, in cui si rifugiava "quando era stanco di approfondire i problemi ardui della moneta e del credito, o le dottrine sulla popolazione, sulle medie statistiche, penetrando coi numeri attraverso gli abissi della fatalità e del libero arbitrio". I suoi studi letterari erano soprattutto incentrati sull'opera di traduzione "in ottimi versi italiani" dell'Excelsior di Longfellow o di correzione del Gladstone "pei corsi dei venti nei viaggi di Ulisse". Luzzatti ebbe l'occasione di ascoltare nel 1870 a Firenze nella casa di Marco Minghetti, di cui era sottosegretario, la conversazione tra Gladstone e Messedaglia sull'Odissea. Luzzatti ricorda Messedaglia come un non lottatore: "poche volte spese nelle controversie politiche il suo sterminato sapere", ma quando vi interveniva, lo faceva con fermezza e cognizione di causa. Così si ricordano i suoi bilanci sulla pubblica istruzione, su grazia e giustizia, che "rimarranno modelli insuperabili di sapienza civile". Analogamente le sue discussioni finanziarie ed economiche sulla perequazione fondiaria, "precedute da ricerche così tecniche e profonde, quali non si usano nei Parlamenti, stanno scolpite negli Atti più belli della nostra Camera". Con rammarico Luzzatti constata come "la morte lo salvò dal dolore del triste uso che si fece dei suoi consigli, poiché la perequazione a vantaggio dei troppo aggravati non si compensò colle terre troppo leggermente colpite". Si ricorda lo scontro che ebbe in Parlamento contro chi lo accusò di "metafisica finanziaria" - di cui si tace il nome - al quale rispose che era ben lieto se la sua metafisica avesse potuto salvare lo Stato da "un errore di calcolo di 78 milioni" d'interessi. Nella feconda produzione di scritti economici e finanziari, Luzzatti si sofferma sul saggio dedicato da Messedaglia alla teoria di Malthus. Lo considera "l'esame più alto e forte della tesi del grande economista inglese", che contiene "la revisione del metodo, per giungere alle conclusioni che ne sono il fondamento". In un lavoro del 1858, infatti, egli aveva confutato il principio secondo cui la forza riproduttiva appariva uguale in ogni spazio e tempo. La realtà mondiale in cui Luzzatti viveva avrebbe, a suo parere, dato ulteriori conferme alla confutazione esposta a suo tempo dal maestro. Di Messedaglia sono anche ricordati i contributi dati ad un perfezionamento ed ampliamento dei campi d'indagine della statistica, particolarmente cari a Luzzatti, che con il suo amico tenne delle lunghe conversazioni, proseguite poi per corrispondenza, sulla spinosa questione del rapporto tra certo determinismo ambientale e sociale delle leggi statistiche ed il libero arbitrio individuale. "Io - aggiunge Luzzatti - mi ribello anche alla sovranità assoluta della Scienza, quando vuol eliminare il principio morale".

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Documento Lettera di scuse

Lettera di scuse dell'onorevole Luzzatti indirizzata al presidente del Consiglio Salandra per l'assenza non preavvisata ad una riunione del Consiglio.

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Documento Necessità di attuare nell'immediato le misure tributarie

Rubini ritiene indispensabile mettere in atto i provvedimenti tributari recentemente varati o, quantomeno, i "principali": "I tempi sono calamitosi, è vero, ma è appunto quando l'estremo bisogno è chiaro a tutti che s'incontra maggiore rassegnazione e persuasione nel pubblico della necessità dei sacrifici. Siamo su di una china pericolosa (...). Ogni giorno che passa dimostra che Luzzatti [Luigi] aveva ragione, quando a tempo invitava il precedente Governo a mettere i tributi di guerra. Se allora occorrevano per uno, ora occorrono per due poiché, anche se i tempi non ingrossano maggiormente, le circostanze attuali lasceranno un carico permanente in misura considerevole".

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Documento Richiesta di parere a Salandra e Sonnino

Luzzatti invia a Salandra ed a Sonnino la bozza della sua risposta ad una questione non ben precisata nella lettera, affinché entrambi gli comunichino tempestivamente il loro parere. Se necessario accetterà qualunque censura 'in silenzio'.

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Documento Giudizio di Sonnino e Salandra sulla risposta di Luzzatti

Sonnino commenta con Salandra la bozza della risposta che Luzzatti ha inviato ad entrambi. Non ha obiezioni da muovere, sebbene come Salandra abbia la stessa "grave preoccupazione delle conseguenze di uno sforzo riuscito vano". Fa riferimento ad alcune comunicazioni del Luzzatti sulla Corte dei Conti.

