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Fondo VARIA
Fascicolo De Viti de Marco Antonio (1858-1943)
Il fascicolo su Antonio de Viti de Marco conserva dei manoscritti autografi di stesure parziali di alcuni capitoli dei Principi di economia finanziaria di Antonio de Viti de Marco, oltre ad appunti vari e corrispondenza con Einaudi. E' organizzato in 6 so
Scheda: nr. fascicolo c
Numero della busta: 2
Documenti presenti nel fascicolo
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Lettera: Roma 28 aprile 1899
Per motivi di impossibilità dovuta ai tempi di composizione del Giornale degli Economisti, de Viti risponde negativamente alla richiesta da parte di Luigi Einaudi di segnalare nel fascicolo di maggio l'imminente uscita di un suo libro.
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Biglietto: 21.4.1908
De Viti invia a Einaudi "Complimenti e ringraziamenti".
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Biglietto: 20.12.1909
De Viti invia a Einaudi "Auguri e felicitazioni vivissime".
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Lettera: 7 agosto 913
De Viti ringrazia per l'invio da parte di Einaudi del suo "lavoro sul concetto del reddito imponibile", che dichiara di conoscere già.
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Lettera: Roma 28 feb. 914
De Viti chiede a Einaudi di inviargli "i suoi articoli contro i siderurgici, apparsi sulla Riforma sociale del feb. marzo, aprile 1911 e marzo e dicembre 1911 (sic!)".
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Lettera: Roma 19 dic. 914
De Viti, d'accordo con Giretti, invia a Einaudi alcune copie di una circolare chiedendo la sua adesione, quella di Loria e di "altri colleghi dell'Ateneo di Torino".
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Lettera: Roma 24 gen.915
De Viti ringrazia Einaudi per l'invio di articoli della Riforma Sociale e del Corriere che giudica "ottimi e di grande utilità"
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Lettera: Cellino San Marco 22 marzo 915
De Viti ringrazia Einaudi per il sostegno alla sua candidatura alle elezioni, coronata da successo.
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Lettera: Torino 27 XI 1915
Einaudi chiede a de Viti notizie di un articolo manoscritto inviato a Zagari.
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Lettera: Roma 29 nov. 915
De Viti si scusa con Einaudi per il fatto che La Voce non si pubblichi più a causa di dissensi con l'editore e lo informa di avere richiesto la restituzione del suo manoscritto.
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Lettera: Roma 16 aprile 922
De Viti ringrazia Einaudi di dati e notizie fornitegli.
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Lettera: Roma 14 dicembre 1924
In una lettera dattiloscritta di de Viti si legge: "Caro Einaudi, sull' "UNITA" - giornale interventista che si pubblicò durante la guerra - criticando il Patto di Londra, in cui l'Italia pose come una delle condizioni del suo intervento, che Le si facesse un prestito di un miliardo di lire, sostenni questa tesi: "Gli alleati combattono per un fine comune contro gli Imperi Centrali; epperò ogni alleato dovrebbe essere tenuto a contribuire al costo totale della guerra in proporzione della sua popolazione e della sua ricchezza". Io estendevo logicamente alla ripartizione tra le nazioni alleate delle spese di guerra, quel principio elementare, che si applica alle varie regioni di uno stesso paese per le spese di carattere nazionale. E credo che questo sarebbe oggi il criterio di ripartizione, che si adotterebbe tra i paesi facenti parte della Società delle Nazioni, nel caso che questa svolgesse opera guerresca contro eventuali aggressori. Se il criterio Le pare corretto, sarebbe utile di dargli una sicura base statistica, accertando in che ragione della propria popolazione e ricchezza ogni alleato ha di fatto contribuito alla vittoria comune. Ella ha meglio di me i mezzi per fare o far fare prontamente questa ricerca. Mi creda, con amicizia, di Lei dev.mo". Poi a mano De Viti aggiunge: "Caro Professore, Le ho scritto questa lettera in forma che si presta alla stampa, nel caso Ella voglia prenderla come spunto per trattare ancora la questione dei debiti alleati. Ma è ovvio che non tengo alla stampa della lettera, come terrei, invece, alla pubblicazione dei dati statistici".
