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ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


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Documento L'economia politica in relazione alla sociologia e quale scienza a sé

Manoscritto rilegato dal titolo "L'economia politica in relazione alla sociologia e quale scienza a sé". Messedaglia discute del metodo matematico, e della nascita dell'economia politica come scienza sociale: "oggi l'economia politica (e che meglio direbbesi sociale, nel senso più ampio e spregiudicato della parola) si ravvisa generalmente come la scienza speciale a cui incombe di studiare l'ordine della ricchezza, ossia di quei beni o mezzi esterni di godimento, dove si esplica in forma sociale il fatto dell'umano lavoro". Inoltre sulla relazione tra l'economia e la sociologia, la biologia, l'evoluzionismo, con citazioni fra gli altri di Schäffle, Spencer, Jevons. Cenni sulla disputa fra "economia razionale" e Scuola Storica. Messedaglia si sofferma quindi sul metodo: "e vengo sempre più al metodo: questione capitale in tutte le discipline, siccome quella donde dipende la possibilità della costruzione scientifica e con anche il suo valore pratico". Discute del metodo positivo: "mi contento di qualche appunto sull'importanza che in generale va fatta all'osservazione positiva; dappoiché negli studi nostri non potrebbe esser parola di un vero e proprio esperimento. L'osservazione" rinvia sempre a qualche "concetto razionale"; e del metodo deduttivo, in particolare Messedaglia si sofferma sulla scelta delle ipotesi "le quali non sono per sé stesse legittime se già in qualche misura non corrispondono fin da principio alla realtà" o se non prevedono la possibilità di verifica. Tuttavia, "pur mantenendo da parte mia che l'economia sia da considerarsi e trattarsi, fondamentalmente, quale una scienza di osservazione", Messedaglia non nega l'importanza del metodo matematico, e con riferimento al "nuovo indirizzo metodico" che vorrebbe applicare il calcolo matematico, afferma: "nessuna difficoltà per una parte in via generale, circa la competenza di questo metodo" ma "la matematica non è unicamente la scienza della quantità o delle misure, ma quel insieme delle combinazione e dell'ordine". Jevons la indica come una "logica delle quantità" [...] "la difficoltà vera ed il dubbio sarebbe per conto mio di altra sfera" e concerne non tanto la competenza in genere del calcolo, "ch'io di buon grado ammetto, siccome le condizioni, la misura ed i limiti, e dirò tutto insieme l'esperienza pratica", ma la eccessiva complessità del sistema delle funzioni di domanda e offerta. Si tratta probabilmente di una prelazione. Il manoscritto presenta numerose correzioni.
Tipologia Manoscritti e altri documenti


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Manoscritti vari

Scritti di Angelo Messedaglia su Dante Alighieri e appunti vari di carattere economico.
Scheda: nr. fascicolo 9
Numero della busta: 1229

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Manoscritti

Il fondo Manoscritti conservato presso la Biblioteca Civica di Verona contiene 64 buste di materiali appartenenti ad Angelo Messedaglia: 16 contengono il carteggio (227-245) e 48 custodiscono manoscritti di studi scientifici e letterari, dispense di lezioni universitarie, carte di lavoro e personali (1221-1253).

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Biblioteca civica di Verona

La Biblioteca civica viene istituita nel 1792 e inaugurata dieci anni dopo. Essa nasce dall'unione di tre librerie: la libreria della soppressa Abbazia di San Zeno, quella della soppressa Compagnia di Gesù con l'aggiunta della libreria dei Gesuiti e quella della chiesa e il Collegio di San Sebastiano. In quegli anni giunge il primo lascito privato di Aventino Fracastoro. La custodia e l'elenco dei libri fu affidato a Girolamo Rivanelli e a Benedetto del Bene. Nel 1795 giunge il lascito di A.M. Lorgna. Nel 1858 il bibliotecario abate Cavattoni stampa una breve memoria sull'istituzione della biblioteca e sui lasciti, argomento ripreso nel 1869 in occasione dell'ampliamento dei magazzini. Di seguito l'abate Ignazio Zenti stampa una relazione sugli avvenimenti dal 1858 al 1875. Nel 1868 il patrimonio librario raggiunge complessivamente i 60.000 volumi. Allo Zenti succede Giuseppe Biadego, uomo di alta cultura, in relazione di studi e di ricerche con mezza Europa, e grazie alla sua sapienza professionale l'Istituto trova stabilità e sicurezza. Purtroppo la sede più vasta ricavata nell'immediato anteguerra dall'ex chiesa di S. Sebastiano, per il bombardamento aereo del 4 gennaio 1945, viene totalmente distrutta. I danni al patrimonio librario furono abbastanza seri, in particolare quelli riportati dalla raccolta di incisioni e di carte geografiche; salvo ad ogni modo il materiale manoscritto e incunabolistico. Laboriosissima la questione della ricostruzione, risolta finalmente in gran parte con l'edificio progettato da P. L. Nervi, sempre sulla sede dell'ex chiesa, e inaugurato il 2 giugno 1980, quale modernissimo contenitore dell'intero patrimonio librario e con uno sviluppo potenziale di oltre un milione di volumi. In tale occasione venne rilevato e analizzato tutto il materiale accumulato in 200 anni di vita, riordinati, inventariati, fotografati e in buona parte rischedati 150.000 opuscoli; ricollocate alcune migliaia di carteggi e individuate e riordinate 6.000 cinquecentine, a disposizione dell'operazione di rilevamento nazionale, coordinato con le biblioteche europee e americane. Attualmente la biblioteca possiede oltre 515.000 volumi e opuscoli rari e di pregio compresi (aldini, cominiani, bodoniani), 1230 incunaboli, 6.000 cinquecentine, 3.600 manoscritti, 95.000 lettere, documenti, fogli volanti, un'imponente fototeca, 2.000 stampe, carte geografiche e topografiche sulle quali splende il mappamondo di Leardo del 1442.
Indirizzo: via Cappello, 43
CAP: 37121
Luogo: Verona
Regione: Veneto
Contatti: Tel. 045-8079710 e-mail bibliotecacivica@comune.verona.it
Sito: https://biblioteche.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=79983