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Documento Presentazione del barone Sakatani e discorso sulla guerra di Luzzatti

Pantaleoni traccia un breve profilo professionale del finanziere Sakatani a Salandra. Da quanto scrive Pantaleoni emerge come Sakatani si fosse distinto nel trattare la pace russo-giapponese con DeWitt. Pantaleoni lo conobbe qualche anno prima a Berna nel penultimo congresso della Carnegie. Arrivò in quell'occasione qualche giorno prima per discorrere con J.B.Clark della Columbia University. C'era anche già Sakatani che aveva per segretario un suo ex-studente di Ginevra. C'era anche Teodoro Schiemann, il professore di storia orientale dell'università di Berlino, capo redattore della Kreuz Zeitung. Due giorni dopo sarebbe arrivato Luzzatti, il quale avrebbe annunciato a Pantaleoni che si sarebbe personalmente occupato del discorso da pronunciare per l'Italia in occasione dell'inaugurazione. In quell'occasione Pantaleoni si sarebbe mostrato alquanto dubbioso e titubante: di sicuro Luzzatti avrebbe inneggiato alla pace, e in tal modo si sarebbe giocato la conferma alla carica ministeriale. Si riportano le parole esatte pronunciate da Pantaleoni nel dialogo con Luzzatti così com'è stato riportato nella lettera: "Lo sai, me ne frego di quello che fai, ma affinché non si dica che dei due italiani che c'erano qui uno era un coglione, ti dico di almeno fare riserve, e ancora riserve". Luzzatti aveva effettivamente preparato "un grandioso discorso pacifista" ed era intimorito dalle parole di Pantaleoni, a tal punto da chiedergli di dargli dei suggerimenti sulle correzioni da apportare. Pantaleoni gli avrebbe, così, consegnato un suo "memorialino" liquidandolo con queste parole: "Senti, non credere a me. Strofinati un po' a Sakatani come ho fatto io e vedrai che luce viene dall'Oriente. Poi strofinati a quell'accidente d'un prussiano e vedrai cosa pensa un amico intimo del Kaiser (Schiemann era stato nominato professore dal Kaiser contro il parere della facoltà)". Luzzatti avrebbe di fatto parlato all' ouverture "come un Dio contro la pace!". Tre mesi dopo il pronunciamento di quel discorso sarebbe iniziata la guerra turca. Pantaleoni preannuncia poi a Salandra una nuova crisi ministeriale per dicembre. I giolittiani avrebbero dato, a suo avviso, "una nuova spallata al sistema: sistema d'altronde debole, pieno di contrasti e di insidie". La speranza di Pantaleoni è che per quella data Salandra "si sia rimesso in gamba".

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Documento Scambi d'informazioni politiche

Lettera in cui Pantaleoni presenta a Salandra il caso di un articolo di Preziosi sul Tittoni censurato: "L'articolo mi sembra assai modesto è vero, modesto nella forma, vero nella sostanza. Mi sembrava anche opportuno. Il Tittoni è pericolosissimo. I dissensi del Tittoni in politica sono della stessa natura dei dissensi scientifici o di questioni di belle arti. Sono analoghi ai dissensi in affari. Si è avversari scientifici, si è nemici politici. Un nemico politico io lo voglio e debbo volerlo morto, così un avversario in affari lo voglio fallito, se non lo volessi, vorrei la mia morte, il mio fallimento - e allora è impensato fare della politica, fare degli affari, è ragionevole smetterla di fare il Pitagora. La censura che protegge Tittoni lo crede un amico politico. Allora c'è un errore di giudizio, di diagnosi, basato su inadeguate informazioni. Ma questo è grave. Innanzitutto occorre vedere giusto per agire opportunamente. Ma possibile che Sonnino si illude su Tittoni?". Pantaleoni fa poi riferimento ad un giornalista francese che avrebbe avuto la "sfacciataggine" di indicare "quali siano i nostri giusti uomini". Scrive a proposito Pantaleoni: "è un colmo che perfino un Luzzatti ha il tatto di non commettere nei riguardi dei francesi!!".

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Documento Sul miglioramento della circolazione monetaria in Italia

Sonnino dà prima indicazioni di strategia militare sulla conquista di Valona. Nella seconda parte della lettera, invece, si apre ad alcuni suggerimenti sulle misure finanziarie che Salandra, in qualità di presidente del Consiglio, potrebbe prendere per migliorare la circolazione monetaria in Italia: "Mi pare che Rubini avrebbe dovuto (e potrebbe ancora) profittare dell'occasione delle larghe venatorie concesse alle Banche pei conti correnti per abolire quei limiti (se ben ricordo di non più di 1/3 del tasso dello sconto) che furono dal Giolitti imposti agli interessi dei conti correnti degli Istituti di Commissione (per amore della Banca Commerciale, con appoggio di Luzzatti, legato alla Banca di Credito). Si potrebbe elevare quel limite alla metà dello sconto. Credo che sarebbe un provvedimento molto utile all'igiene della nostra circolazione anche in tempi normali".