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Lettera: Roma 27 gen. 925
De Viti ringrazia Einaudi per un invio (forse di un suo libro), e aggiunge: "Non so persuadermi (ancora però non ho letto tutto il suo volume!) come una questione che teoricamente può risolversi come si vuole, possa dar luogo a sì lungo dibattito. Leggerò e discuterò; anzi discuteremo".
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Lettera: Roma 17 gen. 926
De Viti chiede a Einaudi di intervenire con Giovanni Agnelli o con qualche dirigente della Fiat per prenotare una vettura 509 destinata alla moglie Harriet Lathrop Dunham.
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Lettera: Roma 23 genn 926
De Viti si accerta che Einaudi abbia ricevuto la richiesta di intervenire con la Fiat per l'acquisto di una vettura 509.
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Lettera: Roma 1 feb. 926
De Viti ringrazia Einaudi "di quanto ha fatto per la 509".
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Lettera: Roma 12 nov. 926
De Viti augura pronta guarigione a Einaudi che è stato "vittima di un grave infortunio" e lo ringrazia per avergli inviato una cartolina da New York.
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Lettera: San Pietro Vernotico 7 ottobre 927
In una lunga lettera de Viti offre a Einaudi dettagliati consigli sulla preparazione del terreno per impiantare un vigneto, sulla sua resistenza alla filossera, sul modo in cui fare l'innesto, sulla concimazione. Conclude scrivendo: "Dante dice (non ricordo ora esattamente il verso) che il sole si trasforma in alcool. Ogni punto di questa mia può essere oggetto di ulteriore discussione. E sono a sua disposizione".
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Lettera: Roma 21- I - 928
De Viti accenna ad un errore nel nome di Messedaglia, chiamato Luigi anziché Angelo.
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Lettera: Roma 20 feb. 929
De Viti invia a Einaudi tre copie del suo Due Commemorazioni: Angelo Messedaglia, Maffeo Pantaleoni chiedendogli di regalare "le due superflue a chi crede".
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Lettera: Roma 16 settembre 929
De Viti ringrazia Einaudi per l'invio di un volume.
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Lettera: Roma 3 marzo 930
De Viti esprime grande riconoscenza a Einaudi per aver accettato di scrivere una introduzione alla traduzione tedesca dei suoi Principi di economia finanziaria. Aggiunge di lavorare ad un capitolo sulla teoria generale del prestito pubblico destinato appunto all'edizione tedesca. Tale edizione fu pubblicata nel 1932 con prefazione di Einaudi.
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Lettera: 9 agosto 931
De Viti ringrazia calorosamente Einaudi per l'articolo di recensione al volume "Un trentennio di lotte politiche" (specificando che il libro "fu voluto da Zanotti e da E. Rossi, non da me"). Trova che il titolo della recensione di Einaudi sia "per sé un capolavoro" ed esprime gratitudine per ciò che Einaudi "ha fatto e fa" per la sua "piccola reputazione scientifica". De Viti si riferisce ad un articolo di Einaudi dal titolo "Per la storia di un gruppo che non riuscì ad essere partito", in La Riforma Sociale, maggio-giugno 1931. Accenna inoltre al lavoro di traduzione in tedesco del suo manuale, i Principi di economia finanziaria, pubblicati nel 1932 con una prefazione di Einaudi.
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Lettera: Roma 17 gen. 932
De Viti avvisa Einaudi che la pubblicazione della traduzione tedesca del suo manuale subisce un ritardo e dichiara di temere "che la sola difficoltà dipenda dal mio ritiro dall'insegnamento, per cui l'editore non sa se io sono o non sono professore all'università di Roma, e non osa prendere una decisione tra le varie soluzioni da me propostegli. Mi nasce anche il sospetto che si sia rivolto a Roma per consiglio, cosa che molto mi seccherebbe". De Viti si riferisce al suo rifiuto del giuramento di fedeltà al fascismo del 1931. I Principi di economia finanziaria furono pubblicati in tedesco nel 1932.
