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ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI

Guida archivistica alle carte e alle corrispondenze degli economisti italiani


ARCHIVIO STORICO DELLE ECONOMISTE E DEGLI ECONOMISTI


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Documento Frammento di studio sui tributi

Il frammento autografo del Paradisi (290 X 190 mm), le cui carte sono scritte per intero con margine bianco a sinistra, incomincia: "talvolta dovrà radunarsi in Modena per gli affari communi...", e finisce: "Per rendere uno stato felice perpetuamente, proceda da Francesco III".
Tipologia Manoscritti e altri documenti
Data XVIII secolo (seconda metà)


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Frammenti di studi sui tributi (da codici diversi perduti)

Il fascicolo contiene frammenti autografi del Paradisi (appunti od abbozzi interrotti dall'autore medesimo), appartenenti a codici diversi perduti e riguardanti l'argomento dei tributi.
Scheda: 43 cc. nn. nr. fascicolo 3
Numero della busta: IX

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Paradisi Agostino

Il fondo è costituito dai manoscritti e dalle stampe di Agostino e Giovanni Paradisi e copre un arco cronologico che va dal 1735 al 1826. Il materiale documentario è suddiviso in serie: Autografi e manoscritti d'Agostino Paradisi, Codici relativi agli studi d'economia civile, Codici e carte relative al piano dei Tributi del Cav. Salvatore Venturini, Epistolario, Codici e carte autografe d'argomento storico, Codici apografi. Agostino Paradisi (Vignola, Modena, 1736 - Reggio nell'Emilia 1783) fu economista e letterato, professore di "economia civile" all'Università di Modena, ove pronunciò nel 1772 un'orazione inaugurale considerata uno dei manifesti del moto riformatore italiano. Le sue Lezioni (1772-74), rimaste inedite, seguono l'impostazione di Genovesi e le teorie di Condillac, del quale tradusse e commentò l'opera sul commercio.

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Biblioteca Estense universitaria di Modena

La collezione libraria degli Estensi è nata con la famiglia principesca e ne ha sempre seguito le vicende. Costituita da un numero ragguardevole di miniature e di opere di interesse letterario, storico e artistico fin dall'epoca del marchese Niccolò III, è stata poi impreziosita dai fasti rinascimentali di Leonello, Borso, Ercole e Alfonso, che l'hanno accresciuta di importantissimi manoscritti e di pregevoli edizioni a stampa. In seguito alla convenzione faentina, con la quale gli Estensi cedettero Ferrara al Pontefice, la Biblioteca venne trasferita dal castello di Ferrara a Modena, divenuta capitale nel 1598. Nonostante le notevoli perdite subite a causa del trasferimento, già nel Seicento il patrimonio dei duchi riprese a consolidarsi, grazie a rinnovati acquisti ed incrementi. In seguito, soprattutto dalla fine del Settecento, il nucleo originario si arricchì dei cospicui fondi manoscritti e soprattutto a stampa provenienti dalle soppressioni religiose. Per volontà ducale, era affidato alle cure di un dotto, esperto e fidato, tutto il complesso librario e risale agli ultimi anni del Seicento il primo vero ordinamento bibliografico, con i volumi contrassegnati da un codice alfanumerico, corrispondente alla voce in catalogo. Nella seconda metà del Settecento, l'azione del duca Francesco III condizionò lo sviluppo e il carattere della biblioteca, che egli volle rendere pubblica con solenne cerimonia nel 1764 e a cui affiancò nel 1772 la Biblioteca dell'Università con i suoi pregevoli nuclei filosofici, giuridici e scientifici. Dopo l'unificazione d'Italia i due istituti si fusero, dando vita a quella che oggi è la Biblioteca Estense Universitaria: un istituto cardine per la storia della cultura, grazie ai suoi preziosi fondi manoscritti, e lo specchio del divenire della città. Oltre alle antiche raccolte, essa offre agli utenti le più aggiornate edizioni scientifiche, letterarie, giuridiche e storiche, una vasta emeroteca, le pubblicazioni dello Stato Italiano, fra cui le gazzette ufficiali, e una mostra permanente di codici e libri rari. Il sito della Biblioteca è all'indirizzo "www.cedoc.mo.it/estense".
Indirizzo: Piazza S. Agostino, 337
CAP: 41100
Luogo: Modena
Regione: EMILIA ROMAGNA
Contatti: Tel. 059-222248 Fax 059-230195 e-mail biblio.estense@cedoc.mo.it