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Documento Corrispondenza: Antonio Salandra a Sidney Sonnino (02-10-1914)

Nella lettera Salandra si dilunga sui dettagli militari della spedizione italiana in Albania. In un secondo momento si sofferma sui riflessi problematici provocati dalla diffusione delle mine in mare sull'economia della costa adriatica, causa di disoccupazione per tutta la "gente minuta" che "vive del mare". Salandra si confronta, inoltre, con Sonnino sulle difficoltà che incontrerebbe nel sostituire Rubini al Ministero del Tesoro, qualora quest'ultimo decidesse di andarsene: "con Luzzatti io non ci sto, a nessun patto". Infine, Salandra risponde alle riflessioni di Sonnino sulla questione dei conti correnti degli Istituti di emissione: "Sono in tutto della tua opinione circa i conti correnti degli Istituti di emissione, i quali in quest'ultimo mese hanno dato il solo riflusso sano alla circolazione, che si sia potuto avere. Ma Stringher [direttore generale della Banca d'Italia] ha paura: infatti ha ridotto l'interesse dal 2 al 1 e mezzo. E Rubini risente le influenze milanesi".

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Documento Invio di un discorso

Luzzatti invia a Salandra un discorso nel quale rivolge l'invito a sopportare il dolore con rassegnazione. A quale dolore facesse riferimento non è dato sapere perché non esplicitato nella lettera.

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Documento Lettera a Giuseppe Bracco Amari

Ferrara informa dell'andamento soddisfacente delle adesioni alla Società "Adamo Smith". Nella lettera sono citati Luigi Luzzatti e Francesco Maggiore Perni.

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Documento Lettera ad Anna e Rosalia Ferrara

Ferrara scrive sui suoi difficili rapporti con Luzzatti e annuncia una prossima sua trasferta a Torino per preparare un nuovo progetto di imposta sul macinato. Nella lettera sono citati anche Costantino Perazzi e Quintino Sella.

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Documento Su di alcuni temi economici

Baer aspetta di avere la relazione della commissione sulla riforma dell'imposta di ricchezza mobile per scriverne sulla "Nuova Antologia". Riferisce che ha cominciato a scrivere sul libro di finanza di von Stein. Critica la concezione dello stato dei tedeschi e quella di Luzzatti e Lampertico. Esorta Protonotari a pubblicare un libro sulle Trades Unions.

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Documento Su di alcuni temi economici

Baer comunica l'invio di un articolo per la "Nuova Antologia". Afferma che la polemica tra Ferrara e Luzzatti è da considerarsi positivamente perchè scuote "l'apatia del paese verso gli studi scientifici". Su questo articolo cfr. R. Faucci, vedi nota bibliografica.

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Documento Temi economici

Baer scrive a proposito del giudizio di Luzzatti sui socialisti della cattedra critica Vito Cusumano. Elogia Smith e Ricardo riferendosi al III volume, "La proprietà", del Lampertico.

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Documento Sulle teoriche dei socialisti alla cattedra in Germania

Baer comunica la fine di un articolo dove si esprimono considerazioni circa il libro del Cusumano su "le teoriche dei socialisti della cattedra in Germania" da un punto di vista differente dall'articolo del Ferrara del 1874 e come risposta all'articolo del Luzzatti.

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Documento Su di una riunione della Società di economia politica

Ferrara disdice, d'intesa con Luzzatti, una riunione della Società di economia politica. "...Sento con dolore la perdita di Cordova: unus post unum, non remanebit unus".

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Documento Sulle banche popolari

Lampertico propone di scrivere un articolo sulle banche popolari data la recente traduzione del libro di Schulze-Delitsch con l'introduzione di Luzzatti.

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Documento Sull'invio di un manoscritto

Luzzatti informa che spedirà alla tipografia il manoscritto intitolato "Un po' di luce sulle negoziazioni".

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Documento Sulla carta governativa

Luzzatti riferisce che il Ferrara non crede opportuna la discussione sulla carta governativa. Chiede che sul punto vengano consultati il Minghetti e lo Scialoja.

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Documento Proposta per la redazione di due articoli

Luzzatti propone due articoli per la "Nuova Antologia": uno, per il numero del 15 giugno, sulla finanza italiana all'estero; l'altro, per il numero del 1 luglio, conterrà "il giudizio nostro fra questi giudizi".

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Documento Sul Congresso di previdenza

Luzzatti vuol partecipare al Congresso di previdenza con un articolo che gli valga anche da relazione.

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Documento Sul compenso

Luzzatti chiede il pagamento di tre articoli (cento lire per quello sulle tariffe doganali).

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Documento A proposito di un "volumetto"

Luzzatti informa che è in preparazione un volumetto che raccoglie i due articoli sulla "Esposizione" che interessano molto negozianti e fabbricanti. Probabilmente si tratta degli articoli pubblicati sulla "Nuova Antologia", "L'esposizione di Parigi...", vedi nota bibliografica.

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Documento Su temi economici

Luzzatti chiede di incontrarlo per trattare di due temi importanti: "La discussione delle tariffe doganali nell'assemblea francese e la probabilità di un accordo con l'Italia" e "La distribuzione dei capitali fra le diverse classi sociali in Italia".

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Documento Lamentele

Luzzatti si lamenta dell' atteggiamento del giornale "L'economista", "organo della tua scuola", e di Ferrara in particolare poichè "hanno mosso guerra" contro di lui.