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Lettera: Roma 17 marzo 932
De Viti chiede a Einaudi "il nome esatto e i titoli e l'indirizzo" di Bresciani Turroni, di Garino Canina e di Rossi; quest'ultimo egli crede si trovi al penitenziario di Pallanza.
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Lettera: Roma 10 aprile 932
De Viti scrive a Einaudi di avere spedito un opuscolo agli indirizzi che lo stesso Einaudi gli aveva indicato ed anche a Répaci. Per inviare la copia dell'edizione tedesca del suo libro a Ernesto Rossi preferisce aspettare per essere sicuro che la riceva. Aggiunge di avere inviato una copia "in omaggio ai Lincei". Si riferisce all'edizione tedesca dei Principi di economia finanziaria, pubblicata nel 1932.
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Lettera: 28 agosto 932
De Viti ringrazia Eianudi per avere ricevuto in omaggio la Riforma Sociale. Gli comunica di avere ospitato per pochi giorni Morgenstern con il quale scrive di avere preso accordi per pubblicare contemporaneamente in Germania e in Italia il suo lavoro La funzione della banca. Lo invita infine nella sua casa di Boscolungo Pistoiese insieme a Giretti.
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Lettera: Roma 14 marzo 933
De Viti chiede a Einaudi di precisargli "in poche parole o anche soltanto con un esempio che cosa intendono dire coloro i quali affermano che la Banca crea il credito".
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Lettera: Roma 10 maggio 933
De Viti invia a Einaudi due capitoli del volume La funzione della banca al quale sta lavorando, chiedendogli di esprimere giudizi critici: "Accetterei anche il consiglio di sopprimere tutto!", scrive De Viti. Accenna inoltre al contenuto del terzo capitolo "ancora in formazione".
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Allegato intitolato: La funzione della banca
Si tratta di tre fogli, uno per ogni capitolo del volume La funzione della banca, con l'indice dei paragrafi di ogni capitolo, scritti a mano da De Viti con correzioni e aggiunte da parte di Einaudi.
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Dattiloscritto: Funzione della banca
Dattiloscritto con correzioni e aggiunte scritte a mano da de Viti di due capitoli del volume La funzione della banca: cap. I (frontespizio + 37 fogli numerati), cap. II (frontespizio + 32 fogli numerati).
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Lettera: 25 gennaio 1934
De Viti chiede a Einaudi di incontrarsi a Roma.
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Lettera: Roma 20 febbraio 1934
De Viti scrive a Einaudi: "Caro Professore, l'edizione è fatta da Lei, sotto i suoi auspici, sotto la sua responsabilità. come se io fossi morto! Perciò faccia quel che vuole; faccia quel che vuole; faccia quel che vuole! Non mi mandi bozze. Io non so correggere; e non so leggere senza correggere e cambiare". E aggiunge nel post scriptum: "Attenui i meriti che mi attribuisce nella ed. tedesca!". De Viti si riferisce ai suoi Principi di economia finanziaria ripubblicati da Einaudi nel 1934. L'edizione tedesca alla quale accenna De Viti fu pubblicata nel 1932 con una prefazione di Einaudi.
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Lettera: Roma (34)
De Viti invia a Einaudi una versione corretta della nota intitolata "Al lettore" riferita al volume "La funzione della banca". Gli domanda inoltre se egli ritiene che sia il caso di "aggiungere qualche paragrafo sulla questione del rapporto in cui le banche si troverebbero di fronte alla riforma monetaria Roosevelt-Fisher" e specifica: "Più che un problema bancario, trattasi di un problema di politica monetaria, spettante allo Stato. Ciò potrebbe dar luogo ad uno studio sull'"Avvenire delle banche". (Bel titolo per un articolo per la Riforma!). Naturalmente la banca diventa una dipendenza della Tesoreria, che in qualche modo dovrà addossarsi tutte le eventuali perdite". Chiede inoltre a Einaudi la sua opinione, e quella di Cabiati, sull'affermazione che "il credito bancario rende possibile, dentro certi limiti, di assecondare lo sviluppo degli affari a prezzi relativamente costanti".