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Documento Sulla conversione e l'ammortizzazione del debito pubblico

Luzzatti comunica di aver appena spedito le bozze corrette e consiglia di fare un telegramma di questo tipo: "La Nuova Antologia pubblica un articolo sulla conversione e ammortizzazione del debito pubblico italiano...". Informa, inoltre, di aver cambiato tema a causa della mancanza di materiale.

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Documento Proposte per la redazione di articoli

Luzzatti si offre di occuparsi, per il numero del 15 agosto della "Nuova Antologia", dell' "Italia alla conferenza di Berna" e per il 1 settembre, dell' "Italia alla conferenza monetaria di Parigi".

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Documento Sulla disputa fra Ferrara e Luzzatti

Luzzatti si riferisce alla disputa con Ferrara. In sostanza, rivendica il diritto di difesa mediante una pubblicazione sulla "Nuova Antologia", nel fascicolo di settembre, altrimenti, minaccia di pubblicare la sua risposta nell' "Opinione" e di appellarsi alla "pubblica opinione". Pare che l'oggetto della disputa sia costituito dall'ultimo articolo di Luzzatti ma già i precedenti articoli sulle banche avevano riscosso delle critiche.

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Documento Sull'invio di un articolo

Luzzatti chiede tempo per l'invio dell'articolo che tratta della Commissione delle dogane e di quella del Bilancio. Si impegna a presentarlo in tempo utile per la pubblicazione nel mese di gennaio, dato che il fascicolo di dicembre è ormai completo.

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Documento Sulla Società di economia politica

Luzzatti comunica la disponibilità di Minghetti per la società di economia politica. Dato che altri nomi importanti, quali Simonelli e Salandra, sono ancora incerti, Luzzatti incarica Protonotari di organizzare un incontro. Si tratta probabilmente dell'ultimo incontro della Società che dopo quell'anno tacque.

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Documento Sul compenso

Luzzatti chiede il compenso per gli ultimi articoli scritti per la "Nuova Antologia".

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Documento Sulla polemica con Ferrara

Luzzatti afferma di non voler rispondere a Ferrara nè difendere il Ministero dell'Agricoltura. Si tratta della questione già accennata nelle due lettere inviate da Crespano nello stesso anno. Conclude riferendosi al suo ultimo manoscritto che dovrebbe comparire nel numero di settembre.

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Documento Sul compenso

Luzzatti chiede il pagamento dei due ultimi articoli, come concordato.

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Documento A proposito di un articolo sulla convenzione monetaria

Luzzatti promette di concludere l'articolo sulla convenzione monetaria prima della metà del mese corrente. Rende nota la volontà di "parecchie banche popolari" di reclamare contro Protonotari perchè calunniate dal Rossi. In proposito Luzzatti lo informa di averle convinte a non farlo.

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Documento A proposito di tre articoli ad oggetto economico

Luzzatti si offre di scrivere tre articoli: uno, in agosto o settembre, sulla verifica delle elezioni in Inghilterra; uno sui risultati dell'inchiesta industriale; uno, tra ottobre e dicembre, sul dazio sui vini. Trattandosi di lavori privati, domanda un compenso. Conclude esprimendo la sua disponibilità a compiere recensioni di alcuni libri inglesi, "pari a quelle elaborate da Cossa per l'Economia".

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Documento A proposito di due scritti del Luzzatti

Luzzatti fa un generico riferimento a due lavori: uno sul credito popolare in Italia e uno sulla convenzione monetaria.

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Documento A proposito di un articolo sulle Banche popolari

Luzzatti segnala un articolo del Lampertico sulle Banche popolari e ne chiede la pubblicazione.

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Documento Su di un articolo riguardante il trattato di commercio

Luzzatti comunica di aver lasciato l'articolo in tipografia e dichiara la disponibilità di Malvano, capo del Gabinetto agli Esteri, per un eventuale telegramma; questo, a suo giudizio, dovrebbe concepirsi nel seguente modo: "La Nuova Antologia pubblica un articolo dell'onorevole Luzzatti nel quale egli confuta il rapporto, fatto contro il trattato di commercio italo-francese, del relatore Berlet alla Camera di Versailles".

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Documento Sul corrispettivo per il lavoro svolto

Luzzatti comunica di aver finito il lavoro e chiede che il corrispettivo venga stabilito con "criteri di larghezza".

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Documento Sull'invio di un saggio

Luzzatti invia un saggio "sulla previdenza e cooperazione" chiedendo che venga corretto.

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Documento A proposito di una "lettera monetaria"

Luzzatti rinvia all'1 marzo la spedizione della terza lettera monetaria.

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Documento A proposito di una riunione da farsi

Minghetti parla di una riunione della commissione che si terrà al ritorno di Luzzatti e Lampertico. Il ministro delle finanze ha incluso in essa anche Allievi.

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Documento Su di un articolo riguardante la questione finanziaria in Germania

Ricca Salerno offre a Protonotari un articolo per la "Nuova Antologia" sulle questioni finanziarie in Germania. Poichè l'on. Luzzatti ha trattato largamente delle tariffe daziarie, Ricca Salerno vorrebbe, nel suo articolo, illustrare l'ordinamento tedesco nel suo complesso.

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Documento Sulla legge "pe' fanciulli"

Scrive Rossi: "Luzzatti è impenitente,e io devo tornare alla carica sulla legge pe' fanciulli". Chiede ospitalità nel fascicolo di febbraio.

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Documento Sulle banche popolari

Torrigiani ricorda la discussione con Protonotari circa la circolazione dei biglietti delle banche popolari. Il conte polacco Cieskovski lamenta l'assenza del Luzzatti, "con il quale disse di trovarsi non solo d'accordo ma di andare oltre. Vale a dire che mentre il nostro collega insisteva sul danno di estendere in fatto la circolazione dei biglietti nel dominio delle banche popolari, non giungeva però al punto di imporre ad esse la proibizione in diritto". Il "signor conte" avrebbe voluto questa proibizione.

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Documento Sul credito popolare

Torrigiani chiede informazioni sulla "vita intrinseca delle due maggiori istituzioni di credito popolare", quella di Firenze e di Milano. Sulla banca milanese ha avuto un colloquio con Luzzatti che gli promise di trasmettergli i risultati più recenti.

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Documento Su due articoli

Luzzatti propone due articoli: uno suo, contenente i giudizi sulla finanza italiana all'estero e l'altro di Protonotari di commento al primo.

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Documento Invio di un manoscritto

Scrive Errera: "Le mando il manoscritto sul credito agrario. Al congresso sulle banche popolari promosso dall'on. Luzzatti si discuterà il grave problema del credito agricolo". Prosegue sulle modalità di svolgimento del congresso e alla fine si dichiara "discepolo" del Luzzatti.

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Documento Ringraziamento per il sostegno ad una propria opera

Invia una copia del proprio libro, che non avrebbe mai pubblicato senza il suffragio di Messedaglia, glielo raccomanda caldamente: "forse da una sua cortese parola ne dipende la fortuna". Si definisce suo discepolo fedele e ammiratore disinteressato. Spera troverà il libro consono ai grandi principi della libertà e della fratellanza. Gli invia anche una fotografia.

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Documento Ringrazia per presentazione del proprio libro

Ringrazia delle cortesi e amorevoli parole e per la disponibilità a presentare una relazione sul suo libro all'Istituto "è l'unico modo per divulgarlo; approvato da lei, sarebbe approvato anche dal pubblico". Partirà per Torino dove vorrebbe tenere alcune lezioni pubbliche sullo stile delle lectures inglesi "così mi preparerei la via per entrare in qualche Università". Tema delle lezioni "il credito popolare e così riformulerei a viva voce quei principi che svolsi nel mio libro". Tolomei fratello d'idea e d'amore attende sempre una lettera da Messedaglia.

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Documento Stima per Messedaglia

Ribadisce la stima nei confronti del suo "maestro" e "capitano" che a Padova "in mezzo a mille difficoltà, colla censura dei colleghi della vecchia scuola ha tenuto alto e stretto nel pugno il vessillo dei nuovi tempi". Lo informa di essere professore di economia e statistica commerciale a Milano. Spera di iniziare a gennaio un corso di lezioni serali di economia industriale alla "Cassa d'incoraggiamento" e domanda a Messedaglia dei suggerimenti bibliografici e un giudizio sul programma del corso. Spera di iniziare intanto, sempre la sera, una serie di lezioni popolari sulle banche. "Il pubblico sarà di vario colore, ma io spero di poter stringere la mano a molti popolani". Lamenta che anche in Italia si ignorano del tutto "i sani principi dell'economia. C'è tanta mania di regolamentare che si vorrebbe inceppare lo sviluppo del credito popolare. E poi manca il culto del bello, come se la poesia dovesse morire soffocata sotto la caterva delle nuove leggi economiche ed amministrative".

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Documento Argomenti vari

Spera alla metà dell'anno successivo di pubblicare il suo lavoro sulle società cooperative, un lavoro più limitato del primo, che spera di far leggere a Messedaglia. Ha potuto disporre a Milano della collezione del Giornale delle cooperative inglesi "preziosa miniera di fatti nuovi e ancora inesplorati" e "a Torino, esempio e invito ai volghi italici, ora sorge una società cooperativa con cui sono già entrato in relazione. La nuova Italia è in queste vigorose istituzioni popolari non già nella lotta dei ministri ambiziosi e dei partiti ostinati." Pubblicherà nel Politecnico una serie di articoli sulla libertà delle banche. Torna a chiedere suggerimenti su qualche libro di economia industriale davvero eccellente per il corso serale che dovrà iniziare: "Wolowski ha mai pubblicato le sue celebri lezioni?" Vuole sapere se Messedaglia ha letto il Bathe: libro ben scritto ma poco importante "ed è singolare che uno scrittore francese trascuri quasi tutti i progetti e le esperienze della Francia." Infine, il suo libro è accolto favorevolmente dalla stampa locale che "cerca di diffondere tra i volghi le idee sparse in quell'operetta. Io poi sempre più convinco della opportunità di contemperare le istituzioni di credito alle condizioni delle persone che devono giovarsene."