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Lettera senza data
De Viti parla a Einaudi della traduzione inglese dei suoi Principi "praticamente finita", che sarà pubblicata nel 1936. Gli chiede di aiutarlo a ricordare il nome del collega che auspicò tale traduzione e il titolo della rivista in cui quest'ultimo aveva pubblicato la sua recensione all'edizione tedesca dei Principi. Poi conclude "Noi, economisti, viviamo un tempo, in cui la riproduzione dei somari è fantastica e offrirebbe campo magnifico di osservazione, se avessimo l'animo di essere ... indifferenti". In testa alla lettera, scritto con altra grafia, si legge: "Economica - F. C. Benham. August 1934 p. 364-7".
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Lettera: 16 marzo 1934
De Viti ringrazia Einaudi per l'invio di due nuovi opuscoli che dichiara di aver letto "con interesse grande, interrompendo le altre occupazioni, e non riprendendole se non a lettura completata". Gli comunica inoltre di aver saputo che gli studenti cercano ancora il proprio libro e che la facoltà non ha ancora nominato il suo successore. Si rallegra quindi che "A traverso i liberi-docenti pare che non sia del tutto morta la vecchia tradizione!".
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Lettera: 29 marzo 1934
De Viti ringrazia Einaudi per aver ricevuto sei copie del suo volume appena pubblicato e lo informa di desiderare far avere il volume a Giretti, a Bresciani Turroni e a Cabiati, lasciando inoltre Einaudi libero di spedirlo a chi ritiene opportuno. De Viti si riferisce ai suoi Principi di economia finanziaria ripubblicati dall'editore Einaudi nel 1934.
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Lettera: Torino 10 aprile 1934
Luigi Einaudi scrive a de Viti che il figlio Giulio intende ripubblicare il volume La funzione della banca e gli fornisce alcuni consigli: gli suggerisce di aggiungere come sottotitolo Introduzione allo studio dei problemi monetari e bancari contemporanei, giudicando il libro "la migliore delle introduzioni, utilissima a tanti che hanno idee confuse in testa, per capire quel che accade oggi". Gli dà inoltre altri suggerimenti, tra cui quello di aggiungere un sommario per paragrafi e gli pone degli interrogativi, in particolare sulla "creazione del credito". Gli suggerisce infine il testo di una nota da intitolarsi "Al lettore" e gli segnala dei refusi nelle note.
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Lettera: 9 giugno 1934
De Viti invia a Einaudi l'indirizzo di un economista giapponese (Miyoji Hayakawa) al quale mandare una copia del suo libro e ricorda di inviarne una anche a Morgenstern ed a Marget. De Viti si riferisce probabilmente ai suoi Principi di economia finanziaria ripubblicati da Einaudi nel 1934.
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Telegramma 30 giugno 1934
De Viti scrive che comunicherà altri errori. Si riferisce al volume La funzione della banca.
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Lettera: 30 giugno 1934
De Viti annuncia ad Einaudi l'invio di un telegramma per avvertirlo della presenza di errori "che non sono puramente di stampa" e li elenca. Chiede infine chiarimenti sul motivo per cui la pubblicazione del libro viene rimandata. Si riferisce al volume La funzione della banca.
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Lettera: 30 luglio 934
De Viti chiede a Einaudi di far spedire una copia omaggio del libro La funzione della banca all'Accademia dei Lincei. Elenca degli errori riscontrati nel volume e chiede di fare l'errata corrige soltanto di alcuni.
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Lettera: 19 ottobre 1934
Saputo da Giretti che Einaudi ha avuto una buona vendemmia, De Viti comunica che la sua "è stata mediocre come qualità e come quantità". Scrive di accludere una lettera di Pietro Chimienti che rivolge una richiesta a Einaudi. Ricorda di aver ospitato per qualche settimana Morgenstern; si rammarica di aver ricevuto da Ricci non una visita, ma una richiesta di notizie e commenta: "Ma io ancora sono vivo, e non gli ho mandato nessuna notizia, che gli servirà quando dovrà fare la mia commemorazione". Gli chiede infine se Einaudi può dirgli "sinceramente se ha perduto" come editore dei suoi libri.