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Documento Lezioni per operai

Chiede se è uscito il lavoro statistico di cui Messedaglia gli fece cenno, ha infatti promesso a Sacchi e a Lombroni di farne una relazione sugli Annali e sulla Perseveranza. Ha iniziato il corso di lezioni per gli operai, "sulle associazioni, la cooperazione e la mutualità.Essi si impregnano di queste mie idee da cui deve germogliare l'avvenire. Il momento cooperativo procede in Italia a rilento ma continuamente: oggi è un ruscello e speriamo che domani sarà un fiume. Quando Schulze depose i primi semi chi avrebbe creduto che in dieci anni".

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Documento Affare dell'Università

Parla sempre di Messedaglia a Milano, il quale ha in Lombardia una folla di ammiratori. Ha discusso a lungo con Toni "dell'affare dell'Università, egli sarebbe d'avviso di lasciar dormire la cosa, ed ha osservato giustamente che nessuno più la ricorda e che suscitando giustificazioni intempestive si cesserebbe il pericolo". Tuttavia se Messedaglia lo vuole, ne scriverà e ne farà scrivere nei principali periodici dell'Italia. Sta preparando una lezione sulla storia delle monete in Italia. Aspetta impazientemente il lavoro sulle statistiche.

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Documento Giuseppe Sevoni

Ha conosciuto Giuseppe Sevoni e conferma il giudizio di Messedaglia di "ingegno bizzarro e pretenzioso. E' mille volte meglio di lui Ausconi Franchi, filosofo modesto ed avvertito". E' venuto a Milano Bolchini l'autore dell'opuscolo il "Credito sul Lavoro" per occuparsi di credito popolare. Chiede consiglio sugli articoli che intende scrivere sulla libertà delle banche che compariranno sul Politecnico. Vorrebbe approfondire la questione circa "Il sistema americano di far contrassegnare i biglietti, i buoni dello stato ecc." che fu proposto da alcuni ministri in Italia e in Francia, e pertanto domanda l'opinione di Messedaglia in proposito.

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Documento Bozza relazione

Ha inviato la bozza della relazione corretta a Deschet, che la trasmetterà a Messedaglia perché vi faccia delle osservazioni. Chiede che venga poi rispedita a Deschet per poi riceverla.

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Documento Invio materiale

Gli invia tutti i documenti che tuttavia chiede gli siano restituiti. Vorrebbe inoltre essere citato in nota: "questa citazione è un atto di ambizione mia" per "essere ricordato da te".

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Documento Bozze della relazione

L'Istituto Veneto insiste perché siano presentate le bozze della relazione, pertanto chiede a Messedaglia di leggerle, inoltre di fissare un appuntamento per il giorno successivo.

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Documento Esclusione dall'ufficio

Ringrazia Messedaglia delle spiegazioni riguardo alla sua esclusione dall'ufficio, anche se non ce n'era bisogno. In questo momento non avrebbe potuto occuparsene.

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Documento Discorso ai Lincei

Luzzatti non ha saputo sottrarsi al desiderio di Messedaglia di preparare il discorso per i Lincei. Ha scelto il tema "Scienza e fede" cita i lavori di Dureau "des longitudes", del Poincaré... del Laplace..., del Lagrange sulla mobilità del sistema.

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Documento Vari argomenti

Il nome di Messedaglia è indispensabile al nuovo giornale, lo prega inoltre di dire anche a Piccoli, Morpurgo, Lampertico e Rossi di inviare due righe di adesione. Ha ricevuto e iniziato a leggere il libro di Messedaglia "è un'opera altamente scientifica", non conosce alcuno in Italia in grado di scriverne una simile. "Il tuo libro meglio di un saggio di logica addita l'utilità del metodo, il modo di applicarlo, è il metodo in azione". Ringrazia per l'accoglienza ricevuta a Verona la quale pur essendo un po' "malata dalle fazioni", non è come Milano che versa in una crisi deplorevole. "Milano è divenuta peggio di Napoli", e critica la Gazzetta di Milano, Il Gazzettino, Il Secolo. Infine vuole sapere se potrebbe essere un problema per Messedaglia l'eventuale richiesta al Ministro di trasferimento a Padova per il prossimo anno scolastico.

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Documento Commissione mista

Luzzatti era stato a Venezia "con l'incarico della "nostra Commissione mista" di intendermi con Berti sulla nomina del direttore e membri del Consiglio Superiore per le scuole industriali". E il consiglio nominò a tale scopo De Vincenzi e Brioschi. Ha però ricevuto una lettera da Deadali dove sostiene che "non si può fare da noi ?". Torna quindi a Venezia a vedere come stanno le cose e chiede a Messedaglia di avvertire subito Berti e i suoi colleghi. Se si dovrà aspettare la ratifica "avremo dieci giorni ancora".

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Documento Argomenti vari

Luzzatti propone, incoraggiato da Brioschi, di introdurre nella scuola speciale di complemento che Messedaglia dirige, l'insegnamento della "Dottrina comparata delle dogane con speciale riferimento all'Italia" e di affidarlo a Ellena. Tale corso si giustificherebbe a partire dal fatto di essere una via di mezzo tra l'economia politica e la scienza delle finanze, e con elementi di originalità "attinti alla tecnologia, alla amministrazione, alla interpretazione dei trattati". Inoltre "oggidì i Parlamenti e i governi sono usciti dalla fase generale, nella quale, al lume dei principi, diminuivano e tagliavano i dazi, sono impigliati in un periodo di sosta e l'elemento tecnico appoggiarsi col teorico e coll'economico". E' convinto che nei negoziati commerciali continuerà a prevalere la dottrina dei trattati, e che l'elemento tecnico conterà sempre di più, "segnatamente nei prodotti tessili, negli zuccheri, ecc.Tutto ciò mi pare degno di una speciale attenzione scientifica". A questo si aggiunge la difficoltà "di educare una schiera eletta di negoziatori, di uomini di stato, di amministratori doganali, i quali sappiano difendere adeguatamente gli interessi del paese." Ricorda che nel 1869 quando ha retto il Segretariato Generale del Ministro del Commercio, all'infuori delle notizie generali e generiche, mancava ogni cosa, "Ci siamo posti all'opera. Si fece una profonda inchiesta, si comparavano le nuove tariffe doganali con le forestiere.." Insiste affinché il nuovo corso sia affidato a Vittorio Ellena assiduo e fidato collaboratore nella "impresa della rinnovazione dei trattati e delle leggi doganali", dato che lui non può assumere questo insegnamento, avendo rifiutato già altre volte di trasferirsi all'Università di Roma e lasciare quella di Padova.

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Documento Letture

Luzzatti ha nostalgia dei frequenti colloqui con Messedaglia a Padova. Vorrebbe discutere con lui di molte questioni nuove e "vitalissime per le scienze!". Ha letto un libro bellissimo "History of civilization in England" che allea l'elemento economico alla storia della civiltà. "Quell'opera è una foresta d'idee nuove, e il mio pensiero ne rimane ancora commosso e sbalordito."

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Documento Viaggio di Giglioli

Incarica Messedaglia di esaminare il manoscritto dell'opera sul viaggio compiuto dal prof. Giglioli di circumnavigazione della Magenta (chiesta dal Ministero), fornendo l'aiuto e i suggerimenti necessari. Foglio intestato Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio

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Documento Progetto di Luzzatti

Sella afferma: "Il Luzzatti mi diede nulla", per una opinione meglio aspettare di avere sott'occhio il progetto.

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Documento Appuntamento

Minghetti avverte di un cambiamento di programma e nuovo appuntamento a Verona alle 2. Si fermerà un'ora e mezza a Padova e vorrebbe mostrare a Laura la cappella degli Scrovegni. Chiede di informare anche Luzzatti delle tappe del viaggio.

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Documento Corso di Luzzatti

Luzzatti invia il suo "Corso". Gli sembra apporti delle novità su alcuni punti: "per esempio: alcune osservazioni sui salari; la legge ferrea statale della statistica o della economia." Appuntato dietro la lettera a matita: "Lettera di L. Luzzatti inviando a Messedaglia un suo lavoro. Le odierne controversie economiche nelle loro attinenze colla protezione e col socialismo. Roma, Loescher, 1894".

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Documento Nomina alla Camera

Ha saputo dal prof. Luzzatti che la sua collaborazione al giornale il "Diritto" può essere di ostacolo alla sua nomina al posto alla Camera. Comunica a Messedaglia - essendo fra i giudici - che ha pertanto cessato di far parte della redazione del "Diritto" e di non aver più alcun rapporto con quel giornale.

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Documento Istituto Internazionale di Statistica

Bodio scrive che durante la prima seduta ha presentato i saluti da parte di Correnti e di Messedaglia "the two highest illustration of the statistical science in Italy" e riporta il discorso tenuto. Nell'ultima seduta del Consiglio si è fondata un'associazione libera, privata, internazionale di statistica col nome di "Istituto internazionale di statistica" composta da tre categorie di soci. Per l'Italia furono eletti: soci effettivi: Correnti, Messedaglia, Dodi, Luzzatti, Ellena, Ferraris; soci onorari: Magliani, Lampertico, Boccardo; associati Perozzo. L'Istituto è destinato a rappresentare un'autorità morale e scientifica additando agli uffici statistici i desiderata della scienza.

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Documento L'esposizione di Parigi e la potenza produttiva della nazione moderna

Opera di Luigi Luzzatti intitolata "L'esposizione di Parigi e la potenza produttiva della nazione moderna" (Milano, 1899).