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Lettera: 25 dic. 1934
De Viti comunica a Einaudi il suo parere positivo sull'editore inglese dei Principi. Illustra con soddisfazione lo stato dei suoi contatti con la traduttrice Edith Pavlo Marget e con il collega Arthur William Marget. Dichiara inoltre di essere felice di incontrare il Consigliere economico dell'ambasciata inglese dal momento che dice di condurre una vita molto solitaria. De Viti si riferisce ai suoi Principi di economia finanziaria tradotti in inglese nel 1936.
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Lettera: Mercoledì 3 giugno
De Viti invita Einaudi e sua moglie a colazione nella sua abitazione a Roma.
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Lettera dattiloscritta senza data
Circolare dattiloscritta che annuncia la fondazione della "Società per il progresso delle scienze" con la richiesta di partecipare alla costituzione di una sezione "per la statistica e le scienze economiche", a firma di Antonio de Viti de Marco, Tullio Martello, Giovanni Montemartini e Maffeo Pantaleoni.
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Lettera senza data
De Viti ringrazia Einaudi per l'invio di un libro che, spiega, utilizzerà per il suo "La funzione della banca". A proposito di quest'ultimo specifica che è quasi finito, ma che non riesce a staccarsi dal manoscritto poiché non si ritiene soddisfatto. Chiede a Einaudi di leggerlo e di criticarlo.
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Lettera: Roma 12 genn. 1935
De Viti ringrazia Einaudi per aver risposto a De Pietri-Tonelli, che dichiara di non conoscere, ma di cui si sente di dire che non ha letto il libro e che "non capisce il metodo teorico". De Viti si riferisce ai suoi Principi di economia finanziaria ripubblicati da Einaudi nel 1934.
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Lettera: 29 gen. 1935
De Viti ringrazia ancora per la risposta di Einaudi a De Pietri-Tonelli, lo informa sulle modifiche alla traduzione inglese del suo libro e a questo proposito gli chiede dei consigli. De Viti si riferisce ai suoi Principi di economia finanziaria ripubblicati da Einaudi nel 1934 e tradotti in inglese nel 1936.
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Lettera: 9 aprile 1935
De Viti informa Einaudi che Mosca gli ha chiesto una copia de "La funzione della banca". Domanda inoltre a Einaudi di indicargli una bibliografia su "dove o da chi sia stata fatta la storia dei miliardi prestati dalla Banca d'Italia alla industria di guerra".
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Lettera: 20 marzo 1936
DeViti acclude una lettera di Aubrey Jones, venuto in Italia per studi di economia o di finanza. Invita Einaudi a colazione insieme alla moglie a Roma nella sua abitazione.
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Lettera: 17 giugno 1936
De Viti racconta a Einaudi di un "misterioso incidente automobilistico" che gli è accaduto.
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Lettera: 20 feb. 1938
De Viti ringrazia calorosamente Einaudi per l'invio di un libro.
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Lettera: 3 ottobre 1938
De Viti ringrazia Giulio Einaudi per gli auguri (probabilmente di compleanno, essendo nato il 30 settembre 1858) e gli dice che "scrittori ottantenni non possono fare - di solito - la fortuna di giovani editori!". Si dichiara inoltre lieto di rimettersi al lavoro, poiché si sente disperato a causa dell'ozio. Spiega che "in piena vendemmia" non ha tempo di lavorare e chiede che il padre, Luigi Einaudi, gli indichi qualche argomento in particolare. Si riferisce alla seconda edizione rivista dei suoi Principi di economia finanziaria pubblicati da Einaudi nel 1939.
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Lettera: 4 ottobre 1938
De Viti ringrazia Einaudi per un telegramma e per l'amicizia, la bontà e la generosità dimostratagli. E aggiunge: "L'approvazione sua e di pochi altri è in questo momento della mia vita pubblica e privata il mio solo e il mio grande compenso".
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Lettera: 8 marzo 1939
De Viti scrive a Einaudi a proposito di una sua nota nella seconda edizione del 1939 dei suoi Principi di economia finanziaria in cui viene citato Pantaleoni. Gli fornisce inoltre altre modifiche da apportare al testo.