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Documento Commemorazione di Salvatore Cognetti de Martiis letta dal professor C. G. Albonico, alla R. Accademia Virgiliana, nella adunanza del 6 dicembre 1901

La commemorazione di Salvatore Cognetti de Martiis in una seduta della Reale Accademia Virgiliana è giustificata dal fatto che l'economista ne fu socio. Albonico si rammarica che il suo saggio "La manodopera nel sistema economico" sia rimasto incompiuto, dal momento che "l'Autore ha in Italia posto eminente tra gli scrittori che, valendosi del metodo positivo e in special modo delle induzioni e delle analogie biologiche, affermano le leggi dell'Economia Politica". Ricorda l'ultimo anno di vita del Cognetti de Martiis, i mesi di soggiorno a Roma e poi il ritorno a Torino, per inaugurare il corso di Economia Politica presso la Regia Università con una prolusione, l'ultima, su L'idea economica in Gioberti. Così l'onore che Albonico riserva all'amico è annoverarlo insieme con Melchiorre Gioja, Pellegrino Rossi, Antonio Scialoja, Giovanni Arrivabene, Marco Minghetti, Luigi Luzzatti, i quali "assisero l'Economia Politica su alto soglio del sapere della Patria" e che "ordinarono forme, fondarono istituzioni economiche per il benessere delle popolazioni, per la ricchezza e lo splendore del Regno". Il ruolo di Salvatore Cognetti de Martiis fu di "avvicinare più o meno secondo i loro termini comuni ed i principi classici le nuove scuole economiche", attenuando "gli effetti de' loro errori" e, soprattutto, contrapponendosi al presente procedere incerto degli studi economici dopo la morte del "genio" Francesco Ferrara.

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Documento Discorso inaugurale della Banca Cooperativa di Lucera

"L'illustre presidente dell'associazione fra le banche mutue italiane, l'onorevole Luigi Luzzatti mi ha commesso di esprimervi il suo sincero rammarico della sua assenza all'inaugurazione della Banca popolare cooperativa di Lucera". Con queste parole si apre il discorso di Antonio Salandra, che si limita a leggere e a commentare il testo scritto di Luigi Luzzatti. In particolare Salandra accentra l'attenzione dei presenti su alcune affermazioni del presidente dell'associazione delle banche mutue italiane. Per esempio sul modo in cui quest'ultimo ha definito il fine della banca che "non è l'allargare le vie del credito a coloro che già le possono percorrere, [ma] é soprattutto il dischiuderle a quei moltissimi per i quali il trovar credito è una vana speranza se non a pegno della degradazione al Monte di Pietà o a pegno della rovina estrema dall'usuraio". E' li che essa interverrà con "la fiaccola rischiaratrice del prestito a giusto interesse e a rigorosa ragion di tempo". A questo punto Salandra legge testualmente le offerte bancarie di Luzzatti: 1) offre gratuitamente a nome dell'associazione fra le banche mutue italiane formulari di contabilità e simili scritture. La spesa è fatta dal fondo costituito l'anno precedente in seno a quell'associazione per impulso del congresso di Bologna 2) propone agli amministratori della banca di Lucera di adoperarsi lui affinché entrino in accordo d'idee e di affari con la Banca Popolare di Milano, nata da 18 anni su impulso dello stesso Luzzatti. La "sfiducia" e la "malavoglia" del napoletano, che avrebbero segnato la differenza rispetto al Nord, possono essere superate con la prosperità e con l'onestà che promanano dagli istituti di credito popolare. "La ragione principalissima sta tutta nelle mancanza dei capitali, in quelle mancanze che ci fa parere ignoranti e immorali, che ci fa tremare, i grossi interessi, che ci fa trascurare i miglioramenti delle nostre terre e l'impianto delle industrie, cui non manterrebbero tutti gli altri elementi d'una florida vita". Scrive, ancora, Salandra: "Si riversino i capitali del Settentrione sopra queste terre meridionali, le quali aspettano, a mostrare la loro fecondità, la pioggia che rese fecondo il seno di [...]. Concorrano alla creazione di novelle industrie" per la "trasformazione della bottega in opificio ad armare della macchina il braccio infaticabile del nostro operaio. Saranno d'immenso beneficio". Intermediari di questo provvido scambio d'utilità sono gli istituti di credito popolare. L'importanza di una banca si misura non dal capitale che ha, ma da quello che attiva. "E i nostri intelligenti amministratori - aggiunge Salandra - sapranno trarre larghi vantaggi dall'autorevole profferta. Nello stringere la mano che ci si porge dai fratelli del Settentrione nessuno di noi sconoscerà l'altissimo significato morale e patriottico di quest'accordo di idee, di sentimenti, d'interessi".

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Documento Appunti confidenziali e principali del deputato Luzzatti al progetto Maurognato

Documento intitolato "Appunti confidenziali e principali del deputato Luzzatti al progetto Maurognato": "che invece di restringere il corso forzoso lo amplia, portandolo a 1650 milioni". La grafia non è di Angelo Messedaglia.

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